Note dell’autrice: scritta per il carnevale delle lande con i prompt: “Coming Out”, ““Cosa facciamo, stasera?” /// “Quello che facciamo tutte le sere, Mignolo: tentare di conquistare il mondo”” e “Fino a tarda notte in ufficio”.
TRUTH
Jones e Diana erano già
usciti, e Neal si stava preparando, quando Peter lo bloccò.
«No, no,» gli disse, piazzandosi davanti all’uscita.
«Abbiamo del lavoro da finire.»
«Ancora? Ma Peter, sono quasi le otto!» protestò
il truffatore.
«Perché, avevi altri piani?»
«No, niente di importante,» rispose rassegnato
Neal.
Peter fece per uscire dalla stanza. «Perfetto.
Aspettami qui, torno subito.»
Neal si lasciò cadere su una sedia, e aspettò.
«Allora, cosa dobbiamo fare stasera?» chiese
quando Peter rientrò con una pila altissima di fogli in mano.
«Quello che facciamo tutte le sere, Mignolo:
tentare di conquistare il mondo.»
«Certo, prof. Tradotto in italiano sarebbe...?»
Peter posò i fogli sulla scrivania. «Dobbiamo
controllare tutte le incongruenze in questi rapporti ed evidenziarle. Inoltre,
il dipartimento di Washinghton sta elaborando dei dati che andranno allegati ad
ogni fascicolo, e il tutto va consegnato domani mattina al procuratore.»
«E dobbiamo farlo noi perché...»
«Perché questi documenti potrebbero dimostrare
che qualcuno ha manomesso delle prove in molti dei casi che la White Collar ha
risolto. Sono dati che non devono finire nelle mani sbagliate, e non c’è
nessuno di cui mi fidi abbastanza. A parte Jones e Diana, che stanno lavorando
a un appostamento proprio questa notte, e quindi non potevano occuparsene.»
«Non ne sapevo niente,» si accigliò Neal.
«Perché riguarda lo stesso caso, e preferivo
parlarne il meno possibile finché tutti gli agenti erano qui,» rispose Peter
con tranquillità.
Neal annuì. «Capisco. E perché abbiamo tanta
fretta?»
«Perché domani pomeriggio c’è il processo contro
uno dei ladri che abbiamo arrestato, e il procuratore ha bisogno di riesaminare
tutta la documentazione prima che cominci. Quindi se hai finito con le
domande...»
«Va bene, va bene, ho capito: mettiamoci al
lavoro.»
Ricontrollare tutti i fascicoli non richiese
molto tempo, così, una volta finito il lavoro, si erano scambiati le rispettive
pile di fogli per controllarli a vicenda. Quando fu chiaro che nulla era stato
tralasciato, posarono le scartoffie sul tavolo.
«Dobbiamo proprio aspettare che ci inviino quei
dati?» domandò Neal, per poi sbadigliare.
«Direi proprio di sì,» rispose Peter perentorio.
Ma entrambi fissavano il fax con aria supplichevole, e Neal gongolò nel
constatare che, nonostante tutte le sue prediche, Peter era stanco almeno
quanto lui.
«Ok,» disse Neal dopo svariati minuti, rompendo
il silenzio che si era creato nella stanza. «Quando è stato il tuo primo
bacio?»
Peter sollevò un sopracciglio. «Vuoi davvero
giocare al gioco della verità?»
«Non è che abbiamo altro da fare in questo
momento.»
«E se ti chiedessi di uno dei tuoi crimini
passati?»
«Beh, allora mi appellerò alla facoltà di non
rispondere. In fondo, non abbiamo stabilito penitenze.»
Peter aspettò qualche minuto prima di
rispondere, quando ormai Neal non credeva più che lo avrebbe fatto.
«Terzo anno di liceo, a Natale.»
«Se è un bacio dato perché siete passati sotto
il vischio non conta.»
Peter sbuffò. «Ok, quarto anno di liceo.»
«D’accordo. Ora è il tuo turno.»
«Prima truffa in assoluto.»
«Non avevamo stabilito...»
