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Autore: Anto1    09/03/2012    4 recensioni
Serventi è di nuovo in circolazione. La sua smania di sconfiggere Gabriel lo porta a fare un patto con un demone. Prima di combatterlo, però, il Gesuita dovrà fare i conti con qualcosa di altrettanto oscuro: il suo stesso potere.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Si dice che Dio, quando inventò la mosca, non sapesse come impiegare il suo tempo: perché inventare un insetto che si posa ronzando sugli escrementi, per poi volare per le stanze delle persone per nutrirsi del loro cibo, per posarsi insistentemente sulla sua pelle? Tutto questo fa venire un’incontrollabile voglia di ucciderla, no? Che utilità può mai avere una mosca? Vogliamo scoprirlo? Vedete quel bell’esemplare che si è appena staccato da un fiore? Seguiamolo. Si sta dirigendo verso un’enorme casa di mattoni bianchi, a tre piani. Sente odore di cibo, non vede l’ora di sgraffignare qualcosa… perché il cibo degli umani è davvero squisito! C’è una finestra aperta al terzo piano; la nostra amica entra da lì. I suoi occhi d’insetto non registrano nessun esemplare umano in vista, la camera è vuota. E’ molto grande, ed è arredata con strane costruzioni di legno, quelle che gli umani chiamano mobili… mobili pieni di sporcizia! Un paradiso per una mosca. Va a posarsi sulla testata di un letto, affondando le zampe in quella polvere. Sì, pensa la mosca, Dio è davvero generoso. Con un ronzio di ali, si libra in volo, per perlustrare la stanza, una stanza vuota e silenziosa.
Clang… clang… clang…
Un rumore di passi, accompagnato da un terzo, come di legno battuto sul pavimento. La mosca comincia ad agitarsi, spaventata: sente, accompagnato da quei passi, un forte tanfo di guai. Umani! No, un umano! Un umano strano: un viso cereo, coperto da una grande massa scura e incolta di capelli, appoggiato ad una strana cosa… una cosa che i vecchi umani portano per aiutarsi a camminare: un bastone. Un bastone con un manico bello e brillante. Attirata da quel luccichio, la nostra mosca si avvicina entusiasta, ma non ha nemmeno attraversato la stanza che qualcosa la blocca: un campo di forza. La mosca ha paura, vuole andarsene via di lì, perché ora sente che quell’uomo è malvagio, il più malvagio delle creature. Sente che quel campo di forza l’avvolge, la stringe, la stritola… e poi più nulla. Il vuoto. Noi ci siamo chiesti perché Dio avesse inventato la mosca, ma quel povero esserino che ora giace sul pavimento inerme, si è chiesta, un attimo prima di morire: “perché Dio ha inventato l’essere umano?” Certamente, il giorno in cui creò Serventi, Dio non aveva proprio niente da fare. O forse Serventi non è stato inventato da Dio, ma da qualcun altro. L’uomo si mise a sedere sul suo letto, guardando compiaciuto quella mosca sul pavimento.
“Le ho sempre odiate” disse, con un sorriso sbieco.
Stese le gambe sulle lenzuola, mettendosi in una posizione comoda; poggiò il bastone sul lato del letto… stringendolo all’improvviso, quando sentì una risata malefica nell’aria, talmente vicina a sé da sembrare venisse dalle sue spalle.
“Non hai sempre odiato solo loro, vero?” era una voce agghiacciante. Lui, Serventi, il mostro, l’assassino, tremò al suono di quella voce.
“Chi sei? Dove sei?” chiese, sperando che la sua voce non avesse tradito il suo spavento.
“Alzati e guarda nello specchio della tua stanza” fu la secca risposta.
