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Autore: sweetnight87    10/02/2012    3 recensioni
Lavoro a questa one shot dedica a Lucia&Orlando da un pò,per mancanza di tempo l'ho finita solo oggi, a dire il vero ci ho messo tanto per renderla degna di essere pubblicata e non banale.
Spero vi piaccia.
Buona lettura.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mancavano poche ore alla Vigilia di Natale,era notte fonda quando un forte rumore mi svegliò,mi guardai intorno, Orlando dormiva,tutto sembrava in ordine,quando vidi le tende svolazzare a causa del vento che entrava dalle finestre spalancate, scostai le coperte,calzai le ciabatte e andai a chiuderla,ad un tratto mi sentì chiamare «Lucia,Lucia!»mi voltai verso la voce che mi chiamava e vidi me stessa,mi stropicciai gli occhi guardai di nuovo nella direzione da cui proveniva la voce che intanto continuava a chiamarmi«Lucia,Lucia!»,rividi me stessa in quell’angolo,la mia immagine continuava a chiamarmi«Lucia, non avere paura!». Non poteva essere reale,stavo sognando né ero certa,tra un paio d’ore mi sarei risvegliata,avrei baciato mio marito e sarei andata a preparare insieme a lui la colazione.
Ero immobile ancora accanto alla finestra che avevo chiuso poco prima,avevo più volte stropicciato gli occhi ma continuavo a vedere un’altra me nella stanza.
Pochi istanti dopo l’altra me si avvicinò mi prese per mano e mi disse«non avere paura di me, io sono te due Natali fa»,la guardavo incredula,mi sembrava tutto così terribilmente assurdo, ma ben presto mi sarei ricreduta.«Ti dimostrerò che non è un sogno e che tutto ciò che dirò è vero» mi disse.
Io ero ancora in silenzio, immobile, guardavo me stessa che diceva di essere lo spirito del mio Natale di due anni prima.
Mi trovai trasportata in quel salone ampio,luminoso, dal pavimento chiaro che conoscevo bene, mi guardai intorno e rividi  l’ampio ambiente semplicemente arredato usato da Alex come studio e per i nostri incontri,poi ad un tratto rividi noi insieme mentre festeggiavamo il nostro primo Natale, senza essermene resa conto avevo iniziato a piangere,le mie guance erano rigate dalle lacrime che non riuscivo a fermare,ricordare era sempre doloroso, anche sé adesso grazie ad Orlando tutto era cambiato.
Fui richiamata alla realtà dallo spirito del Natale passato«so che è stato doloroso rivivere quei momenti,perdonami , ma era necessario che li rivivessi. Capirai tutto, te lo prometto,adesso seguimi!»
Poco dopo mi ritrovai a casa mia insieme allo spirito del Natale di due anni prima che altri non era sé non io.
Nel ritrovarmi a casa al sicuro mi sentì meglio,vedere Orlando che dormiva beato mi trasmise maggiore serenità, era proprio quello di cui avevo bisogno, tutto era così surreale.
«Ciao Lucia! Io adesso devo salutarti» mi salutai con la me stessa di due anni prima e poco dopo svanì,stavo per tornare sotto le coperte accanto a mio marito,quando ecco apparire di nuovo me stessa, ma quella me stessa era diversa dalla precedente, ero sempre io ma rispecchiava me attualmente.
«Lucia!Aspetta!Hai molto ancora da vedere, io sono te nel presente…» Mi avvicinai a lei, la guardai in volto e in quell’espressione vidi che portava i “segni”di tutti i momenti difficili che aveva dovuto affrontare: la morte di Alex e il trasferimento di Guido. Fino a non poco tempo fà anche sul mio viso erano chiaramente leggibili, solo dopo molta fatica avevo superato quei momenti,  e adesso era iniziata la rinascita, anche sul volto dello spirito del Natale era anche presente la ripresa, il ritorno alla vita.
Eravamo tornate a vivere grazie ad Orlando, a lui dovevamo molto.
Gli ero grata che non avesse perso la speranza quando non lo volevo come membro della squadra, figuriamoci averlo accanto.
Non ha desistito, tutte le volte che l’ho veramente trattato male, a dire il vero da subito, non ero stata affatto disponibile, né tanto meno l’avevo messo a suo agio.
