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Autore: The_Cannie    28/02/2012    2 recensioni
L'inizio della storia si inserisce dopo il capitolo 127 de "L'esperimento Angel" e proseguirà con altri complementari a quelli dei libri, in quanto il personaggio che ho inventato modifica solo in parte gli avvenimenti della storia. Aggiungerò solo gli episodi più significativi e che si allontanano dalla storia originale.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo arrivati camminando in un posto pieno di alberi che assomigliava molto a quello che avevo visto nei filmati all'istituto. Me ne facevano vedere in continuazione per incoraggiarmi ad imparare a ricordare più dettagli possibili, quando ancora non si erano rassegnati al fatto che non avrei mai parlato.

Da vicino quelle piante sembravano molto più grandi di quello che avessi immaginato e anche parecchio solide. Mi distrassi ad accarezzarle più volte prima che Max mi ordinasse seccamente di smetterla e di camminare più veloce. Iggy continuava a tenermi per mano:
-Magari funziona di nuovo. Tu prova a rifare le stesse cose che stavi facendo prima, quando è successo.
Guardava dritto davanti a sé con un enorme sorriso stampato in faccia e non mi sentii di ripetergli che non avevo idea di come fosse successo:
-Va bene, ora riprovo con qualcos'altro.
Mi concentrai sull'albero più vicino cercando di creare contemporaneamente un contatto con la mente di Iggy. Lui parve non accorgersi di nulla e dopo qualche minuto mi deconcentrai e ricominciai a vedere i suoi ricordi: quelli neri e quello che gli avevo passato, un ricordo composto dall'insieme di quello che io e 108 avevamo visto quel giorno.
Pensai che potesse dipendere da quel fattore il passaggio di informazioni, così captai la visuale della ragazzina pù grande di cui non avevo capito il nome e aggiunsi una mia personale prospettiva dello stesso ramo. Neanche quello parve funzionare e dopo un po' ricaddi nelle immagini oscure di Iggy. Dato che il suo sorriso si stava lentamente affievolendo provai a consolarlo:
-Probabilmente non ho ancora trovato le cause giuste, nel frattempo continuo a provare, tu avvertimi appena vedi qualcosa.
Lui gettò un'occhiata nella mia direzione:
-Parli come un'adulta, quanti anni hai?
Quanti anni avevo? Feci qualche calcolo rispetto al numero che tutti i giorni leggevo sulla targhetta della mia gabbia.
-Credo 13...o 14, non ne sono sicura.
-Sul serio? Pensavo, data la tua altezza, insomma...scusa, è che tutti noi dello stormo siamo particolarmente alti e avevo pensato che valesse lo stesso anche per te.
Avevo notato anch'io che praticamente tutti gli avio-umani erano più alti di me e avevo sentito qualcosa in merito all'istituto:
-Se fossi più alta non riuscirei ad alzarmi in volo. Non ho ossa cave, solo leggermente più sottili di quelle umane. E per me volare è già abbastanza fatico così, se fossi più grande le mie ali dovrebbero essere ancora più larghe per compensare e sarebbe scomodo per me spostarmi in volo nelle città...
Lasciai la frase a metà: nelle città per dare la caccia agli avio-umani.
Iggy non sembrò cogliere il senso della mia affermazione:
-Capisco. Senti, non hai un altro nome a parte 107?
-No. Non me l'hanno mai dato.
Max si fece sentire:
-Vedo un palco riparato, possiamo fermarci lì per decidere cosa fare.
Tutti diedero il proprio assenso e poi Iggy proseguì:
-Noi ci siamo scelti da soli i nostri nomi, puoi farlo anche tu! C'è qualche nome che ti piace?
Ci pensai su. Dissi la prima parola che mi veniva in mente:
-Crast.
Iggy sollevò un sopracciglio:
-D'accordo. Crast: suona...bene.
Se lo diceva lui. Per me era uguale, ero contenta di non essere più sola.

