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Autore: orphan_account    09/03/2012    21 recensioni
Ero a pezzi, fisicamente e mentalmente. Stavo cercando disperatamente di dire quello che pensavo, ma la mia gola era chiusa e non riuscivo a respirare dal dolore: "A-Avete la minima idea di quello che ho dovuto sopportare? Di quello che ancora sopporto, tutti i giorni?"
Li guardai con sfida. Due di loro era chiaramente confusi, come se non avessero la minima idea di cosa stessi parlando. Liam e Niall, invece, abbassarono lo sguardo.
[...]
"Per favore, Taylor! Lasciati aiutare." Liam mi stava supplicando, ma i suoi occhi non riuscivano a scollarsi dalle mie braccia. Niall era così disperato che per poco non si metteva a piangere. Dieci minuti dopo questo teatrino mi abbandonai alle lacrime, lasciandomi scivolare lungo il muro del bagno.
Basta, ora basta.
Srotolai le bende bianche e voltai le braccia verso di loro.
E proprio in quel preciso istante, la porta si aprì, e Zayn entrò nella stanza. No, lui no. Lui non doveva vedere i tagli, non potevo permetterlo.
I suoi occhi saettarono verso le mie braccia scoperte, e la sua espressione cambiò di colpo.
[Gli aggiornamenti sono molto lenti. Siete avvertite.]
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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09 settembre 9:50

La campana che segnalava la fine della seconda ora mi colse alla sprovvista, pugnalandomi alle spalle e avvertendomi che l'ora che più temevo, educazione fisica, era arrivata in tutta la sua inesorabile maestosità. Però, ero proprio tragica oggi.

Raccolsi tutti i miei libri di matematica lentamente, Tutto sommato le prime due ore erano andate bene: ero in banco da sola per matematica, mentre io e tizio Malik non ci eravamo parlato per niente, io non avevo neanche il coraggio di guardarlo, quindi non sapevo nemmeno che faccia avesse.

Sapevo solo che aveva delle mani stupende, e dal loro colore ne avevo dedotto che non fosse completamente inglese, a riprova del suo nome molto... particolare.

Ero rimasta l'ultima nell'aula di matematica e fui costretta ad uscire dall'aula per tuffarmi nella folla di studenti che intasavano i corridoi.

Ehi, attenta!” una voce femminile infastidita precedette uno spintone che mi mandò a sbattere contro un altro studente, il quale mi lanciò uno sguardo omicida.

Lo sapevo che non poteva continuare ad andare tutto bene.

Alla fine riuscii a liberarmi dalla folla per uscire all'aria aperta e al silenzio. L'aria fresca mi svegliò e mi ridonò un poco di pace mentale, mandata a farsi friggere dopo lo spintone ricevuto.

Tirai un calcio ad uno sventurato sassolino che si trovava vicino al mio piede.

Quando ci arrivai proprio di fronte, aprii di malavoglia la porta della palestra e trascinai i piedi verso la prof, che stava parlando al semicerchio di diciassettenni radunati intorno a lei. Erano già tutti cambiati. I ragazzi avevano una maglietta grigia e dei pantaloncini larghi neri. Le ragazze un tuta un po' più attillata, ma non scandalosa. Ma quanto diavolo di tempo avevo sprecato fuori nel parcheggio?

Appena entrai nel loro raggio visivo abbassai la testa, accontentandomi di fissare i loro piedi. Era già tanto che non avessi nessuna cheerleader o nessuno delle squadra di football e basket in classe con me durante le prime due ore. Per mia fortuna scrittura creativa e matematica erano off limits per l'intelligenza limitata delle star.

Ma ginnastica era proprio quel genere di corso dove ci sarebbero stati tutti.

Mi fermai di fianco alla prof, che smise di parlare quando mi vide.

La guardai in quegli occhi stupendamente azzurri che si ritrovava: “Mi scuso per il ritardo, professoressa Redbird.”

Lei mi lanciò una breve occhiata interrogativa prima di sorridere calorosamente: “Taylor!” mi mise una mano sulla spalla, “Non è grave, ma non farlo più.”

Osservai i suoi occhi fissare i miei avambracci, quasi stesse cercando di farmi una radiografia.

Allora, voi ragazzi formate due squadre e andate fuori al campetto di calcio,” disse con un tono più autoritario, “le ragazze... prendete un pallone e andate a giocare a pallavolo fuori. I ragazzi nuovi vengano qua che gli devo parlare e pure tu, Taylor.”

C'erano dei ragazzi nuovi anche qua? Ma cos'era quest'anno?

Guardai di nuovo la prof. E io c'entravo perché...?

Quasi a rispondere alla mia domanda inespressa, lei si guardò velocemente intorno prima di scoccarmi un'occhiata triste: “Come va con...” lasciò la frase in sospeso, ma io sapevo cosa intendesse.

Non andava bene, chiaramente, e io non ero assolutamente capace di mentire, la verità mi si leggeva negli occhi. Stava ancora aspettando una risposta, e doveva essere la verità: “Non ho fatto colazione e ieri mi sono quasi uccisa. Ho le braccia a pezzi.” la informai, concisa, con una smorfia. Non aveva alcun senso prolungare le mie sofferenze.

