MIRROR
With everything happening today
You don't know whether you're coming or going
But you think that you're on your way
Life lined up on the mirror don't blow it
Un viso pallido circondato da un’aureola di ricci ramati; lineamenti spigolosi, duri, ingentiliti appena da un’espressione distinta, che parla di nobili natali e altrettanto nobili sentimenti d’animo; occhi puri come l’acqua dei laghi, di un prezioso e unico color celeste pastello.
Sembrava un angelo.
Look at me when I'm talkin
to you
Forse lo era stato, un tempo…
You looking at me but I'm lookin through you
No, non è vero.
I see the blood in your eyes
I see the love in disguise
Non perché non lo avesse voluto, in ogni caso. Non gli era mai
stato permesso. Non puoi nascere angelo all’Inferno, e se accade
ti conviene scambiare la tiara per un paio di corna, perché quella coroncina
dorata non ti permetterà di sopravvivere a lungo.
I see the pain here in your pride
Non quando sei un figlio bastardo sottomesso a un padre che sembra
attendere solo il tuo minimo errore per trucidarti e metter così la parola fine
sul disonore arrecatogli da quell’amatissima sposa che non ha mai smesso di
volere al suo fianco; non quando tua madre stessa ti considera l’emblema di uno
sbaglio antico e pentito, vergogna meritevole di riprovazione e castigo; non
quando la tua famiglia è messa in costante pericolo da quella razza di
licantropi da cui tu, seppur involontariamente, derivi, e ogni loro attacco ai
loro occhi appare come un tuo tradimento.
No, decisamente
la coroncina dorata non ci sta a far nulla sul tuo capo.
Non ci stava a far nulla sul suo capo.
I see
you're
not satisfied
Eppure, l’aveva sempre desiderata. Come aveva desiderato vivere in
pace in una famiglia felice, da amare e da cui essere amato. Neanche dopo tutti
quei secoli, le mille vicissitudini passate, le turpitudini fatte e ricevute,
quel desiderio si era spento. Era ancora vivo, per nulla latente, pronto a
ritornare alla carica non appena le acque si calmavano un poco.
And
I don't see nobody else
E dunque, in conclusione, cos’era lui?
Un angelo caduto?
Un diavolo pentito?
O solo quello che rifletteva lo specchio con cui si confrontava in
quel momento? E col quale, per l’intera sua esistenza,
aveva avuto a che fare?
I see myself I'm looking at the
Lui non vedeva altro che un uomo.
Mirror on the wall, here we are again
Through my rise and fall
You've been my only fan
Incompreso, odiato, ostracizzato da tutti.
You
told me that they can understand the man I am
Eppure, solo un uomo.
So
why are we here talkin' to each other again
Si dava arie da Dio per nascondere quanto impotente invece fosse
il suo io.
Oh, I see the truth in your lies
Si dava arie da Dio forse anche perché avrebbe voluto essere un
Dio.
I see nobody by your side
Chi altro avrebbe potuto correggere la vergogna insita nel suo
sangue, la solitudine che ne derivava, l’emarginazione che pareva essere quasi
una vocazione per quelli sbagliati come
lui?
Solo un Dio.
But I'm with you when you are all alone
E Dio era diventato, in effetti, per qualcuno.
And you correct me when I'm lookin wrong
Anche se quello specchio continuava a riflettere solo un uomo. Alle
volte lo odiava per quella sua estrema crudezza.
I see that guilt beneath the shame
Un uomo che sembrava un angelo, che si atteggiava da diavolo, che
voleva essere un Dio.
I see your soul through your window pain
I see the scars that remain
Un uomo che si
vergognava per ciò che era, anche se non ne aveva colpa. Un uomo divorato dal
dolore e dal rimorso, dalla vendetta e dalla voglia di avere ciò che mai aveva
avuto.
Una famiglia.
I
see you Wayne, I'm lookin at the...
Mirror on the wall, here we are again
Through my rise and fall
You've been my only fan
You told me that they can understand the man I am
So why are we here talkin' to each other again
Nicklaus Michaelson, questo era il suo nome.
Ma come poteva definirsi Machaelson se non era figlio di Michael?
