Germania.

Quante volte ti ho chiesto di non cambiare, fratello?
Quante volte, da piccolo, ti sono corso incontro, quando tornavi da qualche battaglia e tu mi stringevi a te, nonostante le ferite che ancora di facevano male?
Quante volte hai affondato la mano nei miei capelli, per scompigliarmeli, dicendo che andava tutto bene e asciugandomi le lacrime?
Perché non lo fai anche ora, Gilbert?
Perché non ti rialzi? Perché non vieni ad abbracciarmi e a consolarmi?
Sono io che ti ho ucciso? Sono stato io? E' stata colpa mia e della guerra senza senso che sono stato costretto a dichiarare otto anni fa?
Mi odi, Gilbert?
Volevo solo che tu fossi fiero di me, fin da piccolo.
Volevo solo essere una nazione forte come la Prussia.

Danimarca.

Non riesco a credere che tu ci abbia abbandonati, Gilbert.
Eri una delle poche nazioni che ancora conservava i grandi sfarzi del passato.
Uno dei pochi che non si arrendeva facilmente.
Eppure, ora ti sei arreso.
Ti sei arreso ad una decisione che gli Alleati hanno preso per te.
Non ti riconosco, Gilbert.
Non sei più la stessa nazione che mi ha sconfitto tante volte in passato.
E' colpa della guerra, vero?
Le guerre rovinano tutti. Io odio le guerre.
Mi mancherai Gilbert, nonostante tutto mi ero affezionato a te.

Francia.

Quante ne abbiamo passate insieme, Gil?
Quante volte, nonostante l'amicizia che ci lega, ci siamo ritrovati in contrasto per le nostre idee differenti?
Quante volte, nonostante le ferite che ci siamo inflitti a vicenda, ci siamo abbracciati, ancora sporchi di polvere e sangue, piangendo e ripromettendoci di non farci più così male?
Quante volte, nonostante le promesse che ci eravamo fatti, siamo ricascati nel circolo vizioso della guerra?
Ricordi, quando ho perso le colonie nel Nuovo Mondo, quando ho perso il Canada, quella notte che abbiamo dormito abbracciati, con te che mi consolavi, dicendo che non mi avresti abbandonato mai?
Perché ora non ci sei, fratello mio?
Perché non sei qui ad asciugare le mie lacrime e a dirmi che va tutto bene?
Dove sei, Gilbert?

Spagna.

Non credevo che una nazione potesse morire così...
Soprattutto, non credevo che tu potessi morire così, piegato dalla volontà di chi non ti conosce veramente.
Tu, che eri una delle nazioni più grandi che io abbia mai incontrato.
Il mio migliore amico.
Ricordo quando ci incontrammo per la prima volta a Vienna, eravamo poco più che adolescenti, ma tu eri già la stupenda persona che sei sempre stato.
Mi manchi, Gilbert...
Mi mancano le nostre risate insieme, gli scherzi che facevamo a Francis, come lui si arrabbiava e ci inseguiva, e poi ci rotolavamo nei campi, ridendo, insieme, felici e spensierati.
Perché quei giorni sono finiti? Perché siamo cresciuti così in fretta?
Perché te ne sei andato così presto, Gilbert?

Prussia.

Amici miei.  Non ci siete. Non siete qui con me.
Sento freddo. Mi sento così solo e vuoto, come se dentro me non ci fosse più niente.
Non respiro, non sento l'aria che entra nei miei polmoni. Mi era sembrata sempre una cosa banale, respirare, eppure ora mi manca. Sono morto. Quindi è questo quello che si prova.
Mi sono sempre chiesto cosa provassero le persone che morivano nelle nostre guerre.
Ora capisco che non è una bella cosa, morire.
Noi nazioni imploriamo spesso il cielo di morire.
Ma non è bello.
Amici, non cercate più la morte. Vivete anche per me, da ora in poi.
E non dimenticatevi di me, vi prego. Non voglio essere dimenticato.
Nessuno di noi lo vuole.

Voglio continuare a vivere nei vostri cuori.