«Lucia!» ero stata riportata alla realtà,«Il mio compito in quanto fantasma del presente sarà farti rivivere i momenti più significativi del tuo presente»
Stavo per rivivere l’anno che stava per finire.
«Non siamo dotati di questi macchinari…»dissi al Tenente Serra in modo molto freddo e distaccato, quasi irritato «Infatti ho già inoltrato la richiesta al Generale Abrami» rispose lui cordialmente sorridendomi.
«Ah!» Ero spazientita per quell’atteggiamento di strafottenza,avrebbe prima parlarne con lei, questa sua iniziativa non le piaceva affatto.
Mi ritrovai catapultata in un altro dei nostri momenti di screzi.
«Sa, mi avevano detto che era una donna attraente, ma non pensavo così tanto» mi disse il tenente.
«Ora capisco perché l’hanno trasferita»
Risentendo quella risposta sorrisi, notavo con quanta indifferenza l’avevo trattato, ero stata sempre palesemente insofferente alla sua persona.
Le visioni si susseguivano velocemente.
«Non si preoccupi eh!Torno prima di cena»diceva orlando uscendo dall’ufficio di Ghiro, ciò che gli risposi fù«uhm!..», ancora una volta nel vedere la sua espressione mentre mi diceva di non preoccuparmi, risi e rivolta allo spirito del Natale presente«so di essere stata tremenda, avevo paura,non è una giustificazione lo so,ma era più forte di me,non potevo permettere che a causa mia gli succedesse qualcosa».
«Lo sò! Sò quanto hai lottato contro te stessa,quanta fatica tu abbia fatto»
Ci guardammo per un’istante in silenzio e poi mi ritrovai di nuovo catapultata in un altro dei nostri momenti d’incomprensione.
«Romanzo»aveva appena ripetuto come un pappagallo il Tenente
«Ah ah! Quello che lei sta avidamente leggendo da giorni» gli risposi con un sorriso nervoso, mi sentivo vulnerabile.
«Ah!Quel romanzo!»
«Quello!Buona lettura» e me né andai.
Anche in questa rivisitazione Lucia non potè non sorridere.
L’ennesimo momento di conflitto stava per essere rivissuto.
«Richiesta di trasferimento accettata»
«Mi lasci almeno spiegare perché la seguivo»
Lucia ricordava perfettamente l’irritazione che aveva provato per l’incursione di orlando nella sua vita privata. L’aveva lasciato solo nel suo ufficio ed era andata via. Ricordava chiaramente che mentre era in procura non aveva smesso un attimo di pensare alla vicenda .
«Le cose però non sono sempre andate male tra noi»dissi ricolta allo spirito del Natale presente.
«Certo!Adesso vedremo anche il momento della vostra svolta» mi disse sorridendo.
«E’ vero,non sarei qui con lui sé le cose non avessero preso una nuova direzione» risposi sorridendo mentre immaginavo Orlando dormire nel nostro letto ignaro di tutto.
Pochi istanti dopo mi ritrovai  a rivivere il momento della nostra svolta.
«Volevo dirle che la sua richiesta di trasferimento è stata respinta»
«Niente poligrafo?»disse guardandomi stupito
«Non ho bisogno della macchina della verità per capire sé un mio collaboratore è sincero»lo guardai beffarda. Adesso non gli stava bene che stavo cambiando la mia opinione su di lui?
«Che cos’è che le ha fatto cambiare idea?» mi disse sorpreso
«Serra,lei è un libro aperto,l’esatto opposto di me,per questo non la sopporto!»
«Certo che in quanto a sincerità neanche lei scherza. Le và di parlarmi di quelle foto?»mi chiese
Rivedendola faccia che feci in quell’occasione sorridevo, tutto era ricominciato da quel preciso istante.
Il momento della svolta era arrivato.
«Si,ho voglia di parlartene»
Orlando era sorpreso,«forse mi sono perso il passaggio in cui abbiamo deciso di darci del tu».
Non gli dispiaceva, era chiaro, erano facilmente leggibili nella sua espressione lo stupore, la felicità per la svolta nei nostri rapporti.
«Mettiamola così,non riesco a parlare di me dandoti del lei»gli dissi sorridendo un po’ imbarazzata.