Lui era Nicklaus, e basta.
Nient’altro che Nicklaus.
Non aveva niente se non se stesso… e
quello che con le sue mani – o col suo
sangue – riusciva a creare.
Forse, in fondo, era nato per essere un Dio, nel suo piccolo.
“Non dirmi… stai aspettando che pure lo
specchio s’inginocchi davanti a te?”
Quella voce lo costrinse, in automatico, a inquadrare nell’area
dello specchio qualcun altro che, di soppiatto, si era introdotto nella sua camera,
e appariva nella superficie riflettente come una luce lontana, una fatina
arrabbiata che si apprestava, cautamente, ad andargli incontro.
Un sorriso birbante gli comparve in volto mentre, voltandosi, la
dolce bellezza di Caroline Forbes lo accoglieva con
un broncio meraviglioso e uno sguardo fantasticamente battagliero.
“Di sicuro sarebbe l’unico davanti a cui
mi inginocchierei io!”
Lei volse gli occhi al cielo, indispettita.
“Figuriamoci…”
“Perché, dici che non faccio bene?” Le chiese, andandole
lentamente incontro, tentando di ammaliarla con la sua serpentina sensualità pur
sapendo – e questo era il bello – che
lei faceva di tutto per resistergli. “Tu davanti a chi t’inchineresti,
Caroline?”
“Davanti a te non di certo!” Sbottò lei, inviperita.
“Non ne dubitavo! Ma mi chiedevo se ci fosse qualcuno per cui
saresti disposta a tartassare le tue belle ginocchia – e il tuo orgoglio – col
solo intento di riconoscerne la grandezza e la superiorità!”
La rabbia negli occhi di lei lasciò il
posto a qualcos’altro, un’incertezza che ben presto si trasformò in timore,
mentre in quelli di Klaus splendeva la soddisfazione. Sì, perché se lei davvero
non avesse trovato risposta, se lei avesse dovuto ammettere che non si sarebbe
mai inginocchiata davanti a nessuno, beh, allora significava che, per quanto lo
disprezzasse, non erano poi così diversi.
“Allora? Nessuno?”
“Questo non mi rende uguale a te!” Sbottò lei, infatti, furente.
“Neanche diversa!” La derise lui.
“Ma io sono diversa da te! Non fosse
altro perché, a tua differenza, io mi curo del resto del mondo, cerco di essere
d’aiuto ai miei simili invece che un pericolo per la loro sopravvivenza!”
“Ti ricordo che quelli che definisci tuoi
simili sono, in verità… il tuo pasto! E’ un po’ come se un umano si definisse uguale a una mucca, non so
se intendi il paradosso…” Sghignazzò, sarcastico.
“Oh, che battuta meravigliosa, grande umorismo Klaus! Ma forse che
quel tuo specchio non riflette un uomo?”
“No, mia bella! Quel mio specchio riflette una maschera.” In un
attimo il suo volto si deformò, facendo emergere il predatore che il suo bell’aspetto
nascondeva. “Questa è l’altra faccia della medaglia…
quella che possiedi anche tu, se ben ricordi”
Caroline sospirò, scuotendo la testa. Era evidente che lo
considerasse un caso perso. Tuttavia, le parole che pronunciò un attimo dopo, a
testa china – quasi a scusarsi di ciò che diceva – lo gelarono da testa a
piedi. “Se davvero siamo così simili, dimmi allora perché io sono circondata da
tante persone che mi vogliono bene e tu invece sei solo.” Deglutì, poi quasi in
un sussurro aggiunse “Se continui così quello specchio
sarà l’unico amico che avrai. Per sempre”
Avrebbe potuto ucciderla all’istante. Strapparle il cuore,
squarciarle la gola, farla a pezzi, darle fuoco. Avrebbe potuto colmare il
vuoto abissale generato da quella sentenza mortale da lei formulata utilizzando
come mero riempitivo il suo sangue immortale.
Invece non alzò un dito.
Qualcosa in lui glielo impedì.
Forse la sua passione per quella vampira così fuori dal comune,
forse il suo aspetto così dolce e delicato, che gli ispirava uno strano senso di
protezione… o forse perché, semplicemente,
riconobbe che aveva ragione. Fatto sta che a rispondere fu la sua bocca, non le
sue mani.
