CAN’T FIGHT THIS FEELING
“Kurt, ma parli sul serio?” dissi sorridendo e
sedendomi sul divano, appoggiandomi con la schiena al poggia mano, allungando
le gambe su di esso.
“Si
Finn, sono serio, potresti seguire il corso di danza per principianti alla
Juliard, ma devi impegnarti e lavorare sodo, io posso darti una mano” disse con
convinzione buttando giù dal divano le mie gambe per sedersi lui a gambe
incrociate, rivolto nella mia direzione.
Il
giorno del diploma era quasi alle porte, mancava pressoché un mese e quindi per
chi aveva inoltrato le domande per i vari college, erano arrivati gli esiti e,
con estrema sorpresa di tutti, me compreso, ero stato accettato sia all’università
statale di New York che alla Juliard. Avevo scelto due università della Grande
Mela in modo tale da poter rimanere accanto a Rachel, visto che era lì che lei
voleva andare.
Erano
tutti eccitati per la notizia, certo lo ero anch’io, però ultimamente non si
parlava d’altro, ed io volevo solo godermi gli ultimi giorni delle superiori.
Quando uscivo da casa, Rachel, ogni volta, portava libricini ed opuscoli
riguardanti la Juliard e l’università, era così presa che non ci facevamo una
sana pomiciata da almeno una settimana per non parlare d’altro, che non vedevo
da chissà quando. Poi tornavo a casa e sembrava che Rachel passasse il
testimone a Kurt, visto che anche lui ormai non parlava d’altro, ed io ad ogni
loro sproloquio li dovevo stare a sentire, e oltretutto dovevo anche sembrare
interessato! Non gli importava che io parlassi o meno, si accontentavano che io
annuissi a quello che dicevano.
Ma
quel giorno, con Kurt, stavo prendendo parte ai suoi discorsi, sia perché li
trovavo esilaranti, sia perché una volta tanto mi piaceva stare con lui in
tranquillità a parlare, invece di stare, come al solito, a litigare per
qualsiasi cosa ,quindi decisi di non smorzare il suo entusiasmo.
“Kurt
vogliamo essere realisti? Balla meglio tuo padre sotto l’effetto della sangria
che io nelle mie condizioni migliori” sorrisi sistemandomi meglio e mettendo un
cuscino dietro la mia schiena.
“Beh
si non lo posso negare, ma puoi migliorare, ne sono sicuro, io sono un ottimo
insegnante, certo, non posso fare miracoli e non mi aspetto che diventerai
bravo come me, ma posso almeno renderti decente! Così quando io sarò il
protagonista in uno dei più bei spettacoli mai visti a Broadway, tu potrai
stare con gli altri dietro di me ad incorniciare la mia scena… Sai anche le
comparse sono importanti, e anche loro devono saper ballare “ lo disse credendo
veramente a quello che diceva, così io non potei far altro che ridere.
“Quindi
ricapitoliamo, tu vuoi che io mi iscriva al corso di danza solo per poter, un
giorno, fare a te da scenografia?” Kurt annui “Lo dici come se fosse una
scemenza”
“Beh lo è, sai che potrei essere parte della
scenografia che ne so, magari in un tuo spettacolo potrei fare… l’albero,
quello che si che mi verrebbe bene e soprattutto, non passerei anni e anni a
studiare qualcosa in cui sono palesemente negato”
scoppiammo a ridere entrambi, molto sonoramente, e pensai a quanto fossero
belli quei momenti di serenità insieme al giovane Hummel.
“Sai che quando ti vedo ridere, quello” indicò
la mia bocca ancora sorridente. “mi fa ancora un certo effetto? Mi ricordo che
ero completamente perso per il tuo bel sorriso”
Lo guardai ancora sorridendo “ Aspetta mi stai
facendo un complimento? Non ci posso credere mi hai fatto veramente un
complimento e non un insulto come al solito, ma allora grazie, anche se penso
che Blaine non se sarebbe molto felice…”
“Non ti ci abituare a questi complimenti,
infatti mi sono trattenuto dal dire che il tuo sorriso è bello e quasi magico,
ma purtroppo il tutto viene rovinato ogni volta che apri bocca per parlare”
rise ed io con lui “Ecco, ora siamo tornati alla normalità”
“Per quanto riguarda Blaine, che si fotta…. È
una settimana e mezzo che non lo vedo, il padre da quando gli è arrivata la
risposta del college, non ha fatto altro che comprargli libri su libri di
medicina, costringendolo a leggerli e studiarli per avvantaggiarsi, ma io mi
chiedo, ma chi è che si avvantaggia prima di andare al College, allora andare
al College è inutile se si studia già tutto prima… Bah io il padre di Blaine
non lo capisco proprio. E per di più gli ha tolto anche il telefono perché
altrimenti io potrei disturbarlo. Senza contare che lo sa anche lui che avevo
una super cotta per te, ne dubitavi? Chi ancora in Ohio non lo sa? “ Risi di
gusto alle sue parole.
“Ecco di nuovo il sorriso” disse Kurt, poi si
sporse verso di me poggiandosi con le ginocchia sul divano e avvicinando la
testa alla mia. Non capivo cosa volesse fare fino a quando non si avvicinò di
più e mi baciò sulle labbra, chiudendo gli occhi.
Io spalancai i miei per la sorpresa e rimasi
immobile non sapendo che fare, non me l’aspettavo. Lui si staccò poco dopo
guardandomi quasi con spavento, aspettandosi una mia chissà quale reazione, ma
io non feci nulla mi limitai a guardarlo con stupore. Dopo un’ultima occhiata
da parte sua si alzò e scappò via, lo sentii salire le scale lasciandomi li
seduto ancora immobile.
