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Autore: AngelOfSnow    10/03/2012    8 recensioni
Salve a tutti, questa è la mia prima "Song-Fiction" e spero che vi possa piacere!!
Fa parte della serie "I Belong To You. You Belong To Me."
Dal Capitolo:
Senza darlo troppo a vedere cominciò a strofinare le mani in modo nervoso e sorrise appena osservando lo stesso luogo del loro primo “appuntamento” dove la ragazza non aveva fatto altro che tentare di farlo stare al proprio agio in modo buffo cercando di farlo innamorare: c’era riuscita.
Yahiro amava Megumi da quando, quel pomeriggio di ormai di alcuni anni addietro, aveva cercato di farlo invaghire di lei e non si era mai tolto in testa l’idea che quella ragazza avesse un qualcosa di speciale che l’attraesse come la più potente della calamite al suo fianco.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Megumi Yamamoto, Un po' tutti, Yahiro Saiga
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I Belong To You. You Belong To Me. '
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Love Story

Love Story

 

Yahiro era impaziente, non riusciva a stare fermo e spesso si ritrovava a tamburellare con un piede sul freddo e triste asfalto per cercare di darsi una spiegazione più che plausibile al ritardo della propria ragazza. Impossibile che una cosa del genere accadesse a Megumi, almeno non era mai accaduto in tutto quel tempo...

<< Dannazione! Giuro che la lascio qui! >>

Urlò improvvisamente verso il cielo attirandosi addosso gli sguardi dei passanti che lo sbeffeggiavano capendo il fulcro del problema: una ragazza.

 

Continuò a borbottare fino a quando non intravide una panchina vicino al punto d’incontro e non vi ci sedette borbottando parole frammentate sulle donne in generale che, di carino, avevano soltanto poco o quasi nulla.

Era in ritardo di venti minuti e questa cosa lo stava facendo innervosire. Chiuse gli occhi beandosi del venticello che gentile carezzava i propri capelli cullandoli al proprio ritmo e si sorprese quando desiderò che quella tiepida carezza da parte della natura fosse invece data dalla propria ragazza. Si diede del patetico e si concentrò a pensare ad altro senza successo: era preoccupato.

 

Senza darlo troppo a vedere cominciò a strofinare le mani in modo nervoso e sorrise appena osservando lo stesso luogo del loro primo “appuntamento” dove la ragazza non aveva fatto altro che tentare di farlo stare al proprio agio in modo buffo cercando di farlo innamorare: c’era riuscita.

Yahiro amava Megumi da quando, quel pomeriggio di ormai di alcuni anni addietro, aveva cercato di farlo invaghire di lei e non si era mai tolto in testa l’idea che quella ragazza avesse un qualcosa di speciale che l’attraesse come la più potente della calamite al suo fianco.

Un’ora di ritardo dall’orario dell’appuntamento per fargli, finalmente, prendere in mano il telefonino lasciando partire la chiamata perché, oramai, la preoccupazione aveva lasciato posto all’ansia.

 

La mollo qui e mi vado a trovare un’altra ragazza!!

 

Pensando questo, invece, si era già avviato tra le strade del paese per cercarla con non troppa foga cercando di immedesimarsi nel pensiero della propria amata: non poteva farle accadere qualcosa di male. Proprio no.

<< Yahiro! Yahiro! >>

Si sentì chiamare dalla voce familiare di Akira, affiancata da Tadashi che lo salutava con una mano alzata.

Sotto il sole che tranquillamente tingeva tutto il paesaggio di luce e calore, Yahiro non poté fare a meno di avvicinarsi loro con gioia, nascosta, da un velo del, proprio, classico orgoglio.

<< Yahiro... e Megumi? >>

Disse ad alta voce Tadashi mandando a quel paese la sensazione di calore che si stava andando a formare, lentamente, sul proprio petto, facendolo tornare con i piedi per terra.

<< E’ in ritardo all’appuntamento e ... >>

Non disse altro cercando tra la folla di persone la figura mingherlina della ragazza facendo sogghignare i due piccioncini che se la ridevano alla grande: il loro incontro non era casuale.

<< Non è che ti ha dato buca? >>

Scosse in modo negativo il capo conoscendo perfettamente l’amata: non lo avrebbe fatto mai, non proprio il giorno del proprio compleanno.

<< Ah! Auguri Yahiro caro... >>

Akira in uno slancio di affetto lo stava stritolando in uno dei propri abbracci anti-Takishima.

<< G-grazie... >>

Mormorò riprendendosi da” quell’attacco”

<< Andiamo a cercarla, no?! >>

Sbotto tutto d’un fiato Tadashi cominciando, con la complicità di Akira che si mise alla destra del ragazzo, a trascinarlo in ogni luogo in ogni dove provando ogni tanto a telefonare alla ragazza che aveva il telefono spento.