Non sapevo come, ma improvvisamente mi ritrovai stretta nell'abbraccio soffocante della professoressa. Dopo un attimo di smarrimento mi abbandonai all'abbraccio, caricandola di tutti i miei quaranta chili di peso.
“Oh cara, mi dispiace tanto.” disse, la sua voce distorta perché aveva appoggiato le sue labbra sulla mia fronte.

Sentii le voci di alcuni ragazzi avvicinarsi e mi staccai velocemente da lei.

Non li guardare in faccia, mi ripetei all'infinito, una cantilena che andava avanti eternamente.

Non avevo nessuna intenzione di essere spedita all'ospedale il primo giorno di scuola.

Eccovi. Alla buon'ora.” disse la prof in tono seccato, “Taylor, loro sono Malik, Styles, Payne e Horan. Ragazzi, lei è Austen.”

Due di quei nomi me li ricordavo da quella mattina, ma gli altri due erano davvero sconosciuti. No, mai sentiti in vita mia.

Senza alzare la testa annuii un pochino. Non potevo risultare sgarbata, avrebbe portato solo a lividi più grandi se li avessi ignorati.

Sentii due voci, probabilmente Styles e Payne, visto che non le riconoscevo, salutarmi, mentre gli altri due, avendo già capito che non ero così loquace, non si sprecarono.

Niall, non si saluta più?” chiese la prof, con un tono molto più materno di quanto mi sarei aspettata.

Ciao.” disse allora, anche se lo sentivo dal suo tono che era imbarazzato. Feci un altro cenno con la testa.

Austen, non ti farebbe male guardarli in faccia.” mi sussurrò minacciosa all'orecchio la professoressa.

L'angolo della mia bocca si sollevò senza il mio consenso.

Mi avvicinai al suo di orecchio: “Io credo di sì invece, le cheerleader mi distruggerebbero se solo mi vedessero guardarli.”

Sicura? Se solo avessi vent'anni di meno ci andrei io, dietro ad un paio di loro. Guarda che fisico che ha Payne, e la faccia di Malik. Non sai cosa ti stai perdendo.” il suo tono sognante e allo stesso tempo malizioso mi fece ridacchiare di gusto.

Passo, grazie.”

Lei si rialzò e scrollò le spalle prima di parlare ad alta voce: “Meglio così, ce n'è di più per me.”

Io l'adoravo la Redbird.

Stavo dicendo,” il suo timbro tornò a quello che si addiceva al suo ruolo di insegnante, “loro quattro sono nuovi qui, ti dispiacerebbe fargli fare un giro per la scuola? Tanti tu non ti alleni, no?” Le lanciai un'occhiata omicida, ma non potei che accettare la proposta della prof.

Va bene” dissi nel tono più tranquillo che riuscii a mettere insieme. Mi girai e cominciai a camminare fuori dalla palestra, seguita a ruota dai quattro ragazzi. O almeno, speravo mi stessero seguendo perché io di certo non gli sarei corsa dietro se si fossero persi.

Ah, e Niall,” mi fermai per permettere al ragazzo di sentire cosa doveva dire la professoressa, “falle mangiare qualcosa, mi raccomando.” disse con una risata.

Non potei fare a meno di sussultare e socchiudere gli occhi verso la traditrice.

Niall si schiarì la voce, confuso: “Uhm, va bene, zia.”

Zia? Zia?? Niall Horan era il nipote di Hannah Redbird?
Mi era appena caduto il mondo addosso. Scossi la testa tra me e me. Non ero certo quel genere di ragazza che appena scopre una novità qualunque, anche la più insignificante. Affari loro se erano imparentati.

Alzai leggermente la testa per vedere dove stavo andando. Uscii nel parcheggio pieno di Porsche e BMW per poi rientrare nel corridoio dell'edificio principale.

Cominciai a nominare le porte e le aule con voce spaventata ma allo stesso tempo atona: “La segreteria, gli armadietti, il bagno dei maschi, l'aula di arte...” non stavano ascoltando, questo era chiaro e limpido dai rumori che sentivo dietro di me.

E improvvisamente una mano forte si posò sulla mia spalla, immobilizzandomi all'istante.

Strizzai automaticamente gli occhi e mi irrigidii, ferma dove mi trovavo.

Oh Madonna, Cristo santo. Ti scongiuro, fa' che non mi picchino. Prometto che andrò in chiesa più spesso, mi confesserò, mi farò suora, ma fa' che non mi picchino.

Ehi, senti.” indubbiamente la voce di Malik, “Per scrittura creativa-” alzai una mano per fermarlo, prima che potessi rendermi conto che l'avrebbe fatto arrabbiare.

Continuai a fissare il pavimento mentre gli rispondevo, la mia voce piena di amarezza, “Ho capito. Li vuoi domani o va bene anche mercoledì?”