“Allora che ne dici?” mi destai dai
quell’immagine impressa nella mia mente, era passata una settimana da quando
era successo, ma ogni volta che non facevo qualcosa in particolare che
richiedesse la mia attenzione, la mia mente ripercorreva per filo e per segno
l’intera scena.
“Scusami amore?” mi trovavo nella mensa della
scuola seduto al tavolo con Rachel, e sovrappensiero avevo cominciato a
punzecchiare con la forchetta una polpetta rimasta nel piatto.
“Non mi ascoltavi come al solito” disse con
irritazione nella voce,incrociando le braccia al petto, appoggiandosi allo
schienale della sedia. Pensai alla cosa migliore da fare in quei momenti per
evitare che mi mettesse il muso tutta la giornata ovvero: assecondarla e
chiederle scusa.
“si amore hai ragione non ti ascoltavo scusami,
stavo pensando a…. Noi a New York”
Questo le avrebbe dovuto far passare ogni
rancore, pensai, visto che non faceva altro che parlare della nostra vita nella
Grande Mela, infatti sorrise e aggiunse “ Davvero? Che carino che sei, comunque
ti dicevo che questo fine settimana andrò con i miei papà a New York, per
visitare la città e ti stavo chiedendo se ti andava bene se
iniziassi a vedere un po’ di appartamenti da affittare per me, te e Kurt”
Appoggiai la forchetta sul tavolo e la guardai “
Questo fine settimana? Intendi domani?” lei annuii “ma Rachel questo fine
settimana partono anche mamma e Burt per il loro anniversario di matrimonio,
lasciandomi a casa da solo…. Beh ci sarà anche Kurt, speravo che noi potessimo…”abbassai
la voce avvicinandomi a lei in modo che sentisse solo lei “ è più di un mese
che non lo facciamo, ossia da quando sono arrivate le risposte dai College”
Lei mi guardò e mi prese la mano, mentre io mi
riaccomodavo bene sulla sedia “Lo so amore, ma pensa a quanto ne faremo quando
saremo al College”
Tenendo sempre bassa la voce aggiunsi “ Si
amore, ma mancano ancora minimo quattro mesi prima del trasferimento, hai
intenzione di tenermi a stecchetto fino ad allora?” lei rise, cosa che trovavo
davvero inopportuna, era meglio quando non lo avevamo fatto almeno ora starei
ancora ad aspettare.
“Ma no amore, dai ti prometto che quando torno
da questo fine settimana lo faremo”
Io alzai un sopracciglio “ e dove Rachel, visto
che non riusciamo mai a trovare un posto? anzi uno ce ne avremmo, la mia
macchina, ma tu non vuoi perché dici che è squallido….”
Lei mi guardò con ovvietà “Ma in macchina è
squallido…. Dai troveremo un posto ma intanto vieni..” mi tese la mano, io la
strinsi con la mia e mi trascinò fuori dalla mensa.
“Amore è presto per tornare a lezione “ dissi
mentre percorrevamo i corridoi semi deserti della scuola
“Ma io non voglio andare in classe” si bloccò di
colpo davanti ad una porta indicandola, io mi voltai e lessi l’insegna su di
essa ‘stanza bidelli’. La guardai con un nuovo entusiasmo “ Vuoi farlo qui
dentro durante le lezioni, con il rischio di essere scoperti? Ci sto mi piace e
mi eccita il rischio”.
Lei mi guardò alzando un sopracciglio “Secondo
te non voglio farlo in macchina, e voglio farlo qui? No certo che no, ma voglio
fare, li dentro sette minuti in paradiso con te”
Cominciai a perdere di nuovo l’entusiasmo man
mano “ Ma dai amore sono talmente… Carico da astinenza che sette minuti non
sono sufficienti per me”
Rise trascinandomi dentro “ Amore dai non
insistere, lo abbiamo fatto e lo rifaremo ancora”
Mi spinse verso gli scaffali e mi accarezzò con
un dito dal petto fino sull’addome “Amore se fai così non riuscirò a
trattenermi” rise ed iniziò a baciarmi con passione, io risposi al bacio,
portandogli una mano dietro la nuca per spingerla a me, ma quando chiusi gli
occhi, mi si parò davanti l’immagine di Kurt che mi baciava, li spalancai
immediatamente.
Evidentemente anche lei si era accorta che
qualcosa non andava perché smise di baciarmi e mi guardò “ Finn cos’hai?”
“Nulla” risposi a disagio e frettolosamente. Mi
riavvicinai e la baciai di nuovo, cercando di non pensare, ma quell’immagine
continuava a tornarmi alla mente. Mi staccai di colpo “ Scusami amore devo
andare, ci vediamo dopo. Ti amo” detto questo uscii di corsa lasciando Rachel
lì immobile con lo sguardo confuso, rimbucando poi nei corridoi ormai affollati
visto che la pausa pranzo era terminata. Decisi di non tornare in aula e mi
diressi negli spogliatoi in palestra, arrivai al mio armadietto, lo aprii e mi
cambiai indossando un paio di pantaloncini e una maglietta con lo stemma dei
Titans e mi diressi verso il campo per fare una corsetta, sperando che mi
schiarisse le idee, ma anche dopo un ora e mezza di corsa e allenamento vario,
la mia mente era ancora affollata di pensieri, infatti quando entrai in doccia
ancora non riuscivo a spiegarmi il perché, in un momento così intimo con Rachel
avessi pensato a Kurt, forse mi sentivo in colpa per non averglielo detto e
quindi lo sentivo come un tradimento.
