Si calò il cappuccio del mantello nero fino quasi a coprire gli occhi. Muovendosi silenziosamente risultava praticamente invisibile nell’oscurità dei corridoi della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Gli anni precedenti non le era mai successo di dover traslare durante il periodo scolastico, ma quell’anno accadeva sempre più di frequente e questo iniziava a costituire un problema. Anche se nell’altro mondo il tempo scorreva più velocemente che in quello in cui viveva normalmente, e anche quando la sua presenza nella Terra di Mezzo era necessaria per giorni mancava da Hogwarts solo per qualche ora, i compagni notavano l’assenza della sua mano, di solito pronta a scattare ad ogni domanda degli insegnanti. Fortunatamente Silente sapeva la motivazione delle sue assenze, quindi era in un certo senso coperta, ma le seccava dover ogni volta trovare una qualche scusa da rifilare ai suoi amici. Tuttavia, sapeva benissimo che era necessario, ogni sua traslazione aveva un motivo preciso. Camminò tre volte, avanti e indietro, davanti a Barnaba il Babbeo Bastonato dai Troll: ormai le veniva naturale pensare al portale, non aveva bisogno di concentrarsi granché per richiamarlo. Poggiò la mano, bianca al confronto del mantello e dell’oscurità che lo avvolgeva, sulla maniglia della porta della Stanza delle Necessità.

-Continuo a dire che non è corretto.- ripeté Ginny sottovoce per la milionesima volta mentre si muoveva silenziosamente con Ron ed Harry, coperti dal mantello dell’invisibilità di quest’ultimo, verso la statua del Vecchio Mentecatto Occlumante, la statua accanto a quella di Barnaba.

-Piantala.- sussurrò Ron, visibilmente agitato –Scompare, la maggior parte delle volte nel cuore della notte, e nessuno sa dove và. Nonostante questo gli insegnanti non le dicono nulla, nemmeno quando salta le lezioni. C’è qualcosa sotto e noi, essendo suoi amici, abbiamo il dovere di...-

-Fidarci di lei.- concluse Ginny al posto del fratello.

-Sta aprendo la Stanza delle Necessità.- fece notare Harry, sempre a voce bassissima.

-Magari deve solo incontrarsi con un ragazzo.- proferì Ginny. Ron lanciò un’occhiataccia alla sorella e scivolò fuori dal mantello. Non appena Hermione entrò nella Stanza lui bloccò la porta con il piede. I tre aspettarono qualche secondo ed entrarono.

Hermione si avvicinò al muro nero al fondo della stanza e afferrò una ciotola di ceramica bianca da un tavolino di legno. Intinse due dita nella sostanza trasparente contenuta nella ciotola e, mormorando parole che le erano ormai note in una lingua sconosciuta a tutti nel mondo in cui si trovava in quel momento, iniziò a tracciare linee e curve con quella sostanza, che diventava blu a mano a mano che lei pronunciava la formula. Uno strano vento si diffuse per la stanza, trasportando una brillante polvere azzurra. Si formò una spirale sul muro e d’un tratto il vento si fece più forte, segno che il portale era pronto ad effettuare la traslazione.

Ron, Harry e Ginny, ad occhi sbarrati, guardarono l’amica entrare nel vortice azzurro, il mantello svolazzante dietro di lei.

-Avanti, andiamo.- disse Ron in tono deciso. Lasciarono a terra il mantello dell’invisibilità, inspirarono profondamente ed entrarono nel portale.

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