Tre anni in cui non ho risposto a telefonate, e-mail, messaggi, lettere, fax e quant'altro quei ragazzi abbiano tentato di utilizzare per tornare in contatto con me. Solo mio zio sa come sto, ovviamente è l'ultima persona che mi rimane della famiglia e non potevo certo togliere i contatti anche a lui. Devo ammetterlo, dei primi mesi; no, nel primo anno, sono stata tentata di rispondere, sopratutto quando vedevo il numero di Andreas, mi sembrava di essere piuttosto al sicuro parlando con lui anche se in fondo sapevo che quando chiamava lui tutti gli altri stavano dietro ad aspettare una risposta, un saluto, solamente mie notizie.
Nel secondo anno, contrariamente a ciò che pensavo, i tentativi di rintracciarmi non sono diminuiti, anzi, se possibile si sono fatti più insistenti eppure non volevo cambiare numero, e-mail eccetera, forse perchè sentivo che prima o poi sarei stata tentata di ritornare da loro o che se mai avessi voluto rispondere ne avrei avuto la possibilità.
Oggi, però, è anche un anno che non ricevo una loro chiamata, quindi oramai i contatti sono tutti chiusi, non ho più nemmeno la speranza di sentirli di nuovo parlare con me.
-Erin, amore, ci sei?
Chiudo il diario, è tornato.
-Matt? Sono in camera.
Mi alzo e lo raggiungo, si trova in cucina, mi da le spalle ma appena sente i miei passi si gira e lo posso ammirare, alto, biondo e abbronzato, un'australiano doc. Dovevo superare tutta la faccenda di Gustav e beh, fare surf e conoscere gente è sempre un buon metodo.
-Allora, com'erano le onde?
-Stupende, saresti dovuta venire!
-Sai che giorno è oggi, non potevo.
Mi guarda contrariato e scuotendo la testa si rigira per lavarsi le mani. Sì, questa storia dello pseudo anniversario non gli è mai piaciuta, anche se, compreso questo, ne ha vissuti solo due insieme a me.
-Erin, posso capire e tutto il resto ma stai con me ora, non dovresti smetterla di pensare a quello scemo tedesco?
Sono piuttosto irritata, ma che diavolo ti viene in mente stupido?! Non potrai mai capire quanto "quello scemo tedesco", come lo chiami tu, mi abbia dato in due mesi piuttosto che tu in quasi due anni. Non potrai mai capire quanto gli altri tre ragazzi valevano nella mia vita, non potresti nemmeno immaginare cosa provavo stando con loro. Non hai il diritto di dirmi di smetterla!
Eppure mi tengo tutto dentro, perchè lui mi ha aiutata a superare, almeno in parte, tutta la storia. Perchè è lui che mi è stato vicino nel passato anno e mezzo, anche quando passavo settimana intere chiusa in camera a piangere e disperarmi per aver perso le persone più importanti della mia vita.
-Senti Matt, lo sai e basta. Mi conosci.
Si volta verso di me asciugandosi le mani, rilancia l'asciugamano sul banco della cucina e si avvicina per abbracciarmi.
-Giusto amore, scusami. E' solo che non riesco a comprendere il motivo per cui pensi ancora a lui mentre stai con me.
Sospiro e mi lascio cullare tra le sue braccia, non potrà mai comprenderlo, le sue passate storie, almeno da ciò che mi ha detto, sono durate al massimo un mesetto, per ciò non potrà mai capire cosa significa dover abbandonare la persona che si ama.
-Tesoro, lo so anche io di essere complicata riguardo a questo, però non ci posso far nulla.
-Ok, allora oggi ti lascio sola, in caso tu voglia fare qualche strano rituale di commemorazione.
Gli tiro un pugno sul bicipite e gli sorrido.
-Non è mica morto nessuno, scemo! Grazie.
Lo bacio, lui esce di casa prendendo la sua tavola. Forse devo davvero ringraziarlo e smetterla di essere ipocrita.