Ormai era passata una settimana da quando io e
Kurt ci eravamo parlati per l’ultima volta, non perché io non ci volessi
parlare, ma tra noi ormai c’era imbarazzo e non sapevo cosa dirgli, e stare con
lui da solo mi metteva a disagio, quindi da una settimana non facevo altro che
evitarlo. Uscii dalla doccia, quando la campanella, che indicava la fine delle
lezioni risuonò dal corridoio seguito subito dopo dal chiacchiericcio di
studenti che si riversavano per i corridoi per tornare a casa. Me la presi
comoda nel vestirmi e dopo aver sistemato anche i capelli mi diressi verso
l’uscita. Arrivai nel parcheggio davanti la scuola, ormai quasi deserto, ma
vidi vicino alla mia macchina una persona familiare che mi aspettava, sorrisi e
mi avvicinai a lei. “Ciao amore, grazie di avermi aspettato, ma potevi andare
tanto ci saremo visti nel pomeriggio “ Lei mi fissò male “Rachel cos’hai?”
“Non lo so dimmelo tu, visto che mi hai lasciato
come una deficiente nella stanza dei bidelli” disse in tono acido.
Cavolo, era vero, l’avevo lasciata li da sola
all’improvviso senza spiegazioni, almeno quello ero riuscito a dimenticarlo… ‘e
ora che gli dico… ok userò la solita scusa’, pensai tra me e me “ Ehm scusa
amore è che è tanto che noi non… Capito e quindi io …” lasciai la frase
incompiuta sperando che cogliesse il messaggio infatti dal suo “Ohhh..” e il successivo sorrisino, del tutto
inopportuno a detta mia, sembrava avesse capito
“ E dove sei stato fino ad ora?
Prima ho parlato con Puck che mi ha detto che non sei rientrato dopo la pausa
pranzo” il suo tono di voce era tornato normale segno che mi aveva perdonato
“No amore, sono andato ad allenarmi sul campo
poi mi sono fatto una doccia.. Fredda ma ormai mi ci stai facendo abituare “
risi con lei e mi appoggiai di schiena alla macchina guardandola
“Mi dispiace cucciolo, ti prometto che quando
tornerò lo faremo anche in macchina se non troveremo un altro posto ovviamente”
Le feci un sorriso a trentadue denti “Davvero? “
“Si davvero, comunque volevo dirti che ti ho
aspettato perché mi hanno chiamato i miei papà per dirmi che hanno deciso di
partire oggi pomeriggio fra qualche ora, quindi volevo salutarti” il mio
sorriso si spense mano a mano che parlava
“Ok amore a lunedì allora”
“Che dolce ti dispiace che me ne vado, ma quanto
ti amo…” mi accarezzò il viso
“Mai quanto me cucciola” la presi avvicinandola
a me e baciandola. Poco dopo l’accompagnai alla sua macchina poco distante
tenendola per mano, gli aprii lo sportello lei entro dopo avermi dato un atro
bacio e partì. Io mi diressi verso la mia, entrai appoggiando la tracolla sul sedile
del passeggero e partii a mia volta verso casa.
Alcuni minuti più tardi parcheggiai la macchina
nel vialetto e afferrando la borsa, chiusi la macchina. Quando entrai in casa
vidi mamma impegnata a spolverare dei soprammobili, mentre Burt scendeva le scale
con due valigie alla mano. Sembrava che Kurt non ci fosse.”ciao Burt, allora
pronti a partire?” dissi entrando e chiudendomi la porta alle spalle, lui mi
sorrise gioviale
“Si tutto pronto fra due ore si parte, non vedo
l’ora “ si vedeva benissimo che era ansioso di partire, poi la sua espressione
si fece più seria “Senti posso farti una domanda?”
“Certo spara pure” dissi con curiosità
“ Tu e Kurt avete litigato per caso? Sembra che
non vi rivolgiate neanche più la parola, va tutto bene? “ chiese in tono
preoccupato ma si poteva benissimo carpire note di curiosità nella sua voce.
Cavolo lo aveva capito anche lui che qualcosa non andava, pensai, e decisi di
fare la cosa che ultimamente facevo meglio: mentire
“No Burt, sarà una tua impressione, è che io sono
un po’ sotto pressione ultimamente e la maggior parte del tempo mi perdo nei
miei pensieri non calcolando molto chi mi sta intorno, anzi c’è Kurt in casa?
Devo chiedergli una cosa”, non dovevo chiedergli nulla , anzi speravo che non
ci fosse, ma speravo che dicendo così Burt la smettesse di pensare che avevo un
problema con lui.
“No è da Mercedes, torna più tardi per
salutarci. Va bene allora, dimentica la mia domanda sarà stata tutta una mia
fantasia quella fra te e Kurt, sai la vecchiaia comincia a farsi sentire e ti
fa vedere cose che non esistono” lui rise e io con lui ma senza sentirlo
veramente.
“Ok io vado in camera, chiamatemi quando andate
via ok?” lo dissi mentre andavo da mia madre per darle un bacio sulla guancia e
tornavo alla base delle scale.
Burt ancora mi guardava “Si vai a riposare
figliolo ti vedo stravolto, tranquillo ti vengo a chiamare quando stiamo per
partire “, gli sorrisi un’ultima volta e salii le scale a passo pesante verso
la mia camera, girai a destra appena in cima e andai verso la porta in fondo,
aprii la porta e non feci in tempo ad entrare che mi gettai a peso morto sul
letto a faccia in giù, facendo cadere la tracolla che avevo sganciato a terra.