Spento come l’entusiasmo di Yahiro seriamente in pena.

<< Su, dai non ti preoccupare... >>

Imbarazzato non poté fare a meno di parlare con finta indifferenza.

<< Io non sono preoccupato... appena la trovo la... >>

<< La baci chiedendole il motivo del proprio ritardo e poi magari le accarezzi il capo... >>

Con un’entrata degna di Kei, spuntato da non si sa bene dove, era riuscito a farlo divenire porpora per l’imbarazzo.

<< Dai, Yahiro, non ti preoccupare la  troveremo! >>

Spuntò anche Hikari cercando di sollevare il morale di quello che era il loro “obiettivo”. Infatti, tutti gli ex membri della Special A, non erano lì per un caso fortuito e Yahiro non poté fare a meno di notarlo.

<< Ma voi che ci fate tutti qui? >>

I diretti interessati i sorrisero sornioni e ignorarono bellamente la domanda del ragazzo intonando la canzone “Happy Birthday” intontendolo appena dietro la sensazione di leggera appartenenza che sentiva al petto. Un telefonino squillò e Yahiro, sentendo che fosse il suo, fece scattare velocemente la mano alla tasca destra del proprio jeans recuperando il telefonino e rispondendo con foga.

<< Pronto!? Megumi!? >>

Dall’altro lato si sentì una risata e la voce del fratellino, oramai non più così piccolo, che lo avvisava che sarebbe uscito di li a pochi minuti per incontrare i propri amici.

<< Mmm, ok, non ho nulla di contrario, sta attento... >>

<< Tu e Megumi? >>

<< Chitose, devo staccare... >>

Dicendo questo non ascoltò nemmeno la flebile protesta del fratello minore chiudendo il collegamento e tornando a guardare la marea di persone che a quell’ora si stava riversando sulle strade: sperava di trovarla.

<< Ma guardate che tenero il nostro Yahiro!! >>

Affermò Kei trascinandolo davanti ad una vetrina di giocattoli: la stessa in cui aveva acquistato la lavagnetta per Megumi e la stessa in cui si era dato mille volte dello stupido per quell’atto così gentile, al tempo.

<< Dai, non puoi dire che Megumi non ti abbia toccato il cuore! >>

Disse Tadashi guardando negli occhi Akira che si imbarazzò divenendo porpora mentre Kei abbracciava Hikari passandole un braccio nei fianchi e avvicinandola a sé.

<< Io, per esempio, sono rimasto affascinato dal numero di volte in cui arrivava seconda, non che adesso ci sia differenza... Miss numero due... >>

Le diede un buffetto sulla testa guardando il modo in cui arrossiva e, al contempo, si dimenava per la storia della “miss numero due” che andava avanti da sempre. Yahiro sospirando rivolse gli occhi al cielo e al tramonto che, con gli ultimi raggi alla propria mercè, tingeva di colori infuocati il cielo prossimo ad oscurarsi.

<< Andiamo. >>

Fu l’unica risposta a quelle, innocue, provocazioni. Lo seguirono punzecchiandolo con ricordi riguardanti anche il giorno del quarto mese di fidanzamento di Kei e Hikari, in cui era corso in soccorso della propria ragazza per il ruolo che Kei le aveva affidato, fare da balia ad’una Hikari versione zombie, e i baci che si erano scambiati dopo, all’ombra di un albero prima di prendere il tè insieme  al gruppo.

<< Non parlare di cose così imbarazzanti in pubblico! >>

Urlò di botto scoppiando e sentendo le guance riscaldarsi in modo troppo elevato per i suoi gusti.

Un telefonino cominciò a squillare e questa volta, non fu il proprio, che giaceva inerme tra le mani del proprietario che lo rigirava continuamente, sperando in un messaggio da parte dell’amata. Era di Akira.

<< Si? Ah, gli strumenti sono arrivati? Bene, stiamo arrivando! Stiamo aspettando solo Ryuu... oh, eccolo! A dopo... >>

Yahiro ascoltò un po’ curioso, un po’ confuso e un po’ indispettito: perché non lo lasciavano andare a cercare Megumi?

Adesso si doveva anche aspettare anche l’arrivo dell’animalista da strapazzo...!!!

<< Ehi ragazzi! >>

Alzò lo sguardo, precedentemente fisso sull’oggetto, per sostarsi su una figura che li chiamava mentre teneva stretto al petto un piccolo batuffolo di pelo bianco... no, un coniglio.

<< Ryuu!!! >>

Gridarono in coro tutti, tranne Yahiro, che si era limitato a guardarlo con indifferenza.

