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Autore: LauraJoe    02/10/2006    5 recensioni
Questa è la prima di tre one shot sui Green Day...stavolta è toccato a Billie Joe...solo un'avvertenza:è mooolto assurda!!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fairy Tale

 

“Niente è troppo bello per essere vero” Michael Faraday

 

Berkeley.

 

Accidenti alla scuola e alle sue trovate del cavolo!

 

È inverno, a Berkeley. E ci troviamo in un bosco pieno di neve. Tutto ghiacciato.

Ora…immaginate la scena: un incazzatissimo Billie Joe Armstrong tutto bardato e incappucciato sta girando per i boschi surgelati di Berkeley con una macchina fotografica in mano. La cosa potrebbe sembrare surreale da un certo punto di vista, soprattutto a lui, il quale sta girovagando da due ore in quella specie di freezer alla ricerca di un castoro da fotografare per la ricerca di scienze di suo figlio Joseph.

Il cantante, si sa, non ha mai amato molto la scuola, ma in quel momento si trovava a odiarla con tutta l’anima, e gliene stava mandando di tutti i colori. E qui torniamo al punto di partenza. Il ragazzo sta, appunto, mandando una delle tante imprecazioni rivolte alla scuola, mentre in cuor suo pensa che la situazione sia assolutamente soprannaturale. Eh…soprannaturale! Forse perché non aveva la minima idea di quello che gli sarebbe successo di lì a poco…

 

Dove diavolo lo trovo, io un castoro? Non si poteva prendere la foto di un giornale? È questo che non capisco! Perché avere queste pretese assurde quando sanno benissimo che a fare il lavoro sporco ci andrà un genitore, chissà come mai al 99,9% il padre! Non si può certo mandare un bambino di 11 anni in giro da solo per i boschi a fotografare un maledettissimo castoro!

 

E questa è la storia. Billie Joe continuava a girovagare per ore nel bosco, fino a quando non imboccò un sentiero. Continuò a camminare per 10 minuti fino a quando non arrivò a una distesa ghiacciata. Un lago ghiacciato, per la precisione.

 

Un lago…accidenti, a me serviva un fiume! Da quello che ho capito i castori stanno sui fiumi a fare dighe, quindi che me ne faccio di un lago?

 

Era talmente infuriato che per poco non lanciò la macchina fotografica per terra. Decise invece di sedersi per riposarsi un po’, dato che era stanco, così si accomodò su un angolino di terra ghiacciata sulla riva del lago. Pessima decisione. Infatti, dopo qualche minuto, qualcosa, o meglio, qualcuno, attirò la sua attenzione, costringendolo ad abbandonare, seppur controvoglia, quel rilassante passatempo di lanciare imprecazioni contro la scuola.

Billie Joe si alzò, cercando di dare un luogo di provenienza a quel rumore che il suo cervello aveva identificato come l’urlo di una ragazza. Fece qualche passo, mentre cercava di individuare il volto della misteriosa artefice del grido tra gli alberi congelati. Poi lo sentì: un mugolio, una specie di lamento, proveniva da dietro un albero proprio di fronte al lago.

 

“Chi c’è?” chiamò Billie ad alta voce mentre a grandi passi si avvicinava all’albero. Le arrivò dietro e lei si girò.

Un gridolino spaventato le uscì di bocca non appena lo vide.

Un “wow” di profonda meraviglia gli uscì di bocca non appena la vide. Lei. La ragazza dell’urlo. Una visione. Bellissima. Giovane e snella, con la pelle bianca quasi come il latte, i capelli lunghissimi e neri che le arrivavano alle cosce erano sparsi per terra e luccicavano alla luce del sole. Era seduta per terra e si teneva la caviglia sinistra con la mano. Indossava un paio di pattini e aveva un costume davvero strano: leggero e striminzito, senza maniche e con la minigonna che le copriva solo una striscia davvero piccola di gamba, era di un colore lilla, viola e azzurro e interamente ricoperto di brillantini. Sulla schiena aveva cucite un paio d’ali di farfalla, di quelle che si usano per i costumi di carnevale. Ma la cosa che lo stupì di più furono i suoi occhi: del colore del ghiaccio. Non ne aveva mai visti di così belli e particolari. Si accorse che la ragazza lo fissava interrogativa, e si risvegliò dai pensieri. Si guardarono. Occhi negli occhi ad entrambi si bloccò il respiro. Tutti e due troppo sorpresi da non riuscire ad articolare neanche mezza parola.

 

“Ehm…”lei si schiarì la voce. Lui distolse lo sguardo, ma dopo mezzo secondo tornò a guardarla.

 

“Cosa…chi sei?” le chiese.