I pensieri non tardarono ad arrivare, ormai c’ero quasi abituato, potevo dire
che senza quelli ormai mi sarei sentito solo. La cosa che reputavo peggiore era
il fatto di non riuscire a capire, il perché quel bacio mi avesse turbato
tanto, anche Puck mi aveva baciato in bocca prima di allora, anzi lo faceva
ogni volta che si ubriacava, ma quando succedeva ci ridevo su, perché non
poteva essere lo stesso con il bacio di Kurt? Presi il cuscino e me lo
schiacciai sulla testa cercando di non pensare.
“Finn stanno partendo, mi hanno detto di venirti
a chiamare” aprii gli occhi, era Kurt la sua voce era riconoscibile tra milioni
di altre. Mi alzai lentamente mettendomi seduto al lato del letto dandogli le
spalle
“Ok grazie, scendo subito” dissi con voce
neutra.
“Ok, io comincio a scendere” disse con disagio
nella voce, io annuii, e subito dopo sentii dei passi che si allontanavano,
segno che Kurt stava scendendo. Mi voltai per controllare ed infatti lui non
c’era, mi alzai stiracchiandomi e sbadigliando. Uscii dalla stanza a passo
pesante e una volta scese le scale oltrepassai l’ingresso ed arrivai nel
vialetto stropicciandomi gli occhi. Erano tutti e tre li fuori che
chiacchieravano allegramente davanti la jeep di Burt, mi unii a loro
sbadigliando per l’ennesima volta.
“Tesoro, se sapevo che dormivi non avrei mandato
Kurt a chiamarti “ disse mia madre in tono gentile, guardandomi con
apprensione.
“Non preoccuparti mamma, volevo salutarvi. Mi
raccomando divertitevi e rilassatevi”
Lei si avvicinò a me e mi strinse in un
abbraccio “Lo faremo figliolo, basta che voi non combiniate disastri in nostra
assenza, e soprattutto, niente feste” mi lasciò andare e mi guardo con
decisione per accentuare quello che aveva detto.
“Si mamma, va bene, poi la punizione che mi hai
dato la scorsa volta per averne organizzata una ti assicuro che mi è servita da
lezione “.
Fu il turno di Burt che mi abbracciò prima
ancora che mi girassi a guardarlo “Ciao Finn, mi raccomando fai il bravo, e dai
un’occhiata anche a Kurt”
Il diretto interessato mi precedette rispondendo
con il suo tono acido “Non ho bisogno della babysitter, me la so cavare “ io
annuii per dargli ragione, tutto si poteva dire, ma non che Kurt fosse
irresponsabile. Dopo di che Burt mi lascio andare dal suo abbraccio e
iniziarono i saluti anche per Kurt, dopodiché salirono in macchina, e dopo aver
fatto manovra in retromarcia per uscire dal vialetto partirono.
Smettemmo di salutare la macchina con la mano
quando svoltò alla fine della strada, fu Kurt, per primo, a rompere il silenzio
“è quasi ora di cena, preparo qualcosa da mangiare, ti unisci a me?”
Mi voltai a guardarlo “No grazie, non ho molta
fame oggi, penso che salirò in camera e me ne starò li a giocare con la Play
tutta la sera”
“Ah ok …” rispose lui abbassando
impercettibilmente lo sguardo. Entrammo in casa ed io salii su per le scale
mentre lui andò verso la cucina. Una parte di me voleva stare giù con lui e
magari parlarci e capire… ma la mia parte stupida ed orgogliosa prese il
sopravvento facendomi rispondere di no.
Arrivai
in camera accesi tv e play station, presi il joystick dal ripiano del televisore
e mi andai a sedere a gambe incrociate verso la fine del letto di fronte alla
tv, iniziando un nuovo livello di Assasin Creed. Mentre uccidevo l’ennesima
vittima con estrema facilità, cosa che mi rallegrava parecchio visto quanto ero
migliorato, vidi la tasca davanti della tracolla che si trovava ancora per
terra illuminarsi, misi in pausa e afferrai la borsa sporgendomi dal letto,
presi il cellulare causa della luce proveniente da li, e vidi che c’era la
notifica di un messaggio da parte di Rachel ‘sono arrivata ti chiamo domani ti
amo tanto Rachel ♥’. Risposi al messaggio dandogli la buona notte e una volta
inviato notai l’ora erano le 22:13, cavolo erano più di tre ore che giocavo,
pensai tra me e me, afferrai il joystick, salvai la partita e andai
a spegnere tv e play, prima di stendermi nuovamente sul letto.
Restai a guardare il soffitto non so per quanto
tempo, non avevo il ben che minimo bagliore di sonno, ovvio dal momento che
avevo dormito il pomeriggio, e oltretutto non volevo andare a dormire presto
visto che il giorno dopo non avrei avuto scuola, decisi di usare il portatile,
mi rimisi a gambe incrociate e lo presi da sopra il comò vicino al letto. Lo
accesi, aspettai che si caricasse fino ad arrivare alla schermata iniziale ed
una volta li non avevo la più vaga idea di cosa fare, quindi cominciai
distrattamente, come facevo sempre quando non sapevo che fare sul computer, a
creare rettangolini sullo schermo con il mouse. Mi interruppi solo quando
sentii bussare alla porta, mi voltai vedendo Kurt sullo stipite della porta.
“Posso entrare?” chiese timoroso, io feci di sì
con la testa, e lui varcò la soglia entrando in camera. Rimanendo li davanti in
piedi, parlò di nuovo con lo stesso timore nella voce “Ti volevo chiedere se
posso parlarti di… quello che ho fatto la settimana scorsa”. Ero indeciso, non
sapevo se voler ascoltare quello che aveva da dire, ma non feci lo stesso
errore di prima, e annuii.
