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Autore: Rowena    15/02/2012    4 recensioni
C'è fermento nella cameretta di Andy, si prospetta un fantastico pomeriggio di giochi... Ma qualcosa d'inaspettato potrebbe rovinare un'armonia straordinaria e certi preparativi segreti per un perfetto San Valentino.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'Autore: ATTENZIONE! Questa è una fic triste, senza lieto fine, anche se è sul giorno di San Valentino. Non dite che non vi avevo avvertito!
Dunque, avevo in mente questa storia da quando ho visto per la prima volta Toy Story 3: quando i giocattoli fanno la lista degli amici che hanno perduto, Rex nomina Bo Peep e Woody si blocca un attimo... Sono una piagnona, me ne rendo conto, ma in quel momento mi si è spezzato il cuore. C'è solo un accenno alla perdita della pastorella, così ho voluto raccontare io questo momento, approfittando del contest di Writers Arena Rewind Kill my Valentine. Buona lettura!

Rowi




Era un pomeriggio frizzante, quello che si prospettava ai giocattoli di Andy: il nuovo anno era iniziato da poco più di un mese, erano tutti sopravvissuti indenni al Natale, trovando al massimo qualche nuovo compagno di avventure che non avrebbe rimpiazzato nessuno di loro, e per di più il loro bambino aveva invitato i suoi nuovi compagni per la merenda.

