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Autore: Iuvenia    12/02/2012    2 recensioni
Teresa si ritrova ad affrontare una realtà diversa da ciò che si aspettava. In una nuova scuola, inizierà una nuova vita, con nuovi amici e scoprirà cosa significa amare ed essere amati... ma specialmente scoprirà cosa significa essere odiati.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Scendo le scale, le persone mi spintonano alle spalle. L'aereo è arrivato tardi, spero solo che troverò la mia insegnante ad aspettarmi fuori. Sono finalmente dentro     all’aeroporto, dove mi devo mettere alla ricerca della mia valigia. Ce ne sono molte che fanno un andirivieni su una pedana che si muove attorno ad una fontana. Ecco la mia, blu metallizzato, di media grandezza, la prendo e mi dirigo verso l'uscita che faccio fatica a vedere dato la folla spaventosa che c’è. A quanto mi aveva detto mia madre, avrei dovuto trovare una donna alta, vestita di nero e una sciarpa rossa. Mi guardo intorno, ma non vedo niente che faccia al mio caso, finché non scorgo raggruppati a sinistra dei ragazzi, penso della mia età, attorno ad una signora bionda ma non riesco a scorgerla bene, avvicinandomi vedo scritto il mio nome su un cartello che teneva in mano. Corro verso di loro:
-Buon giorno, io sono Teresa-
-Bene, eccoti, mancavi solo tu, adesso possiamo andare, fuori c'è una macchina che vi porterà a scuola, seguitemi-
Lei va avanti ed io con altre 5 persone la seguiamo. Ci cono 2 ragazze e 3 ragazzi.
L'auto che ci aspetta è grande, con 8 posti, 6 dietro messi in due file da tre e i due  davanti. Entro prima di tutti e mi siedo vicino al finestrino, accanto a me si mettono le due ragazze e i ragazzi davanti. Si chiudono le porte e partiamo. La musica mi rimbomba forte nelle orecchie e batto col dito sul ginocchio tenendo il ritmo della canzone. Il paesaggio attraversa il finestrino velocemente e appena risalita la costa prendiamo una piccola strada nel bosco. Dopo un breve tratto di strada scorgo un cancello affiancato da due statue di marmo raffiguranti 2 angeli: a sinistra una donna seminuda coperta solo da uno scialle scuro che le circondava il seno e la vita e dalle spalle spuntavano due ali semichiuse. Quella a destra, di marmo molto scuro, rappresentava un uomo coperto interamente da ali e dalle spalle si scorgeva una grossa falce. L'insegnante ci fa scendere dalla macchina ed attraversiamo il cancello proseguendo a piedi. Ai margini della strada ci sono cespugli di rose rosse e bianche e dietro di esse alberi e piante che rendono l'ambiente circostante abbastanza tetro. Dopo un bel po’ di strada ci ritroviamo davanti un arco; accanto all'apertura, ci sono due colonne che hanno il fusto scanalato e sono affiancate da due pareti larghe a occhio un metro e dove ci sono delle scritte incomprensibili. Infine nella parte più alta ci sono 50 centimetri di fregio raffigurante un cielo stellato e in alcuni punti si possono vedere anche dei pianeti. E' un arco molto bello ma quello che mi incuriosisce di più è dove andremo visto che  la strada termina e continua il bosco. La donna si dirige in quella direzione e noi la seguiamo arrivando all'interno dell'arco dove ci fermiamo.
-Adesso chiudete gli occhi e non apriteli finché non ve lo dico- Ordinò la donna
Eseguiamo tutti e rimaniamo ad aspettare qualcosa che però sembrava non accadere:
- Siamo arrivati -
Ci troviamo dinanzi ad un enorme castello, davanti al quale ci sono molti fiori di varie specie, tutti rossi e neri che circondano, come uno scudo, un'enorme statua centrale rappresentante due ali: quella a destra, in marmo bianco, coperta alla base da un nastro, le piume sembrano impregnate di acqua, con dei goccioloni che scendevano, quasi fossero reali.  Quella a sinistra è di un materiale scuro, anche essa con la base dell'ala coperta da un nastro da cui partono dei fili spinati che vanno a circondare le piume dell'ala. Ci avviciniamo al castello, forse per entrarci, mi piacerebbe veramente, è un edificio enorme e pieno di torri. Le finestre sono numerose e anche le decorazioni attorno ad esse sono magnifiche. L'insegnante però non ci fa entrare dentro ma prende una stradina che ci fa attraversate tutto l'edificio finché non ci ritroviamo davanti  ad una grande casa dalle mura marroni, sembrava di trovarci in campagna.
