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Autore: Val__    25/02/2012    3 recensioni
Colpa sua! Tutta colpa sua!
Era questo che Demien continuava a ripetersi.
Era realmente colpa sua, di Karin, se Demien ora raggomitolato su se stesso, steso su quel suo piccolo letto, continuava a piangere per la tristezza dell’essere stato tradito e la rabbia per l’essersi fidato di una stupida oca bionda. [...]
Il giorno prima Demien, aveva confessato alla sua amica Karin, uno dei suoi più grandi segreti. Le aveva detto di non dirlo assolutamente a nessuno, lei glielo aveva promesso, gli aveva giurato che non avrebbe fatto parola con nessuno della sua omosessualità… infatti si era visto come non l’aveva detto! Il giorno dopo a scuola, lo sapevano tutti, ed il suo incubo divenne realtà. [...]
< Demi… senti, non mi piace vederti mezzo massacrato di botte ed in qualità di fratello maggiore iperprotettivo vorrei… ti consiglierei di cambiare istituto... che ne dici? > sorrise Rori sperando che la sua proposta non venisse cestinata < ci avevo pensato… ma così non sembra che stia scappando? > [...]< Rori ha ragione, ma anche tu ce l’hai, insomma è come se avesse sputato sulla tua dignità! Che ne dici se io e te provassimo a… VENDICARCI? > propose allora Mackenzie. [...]
Vendetta… niente di più dolce!
Fa parte della serie Sweet Treats and Romance (è la storia principale e non è necessario seguire le altre storie)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sweet Treats and Romance'
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Sweet Revenge!

Prologo:

“Dovresti mangiare dei cosmetici, così saresti bella pure dentro, stronza.”



Colpa sua! Tutta colpa sua!

Era questo che Demien continuava a ripetersi. Era realmente colpa sua, di Karin, se Demien ora raggomitolato su se stesso, steso su quel suo piccolo letto, continuava a piangere per la tristezza dell’essere stato tradito e la rabbia per l’essersi fidato di una stupida oca bionda, di quelle che come modello di vita hanno Barbie, stupide cheerleader buone solo a fare coretti idioti alle partite e farsi scopare dal giocatore di football di turno.
Sì perché non dobbiamo dimenticarci di quegli stupidi gorilla dalla mentalità così chiusa che più chiusa non si può, quelli che hanno due neuroni in croce, che giocano pure a nascondino - uno si nasconde e l’altro lo cerca. Demien sapeva bene anche quanto potessero essere perfidi, lo aveva scoperto a sue spese quando era venuta fuori la verità
Quella, era una normale giornata come le altre. Il giorno prima Demien, aveva confessato alla sua amica Karin, uno dei suoi più grandi segreti. Le aveva detto di non dirlo assolutamente a nessuno, lei glielo aveva promesso, gli aveva giurato che non avrebbe fatto parola con nessuno della sua omosessualità… infatti si era visto come non l’aveva detto! Il giorno dopo a scuola, lo sapevano tutti, ed il suo incubo divenne realtà. < È così che non lo dici a nessuno!? > esplose in lacrime, lei si girò verso le amiche che ghignavano di soddisfazione < scusa Demi ma ho dovuto, che cosa sarebbe successo a quei poveri ragazzi inconsapevoli che ti si avvicinavano, anche solo per sbaglio! E se gli fossi saltato addosso?! > lei e le sue amichette continuarono a sghignazzare senza contegno. Demien era ancora in piedi davanti a lei, con le lacrime che scendevano lungo il viso senza fermarsi.
Quella giornata era stata un vero e proprio incubo, non appena alzava lo sguardo qualcuno rideva di lui ma non bastava essere sbeffeggiato da tutti, perché persino i gorilla lo andarono a cercare, e non certo per porgergli i loro saluti, lo inseguirono per mezza scuola per tutto il tempo riuscendo a prenderlo solo poco prima del suono della campanella della terza ora. Inutile dire che Demien, sanguinante e pieno di lividi, ferito non solo nel fisico, persino con il fragile cuore sul punto di spezzarsi, chiamò a casa per farsi venire a prendere prima, sua madre arrivò immediatamente, spaventata a morte.
Da Quel giorno Demien non era più voluto andare a scuola, uscire di casa, o uscire dalla sua stanza.