“Dove…” Sussurrò, a un palmo di naso dal
viso di lei che, ben consapevole di aver osato troppo,
attendeva nervosamente il verdetto. “Dimmi dove sbaglio”
Lei alzò il capo, stupita di esser ancora
viva, gli occhi azzurri che scintillavano per la meraviglia. Si leccò le
labbra, e prontamente rispose. “Beh, ad esempio, sembra sempre che tu non abbia
interesse in niente che non sia morte e distruzione! Non
a tutti piace avere al fianco qualcuno che ti può cavare via gli occhi dal
cranio al primo sbalzo d’umore!”
“Difendo la mia incolumità”
“Ma sei immortale, quello che può
distruggerti è molto, molto limitato! Cioè, le persone comuni muoiono se le pugnali con qualsiasi cosa, ma non per questo vivono col
kalashnikov sotto braccio! Per ammazzare te c’è bisogno di un rituale
paranormale!”
“Rituale paranormale che, guarda caso, tu e i tuoi amichetti tentate
ancora di portare a compimento!”
“Certo, da quando ci sei non fai altro
che minacciare tutti! Metti che, almeno per istinto di sopravvivenza, tentiamo
di toglierti di mezzo?! Se…
se ti facessi amare – e pronunciò il termine con molta cautela, quasi si
trattasse di una bomba al tritolo - tutto sarebbe diverso”
Lui sbuffò, passandosi una mano sui capelli ramati. Quella
discussione stava diventando davvero pesante. “Non è così semplice, Caroline”
“Perché no?”
“Perché non puoi farti amare dopo due
millenni passati a essere odiato e a farti odiare. Troppe faccende
in sospeso, troppi nemici dietro l’angolo, troppe vendette firmate col tuo nome”
“Hai passato la tua immortalità a distruggere, e ora non sai più
come si fa a costruire?”
“Lo so come si fa, ma non posso. Nulla cresce
sulla terra dove è stato sparso il sale”
“E allora tenta di coltivar qualcosa dove
ancora la terra è fertile! Ci sono così tanti
posti dove…!”
“Ti avrebbero dovuto chiamare Pandora, sai?” La interruppe lui,
serio. Sorridente, perfino.
“Perché sono un danno?!” replicò lei,
presa in contropiede da quell’inaspettata battuta.
“No, perché sei piena di speranza”
Lei alzò le sopracciglia, perplessa. “Un
modo come un altro per farmi sapere che sto dicendo solo sciocchezze”
“No, quello che dici è valido… per te!
Tu puoi fare tutto, sei libera di andare e costruirti
una vita ovunque tu voglia. E così farai, un giorno.”
“Ma non vale per te”
Lui scosse la testa. “Mia madre sta tentando di uccidere me e i
miei fratelli… credi ci sia rimedio a questo?”
Lei abbassò il capo, colpita. “Anche mia madre tentò di uccidermi
quando scoprì quello che ero diventata. E pure mio padre mi minacciò e mi
torturò. Poi capirono che, nonostante la maledizione, ero sempre la loro
bambina. Non ero cambiata. L’errore tuo e dei tuoi fratelli è stato credere di
essere divenuti degli dei e come tale comportarvi, disponendo liberamente della
vita e della morte di chiunque vi fosse attorno. Ma c’è poco di divino in
quello che siamo“
“Sei d’accordo con mia madre, allora?”
Lei scosse la testa. “Non potrò mai essere d’accordo con una donna
che rinnega quello che ha fatto, che ha abbandonato i suoi figli, ha smesso di
fargli da guida e da madre, ed è tornata solo per emettere su loro la sua
sentenza di morte. Ciò che siete è soprattutto colpa sua, e non è con la vostra
dipartita che espierà la sua colpa. La vostra redenzione sarebbe una vittoria
ben più grande. Quanto bene potreste fare all’umanità se vi prodigaste per la
sua prosperità anziché per la sua distruzione?!”
Lui ridacchiò, cercando di esser sprezzante, eppure le parole
pronunciate dalla biondina gli avevano scaldato il cuore.