«Non voglio i dettagli,» lo interruppe Peter,
«voglio solo sapere quando è stata.»
«A tredici anni.»
Peter sgranò gli occhi. «Sul serio? Eri
giovanissimo.»
Neal fece un’alzatina di spalle. «Ebbene sì. Ora
tocca a me. Perché hai scelto di entrare nell’FBI?»
«Perché fare il contabile era noioso?» tentò
Peter.
«No, non ci provare. Voglio la motivazione
vera,» insistette l’ex truffatore.
Peter sospirò, e prese a giocherellare con una
penna sulla scrivania. «Ok. Mia madre aveva una collana a cui teneva molto. Le
era stata regalata da sua madre, che l’aveva a sua volta ricevuta da sua madre,
e così via da quando se ne ha memoria. Poi un giorno c’è stata una rapina, e le
è stata rubata. Non è mai stata ritrovata, neppure dopo l’arresto dei ladri.
Così, ho deciso che non avrei più permesso che delle cose del genere accadessero.»
«Wow,» rispose Neal, ma prima che potesse
continuare, Peter disse:
«Bene, ora tocca a me. Con chi è stata la tua prima
volta?»
Neal arrossì. «Non sono sicuro che tu lo voglia
sapere.»
«Ora sono ancora più
curioso,» ghignò Peter. «Chi era, una tua insegnante? O una ragazzina
minorenne, e hai paura che se lo sapessi dovrei arrestarti?»
«È stato con Keller,» disse Neal tutto d’un
fiato.
Peter rimase a bocca aperta. «Non sono sicuro di
aver capito.»
«Keller. È stato con Keller, ok?!»
«Questo spiega molte cose. Ma tu... insomma,
credevo fossi etero. Che non ti interessassero i maschi. Insomma, sei sempre
così attento alle ragazze... e...»
«Sono bisex.» Neal era bordeaux. «Mi auguro non
sia un problema.»
«Scherzi? Insomma, se avessi questo genere di
pregiudizi, come potrei lavorare con Diana? È solo strano, ecco tutto.»
«Bene,» tagliò corto Neal. «Ora tocca a me.»
«Ok.» In realtà Peter avrebbe voluto
approfondire, ma decise che se Neal non se la sentiva, avrebbe evitato di
insistere. Per il momento. Sicuramente avrebbe avuto di sicuro altre occasioni
per saperne di più.
«La tua, di prima volta, con chi è stata?»
«Con Elisabeth,» rispose prontamente Peter. «Non
ho mai avuto altre donne.»
«Oh, è molto una cosa dolce,» scherzò Neal.
«Turno tuo.»
Peter sembrò pensarci. «Perché, fra tutti, sono
l’unico a cui mentiresti?»
Neal trasalì, e aprì la bocca un paio di volte,
senza che ne uscisse fuori alcun suono.
All’improvviso, il fax si riattivò e cominciò a
emettere un rumore metallico, per poi cominciare a stampare fogli.
«Bene, l’attesa è finita. Possiamo tornare al
lavoro,» disse Neal.
«Non prima di aver risposto alla mia domanda,»
protestò Peter.
Neal fece finta di non sentirlo, e prese alcuni
fogli ancora caldi di stampa per cominciare ad esaminarli.
«Avrei potuto fare domande di gran lunga più
imbarazzanti,» continuò l’agente, «ad esempio, chi era l’attivo, tu o Keller?»
Neal lo fulminò con lo sguardo.
«Oppure, com’è andata con Kate? Hai lasciato
Keller per lei?»
Neal sbuffò. «Ok, ti darò la tua risposta e poi
torneremo a lavorare.»
«Perfetto,» accordò Peter.
Il truffatore si allungò verso di lui, dandogli
un breve bacio a fior di labbra, e si allontanò subito. «Questo è il motivo.
Ora, i fascicoli.»
Peter, come inebetito, si portò l’indice sulle
labbra. Poi sorrise. In fondo, la serata non era andata poi così male.
E se mai avessero giocato ancora, avrebbe dovuto
chiedere a Neal cosa ne pensava delle threesome.