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Autore: guns_and_butter    15/03/2012    1 recensioni
Quali che siano state le differenze nelle nostre vite, insieme facciamo un arto.
[Prima parte della raccolta Red Right Ankle.]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Red Right Ankle'
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Titolo: Genesis 4
Autore: [info]guns_and_butter ♥
Traduttore: [info]ary_true 
Fandom: Harry Potter
Personaggi/Pairing: Sirius Black, Regulus Black ♥ 
Rating: PG13
Link alla storia originale/Permesso per la traduzione: Versione originale qui, permesso dell'autrice qua. ♥ 
Disclaimer: Tutte bugie.
Introduzione: Quali che siano state le differenze nelle nostre vite, insieme facciamo un arto.

 




Quali che siano state le differenze nelle nostre vite, insieme facciamo un arto.
 
 
 
Per volontà di Sirius, si incontrano in un'affollata caffetteria Babbana, il più lontano possibile dal Paiolo Magico e dal suo appartamento.
 
Regulus sembra profondamente a disagio, mentre si agita nei suoi jeans e nella sua t-shirt di cotone, e quasi non sembra lui. Sirius si domanda dove possa aver mai trovato quei vestiti, considerato com'è sempre stato protetto dal mondo Babbano per tutta la sua vita. Un momento dopo, realizza che probabilmente la piccola bruciatura vicino allo scollo non è una casualità.
 
("Merlino, Prongs, ti ucciderebbe darmi un minimo di preavviso? Mi hai quasi spaccato la testa, con quello.")
 
Sente qualcosa balbettargli dentro, e si schiarisce la gola con più forza di quanto non sia necessario.
 
"Quindi, fratellino," dice, lasciandosi andare contro lo schienale della propria sedia. Regulus non ha nessuna reazione a quel nomignolo, e il primo segnale d'allarme gli fa formicolare la punta delle dita. Cercando qualcosa da fare, si accende una sigaretta, e prende un grosso tiro prima di continuare. "Non so dirti quale onore sia per me questo momento. Dopo tutto, non succede tutti i giorni di ricevere un invito dall'erede della Casata dei Black."
 
Regulus gli rivolge un'occhiata penetrante, ma Sirius sorride. Attorno a loro, famiglie Babbane litigano e ridono e rovesciano le loro ordinazioni. Un bambino, nel tavolo a fianco, sta piangendo, e sua madre borbotta, "Andrew, Cristo Santo, lascia stare tuo fratello."
 
("Se lo dici a nostra Madre, lo giuro, ti affatturo fino alla settimana prossima.")
 
Sirius si porta nuovamente la sigaretta alla bocca, assaporandone il leggero bruciore in fondo alla gola. Il fumo si disperde nell'aria, attraversando il tavolo, e per un momento le sue onde smussano le linee familiari del viso di Regulus. Suo fratello arriccia il naso per il disgusto, e improvvisamente ha di nuovo cinque anni, e sta facendo una smorfia di fronte alla pozione disgustosa che Tibby cerca di costringerlo a bere.
 
("È per il bene del Padrone, sì— Ecco a lei—")
 
Sirius tossisce contro la sensazione pungente che sente nel petto.  "Quindi, perché siamo qui, Regulus?" Si stravacca sulla sedia, per lasciare che i suoi muscoli si rilassino. Le parole gli scivolano fuori di bocca, fredde e sprezzanti. "Non vedevi l'ora di aggiornarmi sui pettegolezzi di famiglia, è questo? Lasciami indovinarequalche altro inutile buono a nulla è stato cancellato dall'arazzo? Oppure, vediamo stai sposando una delle cugine? No? E dai, Regulus, non ho tutto il giorno. Sul serio, fremo al solo pensiero."
 
Le guance di Regulus si tingono di un leggero colore, nel turbamento; Sirius è irrazionalmente soddisfatto, mentre lo guarda. Suo fratello serra i pugni contro il tavolo, e si morde l'interno di una guancia. Il suo tono è basso e distaccato. "Le cose sono cambiate."
 
La sigaretta trema tra le dita di Sirius. Inarca un sopracciglio; per la prima volta dopo anni, si ritrova a sperare di somigliare a suo padre. "Ma davvero."
 
La cameriera arriva in quel momento; non è male, ha i capelli ricci e castani e una matita infilata dietro l'orecchio. Osserva la scena che si trova davanti, assorbendone la tensione, e risponde con un sorriso esitante. "Cosa posso portarvi, oggi?"
 
