Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |       
Autore: Purple_Rose    02/03/2012    5 recensioni
Ed eccomi su Naruto! è la prima fic che faccio riguardo a quest'anime! Niente di particolare, la classica vicenda delle scuole: amicizie, amori, gelosie... un classico, insomma!
Scommetto che vorreste sapere qualcosa sulle coppie, vero? Beh... leggete e scopritelo! Buona lettura!
P.S. dimenticate le varie relazioni e le appartenenze ai villaggi, okay? Sarà una scoperta dopo l'altra!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1: benvenuti all’accademia!

In mezzo al mare, su un’isola al centro del Paese dell’Acqua, stava avvenendo una cerimonia molto particolare: la cerimonia di apertura dell’accademia Ninja. Già, in quell’isola sperduta risiedeva una delle scuole più prestigiose di quel tempo, provvista di un dormitorio e di una mensa, una biblioteca, vari campi di vari sport… insomma, un’accademia molto fornita.
Ma torniamo alla cerimonia: in un grande salone all’interno dell’accademia vi era un palco, mentre le sedie messe ordinatamente di fronte ad esso erano già occupate dagli studenti. Essi erano diversi l’uno dall’altro, ma in comune avevano le divise: una blusa bianca a mezze maniche con il colletto verde muschio, una mini gonna dello stesso colore e un foular rosa legato attorno al collo alle ragazze, una camicia blu scuro col colletto alto dai bottoni grossi e un paio di pantaloni dello stesso colore ai ragazzi.
Le persone sedute chiacchieravano animatamente tra loro, ma le loro conversazioni furono interrotte da una voce calma ma pacata:
-Silenzio!-. La platea si zittì di colpo, mentre una persona saliva sul palco: una donna con i capelli biondi lunghi legati in una coda bassa e gli occhi nocciola; al centro della fronte vi era un puntino marrone e una punta di rossetto rosa dava colore alle sue labbra. La donna incrociò le braccia e si mise esattamente di fronte agli studenti, con un’espressione seria sul viso:
-Benvenuti all’accademia Ninja, studenti. In questo luogo sono nate molte delle promesse ninja più famose, quindi vi chiedo di mostrare rispetto. Qui imparerete tecniche ninja che sono passate alla storia, mosse conosciute in tutto il mondo e personalizzerete il vostro speciale tipo di combattimento. Io sono Tsunade e sono la preside dell’istituto, gli insegnanti vi saranno presentati nei prossimi giorni. Vi lasceremo il resto della giornata di oggi e tutto domani per ambientarvi, ma le lezioni inizieranno Lunedì. L’orario scolastico vi sarà consegnato in giornata direttamente nelle vostre camere, mentre per altre domande basterà contattare la segreteria o qualche altra persona che lavora qui. Ora, sono certa che con tutte queste chiacchiere vi starò annoiando...-. Tsunade sorrise, poi si fece di nuovo seria:
-... ma questa è l’ultima cosa che dovete sapere: qui non siete a casa vostra, ci sono delle regole da rispettare. Vi basterà consultare il libro delle regole per conoscerle. Ad una regola tengo particolarmente: non si usano le tecniche ninja senza autorizzazione. Se qualcuno assumerà un atteggiamento irrispettoso delle regole della scuola, sarà espulso all’istante!... non ho altro da dire, siete liberi di andare. Potete andare ovunque in accademia, ma vi chiediamo almeno per i primi giorni di non andare verso la città. In seguito, vi garantiremo l’accesso. Buona permanenza all’accademia!-. La preside scese dal palco, dirigendosi verso un’altra stanza.
Tutti i ragazzi si alzarono quasi contemporaneamente, sparpagliandosi e formando vari gruppi e gruppetti. Il silenzio che prima dominava fu interrotto da vari chiacchiericci e brusii provenienti dagli studenti.
Un ragazzo, invece, se ne stava da solo in silenzio a fissare gli altri con i suoi occhi azzurri e limpidi; la testa era ricoperta da una chioma bionda piuttosto disordinata.
Il ragazzo guardava gli altri sorridendo. Ce ne sono di ninja qui! Credo proprio che sarà divertente! Poi il biondo rimase fermo a fissare un ragazzo: capelli e occhi neri, faccia annoiata e altezzosa. Al ragazzo con gli occhi azzurri bastò uno sguardo per riconoscerlo:
-Ehi,Sasuke!-. L’interpellato drizzò le orecchie e rivolse la sua attenzione sul biondo. Poi sorrise:
-Ciao, Naruto!-. I due si avvicinarono l’uno all’altro:
-Sapevo di trovarti qui, Sasuke!-
-Io invece non l’avrei mai immaginato! Da quando ammettono le teste quadre?-
-Spiritoso!-. I due scoppiarono a ridere. All’improvviso si sentì un brontolio. Il biondo arrossì di imbarazzo:
-Allora... andiamo a vedere dov’è la mensa? Muoio di fame!-. Il moro gli diede una botta scherzosa sulla spalla:
-Sei sempre il solito, fammi indovinare... ramen?-
-Wow! Ma sei un veggente!-. Entrambi ridacchiarono:
-Bene! Allora andiamo a mangiare!-. Il biondo partì a razzo:
-MA SAI DOV’è LA MENSA?-. Com’era partito, il ragazzo tornò indietro lentamente:
-Ehm... no-. Sasuke scosse la testa, rassegnato. Poi sorrise. Naruto è sempre il solito! Il mio migliore amico non cambierà mai!
