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Autore: gloria85    12/03/2012    0 recensioni
Delusione.
Perché nessuno, in fondo, si preoccupa di ciò che gli accade attorno.
Amarezza.
Perché ti rendi conto di aver fatto sforzi per niente.
Tristezza.
Perché capisci finalmente la realtà dei fatti.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Delusione. Perché nessuno, in fondo, si preoccupa di ciò che gli accade attorno. Amarezza. Perché ti rendi conto di aver fatto sforzi per niente. Tristezza. Perché capisci finalmente la realtà dei fatti. Non sono sensazioni nuove queste. Parole usate milioni di volte e lette forse altrettante. Sentimenti che spesso confondono e non risolvono le domande che ne conseguono, ma questa volta no. Sono chiari dentro di me. Perfettamente distinti gli uni dagli altri e, stavolta, anche ben ponderati nella loro definizione. Perché è proprio così che ti senti quando capisci di essere rimasta sola. Sola. Una piccola parola, ma che dentro essa contiene una marea di significati distinti. Io, questa volta, mi sento sola anche se in realtà non lo sono mai fisicamente. Ogni istante della mia giornata lo condivido con altre persone: in ufficio, a casa e quando esco con quelli che dovrebbero essere i miei amici. Forse sono proprio loro il problema. Forse è proprio a causa loro che mi sento abbandonata a me stessa. Forse sono paranoica. Si può però definire “paranoia” il sentirsi isolata da tutto e da tutti? Può realmente capitare che, nonostante tutti parlino apparentemente di discorsi generici, in realtà ti stanno escludendo da un discorso solo loro? Beh, a me è capitato. Come mi è capitato che nessuno cerchi il mio parere in determinate questioni. Urlare per far sentire la tua voce in una pacifica discussione e non venire ascoltata comunque, non credo si possa definire “paranoia”. Cos’ho ancora veramente in comune con loro? Nulla. È proprio questo che fa star male. Arrivare alla consapevolezza che alla gente non serve avere a che fare con una persona noiosa che non ha niente d’interessante da dire. Per avere accanto qualcuno bisogna essere spiritosi, allegri e tremendamente interessanti. Se non sei una persona così? Beh, allora bisogna prepararsi a infinite giornate di falsità. Di telefonate fatte solo per pura cortesia o peggio per bieca abitudine. Ci si rifugia nei ricordi e si inizia a sostenere le teorie più assurde per giustificare i tuoi stati d’animo. Star male significa provare ancora qualcosa e quindi sentirsi vivi. Cazzate. Star male ti svuota dentro. Prendere consapevolezza ti logora l’anima e vedere concretizzate le tue paure ti mozza il fiato, come un pugno arrivato d’improvviso in pieno petto, e di te non rimane altro che il tuo involucro. Sperare. L’unica medicina del mondo. Sperare di non sentire più nulla. Sperare di illudersi di nuovo, chiudendo gli occhi alla realtà. Sperare non che tutto si aggiusti, sarebbe impossibile, ma che la reale visione delle cose si offuschi nuovamente e la nebbia ti conduca nuovamente nel tuo vecchio stato di stanca apatia, in cui sapevi vivere. Perché soffrire fa troppo male e il male purtroppo non può ancora uccidere.
  
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