Era un evento molto speciale, perché era la prima volta che capitava da parecchi mesi, cioè da quando un amico di Andy aveva portato in casa petardi e fiammiferi e aveva avuto la malaugurata idea di farli esplodere nella cameretta. Non era successo nulla di grave, per fortuna: si era trattato di miccette da due soldi e non c’erano stati danni, ma la mamma non aveva gradito la bravata e, dopo essere stata a litigare almeno mezz’ora con la madre del piccolo ospite, aveva dichiarato che per un po’ nessuno sarebbe stato invitato a giocare a casa per un bel pezzo.
Ecco perché il baule dei giocattoli non stava più nelle batterie: finalmente il veto era stato tolto! Alcuni erano sovraeccitati, come Rex, ovviamente, all’idea di giocare con dei nuovi bambini. Le avventure che Andy immaginava erano sempre incredibili e piene di fantasia, ma era sempre bello avere qualche amico in più. In più, avevano fatto esperienza che spesso i compagni delle elementari portavano i loro giocattoli alla merenda, quindi era possibile scambiare esperienze e chiacchiere con altri colleghi, una volta tanto. Erano sempre occasioni di divertimento speciali, tanto che ogni giocattolo le aspettava con gioia.
C’era da dire, però, che anche senza la punizione della mamma di Andy, col passare del tempo quelle merende erano diventate sempre più rare: i bambini crescendo diventavano più interessati ai videogiochi, o preferivano guardare la televisione piuttosto che lanciarsi all’avventura con i vecchi compagni d’infanzia. Per certi versi voleva troppo bene ai suoi giocattoli per abbandonarli in quel modo, ma iniziava anche lui ad appassionarsi più alle auto, allo sport, cominciava a guardare le ragazze con occhio diverso e a volte bastavano i compiti per stancarlo tanto da filare subito a letto dopo cena.
Jessie aveva dichiarato che quello era l’inizio dell’inevitabile, e il suo pensiero era subito corso a Emily e al modo orribile in cui era stata trattata, ma continuava a sperare che Andy preferisse giocare con loro ancora per un bel pezzo. Per questo i giocattoli aspettavano quella merenda con tanto entusiasmo: sarebbe stata un’occasione per tornare ai bei vecchi tempi.
«Che bello, chissà se qualcuno di loro porterà un altro dinosauro!» ripeteva Rex tutto contento. Lui sperava sempre che uno degli amici di Andy portasse un dinosauro, sentiva la mancanza dei suoi simili.
«Staremo a vedere, Rex, staremo a vedere», gli rispose per la millesima volta Woody, che supervisionava la preparazione della giornata.
Bisognava conteggiare tutto per non perdere alcun pezzo, accessori, batterie… I bambini tendevano a confondersi, specie quando c’erano troppi giocattoli di mezzo, per cui era compito loro assicurarsi che ognuno di loro non si perdesse i pezzi. Barbie nella camera di Molly, ad esempio, stava dando i numeri: sì che lei in teoria non sarebbe stata tirata in ballo, quel pomeriggio, ma con tutti i vestiti e gli accessori abbinati che aveva, la bambola tremava alla sola idea di ritrovarsi con qualche completo rovinato, o le scarpe spaiate. Per non parlare dell’ultima sfilata di moda che la sua padroncina aveva organizzato con le sue amiche, aveva quasi scatenato una rissa con un’altra Barbie per difendere la sua fantastica mise da tennis!
Jessie la osservava ridacchiando: avevano un rapporto che si trovava a metà strada tra l’amore e l’odio e che spesso le portava a discutere, specie perché la cow-girl, stando alla bambola, non aveva il minimo stile e con quel look da vaccara non avrebbe mai conquistato nessuno.
«Attenta alla tua gonnellina hawaiana, si sta strappando tutta la paglia» le fece notare appoggiata allo stipite della porta, in corridoio.
«Jessie, non la provocare» la rimproverò Woody, sempre attento a evitare le discussioni quando era in suo potere, «altrimenti poi prova di nuovo a pettinarti i capelli».
La cowgirl rabbrividì e si allontanò con un’imprecazione, andando a cercare Buzz per vedere cosa stesse combinando in quel momento. Teneva le mani ben strette sul suo cappello, come a nascondere con cura la sua treccia. Barbie ridacchiò, prima di tornare all’interminabile catalogazione di tutto il suo guardaroba.
Scuotendo la testa, Woody tornò nella cameretta del suo bambino e cercò di fare il punto della situazione. In realtà, era il giocattolo più felice di tutti per l’imminente merenda: non perché, come ogni tanto ricordavano malignamente Hamm e Mr. Potato, era il giocattolo preferito di Andy, ma perché l’agitazione per quel pomeriggio gli aveva permesso di organizzare una splendida sorpresa senza che nessuno si accorgesse di quello che stava combinando.
San Valentino era ormai alle porte, sarebbe caduto il giorno seguente, e il cowboy aveva tutte le intenzioni di festeggiarlo al meglio con la sua Bo Peep: rise nel vedere come Jessie tentava di strappare una specie di appuntamento a Buzz, sapendo che anche lei teneva a quella ricorrenza. Il giocattolo spaziale parve quasi arrossire, mentre inventava un importantissimo compito da svolgere all’angolo esattamente opposto della stanza per sfuggire alle attenzioni della bambola. Non avrebbe mai immaginato che gli Space Rangers fossero così fifoni!
Woody scosse la testa e tornò a fare l’appello dei suoi amici, così da terminare i suoi preparativi per il pomeriggio in compagnia.
«Allora, sceriffo, è tutto pronto per domani sera?», domandò gongolante Mr. Potato, dandogli di gomito con aria complice. «Chissà cosa hai combinato, playboy di un cowboy!»
Toccò a lui nascondere il proprio imbarazzo, colto alla sorpresa da quella domanda. «Bravo, metti anche i manifesti che forse non ti hanno sentito tutti!» e, nel riprendere il giocattolo multi accessoriato, guardò alle sue spalle, là dove sapeva che Bo si stava occupando dei peluche. «Comunque sì, cenetta al chiaro di luna sul tetto, a vedere le stelle: il sergente mi ha aiutato a recuperare le lucette natalizie per l’atmosfera, e Barbie ha curato la tavola e mi ha dato qualche dritta».
Sarebbe stata una serata magnifica, pensò tutto soddisfatto: un appuntamento romantico come non si erano mai concessi in tanti anni. Sarebbe stato bello poterla baciare al chiaro di luna ma, soprattutto, senza tutti quegli impiccioni che li importunavano di continuo. Sarebbero stati loro due, soli. Jessie un po’ era gelosa, in diversi anni non era mai riuscita a strappare un appuntamento a Buzz!
In un angolo sul tetto aveva già nascosto la tovaglia e il cesto da pic-nic gentilmente prestato da Barbie, con tutti i suoi accessori di plastica – coordinati in otto diverse tonalità di rosa e lilla – e le luci colorate dovevano soltanto essere accese al momento più opportuno per sorprendere Bo. Sì, sarebbe stata una serata perfetta.
«Oh bene, perché fosse stato per te…», rincarò Mrs. Potato, che aveva deciso di ficcare il naso come suo marito.
«Sì sì sì, la conosco questa storia: se fosse stato per me, avrei lasciato correre San Valentino senza organizzare niente ferendo i sentimenti di Bo!», ripeté a memoria Woody, offeso per quell’affermazione che aveva sentito fin troppe volte. «Ora mettetevi al vostro posto, gli ospiti stanno per arrivare e noi dobbiamo essere pronti».
I Potato borbottarono qualcosa sulla sua mancanza di riconoscenza per il loro interessamento, in fondo era la sua vita amorosa che tentavano di salvare, ma ubbidirono, riconoscendo una volta di più la sua leadership nella camera di Andy.
 