Presi il computer e lo ripoggiai sul comò e mi
feci più indietro verso l’estremità del letto sempre a gambe incrociate, segno
che volevo che si sedesse sullo spazio che gli avevo lasciato.Infatti lui si
avvicinò e si sedette di lato sul letto con la faccia rivolta verso di me, non
eravamo molto distanti, tra noi potevano esserci massimo cinquanta cm. Non sapevo cosa
volesse dirmi ma speravo di risolvere la situazione, non mi piaceva essere a
disagio, specialmente con Kurt a cui tenevo ancora molto.
Lui iniziò a parlare “Mi dispiace..” io non
aggiunsi nulla, così lui prese un respiro e continuò “Non avrei dovuto farlo
scusami …Sono stato… Non so come definirmi” delle lacrime cominciarono a
rigargli il volto mentre io lo guardavo non sapevo che fare, mi sentii ancora
più a disagio “Ho intenzione di essere sincero con te, e dirti quello che penso
e sento, anche se questo nuocerà ancora di più al nostro… Rapporto” sembrava
che io avessi perso l’uso della parola ma non sapevo veramente cosa dirgli,
volevo avvicinarmi a lui ed asciugargli le guance bagnate dalla lacrime, mi
dispiaceva vederlo in quello stato, ma l’orgoglio non me lo permise.
“Vedi non sto passando un bel momento, tra
esami, Blaine assente in questo periodo, e ansia per il futuro, tutti
interrogativi nella mia vita, ma di una cosa sono sicuro al cento per cento,
ossia i miei sentimenti per te.”
Fece una pausa nella quale io deglutii
rumorosamente. Sentimenti per me? Che voleva dire, pensai nella mia testa e
riuscii a dire solo questo “Continua per favore” lui annuii
“Vedi, questo periodo di lontananza da Blaine,
ho capito una cosa: che mi manca e lo amo tantissimo, ma ho anche capito che
non lo amo come quanto amo te” a quelle parole mi prese una fitta allo stomaco,
ma era una sensazione strana non riuscivo a capire se era una buona o cattiva
sensazione, lo guardai e vidi che altre lacrime cominciavano a formarsi negli
angoli dei suoi bellissimi occhi azzurri, arrossati già dal pianto, riprese a
parlare “Ora non mi aspetto nulla da te, sappilo ,so che ami Rachel, ma volevo
comunque essere sincero con te, e solo dopo ho capito che darti quel bacio è
stato un gesto egoistico da parte mia e ti chiedo nuovamente scusa, veramente….
Ecco ora ti ho detto tutto e puoi fare di me ciò che vuoi, puoi ricominciare a
parlarmi oppure ignorarmi a vita ed in questo ultimo caso capirei, io ti amo e
non ho mai smesso di amarti e solo ora me ne rendo veramente conto “ le sue guance
arrossate erano ormai completamente bagnate, sapevo lo sforzo che aveva dovuto
fare per parlarmi mettendo a nudo così io suoi sentimenti, interruppe i miei
pensieri parlando di nuovo “Ok… Ora sai tutto, ti lascio solo”, fece per
alzarsi, ma lo fermai sporgendomi su di lui e prendendolo per un braccio.
La cosa che avvenne dopo, non riuscii a capirla,
non era pensata, non era razionale…era puro istinto.
Portai la mano libera sul suo viso e con il
pollice gli asciugai le lacrime sulla guancia, poi infilai la mano nei suoi
capelli dietro la nuca e una volta avvicinato il suo viso al mio lo baciai
delicatamente sulle labbra. Riuscii a notare la sua espressione sorpresa prima
di chiudere gli occhi per abbandonarmi al bacio.
I ruoli, rispetto ad una settimana fa, si erano
invertiti ed ora ero io che stavo baciando lui.
Sentivo la sua tensione, forse per la sorpresa o
forse non so che altro, con infinità lentezza gli schiusi le labbra con la
lingua, con un movimento delicato ma deciso, fu in quel momento che lo sentii
rilassato e pronto a rispondere al bacio. Iniziai a girare la lingua intorno
alla punta della sua ed a esplorare il resto finche anche lui rispose iniziando
a muovere la sua intorno alla mia, sembrava che le nostre lingue danzassero
nelle nostre bocche e che le sensazioni si amplificassero. In quel momento
c’eravamo sono noi il resto non contava, mi staccai lentamente da lui lasciando
che le nostre lingue si sfiorassero ancora e poi la realtà ripiombò su di noi
come un macigno in caduta libera. Mi alzai di colpo, “OH MIO DIO COSA HO FATTO”
pensai o meglio urlai nella mia testa, cominciai a misurare la stanza a grandi
passi, mentre Kurt mi guardava con espressione vacua, era rimasto sul letto appoggiandosi
con le mani dietro la schiena per tenersi dritto.
Cominciai a parlare ad alta voce ma non mi
rivolgevo Kurt ma a me stesso “ Perché? Perché l’ho fatto, io non sono così, io
sto con Rachel”
“Finn….” sentii pronunciare il mio nome da Kurt
con voce flebile, io lo ignorai e continuai a camminare.
“ Perché diavolo ho fatto una cosa del genere?”
mi portai le mani nei capelli, non riuscivo a capire veramente cosa mi era
preso “Non avrei dovuto farlo! Allora perché diavolo l’ho fatto? Io amo Rachel!”
Era vero, l’amavo, e allora perché? Restai in silenzio cercando di riordinarmi
le idee, ma erano un completo disastro l’una che si contraddiceva con l’altra.