«Bene allora, diamoci del tu!»
Riguardavo quel momento e mi vidi scuotere la testa  e sorridere alla risposta di Orlando.
«Hai visto come cambiano le cose?Mai dare per scontato qualcosa, soprattutto in amore!» mi disse lo spirito.
Adesso non mi sembrava neanche più tanto strano parlare con me stessa, d’altronde tutto questo doveva avere un senso, non poteva essere accaduto per caso, tutto avviene per un motivo ben preciso.
Un nuovo tuffo in un vecchio ricordo mi attendeva.
«Lucia,ti rendi conto di cosa significa questo?»
«Che sono libera,vero?»
«che sei libera,che non dobbiamo più bonificare il tuo appartamento,che puoi andare dove ti pare»l’abbraccio che né seguì era impresso nella mia mente tra i ricordi più cari, rivederlo,riviverlo mi aveva fatto desiderare essere accanto a mio marito e abbracciarlo.
Avevo la pelle d’oca, mi ero emozionata così tanto che mi scese una lacrima di gioia lungo la guancia.
Non ebbi il tempo d’asciugarmi la lacrima, stavo già rivivendo un altro nostro momento.
«Aspetta un attimo, ho pensato,siccome abbiamo risolto il problema dello stolker,magari ti sentirai sola e avrai bisogno di compagnia,questo è per te!»
In quel momento nel risentire quella parte di discussione che conoscevo a memoria, ebbi modo di notare l’espressione mia e di Orlando che iniziavamo a lavorare sul nostro rapporto che fino a poco tempo prima era stato burrascoso.
Mi porse il pacchetto, risi tirando fuori dalla busta un orsetto,«questo?»dissi continuando a sorridere per poi guardarlo in viso.
«Si! Non è un gran chiacchierone,ma tanto a te non piacciono molto le parole»rideva mentre lo diceva.
Il nostro rapporto era davvero migliorato,per questo poteva permettersi di scherzare così adesso.
«No,no! Beh! Grazie,era… Proprio quello che mi ci voleva» dissi e sorridendo riposi l’orso in busta, mi voltai continuando a sorridere mentre uscivo dal R.I.S.
Nel rivivere quell’istante questa volta potei vedere la reazione di Orlando mentre andavo via, aveva un sorriso marcato, quel gesto per lui aveva un valore profondo,era il primo regalo che mi faceva e non sapeva come avrei reagito a quella sua iniziativa e cosa né avessi pensato.
Ovviamente né rimasi sorpresa,piacevolmente sorpresa,ma allo stesso tempo non sapevo come interpretare quel suo gesto, o forse si e non volevo ammettere a me stessa quello che provavo,ero spaventata,sapevo che ammettere che mi faceva piacere avrebbe comportato delle conseguenze.
La visione successiva fù quella del salvataggio da parte di Orlando da Samuele,la svolta tra noi arrivò proprio grazie a questo caso,quando dopo averlo prima accusato di essere colui che mi recapitava le foto che mi scattava per la strada, poco dopo decisi di fidarmi di lui, respinsi la sua richiesta di trasferimento, mi confidai con lui e gli feci vedere le foto in questione.
Gli fù immediatamente chiaro che avevamo a che fare con uno stolker.
Dopo qualche giorno d’indagini scoprimmo che ad importunarmi  era Samuele, io avevo voluto dargli fiducia e lo lasciai andare dopo che era stato convocato in caserma, solo che aveva continuato ad importunarmi, ero anche cascata nella sua trappola come sé non bastasse.
Sé non fosse stato per la testardaggine di orlando sarebbe finita male,davvero male. Rivivere quell’attimo significò provare una miriade d’emozioni diverse, rividi il pugno di Orlando a Samuele,rividi noi due «come và?»mi chiese. Mi rividi annuire,d’impulso ma con un po’ di titubanza mi abbracciò«andiamo và!» Ci avviammo fuori, ero appoggiata con la testa sulla sua spalla e lui mi cingeva le spalle con il suo braccio, guardandolo in viso gli dissi«sono contenta che ti fai i fatti miei»,mi sorrise e ci dirigemmo alle macchine per tornare al Ris.