***
 
Arrivò l’ora per cui erano attesi gli ospiti, con una trepidazione sempre più alta da parte dei giocattoli, ma qualcosa andò storto da subito. Una nota stonata, un’orribile situazione a cui nessuno nella cameretta poté opporsi.
I ragazzini invitati da Andy erano comparsi nella stanza e avevano a pensare a cosa giocare ma, prima ancora che venisse tirata fuori qualche idea, uno di loro notò Bo Peep sul comodino accanto al letto, con le sue pecorelle.
«E questa cos’è?»
«Ma che lampada da femminuccia!»
E il terzo, ridacchiando, afferrò la figurina di porcellana e la lanciò a uno dei due amici, che la passò rapidamente all’altro.
Woody era al suo solito posto, appoggiato al cuscino, obbligato ad assistere senza poter fare nulla: era abituato agli strapazzi, ma era fatto di stoffa, temeva più gli strappi che le cadute… Non era la stessa cosa per Bo, tanto che Andy non l’aveva mai fatta finire per terra in tanti anni di gioco. Il cowboy, impotente, aveva i brividi lungo la schiena, così forti e spaventosi da ricordargli gli orribili due giorni a casa di Sid.
«Ridatemela», gridò il padroncino di casa imbarazzato per la presa in giro ma in ogni caso preoccupato, mentre gli altri tre ragazzini continuavano a passarsi la povera Bo. «È la lampada di mia sorella, lei si diverte a metterla nella mia stanza per scherzo, è strana…»
Tutti i giocattoli nella camera trattenevano il fiato, terrorizzati a morte per la sorte della povera Bo, ma nessuno quanto Woody. Buzz cercò con lo sguardo l’amico, approfittando di essere nascosto alla vista degli umani, e notò quanto il suo sorriso di fabbrica fosse tirato. Era un qualcosa a cui nessuno di loro era preparato e non potevano fare altro che guardare.
Finalmente Andy riuscì a strappare di mano Bo a uno dei ragazzi, acchiappò anche la base della lampada e aprì la porta.
«Ora la rimetto da mia sorella, poi vi va giocare in giardino? Ho una palla da football in garage», suggerì con le guance rosse per il fastidio.
Nessuno ebbe da obiettare, anche se continuarono a ridere senza ritegno per la pastorella. La porta della cameretta si richiuse, ma solo quando le voci dei quattro ragazzi giunsero da fuori, qualcuno osò muoversi. Woody intuì che i suoi amici si stavano avvicinando per confortarlo, gli parve di intravedere con la coda dell’occhio alcune macchie di colore che potevano essere Hamm, Rex, Mr. Potato… Sentì la voce di Buzz chiamarlo come da un altro mondo, ma non importava.
Per il cowboy l’unica cosa che contava in quel momento era l’improvviso spazio vuoto sul comodino.
 
