Nightmare
Il
sole stava cominciando a tramontare seppur erano solo le quattro
–
o poco più – del pomeriggio. Era una fredda
giornata invernale.
Jill a breve avrebbe attaccato il turno alla BSAA. Doveva sistemare
alcuni archivi.
Beh, da quando Wesker era morto non c'era più
chissà quanto lavoro da fare. Il bioterrorismo per ora
sembrava
sotto controllo.
Si chiuse i biondi e lunghi capelli in una coda,
facendovi un paio di giri con un elastico bianco. Si infilò
gli
anfibi davanti alla porta e prese il suo cappottino bianco, come la
neve, mettendolo sopra al maglioncino nero ed ai jeans chiari.
Le
cose andavano una meraviglia di quei tempi: i 'cattivi' sembravano
spariti nel nulla, la vita sembrava essere tornata quella di una
volta, tranquilla, e lei stava molto meglio. Il virus non era stato
completamente espulso dal suo corpo ma non ne pativa più i
sintomi
come i primi periodi. Non sapeva se sarebbero mai riusciti a trovare
un vaccino adatto o una buona cura, forse l'unico che poteva era
Albert... Ma ormai che importava? Lui era morto e lei stava
relativamente bene. Aveva solo cambiato colore dei capelli,
tonalità
di pelle e degli occhi. Queste erano le uniche cose che la tenevano
ancora legata a quell'incubo ma, alla fine, chi ci faceva
più caso?
Spesso scherzava con Chris e gli altri e che si sarebbe fatta una
tinta.
Entrò nell'edificio della BSAA salutando velocemente i
colleghi, dopodiché si avviò all'ascensore per
andare al suo
ufficio. Una volta arrivata sul piano vide Sheva andarle incontro,
probabilmente per prendere l'ascensore a sua volta.
“Ciao
Sheva.” Le sorrise, cordialmente.
“Ehi, ciao Jill. Come stai?”
Questa ricambiò.
“Io bene, non mi lamento, e tu?”
“Sto
bene, grazie.”
“Hai per caso...” Iniziò Jill, ma poi si
bloccò. Avrebbe voluto chiedergli se Chris era in ufficio ma
preferì
tacere: di lì a poco lo avrebbe visto lei stessa.
“Cosa?”
“No,
nulla.. Stai andando a casa?”
“Sì, ho appena finito il turno.
Ci vediamo Jill, buona giornata.” Disse, prima di
superarla.
“Ciao..” Rispose la bionda.
Sheva era entrata da
poco a far parte di quella sede della BSAA. Di tanto in tanto a Jill
veniva la strana idea che lo avesse fatto per seguire Chris. Era per
questo che preferiva evitare: aveva come l'impressione che a quella
donna, Chris, piacesse... E se così fosse stato? Forse era
anche per
questo che cercava di non legarsi troppo a Sheva, alla fine anche a
lei piaceva Chris e da una vita, probabilmente da molto prima della
nuova arrivata, anzi, sicuramente... Lo conosceva da anni e anni in
più.
Aprì la porta dell'ufficio e, difatti, si ritrovò
davanti
proprio Chris.
“Jill, ciao.” La accolse lui con un caldo
sorriso che andò subito a scaldare il cuore della bionda.
“Chris..
Ciao.” Lei ricambiò il sorriso.
“Come stai?” Le chiese,
alzandosi e raggiungendola.
“Bene, bene grazie.”
“Sei
sicura?” Chris la scrutò per qualche istante nei
suoi occhioni
chiari.
“.. Un po' di debolezza ma nulla che non possa tenere
sotto controllo.” Ammise la ragazza.
Purtroppo non potevano fare
molto per lei, potevano solo tenerla sotto controllo lì, nel
loro
piccolo. Di certo non potevano mandarla sotto mani di esperti o
scienziati, non sia stato mai che qualcuno trovava interessante i
suoi sintomi 'post-virus' e si mettesse qualche strana idea in
testa.
“Lo sai che non mi piace che stai a casa da sola.”
La
riprese Chris.
“Guarda che sto bene, non ho nulla..”
“Si
ma.. Ehi, io mi preoccupo per la mia partner, va bene?” Le
portò
una mano sulla guancia.
Jill sorrise ed abbassò lo sguardo per un
istante. Era sempre così buono, bravo, gentile e premuroso..
Ma
perché, però, non si faceva mai avanti?
“Non devi
preoccuparti, Chris, davvero. Sto bene.” Alzò lo
sguardo negli
occhi castani del ragazzo.
“Non puoi impedirmelo... Senti,
perché stasera non vieni a cena da me? Preparo qualcosa e
poi magari
ci vediamo un film, dormi da me se vuoi. Se ti senti debole non
voglio davvero che stai a casa da sola.”
Lei ridacchiò appena.
Addirittura dormire da lui?
“Sempre che tu ne abbia voglia, eh.”
Precisò Chris.
“.. Sì, perché no. Potrebbe essere
divertente.. Però non devi preoccuparti assolutamente per
me.. E non
devi sentirti in dovere di farlo.”
“Non dirlo nemmeno per
scherzo, Jill.” Le sorrise.
Lei annuì appena e ricambiò.
“A
stasera allora.” Disse, con tono appena più basso,
mentre si
avvicinò al viso della ragazza per schioccarle un bacio
sulla
guancia.
Jill sentì il suo cuore perdere un battito, per poi
riprendere più veloce. “..
Sì.” Disse in un sussurrò, prima di
guardarlo uscire.
Si sentì felice. Forse sarebbe stata la sera
giusta? Forse Chris si sarebbe fatto avanti? Di certo, prima di
andare da lui, sarebbe passata a casa a darsi una sistemata, non
chissà cosa, certo, non voleva sembrare troppo
appariscente...
