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Autore: Princess Kurenai    11/03/2012    1 recensioni
Gli bastò guardare l’orologio per sapere che era passato esattamente un anno da quando Musashi aveva lasciato la squadra per tentare di salvare le sorti dell’impresa di famiglia.
Erano passate esattamente ottomila settecento sessantasei ore, e Hiruma non poté fare a meno di chiedersi quanto ancora avrebbe dovuto aspettare per riavere lì con sé il suo compagno.
[MusaHiru]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gen Takekura/Musashi, Youichi Hiruma
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: One Year
Fandom: Eyeshield 21
Personaggi: Youichi Hiruma, Gen “Musashi” Takekura
Genere: Introspettivo, Malinconico
Rating: Verde
Avvertimenti: OneShot, Missing Moments, Shonen-ai
Conteggio Parole: 708 (FiumiDiParole)
Note: 1. Scritta velocissimamente e senza senso, almeno secondo il mio punto di vista
2. Fanfiction partecipante alla seconda edizione del CoW-T indetto da maridichallenge. Squadra Magic Sticks. Scritta per la prima missione. Il prompt era anno/anni.
3. A te che sei il mio amore<3 ti amo


{ One Year ~



Gli bastò guardare l’orologio per sapere che era passato esattamente un anno da quando Musashi aveva lasciato la squadra per tentare di salvare le sorti dell’impresa di famiglia.
Erano passate esattamente ottomila settecento sessantasei ore, e Hiruma non poté fare a meno di chiedersi quanto ancora avrebbe dovuto aspettare per riavere lì con sé il suo compagno.
Di una cosa era certo: Gen sarebbe tornato. Forse non quel giorno e neanche quello successivo, ma l’avrebbe fatto e lui, come un idiota l’avrebbe riaccolto magari solo con qualche insulto e delle minacce che non avrebbe mai messo in atto.
L’avrebbe sempre aspettato… anche se sperava di non doverlo fare in eterno visto che quello era l’ultimo anno che avevano a disposizione per coronare il loro sogno di arrivare al Christmas Bowl.
Masticò silenziosamente la gomma che aveva in bocca e, chiudendo il suo portatile, si decise ad abbandonare l’istituto nel quale si era attardato dopo gli allenamenti.
Non era la prima volta che i suoi pensieri tornavano a Musashi e, suo malgrado, non sarebbe neanche stata l’ultima.
A ben pensarci sarebbe stato semplice trovare un altro kicker per la squadra – chiunque sarebbe stato meglio di Hiruma e dei suoi calci forti ma imprecisi –, ma nessuno sarebbe riuscito ad avvicinarsi a Gen.
Non solo per la sua bravura – per quanto grezza fosse la sua tecnica era un kicker perfetto – ma anche per il posto che si era ritagliato quasi naturalmente nella vita di Youichi.
“ Tsk. Vecchio di merda.”, borbottò irritato.
Era assurdo come quel ragazzo gli fosse entrato nelle vene, catalizzando su di sé tutti i suoi pensieri e rendendolo simile ad una ‘femminuccia’. Hiruma non era mai stato un tipo sentimentale – e si sarebbe sempre riguardato dal diventarlo -, ma quello che lo legava al suo kicker era ciò che più si avvicinava ad una sorta di relazione.
Non cercava un kicker perché in un certo qual modo significava anche trovare un sostituto di Musashi nella sua vita e non voleva. Non aveva mai amato qualcuno come aveva amato quel maledetto vecchiaccio – anche se non gliel’avrebbe mai detto apertamente – e non voleva neanche pensare di toglierlo dalla squadra per far spazio ad un altro giocatore.
Era tanto impensabile quando assurdamente imbarazzante.
Ringhiando tra sé e sé camminò fino al cantiere dove era certo di trovare Musashi. Lo cercò con lo sguardo, individuandolo quasi subito.
Gen, ovviamente, si sentì osservato e voltandosi incrociò subito le iridi di Hiruma.
Si fissarono per qualche istante, non era la prima volta che Youichi andava, per così dire, a ‘trovarlo’ al lavoro e come ogni volta, senza neanche salutarsi, riprendevano entrambi le loro vite. Musashi tornava a lavorare e Hiruma si incamminava verso casa sua.
Anche se Gen non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce – e si guardava bene dal farlo perché avrebbe risvegliato troppi ricordi e delle necessità che gli avrebbero impedito di lavorare e di aiutare la famiglia -, il football americano gli mancava.
Forse non aveva la stessa accuratezza di Hiruma, ma anche lui sapeva che era assente dal campo da un anno e se solo suo padre di fosse ripreso, Gen sapeva benissimo che sarebbe tornato in campo subito, senza neanche pensarci.
Ma la realtà era diversa e suo padre era ancora in ospedale, troppo debole e vecchio… per quanto gli mancasse il campo da gioco aveva dei doveri, non solo verso la sua famiglia ma anche verso tutti gli operai.
Ciò che però non riusciva ad accettare così facilmente era la mancanza che provava nei riguardi di quell’idiota di Hiruma.
Si era chiesto spesso come avesse fatto ad affezionarsi così tanto ad un essere come Youichi, che faceva di tutto per apparire cinico e senza sentimenti – era solo una maschera e Gen lo sapeva perché conosceva il quarterback meglio di tutti – e gli tornavano immancabilmente in mente le parole di sua madre quando ancora era un bambino.
Gli diceva che nel mondo c’era sempre una persona destinata ad ogni individuo, e anche se Musashi non era più un mocciosetto e aveva smesso molto presto di credere alle favole, non poteva non pensare che fosse proprio Hiruma la persona a lui destinata… ma non sapeva se fosse o meno una fortuna.
Si asciugò il sudore con il braccio, concedendosi un lieve sorriso intriso di tristezza prima di tornare a lavorare.

   
 
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