***
 
Woody attese che il respiro di Andy si facesse regolare e pesante, quella notte, prima di scivolare rapidamente giù dal letto e sgattaiolare attraverso la porta socchiusa. Chissà cosa avrebbero detto gli amici di scuola se avessero saputo che il suo bambino dormiva ancora con il suo giocattolo preferito… Anche se il cowboy era abbastanza convinto che anche quei piccoli teppistelli facessero altrettanto, al sicuro nella propria cameretta.
Dopo che i tre se n’erano andati, aveva atteso che Andy riportasse le cose alla normalità andando a riprendersi Bo, ma questo non era accaduto. Era rimasto speranzoso, tendendo l’orecchio verso il corridoio per cogliere anche il più piccolo movimento del ragazzo per casa, ma non era accaduto nulla fino all’ora di cena. Dopo il pasto, nella camera era comparsa la mamma, che aveva collegato alla presa dietro il comodino una delle anonime abat-jour che normalmente stavano ai lati del suo lettone matrimoniale.
«È solo una soluzione temporanea, ti serve comunque una lampada, e il prossimo sabato andremo a comprarne una più adatta per la tua stanza», aveva detto in direzione del figlio che era rimasto fuori, come se non volesse assistere a quel tradimento. «Sei davvero sicuro di non volere più Bo Peep? Quando eri più piccolo, litigavamo in continuazione perché non volevi che l’avesse Molly: continuavi a riportarla qui perché non volevi separartene e, se ti chiedevo il motivo, dicevi che era la fidanzata di Woody, ricordi?»
Andy aveva scosso il capo, negando di avere memoria di quelle discussioni citate da sua madre, ed era tornato di sotto con lei, raccontandole cosa aveva fatto con i suoi amici quel pomeriggio. Woody, che aveva sentito tutto, era rimasto impietrito al suo posto, senza osare muoversi: aveva aspettato la sicurezza della notte per muoversi per casa e andare a cercare Bo, sapendo che Andy e Molly erano imprevedibili e che il rischio di farsi scoprire prima che andassero a letto sarebbe stato molto alto. La pastorella lo avrebbe sgridato, se fosse stato così irresponsabile… Ed eccolo dunque, a camminare lentamente e con passi felpati per la breve distanza che separava la stanza di Andy da quella della sua sorellina.
Si era immaginato di trovare la lampada, che faceva da base a Bo e alle sue pecorelle, accesa sul comodino accanto al letto di Molly, invece nella camera era tutto spento.
«Bo?», chiamò piano il cowboy, non vedendo nulla. «Sei qui?»
«Da questa parte», rispose una voce ben più vicina di quello che Woody si era aspettato. La pastorella era stata lasciata nell’angolo vicino alla porta, probabilmente dove Andy stesso l’aveva lasciata quel pomeriggio. Chissà se Molly si era resa conto della sua presenza.
Desiderò di avere portato una torcia elettrica, in quel momento, parlare al buio era davvero orrendo per lui. Sarebbe andato bene anche Buzz con la sua tuta spaziale fosforescente, anche se l’amico sarebbe stato di troppo.
«Spero che tu non ti sia offesa, i ragazzini…»
«Oh, Woody, sappiamo entrambi cosa è successo oggi» sospirò la pastorella cercando nell’ombra le sue pecore per carezzarle. Anche loro non avevano preso bene ciò che era accaduto ed erano molto nervose. «A dire il vero, mi aspettavo già da un po’ questo momento: Andy sta diventando grande, non gli serve più la lucina della buonanotte, per cui era una questione di tempo».
Il cow-boy si avvicinò un poco e con la mano provò ad afferrare quella di Bo, angosciato: «Ma questo non vuol dire…», cominciò di nuovo, ma un’altra volta lei lo interruppe. Non aveva mai amato le chiacchiere non necessarie, aveva un carattere pratico. Era sempre stata la più razionale, nella cameretta.
«I ragazzi a quest’età sono suscettibili, specie alle prese in giro. Temo che al prossimo mercatino toccherà a me andare», ammise con una certa tristezza.
