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Autore: TheDreamcatcher    06/03/2012    3 recensioni
Per me i sogni sono molto importanti, tant'è vero che tutte le mie storie (che pubblicherò a mano a mano) sono basate su dei sogni che avevano una trama particolare... ovviamente corretti e ordinati.
Questa volta, invece, voglio trascrivere semplicemente un sogno che ho realmente fatto... senza cambiare un solo momento.
Uso come personaggio, anziché me stessa, la piccola Scarlett Gray, così che ognuno possa immedesimarsi ed interpretare questo sogno come pù gli piace. Spero che lo troviate... interessante ;)
p.s.: so che magari in alcuni punti il linguaggio non è esattamente lo stesso di una bambina ma... credetemi, descrivere una cosa così strana come se fossi ancora piccola è molto difficile... avrei bisogno che un bambino me lo raccontasse!
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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  Mi trovo davanti ad una strana casa. É grande, alta quanto il cielo e, soprattutto, storta.
Sembra vista attraverso un bicchiere pieno d'acqua, così da sembrare un budino.
Invece, è stranamente reale.
Sembra praticamente elastica: invece, come la tocco, mi accorgo che è in legno duro.
Mi scosto dal viso i lunghi capelli rossi: sono molto belli, lisci come la seta, ma a volte sono davvero fastidiosi. Con i miei occhi grigi, invece, (oh, adoro parlare dei miei occhi grigi!) fisso ancora quella strana abitazione.
Dopo un po' di tempo il sole comincia a scottare tanto che i miei capelli diventano così caldi che sembra che debbano prendere fuoco da un momento all'altro; giro la grossa maniglia scheggiata ed entro. Magari dentro si sta più freschi.
Se da fuori la casa appare immensamente alta, all'interno sembra non avere più fine. É quasi completamente buio, l'unica luce penetra a fatica dalle finestre sporche. Evidentemente, nessuno ci entra da parecchio tempo.
Mi ricordo improvvisamente, chissà perché, che sulla porta della casa c'era scritto "Villa Impredibilità", o qualcosa del genere. Che cosa voleva dire? Per una bambina di sette anni e mezzo è già tanto saper leggere una parola così difficile!
Comunque adesso devo solo esplorarla, questa casa enorme.
Faccio un solo passo avanti, uno solo, perché dal tetto scendeva un enorme stormo di uccellini grigi e rossi, che puntavano su di me.
Ma io non ne ho paura. Sembrano cattivi, ma in fondo sono molto carini.
Uno mi si avvicina: anziché grigio è di un azzurro intenso. Si poggia sulla mia spalla… sembra davvero amichevole. Lo porterò con me, si chiamerà Blue e sarà il mio amico!
Faccio un altro passo avanti: i libri nelle librerie poggiate alle pareti si scambiano volando. Adesso capisco cos'era "impredibilità": voleva dire IMPREVEDIBILITA'. Come ho fatto ad essere così stupida? Nulla è normale in questa casa, ma non mi fa paura. Anzi, nonostante i miei occhi grigi sono al solito impassibili (perché così sembrano più grandi e più belli!), dentro di me si accende un fuoco pronto a qualsiasi avventura che rompe la noia!
Wow…Oggi mi sento davvero poetica.
Comincio a camminare e ad ogni passo succede qualcosa di magico: animali che spuntano dal pavimento, liberi che invecchiano o si ricostruiscono da soli, lampadari che cambiano forma, le pareti che si muovono, il povero uccellino che ad ogni avvenimento si sente un tuffo al cuore e saltella aprendo le alucce.
Mi sto avvicinandosi alle scale, ma qualcosa mi ferma. Non qualcosa che si sente... è come un elastico invisibile che mi ferma le scarpe a due o tre centimetri dalle scale.
All’improvviso, le scale si ricoprono di qualcosa che sembra… sì, scende piano piano, è… impasto?
Sembra proprio quello delle torte, quello che mi piace tanto mangiare… certo adesso ho una gran fame e qualcosa mi spinge a lanciarmi in quella distesa di zucchero...
Blue sembra averne quasi paura. Gli dico solo che gli piacerà da morire, immagino che anche agli uccelli piacciano i dolci, ma quando salto per buttarmi sull’impasto quello si trasforma in pan di Spagna.
Beh, di certo non mi lamento: il pan di Spagna è ancora meglio! Mi lancio, stavolta per davvero.
Rimango appiccicata. Che cosa orribile, volevo solo mangiare. Sono anche golosa, non posso resistere a un dolce così… dolce!
Cerco di staccarmi, ma è come se mi ricoprisse. Poi, ad un certo punto, diventa come di spugna, un po’ giallastro, come l’interno dei materassi. Chissà perché… comunque, io preferivo il pan di Spagna.
Aspetto qualche minuto. Blue mi svolazza intorno, ha quasi paura di rimanere appiccicato come me… certo, lui potrebbe rompersi le ali, io invece ho le gambe, che sono più forti. Mi dispiace per il povero uccellino, così lo prendo in una mano e lo accarezzo pian piano.
Finalmente provo ad alzarmi: non faccio in tempo a sollevarmi che salto come su un’enorme molla. È incredibile, sembra di essere sulla Luna! Comincia a piacermi sul serio questo posto.
Comincio a saltellare per salire le scale, quando un salto un po’ più forte mi porta a rimbalzare fin dall’altra parte; mi sento una pallina da flipper, sto rimbalzando da una scala all’altra con la velocità di un treno!
Dopo chissà quanto tempo, finalmente, riesco a fermarmi dolorosamente: i rimbalzi sono finiti e sbatto sul legno che è terribilmente duro. Probabilmente non riuscirò a rialzarmi prima di un’ora.
   
 
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