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Autore: Bloody_Rekla    21/02/2012    5 recensioni
Solo sei anni e sembrava che la vita si fosse scordata di lui. Senza padre, madre alcolizzata: aveva capito subito in che realtà si trovava.
Correva, correva forte per le strade semioscure della periferia.
Sentì una mano sulla spalla che lo bloccava. Cercò di scappare.
Non poteva essere.
Sua madre non poteva essersi svegliata.
Sua madre era ubriaca.
Sua madre non sapeva dove era diretto.
Sua madre non sarebbe mai venuta a cercarlo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Rumore di passi. Il brusio del bar cessò all’improvviso.
Ogni persona si voltò a guardare chi era entrato, Jimmy spalancò gli occhi.
Conosceva quell’uomo, anche avrebbe preferito non averlo mai incontrato.
Courtney era calma, non si era girata come tutti gli altri.
Una mano le si posò sulla spalla.
Anche se era ben coperta e nel locale faceva, tutto sommato,caldo,la ragazzo sentì freddo. Freddo dentro. Un freddo che le entrava nelle ossa.
“Ciao Duncan.”
 Mormorò, senza voltarsi.
Jimmy era raggomitolato sulla sua sedia, pallido, la bocca contratta e gli occhi spalancati. Courtney gli sorrise per incoraggiarlo un po’.
“Che cazzo ci fai con lui?”
 disse il punk, alludendo al figlio.
La ragazza non era per niente spaventata dal comportamento iroso del punk, anzi. Sembrava quasi che la cosa le divertisse.
“L’ho invitato a prendere una cioccolata, visto che né sua madre né suo padre si occupano di lui.”
 Disse,sempre voltata.
Duncan strinse la presa sulla spalla di Courtney, con rabbia.
Forse perché né a sua madre né a suo padre frega niente di lui.”
Ghignò il punk.
Jimmy cominciò a piangere, in silenzio, fissando il padre.
La ragazza si girò, lentamente, per guardare il suo interlocutore. Nei suoi occhi color ebano c’era una rabbia repressa, la vecchia Courtney che premeva per uscire.
“Lasciami andare,lasciami andare. Gli darò quello che si merita…”sussurrava.
Courtney si diede mentalmente uno schiaffo.
“E perché alla sua…come dire…famiglia…non importa niente di lui?”
chiese, avvicinandosi al punk.
“E perché mi dovrebbe importare di un lurido bastardo?”
 Disse Duncan, fissando con disgusto Jimmy.
La ragazza fremeva di rabbia. Anche a lei suo padre aveva detto le stesse cose, la scena si ripeteva. Con una sola differenza, lei era cambiata. Non aveva più paura.
Si avvicinò al punk con sguardo minaccioso, le labbra che tremavano di rabbia.
“Perché è anche tuo figlio.”
Sibilò, la voce sottile e tagliante come una lama.
Jimmy fissava la scena con gli occhi spalancati. Non sapeva bene di chi avere più paura: se del padre o di Courtney.
Duncan fece per prendere fiato ma Courtney lo bloccò.
“ Mi hai tradito,hai fatto a pezzi il mio cuore. Potevi farti una vita con Gwen, ti avrei giurato vendetta eternamente, ma dopo un po’ l’avrei accettato.
E invece hai spezzato il cuore anche a lei, e sei andato con la prima che passava.
Hai avuto un figlio con qualche troia di turno, e te ne sei altamente fregato.
Non ha deciso lui di nascere, anzi, la colpa è tua. Solo tua.
E ora ti ripresenti qui, arrabbiato come un bufalo, perché sto prendendo una cioccolata con un bambino che non consideri neanche degno di essere chiamato figlio.
Sai, che ti dico? Lui non è uguale a te, lui è meglio di te.
Lui è ancora puro e innocente,e tu vuoi portargli via queste cose,le uniche che ha!”
Courtney aveva urlato, la sala gremita di gente che la fissava con tanto d’occhi.
Lei ringhiò, e tutti si girarono, facendo finta di niente.
Duncan, incredibilmente e dopo tanti anni, abbassò la testa.
Perché lei aveva ragione.
Lei aveva sempre ragione.
  
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