 

Ci sedemmo sul palco indicatoci da Max e io ne approfittai per riprendere fiato. Non ero abituata a sforzi prolungati e stavo già iniziando a preoccuparmi per quando fosse arrivato il momento di volare. Iniziai ad aprire e chiudere le ali per sgranchire i muscoli mentre l'attenzione degli altri era attirata dall'altro esperimento che era rimasto con noi: un cane mutante di nome Total che avevo intravisto all'istituto e che Angel era riuscita a tenere con sé. Lei e Max stavano discutendo a proposito del cane: il ragazzo più grande, Fang, disse che poteva essere pericoloso. Ripensai a quando avevano detto lo stesso di me e mi feci avanti:
-Lui non è pericoloso. E'...simpatico.
Non mi era venuto in mente un altro aggettivo e ora tutti mi stavano fissando, chi con sguardo truce, chi con un sorriso. Total scodinzolò più
forte e Angel riuscì a convincere gli altri a tenere l'esperimento. Io tornai in disparte a battere le ali con le guance ancora calde per l'emozione. L'altro ragazzino si avvicinò e si presentò:
-Hei! Io sono Gazzy. Iggy mi ha detto che hai scelto Crast come nome. E' forte! Posso vedere le tue ali da vicino? E' vero che bevi il sangue?
Lasciai che si avvicinasse e studiasse le mie ali:
-Sì, mi davano sangue ogni tanto.
L'attenzione di tutti era di nuovo rivolta su di me e mi sentii salire il sangue alla faccia. Max mi fissava dritto negli occhi:
-Tu ti nutri di sangue?
Indietreggiai sotto il suo sguardo:
-A-a volte. Quando me lo davano...di solito mangiavo le stesse cose che venivano date alla maggior parte degli esperimenti, ma il sangue mi fa riprendere completamente le forze.
Iggy si unì nella conversazione:
-Sangue di cosa?
-Di quello che riuscivano a farsi tenere dai mattatoi, hanno detto. Me ne basta poco, un litro mi sfama per un giorno...
Iniziai a giustificarmi, ma quasi tutti si erano rilassati quando avevo parlato di mattatoio. Gazzy sembrava divertito:
-Adesso sei affamata? Hai i canini come i vampiri?
-Non ho fame, oggi mi hanno già dato da mangiare. E poi ho tutti i denti come voi, no?
Gazzy volle controllare, ma a quel punto Nudge gli disse di smetterla.

Max richiamò la nostra attenzione:
-Siamo rimasti qui anche troppo, non è un luogo abbastanza sicuro. Si parte!
Tutti spiegarono le ali e lo spostamento d'aria mi fece rabbrividire all'interno del camice.
Max guardò verso di me:
-Fang, tu chiudi il gruppo.
Elegantemente tutti gli avio-umani spiccarono il volo mentre io sbattevo scompostamente le ali nel tentativo di alzarmi dal suolo dopo tutto quel tempo. Fortunatamente ci riuscii, ma rimasi un po' indietro prima di accelerare e inserirmi per ultima nella formazione. Fang si posizionò dietro di me:
-Ce la fai?
Io cercai di rendere più composto il mio volo e rimasi a distanza di sicurezza dagli altri, per evitare di colpire qualcuno: non avevo mai volato
con altri e non sapevo bene come gestire il mio spazio.

 

Il mio atterraggio non fu dei migliori, ma ero talmente esausta che non riuscii a far di meglio. Finii stesa a terra nel tentativo di riprendere fiato. Sentii che lo stormo mi si riuniva attorno, poi venni sollevata e messa a sedere. Nudge sembrava molto preoccupata e teneva il viso vicino al mio:
-Ti senti male? E' per il sangue?
Faticai a capire di cosa parlasse. Poi scossi la testa e mi si annebbiò la vista:
-Lo sforzo...
Max parlò per me:
-A quanto pare non è abituata a volare. Questo potrebbe essere un problema.
La sua voce per la prima volta non mi sembrò ostile e mi azzardai a sollevare lo sguardo fino ad incontrare il suo. La sua espressione,
stranamente, non era dura, semplicemente attenta. Si rivolse direttamente a me:
-Resta seduta per un po', noi dobbiamo controllare dei documenti rubati alla scuola, poi decideremo cosa fare. Se succede qualcosa
chiamaci.
Detto questo si spostò con gli altri a pochi metri da me e tutti iniziarono a leggere da dei fogli. Parlavano di genitori, di codice e di indirizzi,
ma niente di interessante per me. Rimasi ad osservarli e ad ascoltarli. A quanto pareva avevano trovato delle informazioni utili, perché dopo un po' Max annunciò che saremmo andati a Washington. Non sapevo dove si trovasse questa città, ma sperai con tutte le mie forze che non fosse troppo lontano.

  
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