<< Salve ragazzi... >>

Carezzò il coniglio e poi continuò a parlare rivolgendosi proprio a lui.

<< Auguri Yahiro! >>

Gli rivolse un sorriso molto ampio avvicinandogli la palla di pelo vicino al viso per farglielo accarezzare, cosa che fece con riluttanza.

<< Bene! Andiamo?! >>

Non prestò molta attenzione ai racconti degli ex studenti dopo il diploma all’Hakusenkan, in cui li ritrovava spesso coinvolti in situazioni assurde, non rendendosi conto del luogo in cui, maliziosamente e consapevolmente, lo stessero conducendo: all’Hakusenkan.

Si rese conto del tranello solo dopo aver attraversato il prezioso cancello con la sigla dell’istituto intagliata in oro e la fontana, che accoglieva gli alunni da tempo immemore, raffigurante un putto alle prese con arco e freccia da cui l’acqua, sempre limpida e in funzione, scorreva dalla punta della freccia e da alcune intagliature nel marmo.

<< Perché siamo qui? >>

Lo ignorarono completando la prima parte del loro piano: attirare Yahiro all’interno dell’istituto. Con felicità e una nota di amarezza ricordando i vecchi tempi, lo condussero sul retro dell’istituto in cui avrebbe avuto inizio la seconda fase.

<< Yahiro, vieni! >>

Dissero le ragazze prendendolo dalle mani e trascinandolo davanti ad una X bianca posta sul terreno, sorridendo a crepapelle, gli dissero di non muoversi per la propria incolumità, prendendo a correre verso un punto non definito del paesaggio: un campo verde.

<< Yahiro! >>

La sua voce melodiosa rimbombò per molto, riempiendo l’ambiente circostante aiutata dall’eco e sembrò che il volto del ragazzo si illuminasse appena nel sentire la sua voce così carica di emozione e dolcezza: proprio come quando lei parlava nel sonno mormorando il suo nome nel sonno.

In quel momento si illuminò l’ambiente circostante, oscurato dalla presenza della luna, tutto su un piccolo palchetto su cui Megumi era all’in piedi e sorrideva raggiante tenendo tra le mani il microfono.

Yahiro si sorprese nel vedere la ragazza e sorrise mentre la pesantezza della preoccupazione svaniva lentamente.

<< Auguri... Yahiro. >>

Continuò a dire la ragazza, consapevole dello sguardo carico di emozioni da parte del ragazzo e sorrise mentre gli ex membri della Special A, Jun incluso, si apprestavano a salire sul palco vestiti con abiti medievali e posizionandosi dietro ad alcuni strumenti dove, il Banjo è suonato da Chitose ce saluta il fratello con una mano proprio al fianco della propria ragazza.

Yahiro smise di ridere e osservò la propria ragazza con addosso un vestito dorato che le fascia il corpo fino alla vita per aprirsi in grinze pizzi e merletti e la trovò bellissima...

Con un cenno del capo verso gli amici, Megumi diede il suo consenso per cominciare e Chitose, accompagnato  da Tadashi alla batteria, cominciarono a far risuonare alcuni accordi, mentre Akira ai tamburi, teneva un ritmo non troppo veloce.

Yahiro vide Megumi prendere fiato e cominciare a cantare una canzone in inglese che lui non conosceva ma il proprio, di inglese, era così elevato da permettergli di capire quanto lei stesse cantando senza preoccupazioni.

 

We were both young when I first saw you
I close my eyes and the flashback starts
I’m standing there on a balcony in summer air
See the lights, see the party, the ball gowns
See you make your way through the crowd
And say hello, little did I know

That you were Romeo, you were throwing pebbles
And my daddy said stay away from Juliet
And I was crying on the staircase, begging you please don’t go
And I said

Romeo take me somewhere we can be alone
I’ll be waiting, all there’s left to do is run
You’ll be the prince and I’ll be the princess
It’s a love story, baby just say yes...

Yahiro rimase immobile a sentire con quanta passione la ragazza stesse cantando la propria dichiarazione d’amore verso lui... e aspettò che il testo ricominciasse e la parte strumentale terminasse per ascoltare ancora quella dolce voce accarezzargli le orecchie come una battito d’ali di farfalla...

So I sneak out to the garden to see you
We keep quiet ’cause we’re dead if they knew
So close your eyes, let’s leave this town for a little while
Oh, oh

‘Cause you were Romeo, I was a scarlet letter
And my daddy said stay away from Juliet
But you were everything to me, I was begging you please don’t go
And I said

Romeo take me somewhere we can be alone
I’ll be waiting, all there’s left to do is run
You’ll be the prince and I’ll be the princess
It’s a love story, baby just say yes…

Romeo save me they’re tryna tell me how to feel
this love is difficult, but it’s real
Don’t be afraid we’ll make it out of this mess
It’s a love story, baby just say yes…

Yahiro poggiò la schiena contro un albero e sorrise al riferimento metaforico con Ryuu nelle vesti del padre protettivo: ricordò ogni singolo momento, ogni attimo trascorso al suo fianco e quella sera, in cui gli era andato dietro le spalle, sopra il tetto, per aiutarla a cantare e il bacio mancato per colpa di Tadashi...