 

Lei aveva lo sguardo del colore del lago ghiacciato di prima. “M-mi chiamo Ashley”

 

“Ashley…”ripeté lui.

 

Ashley tornò a guardarlo interrogativa.

 

“Che c’è?”

 

“Ti ho detto come mi chiamo io. Tu chi sei?”

 

Billie Joe rimase interdetto “Non lo sai?”

 

Lei inarcò un sopracciglio “Dovrei?”

 

Era sempre più sorpreso. Era convinto di essere conosciuto e straconosciuto da tutti, ma a quanto pareva, si sbagliava.

 

“Mi chiamo Billie Joe”

 

Billie sentì un suono, qualcosa che somigliava molto a una risata repressa.

 

“Bè? Che c’è da ridere?”

 

“Oh, niente” rispose Ashley, poco convinta, e con il tono di una che sta per scoppiare a ridere “è che hai un nome buffo”

 

“Io avrei un nome buffo? Se tra noi due c’è qualcuno che può permettersi di ridere, quello sono io. Mi piacerebbe davvero sapere cosa ci fai tu in questo posto, con una temperatura da Polo Sud, con un vestitino che andrebbe bene a una festa in maschera in spiaggia. Non hai freddo?”

 

“No, è ovvio”

 

Billie la guardò spiazzato “Vorresti dirmi che non hai freddo?”

 

“Altroché. Sto benissimo.”

 

Non sapeva cosa rispondere. Lui era incappucciato da capo a piedi e, nonostante questo, gli stavano per venire i ghiaccioli al naso per il freddo, e lei, vestita quasi con un costume da bagno, aveva pure il coraggio di dire che non aveva freddo. Roba da matti!

 

“Mi spieghi una cosa?” disse poi lei tutto a un tratto.

 

Billie annuì.

 

“Perché avrei dovuto conoscerti? Chi sei?”

 

“Perché sono un cantante famoso, è ovvio!” disse con orgoglio.

 

“Tu sei un cantante?”

 

“Esatto”

 

“Ah. Capisco” Ashley lo fissò intensamente mentre qualcosa scattava nella sua testa.

 

“comunque che ci fai lì per terra?” le chiese Billie, accorgendosi solo in quel momento che la ragazza era mezza seduta sull’erba ghiacciata.

 

Ashley si guardò la caviglia “Stavo pattinando e mi sono fatta male ad una caviglia”  

 

Billie la fissò per qualche istante, poi le tese la mano per aiutarla ad alzarsi. Ashley fissò stupita prima lo strano ragazzo che aveva di fronte e poi la sua mano tesa.

 

“Cosa…”

 

“E allora, ti decidi ad alzarti? Non posso rimanere qui tutta la vita!” esclamò Billie seccato.

 

Ashley strinse la mano del ragazzo e si alzò, stando ben attenta a non poggiare il piede sinistro per terra.

 

“C’è qualcun altro con te o sei sola?”

 

“No…sono sola”

 

“D’accordo. Vieni, ti accompagno in ospedale”

 

“Cosa? No, no, lascia perdere”

 

“come sarebbe a dire lascia perdere? Hai una caviglia slogata, non posso lasciarti qui”

 

“Ti dico di lasciar perdere! Mi aiuteranno le altre”

 

“Le altre? Ma allora non sei sola!”

 

Qui sono sola. Le altre sono

 

“Lì dove?”

 

“Lì…dove abito io”

 

“Dove abiti?”

 

“Qui”

 

“Qui? Ma se hai appena detto lì.”

 

“Intendo qui nel bosco” rispose Ashley cominciando a spazientirsi.

 

Billie inarcò un sopracciglio. “Abiti nel bosco?”

 

“Già”

 

Billie riusciva solo a pensare che la situazione fosse del tutto assurda…forse più della strana ragazza che aveva di fronte.

 

“E va bene” si rassegnò “Almeno lascia che ti accompagni a casa”

 

“Non importa, faccio da sola”

 

Billie stava cominciando ad innervosirsi “Ma non ti reggi in piedi! Mi spieghi come farai a camminare?”

 

“Abito a due passi…”cercò di svicolare lei.

 

“appunto per questo andiamoci subito”

 

“Ti ho detto di no”

 

“Perché?”

 

“Uffa…e va bene! Vuoi sapere il motivo qual è?”

 

Billie annuì deciso.

 

Ashley sospirò. “Sono una fata. E ho già commesso l’errore di mostrarmi a te che sei un mortale, non ti posso portare al villaggio, le altre mi ucciderebbero!”