< Tesoro, è pronto ti va di scendere per mangiare qualcosa? > chiese sua madre preoccupata per lui, Demien alzò la testolina rossastra mostrando il viso coperto di cerotti che coprivano i graffi e i lividi violacei ben evidenti sulla sua pelle chiara < i-io non… non so, penso di non avere fame > accennò con voce bassa lui, sua madre sospirò < Demi tesoro, devi mangiare, per favore… un piatto di spaghetti non ha mai mangiato nessuno, anzi! > sorrise lei. Lui leggendo la preoccupazione sul suo viso nascosta da quel suo dolce sorriso che accompagnava ogni suo dire, si rialzò lentamente sui gomiti, si trascinò fuori dalle coperte, ancora rannicchiato sul letto, si girò verso la madre sforzando un sorriso riuscito non proprio benissimo, < arrivo, sono un po’ rotto… niente fretta > disse con voce flebile < chiamo Rori così ti aiuta? > chiese lei, Demien annuì piano un po’ demoralizzato, non riusciva ad alzarsi per quanto c’erano andati pesante quei gorilla, quindi a camminare nemmeno a pensarci.
Rori apparì pochi minuti dopo da dietro la porta, in tutto il suo metro e ottanta per diciannove anni di splendore, i capelli rossicci scompigliati e gli occhi azzurri, alle volte tendenti al grigio, illuminati da un sorriso dei più sinceri che avreste mai potuto avere l’occasione vedere in tutta la vostra vita e, senza dire nulla, si avvicinò a Demien e rapidamente se lo prese tra le braccia, schioccandogli un grosso bacio sulla guancia, lui rise forte, felice.

Rori, suo fratello maggiore, era uno di quelle persone espansive con tutti, con il sorriso sempre sul quel suo bel visino, il quale una volta conosciuto fino in fondo, ti rende impossibile staccarti da lui per quanto riesce a farti affezionare. E’ come se fossi… “Rori-dipendente”! Impossibile non rilevare quella strana forza gravitazionale che attira le persone intorno a lui, la dimostrazione più evidente erano quelli che Demi chiamava “i pianeti del sistema Rori” , ovvero gli amici del fratello che puntualmente, ogni santa mattina, verso le dieci lo venivano a svegliare, per non fargli fare tardi al lavoro, gli davano uno strappo ed erano sempre gentili e disponibili senza nessuna motivazione concreta, anche troppo direi. Erano tutti così tranne Mackenzie, il suo migliore amico, fin dai tempi delle elementari, l’unico che si filava pure Demien, nonché l’unico che si fregava altamente di quella sottospecie di sistema solare che scatenava l’amico intorno a se e che anzi, sfruttava, scroccone com’era, passaggi e sveglie mattutine. Era così tanto scroccone che ogni mattina si presentava alla porta, con tanto di sacchetto con biscotti e paste, si sedeva comodamente a capotavola e faceva colazione con loro e non solo la colazione, ma anche pranzo, cena e spuntini vari, anche se, tutti oramai avevano capito che lo faceva per non restare solo in casa, da piccolo i sui genitori lavoravano spesso, mentre ora che viveva da solo, l’abitudine di stare accanto a Rori gli era rimasta. Visto che questa situazione si ripeteva sin dai primi incontri dei due, ormai Mackenzie era uno di famiglia e nessuno dei tre faceva caso a quel quarto componente, con quel suo viso serio, raramente sorridente i capelli scuri, così diversi da quelli degli altri al tavolo e l’altezza pari a quella di Rori, ad un primo sguardo poteva sembrare minaccioso, nonostante avesse bei lineamenti, ma al contrario era una persona di una dolcezza unica.