Sirius ordina per entrambi, tramezzini e patatine fritte, e lo fa aggiungendo una buona dose di fascino alle sue parole, per mettere la ragazza a suo agio. Sembra funzionare, e lei si rilassa visibilmente mentre scribacchia gli ordini.
 
"Qualcosa da bere, signori?" La ragazza sposta il proprio peso da una gamba all'altra, e lascia il proprio sguardo scivolare sul suo viso.
 
"Caffè, per favore. Amaro." Le fa l'occhiolino, e lei sorride tra sé mentre si allontana.
 
Un silenzio pesante cala sul tavolo. Sirius aspetta una spiegazione, una scusa, che Regulus tiri fuori le palle e si decida a parlare. Qualsiasi cosa abbia bisogno di dire, lui l'ascolterà, ma si rifiuta di punzecchiarlo e tormentarlo come una vecchia pettegola.
 
È solo dopo che la ragazza ha portato loro i caffè che Regulus si decide a parlare.
 
"Mi è stato assegnato un… compito. Uno che non credo di voler portare avanti."
 
Sirius si ferma, a metà tra una risata e un commento sprezzante. Ovviamente hai ricevuto un compito difficile, piccolo stupido, vorrebbe dirgli. Questa è la guerra. Pensavi davvero che sarebbe stato facile?
 
Quindi, è a questo che tutto si riduce. Se lo sarebbe dovuto aspettare. Ha visto uomini migliori di suo fratello perdere tutte le loro convinzioni di fronte alla morte.
 
Ma lui non è un uomo, pensa improvvisamente. È un ragazzino. Un ragazzino stupido, un illuso, che odia i tuoni e non sa difendersi e non ha mai avuto un cazzo di pensiero in testa che fosse solo suo.
 
Sirius poggia quello che resta della sigaretta nel posacenere. Il suo tono è indifferente.

"Devo dire che non sono sorpreso. Allo stato attuale delle cose… Be', era solo questione di tempo."
 
Regulus deglutisce. "Presumo." Scuote la testa, gli occhi piantati a osservare le profondità della propria tazza. "Non posso andare fino in fondo in questa cosa, Sirius." Solleva lo sguardo, chiaramente aspettandosi un altro insulto, ma Sirius non riesce a pensare a qualcosa da dire.
 
(Sirius, nostra Madre è molto arrabbiata perché sei finito a Gridondoro. Dice che ti trasformerai in un Traditore del Proprio Sangue come i Potter, ma io non credo che lo farai. Vedi spesso Andromeda e Narcissa? Come sono i Grifondoro? Ho un nuovo insegnante, ed è orribile. Scrivimi presto.
Regulus.)
 
Regulus si schiarisce la gola, ed esita. "Io-… c'è una cosa che devo fare."
 
"Qualcosa che devi fare," ripete Sirius, tenendo lo sguardo fisso nei suoi occhi.
 
"Sì."
 
Sono seduti, e continuano a fissarsi. Gli occhi di Regulus sono grandi e scuri, e per la prima volta Sirius realizza che suo fratello somiglia a loro padre molto meno di quanto non avesse mai creduto.
 
Sospira, riprendendo la sigaretta. "Questo, sicuramente… ti metterà in una posizione scomoda."
 
"Lo so."
 
"Quindi." Schiaccia il mozzicone nel proprio piattino, e si allunga a prendere un'altra sigaretta. "Cosa ti aspetti che faccia?"
 
"Non lo so." Regulus scuote la testa, stringendo la tazza tiepida tra le dita. "Non lo so, Sirius. Forse… è solo che. Non lo so."
 
Per qualche ragione, Sirius si trova a ripensare alla sua ultima notte a Grimmauld Place.
Non ricorda molto: sua madre, che gli punta contro la sua bacchettae poi la voce di Andromeda, mentre chiama Ted, e la mano di James sul suo viso. Tutto il resto è un miscuglio confuso, come in un'inquadratura fissa con un'interferenza, con lui che vomita sangue sul pavimento. Non si fida dei suoi ricordi.
 
La maggior parte del tempo, è sicuro di aver immaginato le mani di suo fratello sollevarlo dal pavimento.
 
Soffia una boccata di fumo, e studia per un momento il tavolo vicino. "Quindi, di chi si tratta?" chiede, in tono colloquiale.
 
C'è uno scoppio improvviso; a una cameriera è caduto il vassoio. La risposta di Regulus si perde nel riverbero del vetro in frantumi, ma non ha importanza. Sirius ha già capito; pensa di aver capito dal primo momento in cui un gufo nero e sconosciuto è planato attraverso la sua finestra.
 
È vero quello che dicono: un Black è un Black, sono tutti uguali. Traditori del Sangue, Eredi diseredati, adolescenti Mangiamorte e ribelli e così via.
 
