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Autore: piuma_rosaEbianca    13/02/2012    6 recensioni
Iliade, libro XVI.
Patroclo/Achille.
Un momento di dolcezza fra due personaggi che amo. L'ultimo, struggente.
Semplicemente due guerrieri che cedono, nella solitudine, nel silenzio ovattato, nella luce calda di una mattina sulla costa troiana.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Iliade, libro XVI. Salve.
Questa storia dovrei postarla domani, ma domani non ho tempo così here I am.
Sì, domani perché domani è San Valentino, perché questa storia è un regalo.
Ebbene sì, mia cara Silvia, LetiziaHale, amore mio, moglie adorata, that's for you.
So che ami il genere, ami lo slash, ami queste cose così un po' tristi, silenziose e luminose.
Quindi buon S.Valentino, pure se è una festaccia. Goditela. I love you.

Anche a tutti gli altri, buona lettura.

~
La schiena abbronzata dell'amico sembrava splendere nella luce chiara diffusa nella tenda.
I corti riccioli castani accarezzavano il collo del guerriero. La linea allo stesso tempo sinuosa e forte dei fianchi era lasciata scoperta da un telo di lino leggero legato intorno al bacino.
I veli sottili della porta della tenda di Achille erano mossi dalla brezza leggera proveniente dal mare.
Il figlio di Peleo si avvicinò al compagno d'armi e lo accarezzò lentamente, beandosi del contatto con la sua pelle calda.
-Ne sei sicuro, Patroclo?- sussurrò a un soffio dal suo orecchio.
Lo sfiorò dolcemente con le labbra, assaporandone il dolce sapore, per poi strofinare il naso contro il suo collo, inebriandosi dell'inconfondibile odore virile.
Patroclo rabbrividì ed annuì, in risposta alla domanda del Pelide, senza muoversi né parlare.
-Se questa è la tua decisione la accetto, sebbene non vorrei mai lasciarti uscire da qui. Ho sofferto tanto, in questi lunghi anni di guerra: non sopporterei anche la tua perdita.- disse Achille cingendogli teneramente i fianchi e appoggiando la fronte sulle sue spalle robuste.
-Ed io non sopporterei di lasciarti, sprofondare nell'Ade per mano di un maledetto troiano, e non poter mai più gioire della tua presenza. Soffrirei doppiamente, se una lancia troiana mi trafiggesse togliendomi la vita, pensando alle tue lacrime e al tuo dolore non appena la notizia giungerà alle tue orecchie.- disse Patroclo accarezzando i capelli dorati del compagno, mentre questi si lasciava impudentemente sfuggire una lacrima.
-Il mio orgoglio me lo impedisce, ma per evitarti ogni rischio indosserei io stesso queste armi splendenti e scenderei in battaglia.- mormorò Achille, dubitando per la prima volta della sua scelta.
Patroclo non rispose, per evitare che la voce tradisse i suoi sentimenti. L'ansia per il suo compito, la tristezza di lasciare la tenda di Achille, e l'emozione di quel momento di tenera intimità.
-Giurami, amico mio, che eviterai ogni rischio. Farai semplicemente quello che è necessario, evitando il vivo della battaglia, tenendoti stretta la vita.- supplicò Achille.
In un altra situazione non si sarebbe mai abbassato a supplicare qualcuno, ma mai del bene di nessuno si era tanto preoccupato.
Il cuore gli scoppiava nel petto e gli occhi si inondavano di lacrime, al solo pensiero di quello che sarebbe potuto succedere.
Patroclo rimase ancora in silenzio, senza il coraggio di giurare, incapace di dire qualsiasi altra cosa.
Una frase sola gli vagava nella mente svuotata di ogni pensiero logico e sensato.
L'unica frase che mai avrebbe potuto dire, per la sua condizione sociale, per le regole della società greca che condannavano i suoi sogni per il futuro.
Si voltò, sciogliendosi dalla stretta di Achille, e si ritrovò a un soffio dal suo viso.
Si guardarono, e negli occhi di entrambi passò la stessa idea, lo stesso sentimento, lo stesso desiderio.
Ma un grido, da fuori, richiamò la loro attenzione sulla battaglia in corso, sui loro compiti.
Achille distolse in fretta lo sguardo dagli occhi verdi del compagno. Con le mani tremanti di desiderio spogliò Patroclo del telo di lino intorno ai fianchi, e prima che la voglia gli annebbiasse la coscienza, gli fece indossare una corta tunica di lino senza maniche.
Prese poi le gambiere, e si abbassò per sistemargliele.
Mentre allacciava le fibbie d'argento sulla parte posteriore della gamba, non resistette alla tentazione di sfiorare con le labbra le cosce magre e muscolose del compagno, che gli riportavano inevitabilmente alla mente le molti notti che aveva speso stretto fra esse.
Patroclo chiuse gli occhi al suo tocco, ricordando quello che quelle labbra erano capaci di fare.
Rialzatosi, Achille prese la splendente corazza decorata e lo aiutò ad indossarla e sistemò le strisce di cuoio attaccate al fondo a protezione delle gambe.
Agganciò il fodero della spada fregiata di borchie d'argento al fondo della corazza, e gli porse le lance e il grande e pesante scudo.
Prese, infine, l'elmo dall'alta cresta di crini di cavallo, ma non glielo fece indossare subito.
Lo guardò prima negli occhi, per quella che sapeva poteva essere l'ultima volta. Guardò attentamente il suo viso, e il suo sguardo di soffermò sulle rosee labbra socchiuse.
Non poté resistere alla tentazione, e si avvicinò per posare su di essere un tenero bacio.
Patroclo riuscì a reprimere le lacrime che premevano contro i suoi occhi, ma non fu capace di trattenersi dal lasciar cadere le lance e lo scudo per stringere l'amato fra le braccia, intrecciare le mani ai suoi lunghi capelli dorati, e godere appieno del sapore dolce delle labbra di Achille, e del suo odore indefinibile.
Si separarono lentamente, con una tristezza incredibile negli occhi lucidi, e il cuore che quasi esplodeva per l'emozione.
-Tornerò.- mormorò Patroclo con voce tremante.
Achille accarezzò i ricci castani dell'amante con lentezza e immensa malinconia, e, prima che perdesse definitivamente il controllo di sé e non lo lasciasse più andare, gli calcò l'elmo sulla testa.
Patroclo raccolse le armi e lo scudo da terra, e si allontanò lentamente da Achille, come aspettando l'ordine di fermarsi.
-Ἐρῶ σου.- disse Achille, mentre il compagno stava per uscire dalla tenda.
Una lacrima, nascosta dal freddo bronzo, sfuggì dal controllo di Patroclo, mentre egli andava incontro al suo infausto destino.


'Cause the hardest part of this
is leaving you
[Cancer – My Chemical Romance]
~

Voilà. Ecco a voi.
Sono soddisfattissima di questa storia, perché credevo di non farcela a scriverla. Non sarà un granché, ma ci tengo.
E ci terrei tanto, ma davvero tanto, che mi faceste sapere cosa ne pensate.
Specialmente te, mon amour.
C'è Grey's Anatomy, scusatemi.

Sempre vostra,
Piuma_
   
 
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