Rori aveva appena sceso dall’ultimo gradino, quando qualcuno, per qualcuno intendo Mackenzie, aprì la porta d’ingresso senza preavviso < Ciao > fece semplicemente, Rori davanti a lui con il fratellino in braccio rimase per un momento interdetto per poi riprendersi, con in viso ancora un’espressione confusa < come sei entrato? Non hai le chiavi di casa! > disse stranito < si, lo so, ma quelle di riserva sono sempre nello stesso posto… a proposito, dovreste metterle da un’altra parte, sotto lo zerbino è super prevedibile e insomma non siamo in un telefilm > si lamentò lui, Rori sorrise, mentre Demien, ancora accoccolato tra le sue braccia, si dimenava appena (per quanto il corpicino dolorante glielo permettesse) per fare segno al fratello di metterlo giù e, non appena lo fece, Demi corse ad abbracciare Mackenzie con un sorriso che arrivava da un orecchio all’altro, il più grande se lo caricò in spalla e lo portò di peso al tavolo dove il suo aguzzino, anche noto come Piatto di spaghetti lo stava aspettando.
< Su forza, ti ordino di mangiare! > si impose Mackenzie < Zie sii gentile > sorrise Rori < Demi prova a mangiare qualcosa, ti va? > ancora Demien non si spiegava come quei due dopo tutti quegli anni riuscissero a stare insieme senza sbranarsi… sarà la forza dell’abitudine!
Demi cominciò a mangiare di malavoglia, nonostante gli spaghetti con il tonno fossero i suoi preferiti. < Rò, Demi! Oh ciao Zie non ti ho sentito! Comunque vado al lavoro fate i bravi bambini > irruppe Olive, la madre di Demien con in dosso uno splendido tailleur color beige e gli splendidi capelli rossi legati in uno chignon le davano un aria adulta per quanto i lineamenti gentili e giovanili lo permettessero. I tre la salutarono sorridendo, Demien si sforzò per non farla preoccupare, gli uscì un sorrisetto evidentemente forzato.

< Demi… senti, non mi piace vederti mezzo massacrato di botte ed in qualità di fratello maggiore iperprotettivo vorrei… ti consiglierei di cambiare istituto... che ne dici? > sorrise Rori sperando che la sua proposta non venisse cestinata < ci avevo pensato… ma così non sembra che stia scappando? > Rori si era bloccato non sapendo cosa rispondere, Demien non era un tipo orgoglioso, ma era comprensibile, dopo quello che gli era successo, era però anche sensato seguire il consiglio di Rori, persino Zie lo pensava, infatti inaspettatamente cercò di appoggiare l’amico… certo a suo modo però… < Rori ha ragione, ma anche tu ce l’hai, insomma è come se avesse sputato sulla tua dignità! Che ne dici se io e te provassimo a… VENDICARCI? > propose allora. A quella proposta sul visino dolce di Demien si fece largo un gigantesco ghigno compiaciuto: vendetta… niente di più dolce! Rori si spaventò per un momento, perché fra i due non sapeva chi gli facesse più paura, nemmeno Mackenzie sapeva come interpretare quel suo inquietante sorriso, sperava solo di star stuzzicando per benino il can che dormiva nel cervellino di Demien, almeno quanto bastava per far mettere da parte il carattere adorabile di Demi per poi sostituirlo momentaneamente con uno feroce e vendicativo, diciamo solo che…

AVEVA FATTO UN BUON LAVORO!




Angolino di Val_chan :

Ehilà Fanciulle e Fanciulli è la mia prima Fic Romantica che pubblico e la prima a tematica omosessuale, spero comunque che incuriosisca qualcuno di voi e che la/lo spinga a seguirmi (almeno fino al prossimo capitolo per vedere se vi spira veramente o era una finta XD).
Detto questo devo ringraziare un po' delle mie Fanciulle importanterrime (XD) senza le quali sarebbe stato un casino ^^: Prima tra tutte la mia Beta Tiky (<3) *abbraccia*
Poi la mia sostenitrice che si occupa del sostegno morale e che si sorbisce i miei sfoghi e i miei deliri da ormai 5 e più anni XD la mia Gio-chin (grazie tesorinoo!).
Detto questo grazie a chi mi seguirà, a chi anche solo leggerà se vi va lasciate un commentino mi piacerebbe sapere se sto scrivendo cose sensate o come mio solito sto delirando XD (a parte gli scherzi mi farebbe piacere sapere il vostro parere).
Bene grazie ancora! Ricordate tengo molto ai miei personaggi, sono i miei bambini, non scippatemeli per favore. :)


P.S. : I titoli dei capitoli saranno citazioni prese qua e là, spero vi piacciano <3
Baci Val_chan
  
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