 
-Ino! Sbrigati! È da ore che sei là dentro!-
-Ho quasi fatto!-
-Guarda che io e Sakura siamo pronte da anni!-
-Arrivo! Arrivo!-. Mentre un biondo e un corvino vagavano alla ricerca della mensa, tre ragazze erano nel bagno... o meglio, una era in bagno, le altre due la aspettavano fuori. Con grande felicità delle due, la studentessa segregata nella stanza uscì:
-Eccomi!-. Dalla porta del bagno uscì una ragazza: aveva dei lunghi capelli biondo pallido legati in una coda con una grossa ciocca che le copriva uno dei due occhi celesti:
-Era ora! Ten Ten e io stavamo per invecchiare!-
-Scusate, ma il primo giorno devo essere perfetta!-
-Se lo dici tu...-. Le altre due ragazze che aspettavano erano entrambe carine quanto la prima: una ragazza dagli occhi turchesi aveva i capelli color fragola lunghi fino alle spalle e un fiocco rosso legato a mo’ di cerchietto, mentre l’altra portava i capelli bruni in due chignon ai due lati della testa, i suoi occhi erano pressappoco dello stesso colore. Tutte e tre indossavano la divisa dell’accademia, anche se alla bionda mancava qualcosa:
-Ino... dov’è il foular?-
-Foular?... OH NO! DEVO AVERLO LASCIATO NELLA SALA DI ACCOGLIENZA!-. Ino fece per andare verso la meta, ma si voltò e rivolse un saluto alle due amiche:
-Ragazze noi ci vediamo direttamente in mensa! Ciao!-
-Ciao!-. La ragazza dagli occhi celesti si diresse verso la sala dell’accademia, lasciando la rosa e la bruna da sole:
-A volte mi chiedo dove Ino abbia la testa...-
-Già! Ma in fondo è il suo lato più simpatico!-. Entrambe sorrisero:
-Ma tu sai dov’è la mensa?-
-Non ne ho idea, ci conviene chiedere in giro!-. Le due amiche cominciarono a camminare per i corridoi di quel nuovo istituto, ripensando a casa:
-Sai, Sakura, non avrei mai detto che dal villaggio del Fiore saremmo arrivate qui, nell’accademia Ninja!... cioè, almeno per me è strano, tu sei un genio!-
-Dici davvero, Ten?-
-Certo, Saku!-. Sakura ripensò al suo villaggio: in effetti a scuola nessuno la batteva in quanto a tecniche di base, per non parlare delle arti mediche, le sue preferite. Quando sua madre le aveva proposto l’accademia, lei non credeva davvero di farcela, nonostante aspirasse molto a quella scuola. Poi, poco dopo l’arrivo della pagella eccellente come sempre, una lettera sigillata da un marchio da lei conosciuto catturò la sua attenzione. Che dire, la sera stessa si erano aperti i festeggiamenti, elevati al massimo dopo la notizia che le sue due migliori amiche, Ino e Ten Ten, erano state ammesse allo stesso istituto.
E ora era lì, in quel tempio incantato che tanto aveva ammirato accanto alle sue amiche:
-Sakura? Tutto okay?-
-Sì, tranquilla, è che non mi sembra vero!-. Ten Ten, dal canto suo, non aveva mai aspirato all’accademia ninja. Lei non era un genio come l’amica dai capelli rosa, ma la sua specialità, l’utilizzo di armi totalmente differenti tra loro, era decisamente invidiabile. Senza contare la conoscenza di arti marziali avanzate, il che le dava una certa decisione in battaglia. Si era iscritta con Ino e Sakura solo per curiosità, visto come l’amica ne parlava così amabilmente. Mai si sarebbe aspettata che accettassero la sua domanda di ammissione:
-Sakura... hai intenzione di conoscere qualcuno di carino?-. La rosa si fermò di botto e sbuffò:
-Uffa, pure qui mi tormenti?-
-Vuoi scherzare? Qui è il posto ideale per innamorarsi! Ci sono un sacco di persone che non conosci e considerato il fatto che sei uno schianto di ragazza!-. Sakura la fissò spazientita:
-Te l’ho già detto mille volte! Io mi concentro solo sul mio obbiettivo: diventare un buon ninja medico, non ho tempo con queste sciocchezze!-. La bruna sospirò:
-Sakura, quando imparerai che l’amore non è un sentimento sciocco? Al villaggio del Fiore c’erano milioni di ragazzi che cadevano ai tuoi piedi, e tu non li hai degnati di uno sguardo!-. La ragazza dagli occhi turchesi sbuffò di nuovo:
-Senti, Ten Ten, sentimi bene, perché è l’ultima volta che lo dico: io non credo nell’amore, non credo che esistano i colpi di fulmine e sono certa che io non mi innamorerò mai! Chiaro?-. Le due ragazze rimasero a fissarsi per alcuni secondi. Alla fine Ten Ten distolse lo sguardo e ricominciò a camminare, tirando un altro sospiro:
-Va beh, fai come vuoi, tanto parlare con te è come parlare al muro!-. La rosa sorrise, soddisfatta, poi affiancò la compagna. Questa, senza farsi vedere, gettò a terra uno sguardo di preoccupazione. Sakura, non cambierai mai! Ma l’amore è un bel sentimento, vorrei che tu lo capissi!