Decisi di fare quello che non avevo fatto fino ad allora, sentire cosa mi
diceva il mio cuore, non con il pensiero razionale ma solo puro e semplice
istinto e capire dove questo mi portava, amavo veramente Rachel? E poi dal
nulla non so quale voce mi colpi più forte di un schiaffo, non diceva molto
diceva solamente… Kurt…
Mi bloccai di colpo di fronte a Kurt
guardandolo, ma senza vederlo veramente, dentro di me succedeva un macello,
anzi più che macello si poteva definire come un momento di massima chiarezza
perché una ad una le domande che mi avevano assillato per giorni trovarono
risposta: ecco perché non riuscivo a smettere di pesare a quel bacio, ecco
perché anche mentre baciavo Rachel pensavo a lui ed ecco perché non volevo
parlargli: avevo semplicemente paura di ammettere quello che il mio cuore mi
diceva ossia “svegliati, tu ami Kurt “ lo dissi ad alta voce senza pensare
minimamente che il diretto interessato si trovava ad un metro da me.
“Come scusa?” chiese Kurt in tono sorpreso, io
lo guardai negli occhi, in quei splendidi occhi in cui potevo perdermi ed
essere felice di farlo, e per la prima volta vidi una persona diversa : il mio
Kurt.
Lo guardai con intenzione e dissi con tutto il
sentimento che provavo dentro in quel momento “Io ti amo, Kurt, e solo ora me
ne rendo conto”.
Lui mi guardò alzando un sopracciglio “Mi stai
prendendo in giro? Perché se è così è uno scherzo di cattivo gusto….” si alzò
ed io mi parai davanti a lui prendendogli le mani.
“No Kurt, non ti prendo in giro, mi ci è voluto
molto per capirlo ma non sono mai stato così serio in vita mia, io ti amo “ mi
fissò negli occhi, come per capire se fossi serio, così lo presi e lo baciai di
nuovo cingendogli i fianchi, lui rispose subito al bacio, e quello fu il bacio
migliore della mia vita, le nostre bocche si bravano l’un l’altra così come le
nostre lingue.
Molto lentamente lo feci indietreggiare e
continuammo a baciarci fino a che non ci stendemmo sul letto, mi misi sopra di
lui, con la punta della lingua disegnai il contorno delle sue labbra prima di
morderle con infinità dolcezza, lui mi mise una mano sul fianco per poi farla
passare dentro la maglietta accarezzandomi la pelle. Il suo tocco mi provocava
dei brividi mai provati, mi morse il lobo dell’orecchio prima di sussurrarmi “Stiamo
per farlo?” in quel momento realizzai che il farlo con lui era solo un’altra
dimostrazione di quanto ci tenevo, volevo amarlo di più , volevo essere
completamente nudo e quindi vulnerabile come non mai in vita mia davanti a lui,
volevo affidarmi completamente a lui.
“Se tu voi…” gli sussurrai anch’io all’orecchio
prima di infilare il viso nell’incavo del suo collo per baciarlo. Lo vidi
annuire e sorrisi continuando a baciarlo.
Sentii sollevarmi la maglietta dal bordo e lo
aiutai a sfilarmela, prima di gettarla atterra, ripresi a baciarlo con ardore,
mentre lui mi accarezzava la schiena ed arrivava fino al mio sedere
stringendolo, gli infilai una mano sotto la maglietta accarezzandogli il fianco
mi alzai sfilandogliela completamente, lui alzò leggermente la schiena per
permettermi di farlo, mi chinai su di lui iniziando a baciargli il petto e mi
soffermai sul capezzolo che sfiorai con la punta della lingua, mentre lui si
mordeva il labbro, tornai sul suo collo baciando e succhiando la pelle proprio
sotto l’orecchio facendogli un succhiotto.
Lo sentii muoversi sotto di me, mi mise una mano
sul torace spingendomi di lato per poi mettersi sopra di me, ora fu il mio
turno di accarezzargli e stringergli il sedere sopra i suoi jeans, mi bacio le
labbra portando una mano sul mio membro e accarezzandolo dolcemente facendomi
salire l’erezione. Sorrise malizioso e percorse sfiorandomi con la punta della
lingua la pelle da sotto il collo fino giù sull’addome, mi prese a baciare
l’ombelico mentre con le mani mi sbottonava e abbassava i pantaloni fino sotto
il ginocchio.
Scese con il viso e sfiorò con la lingua la mia
erezione sopra i boxer, cosa che mi fece venire i brividi di piacere, molto
lentamente mi abbassò anche i boxer liberando il mio membro ed afferrandolo
con la mano, lo strinse e cominciò a muoverla lentamente, per poi aumentare il
ritmo mentre mi baciava l’interno coscia. Sollevai un po’ il busto e mi
sorressi con i gomiti per poterlo guardare. Lui alzò lo sguardo e con la lingua
prese a sfiorarmi il glande. Mi morsi il labbro per l’eccitazione, scese con
la lingua su tutta la lunghezza per poi risalire e avvolgerlo completamente con le sue labbra. Inarcai la schiena per il
piacere e gli misi una mano tra i capelli per accompagnarlo nei movimenti.
Sentivo il tocco della sua lingua che lo avvolgeva mentre con il capo si
muoveva avanti e dietro. “Kurt sei fantastico….” era vero, mi stava facendo
impazzire. A quelle parole prese a muoversi più velocemente, facendo aumentare
sempre di più la mia eccitazione, gli strinsi i capelli trattenendo gemiti di
piacere e lui prese a massaggiarmi anche i testicoli con una mano mentre con
l’altra mi accarezzava l’addome. Stavo morendo di piacere ed era kurt a
darmelo, sentivo l’eccitazione inebriarmi il corpo “Kurt sto per …” lasciai la
frase in sospeso e mi aggrappai con la mano libera al materasso, lui continuò
aumentando il ritmo e muovendo più velocemente anche la sua lingua “K-Kurt”
tirai indietro la testa e venni con un urlo di piacere, potevo sentire ogni
singolo muscolo contrarsi dopo l’eiaculazione. Guardai Kurt che aveva
rallentato il ritmo fino a fermarsi, si tirò su e con un pollice gli tolsi un
po’ della mia eccitazione anche aveva sul labbro, stavo per pulirmi sul
lenzuolo quando lui mi prese la mano e lecco il pollice.