 

Billie dovette fare appello a tutte le sue forze per evitare di riderle in faccia. Ora…che la situazione era assurda l’aveva capito da un pezzo, ma quella ragazza le batteva tutte. Se ne andava girando nei boschi ghiacciati praticamente nuda, diceva che non aveva freddo, non conosceva lui, il grande Billie Joe Armstrong, e ora se ne usciva pure con la scusa che era una fata e quindi non poteva essere accompagnata a casa. Billie pensò che quell’assurda ragazza fosse ancora più abile di Joey e Jakob nel trovare scuse fantasiose. Il che voleva dire molto.

 

“Sei una…cosa?”

 

“Una fata. Una fata del ghiaccio, per la precisione. Faccio parte delle fate dell’inverno”

 

Billie non trovava niente da dire. Stava lì fermo a guardarla con lo stesso sguardo paziente che un genitore usa con i bambini.

 

“D’accordo…e così tu sei una…fata…ed eri qui bella tranquilla che pattinavi e ti sei fatta male a una caviglia. Strano, però. Nelle favole le fate hanno sempre quei…poteri guaritori, com’è che tu non ce l’hai?” le chiese inquisitorio.

 

“le fate guaritrici appartengono a una categoria a parte.”rispose con naturalezza. “ Io controllo solo il ghiaccio”

 

Questa potrebbe scrivere libri per bambini. Ha una fantasia che non è da molti.

 

“D’accordo, allora. Sei libera di tornare dalle tue amiche fate. Magari c’incontreremo di nuovo tra questi alberi congelati. Ciao, fatina. E salutami il mago di Oz, quando lo vedi!”

 

Billie Joe fece dietrofront e si allontanò, sicuro di non poter resistere in compagnia di quella matta un minuto di più. La sentì gridare “Ciao, Billie Joe”, prima di imboccare nuovamente il sentiero e sparire dietro gli alberi. Forse era fuggita da qualche manicomio, pensò lui. la cosa era altamente probabile, se non del tutto sicura. Il che avrebbe spiegato perché riusciva a stare mezza nuda in mezzo al ghiaccio quando un normale essere umano, al posto suo, sarebbe morto surgelato in due minuti. E avrebbe spiegato anche il fatto che non lo conosceva. Quella affermazione lo aveva sconvolto non poco. Come faceva a non conoscere lui, il grandissimo, bellissimo, famosissimo, bravissimo Billie Joe Armstrong, cantante e chitarrista dei Green Day? Che affronto! Era più che sicuro che quella ragazza avesse qualche rotella fuori posto.

 

Tutta colpa di quel dannato castoro!

 

Ritornato alla sua attività di maledire la scuola e in particolar modo chi aveva avuto la bell’idea di inventarla, s’incamminò a passo spedito tra i sentieri ghiacciati alla ricerca del famoso castoro che fino a quel momento era riuscito solo a fargli perdere tempo. Continuò a camminare, ormai dimentico della ragazza folle e delle sue trovate assurde, con la macchina fotografica ancora in mano, fino a sparire dietro una siepe.

 

 

Ashley guardò quel ragazzo col nome buffo allontanarsi tra gli alberi. Si chiese se per caso quello strano mortale avesse creduto alla sua storia. La cosa non le importava poi molto, era sicura che non l’avrebbe più rivisto. La cosa importante era che non andasse a spifferarlo in giro. Ma anche se lo facesse, non gli crederebbe nessuno, pensò lei. Lanciò un’ultima occhiata al lago ghiacciato. Aveva avuto proprio una bell’idea ad avventurarsi in quel bosco, lei che era sempre stata così attenta a non rivelarsi…

Credeva che avrebbe fatto una pattinata in santa pace, e invece no! Era arrivato quel ragazzo a romperle le uova nel paniere! Sfiorò con le dita la superficie ghiacciata della corteccia dell’albero al quale era appoggiata, e questa, per un attimo, brillò. Poi, all’improvviso, spiegò le ali e si librò in volo. Raggiunse la cima dell’albero e volò oltre il lago, prima di sparire in un turbinio di luci dorate, lasciando al suo posto solo una farfalla, lilla viola e azzurra, che vola alta e felice nel cielo limpido, sopra il bosco, custode invisibile della natura e del mondo che le sta intorno.

 

***

 

Ciaaaaaaaaaaaaao a tutti!!!

Allora che ve ne pare?? Se siete arrivati fin qui, vuol dire che l’avete letta, quindi lascerete una recensione, VERO??????(sguardo minaccioso….) scherzi a parte, mi piacerebbe davvero che lasciaste una recensione. Questa è la prima di tre one shot sui GD…per la prossima nn so quanto dovrete aspettare, il fatto è che sn super impegnata in questo periodo…

Quindi voi pensate solo a leggere e a recensire io mi farò viva al più presto(spero)

Un bacione a tutti dalla vostra Laura Joe

  
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