Due sguardi s’incontrano,
questione d’un attimo e cambian direzione.
“Guardami, guardami”, t’imploro con la mente,
ma tu, con calma serena, m’ignori,
e ignori il mio dolore.
Sembra assurdo, ma è vero,
manchi tu, alla mia anima,
come mancano le stelle al cielo.
E se non lo do a vedere, adesso,
diam la colpa all’orgoglio traditore.
Hai dichiarato guerra col silenzio.
Bene, accetto. Nel silenzio, allora,
affogherò le lacrime, lacererò un cuore,
sognerò i tuoi occhi, con amarezza,
nascondendo il tuo ricordo
nel più falso dei sorrisi.
“Guardami, guardami”, prego un’altra volta,
prima di voltarmi ferita e delusa.
Ma il fato m’accontenta: ti volti pochi secondi
Con sguardo indifferente, e quasi
mi pento d’averlo chiesto.
Non t’accorgi della sofferenza,
del dolore, che mi da la tua freddezza?
Non ti rendi conto, di come la tua assenza
mi uccida, mi torturi, mi pugnali?
Non capisci che ho solo indossato
Una brutta maschera allegra?
Non lo capisci. Come potresti?
Non mi resta che pazientare,
e attendere che la guerra finisca.
Ma se non dovesse terminare, porterò con me,
come il tesoro più prezioso, l’antico ricordo di noi.