-Bene, adesso andremo in palestra dove avverrà l'assegnazione della casata, fatemi il piacere di fare silenzio e quando viene pronunciato il vostro nome dovete fare quello che vi dicono-
Facciamo tutti un cenno con la testa senza dire niente e la seguiamo verso la palestra. All'interno è molto grande, c'è un palco dove ci sono dei signori che parlano tra di loro e davanti ad esso ci sono molti ragazzi in piedi che si voltano al nostro ingresso.
-Bene, adesso che siamo tutti possiamo anche iniziare con la cerimonia-
Disse un uomo alto, su 50 anni, con un abito da matrimonio
-Io sono il preside di questa scuola, mi chiamo Risol. Questa scuola è stata creata per insegnare a voi giovani, potenziali angeli, a combattere e difendervi. Ognuno di voi infatti appartiene ad una delle 3 casate: gli angeli bianchi, neri e demoniaci. Adesso non posso spiegarvi i vari particolari, a questo ci penseranno gli insegnanti. Adesso verrete chiamati e ognuno di voi dovrà bere questa pozione e domani mattina, a seconda del segno che vi apparirà sulla schiena sapremo a quale casata appartenete-
La prima cosa che mi viene in mente e che sia uno scherzo e mi guardo intorno cercando le videocamere, ma vedi solo giovani ragazzi che sanno qualcosa di cui io ne sono all’oscuro.
Intanto iniziano a chiamare i primi ragazzi... sono sicura che il mio nome neanche ci sarà, si saranno sbagliati di sicuro. Ma non è così visto che dopo i primi 10 viene pronunciato anche il mio nome -Teresa Kiriu- Vorrei scappare ma non voglio neanche fare una figuraccia davanti a tutti così, a passo svelto, mi dirigo verso il palco dove una donna mi porge un piccolo bicchiere con una sostanza bluastra. La bevo tutta d' un sorso e torno in fondo alla stanza rimanendoci fino alla fine della cerimonia:
-Adesso vi chiamerò uno alla volta e vi assegnerò uno di questi tre professori che vi porteranno ad un dormitorio. Non disfate le valigie perché domani potreste cambiare-
Il mio nome viene assegnato ad un uomo di nome Salvitti, alto e bruno, sembra giovane, anzi sui 20 anni direi.
-Bene ragazzi, io sono l'insegnante di difesa della casata degli angeli neri, vi porterò quindi al dormitorio di destra, seguitemi e non vi separate, appena giunti nella vostra stanza per favore
mettetevi immediatamente a letto a dormire, scegliete in quale collocarvi, adesso seguitemi-
Usciamo e prendiamo un sentiero asfaltato e dopo qualche passo ci ritroviamo al lato sinistro un grande lago da dove si scorgevano anche altri ragazzi che stavano andando verso la loro scuola anche se da lontano sembrava più una grandissima casa a pianta rettangolare come quella in cui sto andando io.
La porta d’entrata è marchiata con un simbolo, una rosa con decorazioni tribali attorno, direi molto bella.
Entriamo e ci ritroviamo davanti un lungo corridoio con molte stanze numerate. Tutti si dirigono verso una di esse ed io nella 7. All'interno c'è un grande letto matrimoniale, di fronte un armadio, a destra una scrivania e a sinistra una finestra chiusa. Mi sdraio sul letto a peso morto ripensando a ciò stava succedendo e senza rendermene conto mi addormento dimenticandomi di chiudere la porta. 

Angolo dell'autrice
Sera a tutti, inizio dicendo che scrivere al presente è veramente difficile e non sono molto soddifatta del modo in cui l'ho scritto, diciamo che non è uno dei miei migliori capitoli. Non c'è molta azione ma in seguito ci sarà e non mancheranno gli intrighi che io personalemente adoro, spero che sia scritta meglio e la punteggiatura sia messa un pò meglio rispetto a prima. Grazie a TheGentle95 e ad Ahrya per aver commentato nel primo capitolo. 
Baciii e grazie per il tempo che perdete nel leggere ciò che scrivo 
  
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