Lo sapevo che sarebbe successo, ma perché allora faceva ancora così tanto dannatissimo male? Non era una novità che gli studenti mi ordinassero di fare i loro compiti, potevo solo essere contenta che fosse stato così gentile da chiedermelo, no? Eppure era doloroso sentirselo domandare anche dal ragazzo nuovo, che tra l'altro non sapevo ancora che faccia avesse.

La pressione sulla spalla diminuì. Ecco, ora tirava indietro la mano per tirarmi una sberla o un pugno. No, no, no, non il primo giorno, non di già!

Che cosa hai detto?” lo sapevo, l'avevo fatto arrabbiare col mio tono insolente. Però non sembrava irritato. Più... confuso, ecco.

Scusa, ehm, non volevo dire, ecco-io.” cominciai a balbettare, tanto ero spaventata.

Ma Malik rise, una risata profonda. Ma che faccia doveva avere quello per avere una risata così bella, così sexy? Arrossii violentemente al pensiero. Dio, sembravo proprio un'adolescente con gli ormoni in subbuglio. Non solo lo sembravo, io lo ero!

Però Zayn, hai già fatto colpo.” disse un'altra voce.

Senza pensarci, alzai la testa di scatto all'insinuazione poco gradita.

Ci mancava solo che andassero in giro a dire che mi piaceva il ragazzo nuovo e la mia umiliazione sarebbe stata completa.

Io non-oh!” rimasi senza parole. In quel momento l'unica parola rimasta nel mio vasto vocabolario era 'wow'.

Avete presente l'espressione avere un sorriso che va da un orecchio all'altro?

Non avevo mai pensato che fosse veramente possibile farlo davvero. E invece il ragazzo davanti a me lo stava facendo sul serio. Aveva una massa di capelli ricci che sembravano così morbidi che volevo affondarci le mani dentro per vedere se erano davvero così morbidi come sembravano.

E, accipicchia, era un gran bel pezzo di ragazzo.

E tu chi sei?” le parole mi uscirono di bocca, così, senza che ci avessi pensato.

Il suo sorriso si ingrandì ancora di più: “Io sono Harry Styles, baby.” disse facendomi un occhiolino. Dire che quella frase mi prese in contropiede sarebbe minimizzare la situazione.

Feci un piccolo passo all'indietro, solo per sfiorare un altro corpo, indubbiamente maschile.

I miei occhi mi incontrarono con quelli del secondo stupendo ragazzo.

Oh” fu l'unico suono che uscì dalla mia bocca.

Pelle scura, capelli scuri. Occhi scuri che mi stavano ipnotizzando per la loro intensità. Quello era di sicuro il mio perfetto compagno di banco, Zayn Malik. Se Harry era un gran bel pezzo di ragazzo, Zayn era di certo una versione modernizzata di Adone.

Non sarei più riuscita a distogliere lo sguardo da lui se in quel momento la voce di Horan non avesse interrotto.

Ehi, Harry, ho pres-” si bloccò a metà parola, guardandomi.

Oh” stavolta lo pronunciammo all'unisono. Aveva gli stessi bellissimi ed angelici occhi azzurri che aveva anche sua zia. E, assieme ai capelli biondi, gli donavano un'aura di serenità e dolcezza che non potevo non notare.

E dietro di lui veniva un altro ragazzo. Questo era tanto bello quanto gli altri tre, magari con un corpo più atletico, per quanto potevo vedere attraverso la maglietta che lo abbracciava un tutti i punti giusti.

E quello, per deduzione, era tizio Payne, no?

Avevo voglia di pronunciare un altro 'oh', ma mi trattenni. Sicuramente avevano già cominciato a pensare che erano ritardata così com'era, non c'era bisogno di aggiungere altri punti a favore della loro tesi.

Payne, giusto?” dissi invece, cercando di apparire cordiale.

Lui annuì: “Liam.”

Liam... un bel nome, secondo me.

Ma tanto stavo dormendo, quindi che problema c'era? Eh, beh, per forza stavo dormendo, non era possibile che tutto questo stesse succedendo sul serio, che ci fossero veramente i quattro ragazzi più belli che avessi mai visto e che non stessero cercando di farmi piangere.

E se stavo dormendo, allora...

 

*ANGOLO AUTRICE*

E poi, boh, questa specie di schifezzuola aliena è piaciuta... Quiiindi, a grande richiesta, metto il continuo :) L'ho fatto super lungo, solo per voi XD

Ringrazio tutte le ragazze che hanno recensito, mi avete resa veramente felice!

E anche tutte quello che l'hanno messa tra le ricordate o le seguite :)

Volevo ringraziare in particolare Firelight_, per quella recensione che mi ha spezzato il cuore.

Tra l'altro, la mia amica sopraccitata scrive DIVINAMENTE, se non avete ancora letto la sua FanFiction,

è questa qua: You're my kryptonite.

Se leggerete farete un favore a lei, a me e soprattutto a voi stesse :)

Diciamo che continuo a 3 / 4 recensioni. Non sono tante, no? Tre piccole-iccole recensioncine! (?)

E ditemi se siete proNiall, proLouis, proZayn insomma, pro-chiunque!!

Baci baci :)

Ele

   
 
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