Senza impronte

"… perché, fra tutti quei volti allegri,
la faccia di Hatsumomo sembrava
un’orrenda ammaccatura."
 
 

Voi dite che Hatsumomo sta invecchiando, dite che è gelosa, pazza, folle di rabbia; io dico che ha le labbra rosse di morsi, il ventre gonfio di sangue, e che il cuore degli uomini non le basta.
« Secondo i dottori sta perdendo la ragione » dice Gion, ma i suoi mille occhi hanno ora il colore delle paludi di Chiyo – una volgare kitsune – e le orecchie, il bianco del suo trucco da geisha.
Io dico che ho mangiato ghiaccio e fuoco, mi sono strappata il petto per i soldi e per l’amore, ho gridato perché tutta Kyoto mi sentisse; voi dite che svanirò come nebbia, che mi venderò a Miyagawa-cho, che l’alcol mi ucciderà come veleno, l’ultima lama.
Dove sia diretta questa macchia nelle vostre vite, adesso, non lo so: si ricongiungerà alla montagna, forse, o a quel fiume che, primo e tremante, godette della sua bellezza.
Ma non sarà Hatsumomo a morire. 
 

"Ancora oggi, vecchia come sono, a volte sollevo la cortina
di broccato che copre lo specchio del mio tavolino da toilette
e per la frazione di un secondo temo di scorgerla
riflessa nel vetro, con quel suo sorriso beffardo."













 

L'angolino oscuro di Doo (per la prima volta in questi lidi):
Salve! E pubblico quasi sempre di notte, lo so, è che l'ispirazione mi viene dalle dieci e mezza in poi.
Comunque, il fatto è che, appena finito Memorie di una geisha e dopo aver dato una sbirciatina al film, non so, m'è presa voglia di scriverci qualcosina su (anche se ovviamente, adesso, quel che ho scritto comincia già a non piacermi). Devo ammettere che prima di cominciare il libro ero un po' scettica: sapevo di non potermi fidare pienamente di un 'occidentale' che avesse scelto di raccontare un mondo tanto delicato e nascosto come quello orientale e, ancor di più, delle geish(a)e (facendolo in prima persona, oltretutto); scadere nei luoghi comuni sarebbe stato facilissimo. Non mi pare, però, che sia successo, anche se ci sono ancora aspetti che non mi convincono: la presunta controversia con la vera geisha Mineko Iwasaki, sorta poco dopo la pubblicazione, è la prova dei miei dubbi. Ciò non toglie che sia comunque un bellissimo romanzo, anche perché finirlo mi ha fatto veramente stringere il cuore (e ho ancora una cotta per Nobu, ndr).
E' un esperimento (e nemmeno molto originale, mi sà), come al solito, e ho scelto Hatsumomo perché è senza dubbio il personaggio che mi ha colpito di più (ha un nome bellissimo *w*) e che più ho amato, in un certo senso - della serie facciamoci del male! Poi Gong Li, che l'ha interpretata nel film, è davvero spettacolare. Insomma, ho ambientato il tutto più o meno dopo la sua cacciata dall'okiya, tentando di dare voce al livore, alla rabbia, alla confusione e al dissidio di questa geisha (a volte, infatti, parla in terza persona... e si rivolge ancora a Sayuri come Chiyo perché, secondo me, non l'accetterà mai) - poi non so se ci ho proprio preso, in questo caso chiedo perdono! Per questa drabble (che proprio proprio drabble non è, mannaggia a me) mi sono ispirata a qualche figura del folklore giapponese: le Kitsune (Demoni Volpe), appunto, o le yuki-onna (donne delle nevi), ad esempio; essendo un'appassionata ma non un'esperta, però, ho dovuto cercare su Internet.
Le parti in corsivo, invece, sono ovviamente tratte dal libro (rispettivamente, pagg. 429 e 435).
Insomma, dopo queste note chilometriche e forse anche inutili mi ritiro nell'ombra XD pareri, consigli o anche solo una lettura velocissima sono più che benvenuti :)