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Autore: pippos    12/03/2012    2 recensioni
Prima parte di una nuova ff sul mondo di Resident Evil. Claire Redfield continua a sognare il brutale omicidio di una donna incontrata in passato, scoprirà presto che dietro al suo incubo si nasconde una terribile cospirazione.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Claire Redfield
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Claire si svegliò di soprassalto, un altro dannato incubo. Guardò l’orologio digitale sul comodino alla sua destra, erano le tre del mattino.
Era terribilmente assetata, si alzò dal letto e ancora barcollando si diresse verso la cucina. Quell’incubo si ripeteva da ormai quattro giorni, ogni notte la stessa storia. Sognava di uccidere una giovane donna che la implorava di risparmiarla. Claire sapeva benissimo che era solamente un orribile incubo, ma non poteva fare a meno di sentirsi in colpa per quello che sognava, aveva già visto quella donna e sapeva che in qualche modo era legata al suo passato, ma non ne ricordava il nome. Aprì il frigo e bevve direttamente dalla bottiglia. Tutto intorno a lei era assopito, persino i mobili sembravano dormire. Accese la televisione per cercare di distrarsi ma appena si accasciò sul divano, il campanello della porta squillò facendola sobbalzare. Guardò dallo spioncino, ma non scorse nessuno sul pianerottolo, pensò di essersi sbagliata ma appena fece per tornare indietro, trovò una piccola busta con tanto di francobollo proprio sotto l’uscio. “è solo la bolletta Claire, sta calma” disse tra sé e sé per sdrammatizzare. Tornò nel piccolo salotto, spense la televisione e aprì con foga la lettera. Era scritta a mano, con una calligrafia elegante, probabilmente da una donna. Purtroppo però non riportava nessuna firma, diceva solamente: “so cosa vuoi fare, so anche che non puoi evitare di farlo, ma se vuoi saperne di più, domani mattina sarò al Caffè del parco. Abbiamo poco tempo”. Per un attimo il cuore della ragazza si fermò, quelle frasi sembravano riferirsi al suo incubo, ma nessuno poteva esserne al corrente. Decise di rimettersi a dormire quasi sperando di sognare ancora, magari scoprendo qualche particolare in più.
La svegliò la luce del sole, non ricordava di aver aperto le serrande, si gettò sotto la doccia dandosi una veloce lavata. Si vestì e da un cassetto prese una piccola pistola che nascose nella borsa, poi lasciò l’appartamento. Il parco era giusto dietro l’angolo, ma era troppo stanca per sbrigarsi. Quel sogno la stava consumando, il subconscio si stava fondendo con la realtà, giorno dopo giorno un pezzo di Claire veniva portato via dagli incubi, si chiese se davvero non avesse bisogno di un terapeuta. In poco tempo arrivò a destinazione, si guardò intorno e iniziò a cercare il mittente della lettera. Le arrivò un messaggio sul cellulare, diceva: “Incontriamoci sotto la grande quercia”. Era una donna dalla carnagione olivastra, capelli scuri molto ricci, disse di chiamarsi Ingrid Hunnigan. “Scusa se ti ho tenuta sulle spine per tutta la notte, ma purtroppo il mio lavoro richiede massima riservatezza. Probabilmente ti sarai chiesta come faccio a sapere del tuo sogno, vero?” Claire annuì e si sedette accanto a lei. Hunnigan continuò la spiegazione: “Esattamente due giorni fa, nel cuore della notte, hai contattato Leon Kennedy parlandogli di una cospirazione bio-terroristica, collegata alla BSAA. Purtroppo subito dopo sei caduta in un sonno profondo”. Claire disse di non ricordarsi nulla, ma capì immediatamente di potersi fidare della donna. Ingrid Hunnigan disse che non poteva metterla in contatto diretto con l’agente Kennedy, poiché come funzionario governativo, la sua copertura sarebbe dovuta rimanere tale. “Ora purtroppo devo tornare al quartier generale, ma devo informarti della scomparsa di tuo fratello Chris e della sua partner Jill Valentine. Erano alle costole di una certa Ada Wong, sono stati visti l’ultima volta tre giorni fa in Canada. Ora Leon si trova lì, voglio che tu lo raggiunga al più presto. Fa attenzione a chi ti circonda Claire, sei la chiave di questo mistero e ci servi viva!” La donna si congedò, lasciandola con un nodo in gola.   
  
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