Tremando, Serventi prese il suo bastone, alzandosi quasi a fatica. Le gambe gli tremavano, mentre lui percorreva quelle mattonelle scure. Il tragitto dal suo letto a quello specchio non gli era mai sembrato così lungo e faticoso: tremava ad ogni passo, sentiva come se le sue gambe fossero di gelatina. Finalmente, raggiunse quel vetro argentato. Per tutto il tragitto, aveva tenuto gli occhi bassi, incapace di guardare quella superficie. Lentamente, si decise ad alzarli, e, quando l’ebbe fatto, soltanto lui! Si era immaginato tutto, si era immaginata quella voce demoniaca. Forse, per troppo tempo aveva lavorato a contatto con quegli stupidi esseri che chiamavano poteri sovrannaturali quelli di cui erano dotati, dimenticando che era lui il signore assoluto. La sua figura rideva, un brillio diabolico negli occhi. Mosse il braccio sinistro… un momento, quello non era stato lui! Lui era spaventato, a bocca aperta, ma la figura nello specchio sorrideva! La figura nello specchio aveva aperto la bocca per parlare.
“Ciao, Simone!” quella non era la sua voce; era la voce diabolica di prima.
“Co… cosa?” strabuzzò gli occhi. Certo, stava avendo un esaurimento nervoso, non poteva essere reale.
“Reale, eh? Detto da uno che ha il potere di uccidere!” la figura rise, beffarda.
“Chi sei?” aveva il fiato corto, stava entrando in iperventilazione.
faccia riflessa nello specchio, ora, era seria.
“Che domande!” rise, seppur nervosamente “ce l’ho da quando sono nato!”
“Sì, ma l’hai ricevuto da chi?! Quando degli esseri umani nascono, quello che loro chiamano Dio da ad alcuni di loro in dono dei poteri. Ma alcuni di questi poteri sono forniti dai diavoli. Tu, fra tutti loro, sei speciale, perché il tuo dono ti è stato fornito dal nostro signore: Lucifero.” La figura s’inginocchiò a quel nome.
Serventi, lentamente, riprese il controllo di sé, respirando lentamente.
“Quindi sei un demone?” chiese, sorridendo. Chissà perché quella confessione non l’aveva turbato più di tanto?
“Piacere, Ishtar, uno dei servi del Signore Demoniaco!” il demone sotto forma di Serventi alzò una mano in segno di saluto “e sono venuto qui per fare un accordo con te.”
Serventi sorrise; era un figlio del diavolo anche lui, no? Questo significava che quel demone non poteva tenerlo in scacco, perché erano fatti della stessa pasta.
“Che genere di accordo?”
“Tu odi una persona di nome Gabriel, giusto? Vuoi vederlo morto, vero?”
“Continua.” Serventi gli mostrò un largo sorriso.
“Lui ha un potere sia divino che demoniaco, il potere completo, i due lati della stessa medaglia. E’ molto potente, ma ha un punto debole: pur essendo un ecclesiastico, è follemente innamorato di una donna.”
“Ah! Sprechi fiato, lo sapevo già! E’ come suo padre Demetrio, l’idiota! E questo a cosa mi dovrebbe servire?”
“Non riesci ad afferrare? Il suo stesso potere, unito all’insensato amore per questa donna sono le due cose che possono firmare la sua condanna! Voglio convertirlo del tutto al potere oscuro, ma mi serve il tuo aiuto, mi serve il tuo odio nei suoi confronti, il tuo desiderio di vederlo distrutto.”
“Qual è il prezzo?” chiese Serventi, brusco.
“La sua anima per la tua: lui morirà, ma io potrò disporre del tuo corpo come meglio credo. In altre parole, dovrò risiedere nel tuo corpo per un tempo illimitato.”
Il sorriso di Serventi diede il suo assenso; gli occhi brillarono di una luce folle, già demoniaca.
“Facciamolo, socio!”

Una mano nera con degli enormi artigli uscì dallo specchio.


Ho detto che non avrei scritto per molto tempo: mentivo. Ecco a voi una nuova storia, mi ronzava in testa da quando ho finito di scrivere l’altra. Buona lettura! Domani è il giorno della presentazione del mio romanzo, quindi credo di non essere al PC.
 
 
  
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