PREMESSA:
ho visto che recentemente
è stata pubblicata una ff simile alla mia. Mi dispiace di
dover proporre qualcosa di già letto, ma tengo a
sottolineare
che le hurt/comfort (soprattutto quelle slash) sono intrise di
clichè e scene tipo. Per questo motivo non sono riuscita
correggere la storia troppo radicalmente. Spero comunque che
apprezziate.
Mi ero promessa di non
scrivere più fan fiction su White Collar, ma il mio
amore per la coppia Neal e Peter non smette di tormentarmi. Tuttavia
questa volta mi cimenterò in una storia a capitoli
(esperienza quasi
nuova per me). La trama è stata ideata grazie all'aiuto
delle mie
Nealer's fans preferite: Debora (alla quale avevo già
dedicato
"Appetito") e Anna.
Spero che
il frutto della mia mente contorta vi piaccia.
P.S. Il
nome della ff avrà un senso solo alla fine.
Buona
lettura. |
WHITE LIE
CAPITOLO 1:
BLACK COLLAR.
"I’ll
wash his feet with my hair if he needs.
Forgive him when his tongue lies through his brain.
Even
after three times, he betrays me" *
Neal
non fece nemmeno in tempo ad uscire dall'ascensore che Diana gli si
presentò davanti con aria seria: "Peter ti vuole nel suo
ufficio".
"Roba seria?" chiese, mentre apoggiava il cappello sulla sua scrivania.
"Mafia russa".
Il sorriso del ragazzo si spense per qualche istante, ma fu abbastanza
perchè la donna lo notasse: "qualche problema?" gli chiese,
preoccupata.
Quello sospirò e sollevò le spalle: "A parte il
fatto che
qualche tempo fa potrei aver rubato ai russi un diamante rosa da dieci
milioni?"
"Tu hai fatto cosa?!"
Neal si girò di scatto e vide il suo capo che lo guardava
accigliato, in attesa di una risposta.
"Ho detto 'potrei' aver rubato"
L'altro sospirò rassegnato: "meglio far finta di non aver
sentito".
Mentre si avviava verso il suo ufficio, con Caffrey dietro di lui, gli
si abbozzò un sorriso sul viso. Sebbene catturare
criminali fosse il suo lavoro, l'agente Burke avrebbe mentito se non
avesse ammesso che le imprese del suo consulente lo avevano sempre
affascinato. D'altro canto, ogni cosa che girasse intorno a Neal, che
si trattasse di furti d'arte o saponette per il bagno, era
inspiegabilmente affascinante.
"Allora," esordì Peter sedendosi dietro la scrivania: "Che
ne dici di dirmi quello che sai di questa gente?"
Neal prese tra le mani il fasciolo che l'uomo gli passò e
iniziò a sfogliarlo con aria preoccupata:
"Brutta storia. Queste persone non si faranno prendere facilmente,
soprattutto considerato che c'è di mezzo una collezione di
monete d'oro del XII secolo stimate otto milioni!"
"Bè, mi pare di aver sentito che tu abbia già
fregato
questi tizi una volta. Perchè non riprovarne l'esperienza?"
Al ragazzo non piaceva l'idea di avere a che fare ancora con
la mafiya* : non era stato per niente divertente l'ultima
volta.
Era quasi morto ed era dovuto rimanere nascosto per molti mesi.
Tuttavia sorrise: "Non ho mai ammesso di averlo fatto, ma sembra una
proprosta allettante".
"Bene, chiama Jones e Diana. Fra cinque minuti vi voglio tutti in
riunione. Ah! E portami del caffè".
****
"Ok ragazzi, questo è il piano: faremo girare la falsa voce
che
esistono altre dieci monete d'oro a completamento della collezione
rubata dai russi. Ovviamente la Solntsevskaya
bratva* non si lascerà perdere un'occasione simile e
andrà subito a far visita a colui che in teoria avrebbe
queste
monete mancanti. Ecco che entro in azione io, fingendomi il propr-"
"Tu?!" gridò, senza accorgersene, Neal.
"E chi, se no? Jones deve dirigere le operazioni e Diana coprirmi le
spalle con l'altra squadra".
Il ragazzo si abbandonò sullo schienale della sedia e
incrociò le braccia al petto, assumendo un'espressione che
parlava da sola.
"No, no, no,no" si alterò Peter, agitandogli una mano
davanti:
"non penserai davvero che ti faccia giocare coi russi? Non stiamo
parlando di criminali con completi firmati che si aggirano per musei
rubando opere d'arte col loro sorrisetto fasullo! Questa gente tortura,
violenta, ammazza!"
Neal si alzò in piedi: "Una buona ragione per cui non
dovresti andarci!"
"E allora dovresti andarci tu?! Come pensi che ti accoglierebbero dopo
aver realizzato chi sei? Con vodka e pirog?*"
"Ma Pet-"
"Caffrey! Ci vado io, la questione è chiusa."