Una volta rientrati io ero nel mio ufficio, quando Orlando entrò, si toccava ancora la mano dolorante,ci fù un intenso scambio di sguardi, poco dopo decisi che dovevo dirgli ciò di cui mi ero resa conto, avevo sbagliato nei suoi confronti.
«Ascolta!Quando sei venuto al Ris, io ti ho detto che …»
«non mi avevi scelto»continuò la frase al posto mio,
«Si!Però,io pensavo di sceglierti adesso,sé sono ancora in tempo»,lui mi sorrise poi rispose«certo che sei ancora in tempo» Ci ritrovammo mani nelle mani, ma fummo interrotti da Bart ed Emiliano che venivano ad aggiornarmi sulla banda,dovemmo lasciare l’uno la mano dell’altro,allontanarci e cercare di essere professionali, quando uscirono Orlando si soffermò ancora qualche altro istante,ci guardammo intensamente e gli augurai«e buon lavoro!» dovevo rompere quell’imbarazzante silenzio,«a te!» fù la sua risposta senza mai smettere di sorridermi.
Le visioni continuavano, rividi dove ci trovavamo io e Orlando, la mia mano tra le sue e lui intento a medicarmi la ferita che mi ero procurata durante la sparatoria alla villa di Santangeli contro la banda.
«Lucia» mi chiamò,mi fermai,mi girai  verso di lui e lo guardai negli occhi,«quando ho sentito gli spari,io ho avuto paura di perderti»,rimasi a guardarlo, tutto mi fù immediatamente chiaro,quel giorno Orlando mi aveva aperto il suo cuore.
Non riuscì a parlare,ero visibilmente confusa,stupita e sorpresa da quelle parole.
Adesso che rivedevo il mio sguardo e la reazione di orlando vedendomi andare via in silenzio capivo quanto fosse rimasto male per la mia reazione, ma come allo stesso tempo un po’ sé l’aspettasse conoscendomi,sapeva che avrebbe dovuto avere molta pazienza con me e che probabilmente probabilmente avrei reagito in quel modo perché presa di sprovvista da quelle sue parole.
Rivedendo quel momento adesso capivo che avevo sbagliato,avrei dovuto dire qualcosa, sforzarmi e non farmi paralizzare dal mix d’emozioni che provavo in quel momento.
Quando per un attimo mi ritrovai di nuovo nella mia stanza vidi che Orlando dormiva ancora beato, ad un tratto mi sentì chiamare«Lucia, il tempo è quasi finito, ho da farti vedere ancora pochi momenti, con lo spirito del Natale del futuro avrai qualche anticipazione di ciò che vi attende,ma non ti potrà essere rivelato molto,altrimenti potrebbero verificarsi dei cambiamenti incontrollabili che stravolgerebbero le cose»Non appena ebbe finito di spiegarmi come si sarebbero svolte le cose mi ritrovai catapultata in una nuova visione, stavo per rivivere l’attimo in cui ho temuto davvero di perdere Orlando per sempre, senza mai aver avuto la possibilità di dirgli ciò che provavo, senza mai averci veramente provato e sarebbe stata solo e soltanto colpa mia.
Mentre rivedevo per mezzo della visione Orlando risvegliarsi dopo l’intervento mi ritrovai a piangere.
Quando aprì finalmente gli occhi per la gioia la mia mano era talmente fuori controllo dalla mia volontà, avevo preso la sua mano e l’avevo stretta alla mia, visibilmente ancora provato e confuso ma felice per quel mio gesto, lo leggevo nel suo volto, il mio muro era crollato e lui né era consapevole, gli chiesi«come ti senti?»,lui con la sua solita voglia di sorridere mentre ci guardavamo negli occhi mi rispose«mai stato meglio!»Rimanemmo a guardarci per un po’, i nostri sguardi dicevano più di quanto potessero dire le parole più ricercate che potevamo usare per esprimere tutte quelle emozioni di quel momento così significativo e speciale.
Poche settimane  dopo andammo a pattinare, ero già stata proiettata in quel momento.
