Ed ecco finalmente l'ultimo capitolo (per ora...)! :D Ho faticato un pò per aggiustarlo, spero che apprezziate lo sforzo! e.e La fan fiction ovviamente non è finita qui, sia perchè c'è un extra, sia perchè continua in altre due-tre fan fictions! xD Ne avrete di roba da leggere, eh! Ho dimenticato qualcosa? Non mi sembra...per cui vi lascio al capitolo, in caso in cui mi ricordo cosa sto dimenticando lo scrivo nel capitolo extra! :D
Tutte le notti s'intrufolava nell'appartamento di Usagi-san, per controllare che l'uomo avesse effettivamente mantenuto la promessa: vedendolo dormire sereno con Misaki accanto si sentiva corroso dalla gelosia, ma poi dopo un po’ iniziò a farci l'abitudine, e la visita notturna diventò un gesto quotidiano lungi dall’essere dimenticato.
Gli pesava non poter stare con Misaki, poterci parlare, e gli pesava ancor di più il fatto che volesse fare le stesse cose con Usagi-san, ma poi ripensava al motivo per cui non lo faceva e si dava dell'infantile. Erano passati anni dall’ultima volta in cui aveva “parlato” con il ragazzo, per cui avrebbe dovuto essersi fatto il callo piuttosto che esserne ancora dispiaciuto. Trascorse le giornate come una persona "normale": la mattina andava alla Teito, poi faceva un saltò alla Mizuhashi per vedere come se la passava Misaki; poi tornava a casa, faceva uno spuntino veloce, pensando al fatto che stava molto meglio quando non ne aveva bisogno, e si dirigeva al lavoro alla casa editrice, facendo molta attenzione nel non esser visto da Isaka-san, che vedeva tutti i giorni durante i suoi turni a fare chissà cosa, visto che non era la sua casa editrice; dopo questo lavoro si dirigeva al negozio di fiori, dove aveva instaurato un’amicizia tra colleghi con Nowaki, l'unica persona a cui non facevano paura i suoi occhi rossi e che rispettava. Ma una volta, notando uno strano tizio con gli occhiali e un cappello marroncino spiare il collega da un bar davanti al negozio, lo trovò alla fine del suo turno di lavoro dopo che aveva malmenato gli amici di uno sbruffone che all'Università aveva provato a minacciarlo, e fraintese credendo che fosse uno di loro in cerca di vendetta, che aveva deciso di vendicarsi su Nowaki.
Hiro-san era appena uscito dal bar quando lui lo afferrò per una spalla e lo portò nel vicoletto accanto al bar «Che cosa vuoi?» gli chiese Hiro-san con la sua solita gentilezza, e Mizuki gli chiese «Cosa vuoi da Nowaki-san? Perché lo osservi tutti i giorni?» «Non è qualcosa che ti possa riguardare» disse Hiro-san avviandosi verso l'uscita dal vicolo, ma Mizuki lo afferrò per la spalla e lo buttò contro il muro dicendogli «Invece mi riguarda. Cosa vuoi da lui?» «Perché dovrei dirlo a te?» ma Mizuki gli afferrò il polso del braccio sinistro e disse «Questo ti servirà per farti capire che non devi provare a toccarlo» e gli storse il braccio.
Hiro-san gridò dal dolore, ma Mizuki non gli mollò il braccio, e quando capì che si era rotto lo lasciò, o meglio dire lo buttò contro la porta del retro del bar, e mentre Hiro-san indietreggiava Mizuki gli si avvicinò e lo prese a calci finché non si stancò, e andandosene disse «Buona notte».
Quando poi scoprì che l'uomo con gli occhiali in realtà era il coinquilino di Nowaki capì di aver frainteso...tornato a casa, la sera, andava a fare la sua visita notturna a Misaki e a Usagi-san, e appena si accertava che andasse tutto bene, se ne tornava a casa, si faceva una doccia ristoratrice, cenava e andava a dormire.
Tranne per il fatto che doveva evitare Misaki, Usagi-san, e tutti i loro conoscenti costantemente, era felice di quella vita.
THE END