Lo ritirai di nuovo verso me e mi sdraiai con
lui baciandolo ringraziandolo silenziosamente attraverso di esso, mi misi di
lato a lui, baciandogli e mordendogli le labbra e con una mano scesi verso il
suo membro e cominciai prima ad accarezzarglielo sopra i jeans e poi una volta
sentita la sua erezione, presi a toccarlo dipiù . Mi alzai mettendomi di fronte
al letto, guardai Kurt disteso su di esso che mi guardava come pregandomi di
liberare la sua erezione dalla costrizione dei suoi pantaloni, mi sfilai
totalmente jeans e boxer per poi chinarmi su di lui baciandogli l’addome, gli
sbottonai i pantaloni e abbassai la zip prendendola con i denti, accarezzando
il suo membro che spingeva contro gli slip.
Sfilai pantaloni e mutande con un solo, fluido,
movimento, vidi la sua erezione finalmente libera. Gli presi una gamba e partendo
dal piede cominciai a baciargliela in tutta la sua lunghezza, arrivai fino
all’interno coscia e cominciai a leccare il punto di intermezzo tra il sedere e
lo scroto, potevo percepire il suo piacere crescere, salii con la lingua
sfiorando la sua erezione fino al glande, continuai a baciarlo lungo l’addome
fino al petto dove leccai un capezzolo con suo enorme piacere visto i gemiti
che gli provocava e con una mano gli accarezzavo un fianco. Arrivai a baciare
fino al suo collo per poi mordere delicatamente la sua scapola. La mano che
prima lo accarezzava ora andava a stringere la sua erezione, che provocò a Kurt
l’ennesimo gemito. Serrai la presa e cominciai a fare su e giù, gli passai il
pollice sul glande disegnando la sua circonferenza, con la mano libera lo presi
da dietro la nuca, tirandolo a me, baciandolo con bramosità.
Continuai con i movimenti della mano alternando
la velocità, delle volte molto veloce e quando sentivo la sua prima eccitazione
sulle dita, rallentavo il ritmo per far durare tutto quello più a lungo, finché
gradualmente aumentai la velocità e venne sulle mani mordendomi
forte il labbro.
Sorrisi e lo abbracciai stretto a me, accostando
il mio corpo nudo la suo e accarezzandogli la schiena così come lui stava
facendo con me, gli sussurrai all’orecchio “Kurt vuoi che io..” lui non rispose
annui solamente prima di baciarmi il collo “Kurt possiamo aspettare non
dobbiamo correre”
Lui mi guardò e parlò con convinzione nella voce
“No, lo voglio, desidero averti dentro di me” a quelle parole lo baciai con
nuova passione prima di farlo voltare facendolo mettere a pancia i giù tra le mie gambe. Mi chinai sul suo collo che baciai
ed usando la lingua percorsi il solco della sua spina dorsale fino ad arrivare
al suo sedere dove aprii leggermente le natiche e con la lingua iniziai a
leccare la sua entrata.
Continuai a farlo con fervore crescente,
tentando di penetrarlo con la lingua mentre lui gemeva stringendo le lenzuola e
spingeva il suo bacino contro il mio volto; mi sollevai e tornai a baciarlo
lungo la schiena, mi leccai due dita e le portai alla sua apertura
cominciandole ad infilare delicatamente, potevo leggere dal suo viso il
fastidio che ciò gli provocava così andai più lentamente e quando
quell’espressione muto in piacere scesi giù appoggiandomi sulle ginocchia e
portai il mio membro verso la sua apertura cominciandolo a muovere in modo tale
da far strusciare il glande lungo il solco del suo sedere.
Appoggiai la mia erezione sulla sua entrata e lo
guardai, lui si girò con il collo guardandomi a sua volta e mi fece segno di
proseguire “Ok, ma stai rilassato, così ti farà meno male”, lui annui
nuovamente e cominciai ad infilarlo molto lentamente dentro accarezzandogli le
natiche. Kurt emise degli urletti di dolore allora mi fermai “Kurt, vuoi che mi
fermi? “ lui fece di no con la testa
“N-no, ti prego, vai a-vanti”. Con infinita
lentezza e delicatezza infilai tutta la mia erezione, aspettai che i suoi
muscoli si rilassassero attorno al mio membro intanto mi chinai su di lui baciandogli
ogni parte del corpo che riuscivo a raggiungere.
Quando mi resi conto che i suoi muscoli non
erano più tesi come prima gli alzai leggermente il bacino portandolo verso di
me ed iniziai a penetrarlo lentamente, mi presero dei brividi dietro la
schiena, anche la sua espressione non era più dolorante, così provai ad andare
più veloce, Kurt strinse più forte il cuscino ed io portai una mano sulla sua
erezione stringendola, si morse un labbro ma non riuscì a trattenere un urletto
di piacere.
Cominciai a prendere ritmo, sincronizzando le
mie spinte con i movimenti della mia mano intorno alla sua erezione. Un nuovo
piacere mi invase e mi chinai appoggiandomi su di lui, strusciando avanti e
indietro sul suo corpo. Cominciai a rallentare il ritmo facendo spinte più lente
ma più profonde, ed ad ogni colpo sia che lui non riuscivamo a trattenere i
gemiti, lo tirai fuori un paio di volte per poi rimetterlo assaporando i
brividi che ciò comportava, ormai che Kurt non provava più dolore ma solo
piacere, ed ero io a darglielo.