 
In un’altra ala dell’accademia, una coppia di ragazzi percorreva il corridoio, un ragazzo e una ragazza. Il primo, che manteneva uno sguardo serio quasi dovesse fulminare qualcuno, aveva dei lunghi capelli bruni legati in una coda bassa. La seconda guardava timida da una parte all’altra del corridoio, i suoi capelli neri lucenti cadevano lisci e lunghi per la schiena e una parte formava una frangia sulla fronte che incorniciava il suo viso dalla carnagione candida. In comune avevano solo due occhi bianchi, molto singolari.
La ragazza teneva per la manica il ragazzo, come intimorita dalle stesse mura dell’edificio. Questo non batteva ciglio, quasi inespressivo:
-Ehm, Neji,... t-tu sai dove stiamo andando?-
-Tranquilla, Hinata, basterà trovare qualcuno a cui chiedere, come ha detto la preside Tsunade-. La mora, però, continuava a guardarsi intorno, impaurita. Neji guardò la ragazza con tenerezza, sorridendo. Poi le staccò delicatamente la mano dalla manica e la lasciò:
-Perché non ci troviamo direttamente in mensa?-
-M-ma io...-. Hinata accennò ad un sorriso, che le uscì un po’ forzato.
Capitava spesso che il cugino la lasciasse andare da sola a fare qualcosa: sapeva perfettamente anche lei che dipendeva troppo da Neji, ma non poteva farne a meno. Di natura Hinata era sempre stata dannatamente timida e insicura, incapace di instaurare rapporti concreti con gli altri; infatti, spesso rimaneva sola, senza parlare con nessuno. Quella ragazza sembrava non aver mai provato un sentimento come l’amicizia, ma nemmeno l’amore. Hinata era convinta che per lei l’amore fosse un sentimento impossibile, ma non perché non lo voleva: impossibile nel senso di inarrivabile per una come lei, una persona insicura che non credeva in sé stessa. Solo quando stava con il fratello, Hinata era più felice e sorridente. Ma il cugino desiderava che legasse anche con altre persone oltre che a lui, per questo a volte la lasciava da sola: per renderla più sicura.
Neji mantenne il sorriso e si allontanò dalla sorella mentre lei lo salutava con la mano, sorridendo. Appena il fratello scomparve dietro un angolo del corridoio, Hinata rimase con la mano sospesa per aria, facendo sparire il sorriso e rimanendo pietrificata per qualche secondo. Appena si rese conto della situazione, iniziò a camminare leggermente verso una meta completamente ignota, continuando a guardarsi intorno con aria impaurita. E ora che faccio? Dove vado? Come faccio? Ah... sì, basta trovare una persona che lavora qui e... ma se incontro qualcuno e scopro che non lavora qui? E se faccio una figuraccia? La ragazza, indecisa sul da farsi e decisamente in preda al panico continuava ad avanzare per quel luogo sconosciuto. Cosa faccio se incontro qualcuno? E se mi trova antipatica? E se lo dice agli altri? E se loro mi ignorano? NO!!! La mora iniziò a correre chiudendo gli occhi e scacciando via quei pensieri.
Senza accorgersene svoltò l’angolo del corridoio ma, purtroppo, non aveva visto che qualcuno andava esattamente nella direzione opposta alla sua.
Risultato? Scontro tra i due, che presero una bella botta alla testa e caddero a terra. La ragazza mora rimase sdraiata per un paio di secondi, poi si mise a sedere e si massaggiò il capo dolorante, alzando gli occhi:
-Scusami, mi dispiace tanto, stavo correndo e...-. Non aggiunse altro. Davanti a lei c’era un ragazzo biondo seduto con gli occhi chiusi e il viso contratto in una smorfia di dolore. Le guance presentavano tre segni per ognuna, simili a baffi. Appena schiuse le palpebre, la mora poté notare due occhi azzurri limpidi e cristallini, così puri eppure così vivaci.
Hinata rimase ferma a fissarlo con gli occhi spalancati e le gote arrossate. Per un momento la sua mente si spense, come se quella vista gliel’avesse annebbiata. Quando finalmente la mora prese coscienza delle sue facoltà mentali, riuscì a formulare un pensiero, un pensiero che non avrebbe mai creduto di fare:
Wow... quant’è carino! 

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Purple_Rose