“Stai chiedendo a un diavolo di fare l’angelo?”
Lei lo studiò a lungo, profondamente. Poi distolse lo sguardo,
quasi vergognandosi di se stessa. “Non hai proprio l’aspetto di un diavolo” O
di qualcosa che aveva sentito nel guardarlo.
“Le apparenze ingannano”
“Il lupo potrà anche indossare la pelliccia della pecora, ma non riuscirà
mai a imitarne il verso”
“In questo sta l’inganno. Sono un diavolo travestito da angelo”
“Ti vedo più come un angelo cui hanno tarpato le ali e messo un forcone
di fuoco in mano”
“Mi reputi più innocente di quello che sono”
“Non ti ho tolto nessuna delle tue colpe, tranne che quelle che
non spettano a te”
“Sei riuscita a stupirmi, piccola” Non
riuscì a trattenersi dal dire “E pensavo che più niente fosse in grado di farlo”
“Oh, ti prego, stammi alla larga con queste frasi fatte! Non può esser vero”
Lui ridacchiò. “Non credi che, dopo duemila anni, niente possa più
veramente stupirmi?!”
“Assolutamente no!”
“Perché?! Te ne accorgerai anche tu, e
molto prima di aver raggiunto la mia età, che gli uomini non cambiano!”
Lei scosse la testa con veemenza. A quanto pare ripudiava proprio
l’idea! “No! Non può essere vero! Perché se davvero fosse così, se davvero tutto
fosse così scontato e niente ti potesse stupire, mi spieghi come potresti
vivere una vita così ovvia e noiosa?!”
Lui la fissò. Poi rise, non poté farne a
meno. Rise di cuore. Diamine, quanto aveva ragione!
“Ehi! Ché ridi! Non mi
prendere in giro!” Protestò lei, paonazza. “Ero serissima!”
“No, non ti sto prendendo in giro!” Riuscì a dire lui, fra una
risata e l’altra.
“Come no!”
“Davvero!”
“Certo!”
“No no, hai ragione!”
“E allora come fai?!”
“Aspettavo te!”
E non si trattava solo di una frase fatta.
Improvvisamente si rendeva conto di quanto volesse quella ragazza al
suo fianco. Per sempre.
E così sarebbe stato.
Niente e nessuno gliel’avrebbe portata
via. Né il destino, né quella pazza guerra fra specie, né un
rivale amoroso… né tanto meno la sua stessa volontà.
Quando si chinò a baciarla, tuttavia, scoprì le sue labbra già pronte ad attenderlo.
Trovarla compiacente fu quanto di più inaspettato e meraviglioso potesse accadere.
Come nuovo inizio era perfetto.
Era il tempo di iniziare a costruire qualcosa.
Magari una Famiglia, chissà….
“Comunque, ero
venuta qui per la macchina…”
“Quale?”
“Quella che
avevo fino a stamattina. Tu e Damon avreste potuto evitare di massacrarvici sopra”
“Non era niente
di programmato, mi dispiace… Te ne compro un’altra”
“Dovrai
proprio, il meccanico si è rifiutato perfino di farmi un preventivo…”
The End
Ammetto
che questa nuova coppia mi piace PARECCHIO, e non potevo proprio risparmiarvi
una mia fan fiction su di loro! E’ solo una one shot, ma è centrata sui temi
che mi interessava svolgere, ossia l’interiorità di Klaus e il nuovo rapporto
che incorre tra lui e la bella Caroline. Nonché,
ovviamente, la profondità d’animo che il personaggio della svampita biondina
sta rivelando di possedere in questi ultimi episodi.
Inutile
dirlo, la scenetta finale serve a spiegare l’altrimenti insensata presenza di
Caroline a casa del bel demonietto!
La
canzone che trovate all’inizio è “Mirror” di Lil Wayne e Bruno Mars… nuova hit cha adoro e che mi
sembra perfetta per descrivere il complicato personaggio di Klaus.
Che altro
dire… a voi l’ardua sentenza! Vi è piaciuta o no?
Cosa pensate di loro?
Grazie in
anticipo per esser arrivati fin qui con la lettura,
XOXO
Kishal