Mano nella mano lo guidavo per fargli muovere i primi passi sul ghiaccio, lui riusciva a malapena a stare in equilibrio, ad un tratto persa nel guardarlo cercare di non cadere e provare a pattinare per raggiungermi fui io a scontrarmi contro di lui,nonostante il suo precario equilibrio mi prese dai fianchi e senza mai lasciarmi inclinò la sua testa,avvicinammo sempre più le nostre labbra  e ci demmo il nostro primo bacio che dopo un breve attimo in cui ci guardammo negli occhi riprese più intenso.
Non so che ora fosse, so solo che rivivere la nostra storia mi aveva commossa e le lacrime di gioia mi scesero ininterrottamente lungo le guance.
Fui richiamata alla realtà dallo spirito del Natale presente«la vostra storia è magica,le tue lacrime credo che non si fermeranno proprio ora» mi sorrise, sapevo bene quale altro momento avrei rivissuto:la proposta di matrimonio e il giorno del matrimonio, è così fù.
Orlando non lasciava niente al caso, per chiedermi di diventare sua moglie una sera all’uscita del Ris mi aveva portato alla pista di pattinaggio,non appena scesi dalla macchina gli andai incontro  e mano nella mano ci dirigemmo all’entrata«vuoi altre lezioni di pattinaggio» gli dissi sorridendogli,«non questa sera»mi diede il tempo d’indossare i pattini, mise anche lui i suoi e mi coprì gli occhi con un foular,mi guidò sul ghiaccio e dopo qualche giro di posizionamento mi tolse il foular,«esattamente in questo punto ci siamo baciati la prima volta,esattamente in questo punto io mi inginocchio e ti chiedo di diventare mia moglie»avevo gli occhi lucidi, avevo capito subito cosa stesse per succedere,avevo la pelle d’oca e non era per il freddo, ma per quello che stavo provando in quel momento,l’aiutai ad alzarsi, lo strinsi a me e lo baciai poi vicino al suo orecchio gli sussurrai«come potrei non sposarti!» a quelle parole il volto gli si illuminò ancora di più e fù lui a baciarmi questa volta.
Non ebbi il tempo d’asciugare le lacrime era pronta a rivivere il mio matrimonio.
Era stata una cerimonia semplice,rispecchiava me e Orlando, erano presenti i più intimi, tutto era perfetto esattamente come dovrebbe essere quel giorno, non avevo avuto stress da preparativi, Orlando mi aveva aiutato in tutto, la maggior parte dei futuri mariti avrebbe delegato tutto alla sposa, lui no, ma lui è speciale e quindi non potevo immaginare diversamente, sapevo che sarebbe stato al mio fianco anche in quel momento.
Quando rividi noi sull’altare che pronunciavamo il nostro consenso matrimoniale un brivido mi percorse la schiena.
«Io Orlando accolgo te Lucia come mia sposa. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.»  e mi mise la fede, poi fù il mio turno,
«Io Lucia accolgo te orlando come mia sposa. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.» e poco dopo gli misi anch’io la fede.
Non riuscivo a trattenere le lacrime,era stato un momento emozionante, tutte le volte che mi soffermavo a pensare a quel giorno non riuscivo a trattenere le lacrime.
Eravamo sposati da quasi un anno e io ancora mi sorprendevo quando nel cuore della notte aprivo gli occhi e lo trovavo addormentato vicino a me.
«Che bel giorno vero!»mi disse lo spirito del Natale, risposi con un semplice cenno del capo.
«Siete stati una coppia insolita, durante il vostro fidanzamento non siete mai stati insieme avete deciso di comune accordo di aspettare il matrimonio, cosa alquanto rara in una coppia moderna,ma questo la dice lunga sul vostro amore, sulla vostra forza e pazienza, inoltre ha fatto sì che la vostra prima volta fosse davvero speciale» Era stato il suo modo di prepararmi alla successiva visione, né ero certa, infatti la mia sensazione fù confermata, ero in un angolo e stavo per rivivere quel momento speciale.
