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Autore: only dreamer    25/02/2012    2 recensioni
Dopo circa un'ora Cam mi prese per la mano e mi portò fuori dalla festa. Mi portò in una stanza che non conoscevo, nel nostro stesso piano. Mi fece sedere e lui fece altrettanto di fronte a me. -hai mai amato nessuno- la domandà mi arrivò all' improvviso, come una lama che mi trafiggeva -non credo nell'amore, nei suoi poteri- -sai, neppure io, fino ad ora, tu però sei diversa - i suoi occhi smeraldo si fermarono sui miei -sei...sei perfetta- si avvicinò sempre di più a me, ora sentivo il suo respiro nella guancia -mi ami?- chiesi così ingenuamente, sapendo già la risposta -ti amo più di quanto la luna ama le sue stelle…tu mi ami?- sorrisi -ti odio a tal punto da amarti- le nostre labbra si avvicinarono lentamente, ora non era un gioco, c'era qualcosa di diverso in me, come se sapessi sin dall'inizio che era questo quello che io volevo. Sentii la sua mano poggiarsi sulla mia guancia. e...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-io.non.ci.vado- -tu ci andrai senza esitazioni- -NONONONONO, su papà, te l'ho già detto che era solo un gioco, e poi...lì bisognerà vestirsi tutti di nero e a me il nero non sta poi così bene, e se mi rasano, sembrerò un uovo così! Papà! mi stai ascoltando?- -no, non credo- Mi diressi verso la camera a passo spedito, le valigie erano già pronte sopra il mio letto. che rabbia!dalla notte dell'incidente Emy non si era più fatta vedere, mi aveva solo mandato un messaggio - mi dispiace- aveva scritto, io non le neppure risposto. Fortunatamente Zack sarebbe venuto con me. Anche lui era rimasto incastrato in questa stupida storia. Infatti i nostri genitori, dopo esserci venuti a riprendere dalla galera, avevano deciso di mandarci ad una scuola che avrebbe potuto farci pentire di ciò che avevamo fatto. Avevano entrambi deciso che saremmo stati mandati in una scuola convenzionale, così avevano detto, come se avessimo...ucciso qualcuno! Così ci hanno iscritto in questa stupida scuola in georgia, la sword qualcosa. non.ci.posso.credere!! Papà si affacciò alla mia porta -è ora di partire-. Due uomini robusti entrarono in camera e portarono le valigie in limousine, e io mi accodai. Prima di salire in macchina papà mi abbracciò forte e mi baciò la fronte -divertiti piccola- -ricordati che se mi succederà qualcosa sarà solo causa tua e...ti odio!- Entrai in macchina, Zack era già al mio fianco, lui non mi avrebbe abbandonato, no, lui no. Apooggiai la testa sulla sua spalla, lui mi circondò la vita con il braccio, era un gesto abituale lo faceva sempre. Il viaggio sarebbe stato lungo, chiusi gli occhi e mi ritrovai nel mondo dei sogni. Dicono che il nero sia il colore più pauroso, a me non fa paura il nero assoluto, a me spaventa il bianco, simbolo di immacolatezza, di perfezione, una perfezione che non potrà mai esistere in nessuno. E lì mi ritrovai, nel bianco più intenso, sola, una figura si avvicinava, non riuscivo a distinguerle il volto, ma dalla forma sapevo, o meglio, sentito che era una donna, ma proprio quando si stava avvicinando, il nero invase il mio sogno, e io mi svegliai, spaventata, tra le braccia di Zack. I miei occhi passarono svelti sulla scritta:Sword&Cross. Guardai la scuola, volevo scappare. La mia limousine attirò l' attenzione degli studenti. Scesi dalla macchina ancora impeccabile, il nero non era il mio colore forte, ma in quella scuola dovevo indossare solo ed essenzialmente quel colore, così mi sono adattata. Indossai un top nero con disegnato con swarovski il simbolo di chanel. I pantaloni attillati slanciavano la mia figura da modella e infine tutto era incorniciato da un paio di ballerine gucci argento. quest'ultime, poverine, ebbero la sfortuna di finire, appena scesa dalla macchina, in una schifosa palude. Zack mi prese la mano e ci diremmo verso la guida. Irruppemmo nell'atrio illuminato a neon. ci accolse un custode dall'ampio torace, guance rosse e un blocco per appunti stretto sotto il bicipide di ferro. -allora ricordate: pillole, letti e spie, ricordatevi le tre regole di base, e nessuno si farà male- ci portò di fronte ad una scatola con su scritto OGGETTI PROIBITI, vidi gli altri ragazzi posare di tutto: accendini, coltelli...io passai avanti, non avevo niente di potenzialmente pericoloso, ma la custode mi fermò, battè sulla mia tasca e poi sulla scritta oggetti proibiti. -o, no, questo è solo il mio cellulare- dissi mostrandogli il mio Iphone. la custode ribattè sulla scatola, e allora copii. Feci un passo indietro portando il mio cellulare al cuore -non poteti farmi questo, tutto, ma questo no, mi avete fatto vestire come un sacchetto della spazzatura,mi avete fatto sporcare le mie stupende scarpe, ma questo non lo farete.- Zack si avvicinò -dai Chanel, sennò non ci fanno entrare- ecco, ora anche il mio eterno migliore amico mi aveva tradito. Baciai delicatamente lo schermo e lo lasciai andare. mi sentivo estranea a tutti in quel momento, come fossi un diamante tra un mucchio di inutili sassi. guardai il giardino, e lì lo vedi, per la prima volta: era alto, magro, capelli neri arruffati e occhi verdi, grandi e profondi. Aveva le labbra piene, di un rosa incredibile. Dal bordo della maglietta nera, sulla nuca spuntava il tatuaggio di un sole che sulla pelle chiara sembrò quasi risplendere.
  
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