Eppure voleva comunque darsi un tocco in più.
Il pomeriggio
alla BSAA passò lentamente, seppur Jill fosse impegnata a
sistemare
alcuni archivi non poteva non pensare a quella sera e
all'”appuntamento” che di lì a poco
avrebbe avuto con Chris.
Certo, non era un vero e proprio appuntamento... Ma avrebbero passato
molto del loro tempo insieme.
Uscì dall'edificio dopo aver
salutato i colleghi che si ritrovò davanti durante il
tragitto per
l'uscita. Erano passate da pochi minuti le sette, allungò il
passo
per andare a prendere l'autobus. Aveva preferito non guidare fino a
lavoro per via di questa sua 'debolezza', non voleva far
danni.
Proprio quando svoltò l'angolo e vide a pochi metri di
distanza la fermata dell'autobus, notò anche con dispiacere
che
questi stava proprio per ripartire. A nulla servì la corsa
che si
fece.
Sbuffò, rimanendo lì, contrariata insieme ad
altre
persone. Si guardò intorno e poi guardò l'ora
tirandosi su la
manica: le lancette puntavano le sette ed un quarto. Poco male, se la
sarebbe fatta a piedi. Alla fine non era chissà quanto
lontana, un
quarto d'ora a passo svelto e sarebbe stata a casa, certo.. Avrebbe
preferito comunque l'autobus. Tra l'altro per arrivare a casa doveva
passare dal centro e ciò significava sempre perdere tempo ad
ammirare le vetrine, ma si promise che questa volta sarebbe stata
brava e sarebbe passata oltre.
Si incamminò così verso casa,
lungo il tragittò le sembrò più volte
di avere la sensazione di
essere osservata, seguita, al tal punto che, di tanto in tanto, si
guardava intorno con circospezione, senza però notare nulla
di
strano o chissà cosa.
Scrollò le spalle e si convinse che doveva
essere solo frutto della sua immaginazione... Eppure più e
più
volte percepì quella sensazione durante il tragitto.
Poco se ne
curò: non appena arrivò a casa si diede una
veloce lavata, indossò
un paio di Jeans chiari e gli immancabili anfibi, sopra un
maglioncino bianco a collo alto e abbastanza attillato. Si
guardò
allo specchio e si sciolse i capelli. Si osservò per qualche
istante... Ma poi li legò nuovamente. Sbuffò.
Prese la borsa,
preparata in precedenza, e le chiavi di casa e così
uscì, spegnendo
le luci.
Jill decise di farsela nuovamente a piedi: non stava
molto lontana da casa di Chris. Lei abitava in un viale sul quale si
affacciavano varie villette, proprio come il compagno, solo poco
più
lontano.
Ci impiegò qualcosa come dieci minuti ad arrivare da lui
e, ancora una volta, quella fastidiosa sensazione di essere seguita.
Questa volta era amplificata: non era in centro, era ora di cena, la
gente era tutta rintanata dentro casa per mangiare ed era buio. Beh,
anche prima era buio ma in centro c'erano le varie luci delle vetrine
e tutta quella gente...
Forse avrebbe dovuto parlarne con Chris? O
forse erano solo sue paranoie? Magari stava immaginando solamente
tutto, era inutile allarmarlo inutilmente.
Non appena si ritrovò
davanti casa del moro si guardò intorno,
dopodiché bussò. Non ci
mise molto il ragazzo ad aprirle la porta: lui indossava un paio di
pantaloni verdi militari ed un maglione nero. “Ehi,
Jill.” Le
sorrise.
La ragazza ricambiò, ancora una volta, sentendo subito
il suo calore, quello del suo sorriso, della sua casa.
“Buonasera..
Che buon profumino..” Disse sentendolo già da
fuori.
“Dai,
entra!! Stavo finendo di preparare la cena..”
“Non sapevo che
fossi anche un cuoco provetto!” Rispose lei ironica,
entrando.
“Sai, spirito di sopravvivenza!”
Ridacchiò,
chiudendo la porta.
Eppure no. Non era una sensazione. Non era
pura immaginazione. Qualcuno la seguiva.. E probabilmente non era
neppure qualcuno di così gradito. Per ora si limitava a
rimanere un
ombra anonima nella notte, ma presto sarebbe uscito fuori allo
scoperto.
Un ghigno gli comparve sul volto prima di girarsi e
scomparire inghiottito dall'ombra.
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Così, boh! Avevo voglia di scrivere dopo un pomeriggio di
studio e ho buttato giù un paio di righe!
Sarà una storia - fortuna per voi - non lunga. Pochi
capitoli, indubbiamente!
Solo che sto vedendo un sacco di Claire x Wesker e mi volevo riscattare
con una bella Al x Jill.
Oddio. Detto così sembra che sia una cosa romantica/d'amore,
ma non penso... Nel senso, volevo solo metterli insieme in una fic e
far risaltare il loro di rapporto..
Poi quello che succederà, non si sà! ;D
P.s.
Ho postato così come l'ho scritta, senza rileggerla, senza
correzioni, senza nulla de nada! xD
Spero vi possa interessare! Ringrazio tutti quelli che leggeranno e che
avranno la pazienza di recensire! (E, come dico sempre, una recensione
è sempre gradita u.u fate come al sottoscritta: tutto
ciò che legge lo recensisce per questione di principio!
Uahuahuahua xD così EFP sarebbe un posto con scrittori
più felici!)
Ahahaha, vabbè, stupidaggini a parte, i pareri fanno sempre
e comunque piacere :3
Vi abbraccio (si, sono tanto affettuosa, seppur magari non vi conosco
xD)
E ci si vede al prossimo capitolo!
Buona serata!