Rivolse il proprio sguardo al palco notando subito la presenza di Sakura ad un flauto mentre Jun si dava da fare con il proprio violino. Un flebile sorriso spuntò sulle labbra di Yahiro quando vide Kei e Hikari, entrambi alle chitarre elettriche, sfidarsi con gli occhi mentre suonavano... e Ryuu che armeggiava, dietro una console, con tasti e aggeggi vari muovendo a ritmo di musica il coniglietto in una mano...

Megumi ricominciò a cantare guardando Yahiro con una dolcezza disarmante...  

I got tired of waiting wondering if you were ever coming around
My faith in you is fading
When I met you on the outskirts of town
And I said

Romeo save me I’ve been feeling so alone
I’ll keep waiting for you, but you never come
Is this in my head, I don’t know what to think
He knelt to the ground and pulled out a ring
And said

Yahiro durante il ritornello cominciò ad avvicinarsi al palco, preso dalla voglia di abbracciarla e stringerla a sé per rimproverarla, al contempo, per lo spavento prima subito…

Marry me Juliet you’ll never have to be alone
I love you and that’s all I really know
I talked to your dad you’ll pick out a white dress
It’s a love story, baby just say yes
Oh, oh, oh

Quando fu proprio sotto il palco, si rese conto che il brano era quasi terminato e allargò le braccia verso lei. Lei, che lo guardava con gli occhi lucidi e le guance rosate mentre muoveva le proprie labbra per pronunciare le ultime parole...

We were both young when I first saw you

Proprio quando le ultime parole, insieme alla musica, risuonavano nell’aria, Megumi si lanciò contro il proprio amato, che la prese al volo, sorridendo all’espressione innamorata che aveva assunto inconsciamente. Volteggiarono per alcuni secondi e si fermarono solo per il bisogno impellente di immergersi uno negli occhi dell’altra e viceversa, dimentichi degli occhi che li osservavano inteneriti.  

<< Grazie... >>

Disse Yahiro aspettando solo di poter udire quella voce simile al richiamo degli angeli...

<< Yahiro... >>

Pronunciò Megumi in un soffio mentre la distanza tra i propri volti diminuiva lentamente.

<< Ti amo... >>

Soffiarono in contemporanea quando le punte dei loro nasi si sfiorarono dolcemente, mentre sorridevano entrambi a quell’affermazione congiunta.

<< Auguri. Buon compleanno... >>

Affermò con dolcezza Megumi prima di far poggiare le proprie labbra su quelle di Yahiro e chiudere gli occhi facendo intrecciare le proprie dita ai capelli alla base della nuca del ragazzo, mentre lui, assaporava dolcemente il gusto delle labbra della ragazza sostenendola con un braccio verso sé, e con l’altro tenerle la nuca per non farla allontanare mai...

Si staccarono sorridendo e,  i loro volti, si imporporarono sentendo i fischi di stupore e gradimento provenire dalle loro spalle.

Solo in quel momento si ricordarono dei loro amici e si girarono paonazzi. Cominciarono a ridere sguaiatamente vedendo Jun e Ryuu divenuti statue di marmo dopo il bacio.

<< Auguri Yahiroooo!! >>

Urlarono insieme e, il diretto interessato, non poté fare a meno di intrecciare la propria mano a quella di Megumi e darle un casto bacio per guardarla con tenerezza disarmante... si ricordò dell’appuntamento e le diede un buffetto sulla testa cominciando a brontolare in modo giocoso.  

<< Tu! La prossima volta che mi pianti in tredici ti lascio! >>

<< Non oseresti! >>

<< Ah si?! Scommettiamo? >>

 Gli ex membri della Special A li osservarono battibaccare e risero guardandoli: stavano “litigando” con le mani intrecciati e con un tono che poteva definirsi “ da piccioncini” ...

<< Megumi? >>

Si fermò di colpo Yahiro guardando come si fosse imbronciata.

<< Mh? >>

Proclamò lei guardandolo appena, ma lui velocemente, si portò davanti a Megumi.

<< Ti ho detto che ti amo, vero? >>

Si sorrisero e si abbracciarono, mentre Yahiro porgeva lei la lavagnetta che le aveva regalato conscio di volere solo la sua Megumi al proprio fianco.

 

- Fine -

   
 
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