Neal allontanò il suo sguardo da quello del partner. Non gli
andava per niente che si esponesse ad un simile pericolo, e reputava
quella sua decisione un atto di puro egoismo. Se
fosse morto, lui come avrebbe fatto? Dove avrebbe potuto trovare
altrove quel calore che altra definizione non aveva se non 'familiare'?
Chi gli avrebbe sorriso la mattina, porgendogli una tazza di quel
disgustoso caffè dell'FBI? Chi l'avrebbe preso quando
sarebbe
scappato? Chi-
I suoi pensieri furono interrotti dalla voce dell'uomo che pronunciava
il suo nome: "Neal, tu dovrai occuparti di ricreare le dieci monente
'mancanti'. In una di queste inseriremo un GPS che ci
permetterò
di beccare il rifugio dei russi prima che scoprano che sono false. O
almeno spero. Ce la puoi fare in due giorni?"
"Mi farò aiutare da un amico"
Peter lo gelò con lo sguardo: "Dì a Mozzie che se
si intasca l'oro lo sbatto in prigione"
"Ricevuto".
****
"Ultima moneta fatta, con tanto di GPS incorporato. E mancano 14
secondi alla data di scadenza! Direi che siamo stati grandi, socio."
"Già. Ora chiamo Peter". Stava per prendere il cellulare
quando qualcuno iniziò a bussare insistentemente.
"Aprimi,Neal!"
Non ci poteva credere. Lo stacanovismo di Peter era assolutamente
disarmante. Si alzò dalla sedia ed andò ad aprire.
"Buona sera!"
"Ehi", lo salutò con un sorriso: "Ciao anche a te Mozzie,
dovunque tu sia! Allora, avete finito?"
"In perfetto orario, direi!" rispose il consulente, pieno di
sè:
"Dieci monete d'oro del XII secolo contraffatte in modo impeccabile. Ci
vorrebbe un sistema ARTtrust per poter affermare con certezza che sono
false".
L'uomo gli mise una mano sulla spalla: "sei il migliore"
Da dietro il
divano spuntarono due piedi: "Oh, grazie Signor Distintivo!",
squittì una voce: "Sono felice che anche il mio aiuto sia
stato
apprezzato!"
"Grazie anche a te, Mozzie." Disse, prima di chinarsi all'orecchio
dell'amico e sussurrargli: "non si è intascato niente, vero?"
"Ci ha provato, ma gli ho fatto presente il tuo ammonimento".
"Bene", sospirò: "ora è meglio che porti queste
monete
alla cassaforte del Bureau. Domani è previsto l'incotro con
la
mafiya, e qualcosa mi dice che non hanno la minima intenzione di
pagarmi la somma pattuita. Quindi, dal momento che tra qualche ora
potrei morire, vorrei andare il più presto possibile a casa
da
mia moglie."
"Il pessimismo non ha
mai consolato né i malati nel corpo, né gli
infermi nell'anima. Dai, stai con noi a bere un bicchiere
di vino."
"Oh! Stai citando Huysmans?!" gli gridò Mozzie dal
divano. Neal lo ignorò.
"E' mia moglie quella che può consolarmi" rispose divertito
Peter.
"Bè, se la metti così allora buona notte. Ma
sappi che mi
offende il fatto che non voglia passare la tua 'presunta ultima notte'
con me". L'agente Burke arrossì a quelle parole, soprattutto
dopo aver notare lo sguardo malizioso con il quale Neal le aveva
pronunciate. Poi assottigliò gli occhi in una buffa smorfia
che
sarebbe dovuta sembrare minacciosa: "Ho come la sensazione che, se
anche morissi, mi raggiungeresti all'altro mondo provvisto di scarpe
italiane e cappello pur di tormentarmi".
"Può darsi", affermò il ragazzo aprendogli la
porta.
L'altro gli rispose con un grugnito e uscì.
"I'm just a holy fool, He's so
cruel
but I'm still in love
with Judas.
I couldn't love a man so
purely
even darkness forgave
his crooked way.
I've learned our love is
like a brick
build a house or sink a
dead body."
NOTE:
*Judas, Lady Gaga.
*Mafiya: modo per chiamare la mafia russia.
*Solntsevskaya bratva: "potente organizzazione criminale russa
originaria di Mosca. Da un rapporto statunitense è stata
rivelata una presenza dell'organizzazione anche a San Francisco"
[Wikipedia]
*pirog: "pietanza russa di pasta ripiena, dolce o salata, cotta al
forno o fritta" [Wikipedia]
Ed ecco finito il
primo capitolo. Cosa ve ne pare? Credo che
il primo capitolo sia sempre il più difficile da fare. Dite
di
no, eh? MI STATE DICENDO CHE SARA' SEMPRE PEGGIO?!
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