La cameriera arriva con il loro cibo; riempie le loro tazze, anche se nessuno dei due ha bevuto il caffè. Sirius le sorride, furbo e insinuante, e lei arrossisce.
 
Se facesse un minimo di sforzo, probabilmente riuscirebbe a darle appuntamento al pub, più tardi. Stupida, sciocca ragazza. Se solo sapesse che l'altro cliente con cui siede la potrebbe uccidere da un momento all'altro.
 
Sposta lo sguardo di fronte a sé, su Regulus, strano e a disagio nei suoi vestiti Babbani, mentre manda giù il suo orgoglio di Purosangue per il gusto di una mediocre tazza di caffè e per un'ora del suo tempo.
 
Magari non senza ripensamenti, poi.
 
Sirius pensa che questa debba essere la cosa più stupida che abbia mai fatto. I Malandrini saranno felicissimi.
 
Inizia a giocare con il cibo che ha di fronte, spingendo patatine e pezzi di pane ai bordi del piatto.
 
"Ti ricordi la vecchia Babbana che vedevamo sempre fuori dalla stazione? Quella con quel cappello orribile, che ogni volta ci chiedeva se avessimo spiccioli?" Le sue dita esitano, mentre sistema le patatine. Un momento dopo, Regulus si schiarisce la gola, e Sirius spinge il cibo a formare una piccola pila nel centro del piatto.
 
"No."
 
Sirius scuote la testa, e ride un po'. "Neanche io."
 
Si allunga a prendere il proprio portafogli, alla ricerca della somma in sterline che pensa basti a coprire la spesa. Dannati soldi Babbani.
 
"Ci siamo divertiti, eh? È stato grandioso vederti senza tutti i tuoi amichetti."
 
Sbatte qualche banconota sul tavolino e si alza in piedi. Gli gira la testa; probabilmente è colpa della sua stessa pazzia.
 
"Sai, non vado tanto d'accordo con quella gente. Non voglio neanche pensare a cosa potrebbe succedere se ci dovessimo casualmente incontrare." Si passa una mano sul petto, sopra la giacca, come se si stesse dimenticando qualcosa. Gli occhi di Regulus scattano, mentre guarda le dita di Sirius fermarsi per un secondo sulla linea sottile della sua bacchetta.
 
"Quello non sarà un problema."
 
"Bene," dice, e inizia ad allontanarsi verso la porta. Si ferma accanto alla sua sedia, ed esita per un momento, prima di dargli una pacca sulla spalla. "Ci vediamo in giro, allora."
Stringe con forza il cotone. Sotto le dita, le sue ossa sono appuntite e delicate, e Sirius pensa Non mandare a puttane tutto questo, Regulus.
 
Come apre la porta, questa scampanella. Londra è fredda e grigia, ma sta diventando più calda, e due giorni dopo la notizia fa più male di quanto non avrebbe creduto possibile.




Note della traduttrice: … E così finisce questa meravigliosa esperienza. È un po' ironico che io abbia postato la primissima fic di questa serie come ultima traduzione, no? Ho un po' distrutto il climax crescente di questo lavoro, e mi scuso per questo, ma ho tradotto andando "a cuore", mettendo nel mezzo quella che ho preferito in assoluto (ovvero XX: Not a Love Story) e lasciando le altre due a fare da "ali", in un certo senso. Vogliatemi bene comunque, vi prego "XD
Questa è stata la prima volta in cui ho voluto bene in modo totalizzante a Regulus. Devo dire la verità, ai miei occhi non è mai stato un personaggio odioso. Però, non so, allo stesso tempo non c'è mai stato nessuno capace di farmelo sentire vicino in questo modo, prima. Sarà che questa raccolta è dominata da un Sirius che più bello e vivo non potrebbe essere, e quindi tutto questo si riflette sui personaggi che lo circondano, ma comunque. Mi si stringe lo stomaco ad arrivare all'ultima riga, a pensare cosa significhi perdere un fratello che non è qualcuno che hai scelto di avere vicino, ma qualcuno che è il tuo sangue nel senso stretto del termine. Oddio. *sospira*
Che dire? È stato un piacere, dalla prima all'ultima parola.  Non potete neanche capire quanto. Spero sia così anche per chi si è ritrovato a leggere :) Grazie a tutti.

E prima che me lo dimentichi: ascoltate la canzone che dà il titolo all'intera raccolta, Red Right Ankle dei The Decemberists. È meravigliosa, e tutte le introduzioni sono versi del testo tradotti da me. 

Alla prossima <3
  
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