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Autore: Mischa    26/02/2012    2 recensioni
Questa è la mia prima fanfiction per cui vi prego di avere pietà. Accetto consigli e critiche costruttive per migliorarmi.
"sei proprio uno stupido" queste sono le parole che sono tentato di dirti, ma che mi rimangono in bocca, rifiutandosi di uscire sotto forma di frase.
Ma, dopotutto, queste parole erano vere.
Purtroppo.
(BertxGee)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Gerard.W/Bert.McC
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Note: Ciò che ho scritto non è a scopo di lucro, i personaggi non mi appartengono e i fatti qui riportati non sono veri.


"Sei proprio uno stupido" queste sono le parole che sono tentato di dirti, ma che mi rimangono in bocca, rifiutandosi di uscire sotto forma di frase.
Ma, dopo tutto, queste parole erano vere.
Purtroppo.
Erano vere e lo sono tuttora.
Perché nonostante il tempo passi, le stagioni si susseguano, i mesi scorrano e pioggia, neve e vento portino via tutto quello che trovano sul loro cammino, niente è cambiato davvero.
Tu non sei cambiato, nemmeno di una virgola.
Solita faccia pallida, soliti capelli corvini e disordinati, solito sorrisetto di traverso (che però adesso è sparito), solita aria cattiva da "bello e dannato", solito sguardo perso.
Solito Bert.
Solito te.
Il te di cui ero maledettamente innamorato.
Il te pazzo, quello che riusciva ad essere ubriaco come pochi già alle dieci di mattina, che urlava per sfogarsi, non importava se eravamo in mezzo a una strada anche piuttosto affollata, e quello che si presentava a casa mia agli orari più impensabili.
Poi c'era il te mio, quello che eri soltanto quando c'eravamo solo noi due, che mi guardava e mi stringeva mentre facevamo l'amore. Che rimaneva a fissarmi mentre dormivo o, per meglio dire, mentre facevo finta, soltanto per accarezzarmi dolcemente e sussurrarmi che ero la persona che odiava di più al mondo perché ero l'unica che aveva mai amato.
E per ultimo il te impaurito. Quello che non hai mai voluto presentarmi, che preferivi celare in fondo dentro di te e che, nonostante tutti i tuoi sforzi, io conoscevo.
Sì, Bert, io sapevo, ti ascoltavo.
Prestavo attenzione ai tuoi monologhi, ripetuti al tuo riflesso nello specchio del bagno.
Sentivo le decine e centinaia di sussurri che ripetevi ossesssionatamente nel cuore della notte. Centinaia di "Ti amo", di "Gee" e di "Ho paura".Dopo la prima notte che ti ascoltai, tentai con tutto me stesso di cancellare quella paura, ma solo dopo scoprii che non potevo.
Compresi solo dopo il tuo addio qual era la causa di tanta disperazione.
Me.
Avevi paura di cadere in un amore malsano, non tanto per te, quanto per me.
Un amore malato che sarebbe senza ombra di dubbio sfociato in una dipendenza.
Quella sera per la prima volta ti dissi- Ti amo.
E tu- Addio. Uscisti dalla mia vita con la facilità e la freddezza che io non avevo.
Imparai ad odiarti o almeno finsi. Mentii a me stesso, prima dicendomi che non ti amavo più e poi tentando di cancellarti. Facendo finta che ogni attimo passato con te, le notti, il mio amore e il tuo non fossero mai esistiti realmente, che fosse soltanto un sogno, il frutto della mia pazzia e della mia mente malsana. Creandomi un nuovo mondo che sostituì quello vecchio, dove al centro di tutto c'era un matto più matto del sottoscritto. Creandomi un mondo fatto di bugia e menzogna dove credevo di trovare rifugio e protezione.
Perché la maggior parte delle volte la verità è cattiva e crudele, quasi sadica. E cosa meglio di una bugia può proteggerti?
Quello che mi sono domandato fino ad ora è quanto avrebbe retto questo inganno. Se vedendoti di nuovo sarei riuscito a continuare a fingere o se il mio nuovo mondo sarebbe miseramente crollato con la stessa facilità di un castello di carte, lasciandomi allo scoperto, vulnerabile. Sarei ritornato ad essere in balia dei sentimenti passati e di quelli presenti, di un vecchi dolore tornato a bussare alla mia porta.
In balia di te.
Di me.
Di quello che era e di quello che è ancora.
E ora so la risposta.
E so anche dell'altro.
So che, anche se non ti avessi incontrato di nuovo, la mia realtà aveva le ore contata. Che se anche non ti avessi davanti agli occhi in questo momento, non avrei continuato a mentirmi ancora per molto perché stavo già cedendo.
Adesso che sono davanti a te e mi ripeto che sei uno stupido, so che, per quanto mi potesse offrire conforto qul nuovo mondo, non c'è paragone a come mi sento adesso.
Anche sono davanti a te, che mi ripeto che sono uno stupido, forse più di te (anche se la vedo difficile) perché ho aspettato tanto, troppo tempo prima di capire, prima di accettare e prima di tornare alla tua porta.
Adesso che il cuore ha ricominciato a battere.
Adesso che ho ricominciato a respirare.
Adesso che vedo di nuovo il mondo a colori.
Adesso che sono nuovamente me stesso e che non sono più imprigionato nella finzione che mi ero creato.
- Adesso è arrivato il momento di dirmi quello che non mi hai mai detto in faccia e che ti limitavi a sussurrate di nascosto. E' arrivato il momento di non nasconderti più per colpa di una paura tanto grande quanto assurda. E' arrivato il momento di dirmi che mi ami perché il sottoscritto te l'ha detto ben due anni fa e sta ancora aspettando una risposta... penso che due anni siano un arco di tempo sufficientemente lungo da averci già riflettuto ragionevolmente.- concludo.
- Ti amo, Gee.- dice fissandomi con gli occhi lucidi.
Ed è come se quegli anni di dolore, apatia, solitudine e lontananza, di pensieri affogati nel Jack Daniel's ed emozioni annebbiate dal fumo, di notti in pianti e pomeriggi vuoti non ci fossero mai stati.
Mi aggrappo a lui in un bacio intriso di una disperazione che scomparirà per sempre e di una felicità che resterà.
Perché adesso c'è lui.
Perché adesso c'è lui con me.
Perché adesso c'è un noi.
Perché c'è e ci sarà.
  
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