Iniziai
a spingere più velocemente ansimando
insieme a lui, lasciai libera la sua erezione, e appoggiai una mano sul
letto
per reggermi mentre con l’altra ero appoggiato alla spalliera. I
nostri corpi
sudati strusciavano l’uno sull’altro muovendosi con ritmo
“ Finn… Sì… Così… Ti
prego continua!” disse ansimando e mordendo il cuscino sotto di
lui. A quelle
parole aumentai il ritmo, ruotando il bacino in modo tale da poterlo
stimolare
per intero al suo interno, l’eccitazione crebbe ancora quando
Kurt comincio e
serrare i muscoli intorno alla mia eccitazione, mi chinai a baciarlo
ancora e
lui appoggiandosi sui gomiti girò il collo leccandomi la guancia
e mordendomi
il lobo “Finn io sto per… Oh oh…” disse con
l’eccitazione nella voce.
“Si a-anchio”. Continuai a muovermi dentro di
lui con veloci, ma profonde spinte e in un ultimo scatto di eccitazione gli
morsi il collo. Quando capii che Kurt era al limite, afferrai la sua erezione,
stringendola con la mano, finché con un gemito non venne. L’orgasmo mi accolse
qualche momento dopo e mi riversai dentro di lui. Le
nostre urla di piacere riecheggiarono nella stanza finché non svanì anche l’ultimo
brivido ed io uscii lentamente dal corpo stremato del ragazzo.
Kurt si voltò appoggiandosi di schiena, entrambi
ansimavamo ancora pesantemente, gli andai in contro e lo baciai con dolcezza;
mi sdraiai di fianco a lui col la schiena un po’ sollevata appoggiata sui
cuscini, Kurt appoggiò la testa sul mio petto ed io lo cinsi in un abbraccio
mentre lo sfioravo con le dita su e giù sul suo braccio. Restammo in silenzio
per qualche secondo assaporando gli ultimi residui di eccitazione.
Fui io a rompere per primo quel silenzio “Oh mio
Dio, è stato fantastico”
Lui mi baciò “Vuoi dire che io sono stato
fantastico, tu non sei stato niente male “ scoppiammo a ridere insieme e
continuò “Non è vero è stato fantastico, non pensavo che fossi così bravo, hai
superato di gran lunga le mie aspettative” lo guardai sorridendo.
“ Avevi delle aspettative? “ chiesi con
curiosità
“ beh si, ti ho già immaginato a fare… questo, e
devo di che questa tua… performance mi hai stupito” disse avvampando
leggermente
“ Visto? mai sottovalutarmi” lo strinsi più
forte a me.
“Vero, non farò mai più questo errore”.
Ripiombò il silenzio ma non era un silenzio
spiacevole, stavamo bene “è tardi, meglio andare a dormire, devo andare di la?”
mi guardo temendo la mia risposta
“Certo, che vuoi dormire qui?” gli risposi ma
stavo scherzando, evidentemente lui non se ne era accorto perché si alzò e
disse nel suo classico tono acido.
“Ok vado, ci vediamo domani”
Io sorrisi e lo riportai giù con me “Scherzo
scemotto certo che voglio che rimani qui”
Lui mi sorrise e riappoggiò la testa sul mio
petto e con il dito cominciò a farmi disegni senza senso sul torace e senza
guardarmi disse timidamente “Ti amo, Finn…..”
Lo vidi arrossire, così lo presi per il mento e
alzai il suo viso in modo tale da poterlo guardare negli occhi “Ti amo anche
io, Kurt…” sorrisi e gli sfiorai le labbra con le mie.
Tornammo in silenzio, cominciai ad accarezzargli
i capelli e potei vedere il momento preciso in cui i suoi occhi si chiusero,
facendolo cadere nel mondo dei sogni.
Restai a fissarlo con il sorriso sulle labbra
per molto tempo. Quella sera era stata molto importante per me: avevo
finalmente capito chi amavo veramente ed avevo la fortuna che questa persona mi
ricambiasse. A quel pensiero chiusi gli occhi, dopo aver baciato Kurt sulla
testa, e appoggiata la testa sul cuscino, mi addormentai con il sorriso
stampato sul volto.
In quella stanza, che sembrava così isolata dal
mondo esterno, e così lontana dai pregiudizi della gente, due persone si erano
trovate ed amate. Certo avrebbero trovato ostacoli sul loro cammino ma da oggi
li avrebbero affrontati insieme, essendo semplicemente loro stessi, essendo
semplicemente Furt.
n.d.a. Allora prima di tutto vorrei ringraziare
Greta, Jessika, Mary e Vera per avermi dato consigli ed aver
betato questa storia.
Ci tengo a precisare che questa è la mia prima fanfiction in
assoluto e non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni, sempre se
volete farmi sapere che ne pensate ovvio :)
Tengo molto a questa storia e non solo perchè è la mia
prima FF, ma anche perchè, grazie a questa, mi sono avvicinato
ad una persona per me molto speciale: la MIA GRETA, ed è per
questo motivo che poi ho deciso di pubblicarla, dato che non era nelle
mie intenzioni farlo all'inzio. Ho aspettato fino ad oggi per
publicarla perchè beh, io e Greta oggi facciamo tre mesi esatti
che stiamo insieme e mi sembrava bello che fosse pubblicata in un
giorno significativo per noi. Che altro dire Grazie amore per tutti i
consigli che mi dai e per sopportarmi ti adoro il Tuo Rob.
ps. Spero veramente che la storia vi piaccia :33