Fanfic su artisti musicali > Simple Plan
Segui la storia  |       
Autore: the princess    24/09/2006    5 recensioni
-Io, in fondo sono dolce... solo che la parte della cinica materialista mi si addice troppo per cambiare personaggio...-... Marta è costretta ad affrontare un nuovo mondo... ma l'incontro con un gruppo di ragazzi, gli renderà tutto più semplice...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Marta era in piedi sul vialetto, della sua nuova casa, della sua nuova città del suo nuovo paese

Marta era in piedi sul vialetto, della sua nuova casa, della sua nuova città del suo nuovo paese. Aveva iniziato a saltellare stringendosi tra le braccia.
-Ho freddo!! Freddo…- si lamentava soffiandosi tra le mani, cercando un po’ di ristoro che non si decideva ad arrivare.
-Che ti ho detto io…? Mettiti qualcosa di più pesante… sei a maniche corte…- la rimproverò il padre prendendo uno scatolone dal cofano dell’auto.
-Ma… che ne sapevo… a Roma c’erano 30 gradi… e qui ce ne sono meno 30…- balbettò, mentre cercava di placare i denti che battevano all’impazzata.
-Scema siamo in Canada… qui fa sempre freddo…- la derise la sorellina, che invece indossava un maglioncino caldo.
-E smettila… voglio tornare nel mio paese!!- si lamentò quella.
-Ma guardati intorno invece… ammira il paesaggio innevato di questa stupenda nazione!- Simona indicò con il braccio, il panorama.
-Io vedo… neve… neve… e oddio, oddio un fiocco di neve!!!- esultò sarcasticamente iniziando a battere le mani.
-Idiota!- la rimproverò la sorella guardandosi le unghie.
-Zitta viziata!- la ammutolì.
-E la viziata sarei io?? Chi è quella che si veste Armani dalla testa ai piedi??- chiese con aria di superiorità.
-Questo è Valentino ignorante!-.
-Smettetela tutte e due!- il padre uscì dalla porta di casa, le due si fissarono per sbuffare sonoramente.
-Io mi cambio e mi faccio un giro…- pronunciò Marta entrando in casa e chiudendo la porta in faccia alla sorella che iniziò a suonare il campanello.
-Marta!!!- le urlò contro il padre.
-Si è chiusa da sola!!!- si difese lei, salendo nella sua nuova camera…
“Sono qui da pochissimo e già odio questa maledetta città!” pensò lanciandosi sul letto, si voltò verso il comodino e prese una foto, di lei e sua madre.
“Mi manchi…” pensò passando un dito sul vetro.
Da qualche giorno la famiglia, quasi al completo, di Marta si era trasferita a Montreal.
Il padre, padrone di una catena di negozi, aveva avuto un’ottima offerta di lavoro, dal altro lato del mondo, proprio in Canada.
Marta non lo sopportava per questo, come aveva detto lui questo nuovo lavoro gli avrebbe riempiti di soldi… come se non ne avessero già abbastanza… aveva sempre vissuto nel lusso, ma la cosa che proprio non riusciva a capire era come suo padre avesse potuto lasciare la madre… e proprio in quella situazione delicata.
Si alzò dal letto e si diresse verso l’armadio che già straripava di roba.
Indossò un maglioncino aderente, una sciarpa e un paio di jeans… poi ritornò vicino al letto e da sotto ne tirò fuori un paio di pattini, dei rollerblade che sua madre le aveva regalato prima che partissero.
Li indossò e scese le scale, per poi uscire di casa.
-Ciao!- urlò distrattamente chiudendo la porta.
-Cia…- iniziò il padre notando solo dopo poco che stava parlando, ormai, alla porta chiusa.
Marta si ritrovò su un marciapiede a vagare senza una metà precisa.
La neve cadeva a fiocchi imbiancando ancora di più il paesaggio, le case accanto alla sua non potevano competere con lo splendore della sua abitazione.
Marta era sempre andata fiera del suo stile di vita, aveva sempre avuto mille e mille persone che le parlavano alle spalle, ma questo non le creava nessun problema… le veniva molto facile fare conoscenza, ma stringere una vera amicizia era un’impresa, poiché i ricconi della sua scuola accettavano di buon grado il suo ottimo conto in banca, ma non vedevano di buon occhio la musica che ascoltava, il punk non era roba per loro, per non parlare di alcuni atteggiamenti che loro non ritenevano consoli.