Vidi me stessa nella nostra stanza da letto dare le spalle alla porta intenta a cercare nell’armadio il mio baby doll, quando ad un tratto sentì Orlando cingermi i fianchi da dietro e iniziare a baciarmi il collo, la sensazione di gioia e timore che mi pervase fù intensa, ma ben presto mi abbandonai allungando il collo e gettandolo all’indietro a quella sensazione d’estasi che provavo nel sentire  quel contatto tra le sue labbra calde e morbide e il mio collo,continuò a baciarmi,dal collo iniziò a scendere  verso la mia spalla,non smetteva di baciarmi e di stringermi sempre più a sé dalla vita, così molto lentamente mi girai verso di lui,gli misi dapprima le braccia al collo,poi iniziai ad accarezzargli la nuca, quando ad un tratto le sue labbra si spostarono sulle mie, il bacio fù intenso e passionale,dovevo riprendere fiato, ma non avevo voglia di separarmi dalle sue labbra così continuai a baciarlo, anzi l’intensità aumentò ancora di più,ad un tratto sentì le sue mani spostarsi sulle mie spalle,entrarono sotto la bretellina del mio baby doll e la fecero scivolare via, né seguì un mio brivido, a quel punto lui si fermò, si scostò leggermente da me e mi disse«Lucia!», sapevo bene cosa stesse per dire, ma lo zittì subito, gli posai un dito sulle labbra e dopo averlo guardato negli occhi ripresi a baciarlo,iniziai a sfilargli il maglione mentre lui faceva scivolare via l’altra bretella del mio baby doll che cadde per terra piegandosi sù stessa, poco dopo tutto il resto andò via, ci ritrovammo insieme sotto le coperte stretti l’uno all’altra.
Non c’era giorno in cui non ricordassi la nostra prima volta,l’emozione,la sensualità dei movimenti,la gentilezza di Orlando e le nostre mani sui rispettivi corpi, ogni volta mi ritrovavo il volto rigato da lacrime di gioia.
Proprio mentre ero ancora immersa nei miei pensieri dopo la visione udìì la voce dello spirito del Natale«dopo quasi un anno ancora ti emozioni» mi sorrise ,«adesso io devo andare,ma non temere,il tuo “viaggio”non è ancora giunto al termine»poi svanì.
Lo spirito del Natale del futuro che comparve, era una Lucia solare e credo anche con qualche kilo in più.
«Ciao Lucia!»mi disse sorridendomi,«come sai, sono qui per darti un’anticipazione sul vostro futuro»guardò prima me e poi Orlando che continuava a dormire beatamente.
«Seguimi!»Mi tese la mano,la presi e fui catapultata nella visione, tutto ciò che vidi a dire il vero fù me stessa di spalle,Orlando che mi abbracciava da dietro mentre guardavo fuori dalla finestra e aveva le sue mani sulla mia pancia,ero incinta, concentrandomi meglio vidi il pancione,improvvisamente ero sia felice che agitata, una domanda mi tormentava,sarei stata una brava mamma? Non ebbi il tempo di farmi assalire  dai dubbi, ero già stata proiettata in una nuova visione del nostro futuro, questa volta vidi la porta di una stanza chiusa sulla quale era appeso un cuore rosa con al centro in bianco scritto”Sofia”
«Non temere, te la caverai,anzi ve la caverete e posso dimostrartelo con l’ultima visione»
sorridendomi mi proiettò ancora nel futuro, c’eravamo io,Orlando,Sofia e un passeggino rosa con dentro una neonata,tutto ciò che riuscì ad esclamare fù«due?»non che i bambini non mi piacessero ma due…avevo un po’ di timore per via del mio lavoro.
«Si!Questo comunque è quanto ti è concesso sapere«mi disse,«adesso il mio tempo è scaduto,devo andare, ma stai tranquilla, tutto andrà bene!»poco dopo svanì così come si era materializzata.
Mentre tornavo a letto accanto a mio marito non potei fare a meno di posare una mano sulla mia pancia,mi sembrò di avvertire un leggero movimento,ma non poteva essere vero,era solo la mia immaginazione,ero solo ancora suggestionata da quelle rivelazioni,decisi di sdraiarmi,abbracciai forte a me Orlando, lo baciai e prima di cadere tra le braccia di Morfeo,sentì che Orlando si era svegliato,ero dispiaciuta di averlo disturbato,dormiva così beatamente che non potei fare altro sé non sussurargli «scusami!»,lui per tutta risposta mi strinse a sé,mi baciò delicatamente e mi sussurrò«ti amo!» poco dopo ci riaddormentammo.

  
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