Non poteva essere così pessimista, pensò Woody: forse Andy se ne sarebbe infischiato, probabilmente non avrebbe invitato di nuovo quei ragazzi a lungo… E poi, come lo stesso bambino aveva detto, Bo era la lampada di Molly, in realtà. Perché non avrebbe dovuto rimanere nella stanza della bambina? Il ragazzo forse poteva non volerla più come compagna di giochi, ma non poteva decidere di lei, non era sua, in fin dei conti!
Il cowboy tentò di aggrapparsi a quel pensiero, sebbene sapesse che si stava illudendo: anche la sorellina, a pensarci bene, sembrava già atteggiarsi come se avesse più anni di quelli reali. Jessie osservava i suoi cambiamenti d’umore profetizzando sventure da qualche tempo, sebbene Molly fosse ancora ben lontana dall’età in cui la sua Emily aveva iniziato a laccarsi le unghie piuttosto che giocare con lei. Nella stanza della bambina, le Barbie ancora spopolavano, ed era così divertente giocare con loro provando tanti vestiti diversi… Ma non si poteva fermare il tempo, questo era certo.
«Sono certo che Andy ci ripenserà», ripeté più a convincere se stesso, forse. Le cose non potevano essere cambiate in maniera così drammatica in poche ore: quel pomeriggio stava pensando al programma segreto che aveva organizzato per lui e Bo, per festeggiare San Valentino… Sembrava già trascorsa una vita.
«Credi che questa sia la prima casa da cui me ne vado? Le lampade come me sono destinate a passare a parenti o amici con bambini piccoli che non riescono a dormire al buio… Ma è normale diventare scomode dopo qualche anno», spiegò la figurina di porcellana con gentilezza. «Anche se devo dire che questa è la famiglia a cui mi sono più affezionata: nessuno mi aveva coinvolto nei suoi giochi, prima, e di questo sono molto grata ad Andy. Non ero mai stata un giocattolo, prima di arrivare qui».
«Ma tu… Ti prego, Bo!», esclamò Woody con la voce un po’ strozzata. Quel discorso sembrava troppo un addio, per i suoi gusti.
«Woody, promettimi una cosa», continuò lei senza fare una piega nel buio. Era un bene che il cowboy non potesse vedere il suo volto sofferente: neanche lei era felice di andarsene, ma non voleva ammetterlo, perché sapeva che sarebbe stato difficile anche per chi sarebbe rimasto. Soprattutto per Woody. «Promettimi che tra te e Andy non cambierà nulla anche quando me ne sarò andata. È il tuo bambino e lo sarà sempre, ti prego, non permettere che le cose saranno diverse a causa mia. E veglia su di lui anche per me».
Lo sceriffo annuì, senza riuscire a dire nulla, ma sapeva che Bo avrebbe compreso anche senza sentire la sua risposta. Riuscì ad abbracciarla, un attimo, poi sempre in silenzio tornò nella stanza di Andy. Se vide la sagoma fosforescente di Buzz che cercava di attirare la sua attenzione per sapere come stava, non lo diede a vedere.
 
***
 
Il giorno dopo, la mamma portò via Bo dalla stanza di Molly mentre i figli erano a scuola. I giocattoli la sentirono parlare da sola su quanto i ragazzi fossero cresciuti, ma non commentarono. Non badarono neanche al fatto che la loro compagna sarebbe finita tutta sola in uno scatolone in garage, in attesa del prossimo mercatino di quartiere.
Guardarono tutti Woody, che ancora fingeva di non notare le reazioni pietose degli amici nei suoi confronti. Jessie cercò di scuoterlo, di convincerlo a scendere in ricognizione per andare a vedere se lei stesse bene, ma non le rispose.
Il cowboy si rintanò sul davanzale, dove attese pazientemente il ritorno di Andy da scuola, senza preoccuparsi di farsi trovare dove era stato lasciato per la prima volta da anni.
Quella notte salì sul tetto, come previsto, accese le luci natalizie e si sdraiò sulle tegole a guardare le stelle. Pensò alla promessa che aveva fatto alla pastorella e si guardò sotto lo stivale, leggendo il nome di Andy con la seconda lettera scritta male, e si ripromise di amare sempre il suo bambino, nonostante quello che era accaduto in quei due giorni.
Buon San Valentino, Bo.
 
 

   
 
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