Poi c’era la gente normale, quella vera… neanche con loro era mai riuscita a stare bene… aveva avuto molte scottature… amiche che le sembravano sincere andavano a sparlare alle sue spalle.
Ma di tutto questo non le interessava niente, non sarebbe mai cambiata di una virgola e se alla gente non andava bene… beh la gente poteva trovarsi tranquillamente qualcun altro.
Continuò a pattinare sulla strada, stranamente deserta.
Il silenzio regnava incontrastato.
Arrivò di fronte ad un gigantesco edificio, sulla facciata ghiacciata poté leggere College Beaubois “Ed ecco il nuovo Alcatraz” penso sbuffando, entrò nel cortile e si avvicinò all’entrata.
-Tu che ci fai fuori?- un uomo sulla sessantina le puntava un manico di scopa contro, la ragazza indietreggiò.
-Do un’occhiata… da domani sarò la nuova alunna!- pronunciò con rammarico.
-Non sembri molto entusiasta…- disse lui, avvicinandosi, abbassando sia lo sguardo minaccioso che “l’arma”.
-Beh non lo sono… cioè sono felice di non dover studiare più latino e greco… ma solo il fatto di parlare obbligatoriamente una lingua che odio… beh non era la mia più alta ispirazione…- concluse.
L’uomo inarcò un sopracciglio.
-Non mi fraintenda… il francese è una lingua bellissima, ma io voglio tornare a parlare la Mia di lingua…- riparò.
-Beh signorina, ognuno di noi è costretto ha fare qualcosa che non gli va a genio…- pronunciò.
-Si… ha ragione… le posso chiedere un favore?- domandò cambiando tono.
-Dica…-.
-Posso farmi un giro per la scuola?- chiese.
-Con quei cosi ai piedi non credo sia…- iniziò.
-La prego!!- lo supplicò.
-Ok… ma se qualcuno glielo chiede io non l’ho mai vista!- rispose.
-Grazie!- esultò Marta entrando dalla porta principale.
Iniziò a vagare per la scuola, buttando un occhio nelle aule aperte e controllando le targhette indicanti le sezioni.
Arrivò alla fine del corridoio e lesse 5F sorrise.
-Ecco la mia classe!- si disse.
Senza bussare entrò con un gran sorriso a trentadue denti.
-Salve!- disse.
La professoressa seduta alla cattedra, spostò lo sguardo truce, dagli studenti alla ragazza.
-Le serve qualcosa…?- domandò guardandola dalla testa ai piedi, per poi notare i pattini.
-Si…- diede risposta per poi voltarsi, quei ragazzi non sembravano proprio di secondo superiore… cioè quinto ginnasio.
-Ma
sono tutti bocciati?-domandò alla signora.
-No… ma lei chi è?- chiese.
-Nuova alunna… scusi ma questo non è il quinto ginnasio?- disse avvicinandosi alla cattedra.
-No, è il quinto…- rispose.
-Ah giusto!- si corresse. –Errore mio!- rise passandosi una mano tra i capelli, mentre dalle ultime file qualche risatina si faceva udire.
Ad un tratto dalla porta, lo stesso bidello entrò.
-Scusi professoressa… il preside la vuole…- pronunciò, la signora si alzò e dopo aver fissato i ragazzi uscì dalla classe.
Marta si guardò intorno e si sedette sulla scrivania.
-Tu quindi sei…?- iniziò un ragazzo in seconda fila.
-La novellina Italiana… ma preferirei essere chiamata Marta…- finì.
-Marta…?- chiese quello ridendo.
-Si… qualche problema?- domandò alzandosi.
-No, bellissimo nome…- rise sarcastico, lei si avvicinò.
-E tu come ti chiami?- chiese.
-Philippe…- diede risposta.
-Non c’è neanche bisogno che lo commenti… fa tutto da se…- rise, in quel momento entrò la professoressa, che occupò il suo trono.
-Beh allora… scusate il disturbo… io mi levo dalle scatole… e vi lascio al apprendimento!- finì uscendo per poi mandare un bacio con la mano ala professoressa, che sbuffò.
-Gioventù sprecata…- disse per poi aprire il registro.

 

 

Fine primo capito! Spero che vi sia piaciuta… se si lasciate un piccolo commentino… pensate che state facendo beneficenza per una povera scrittrice!

100 baci!!

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Simple Plan / Vai alla pagina dell'autore: the princess