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Autore: Altaria_18    22/03/2012    5 recensioni
Shu e Jiro sono amici d'infanzia ed eterni rivali nell'atletica, che praticano da circa otto anni; Shu si è fidanzato da poco con Kluke, la sua migliore amica, scatenando la gelosia di Jiro, almeno fino a quando il giovane non incontrerà Bouquet...
Zola, giovane campionessa nazionale del lancio del giavellotto, sta insieme al suo ragazzo, Conrad, da due anni, ma l'arrivo del suo nuovo allenatore, Logi, complicherà la sua relazione.
Lo so, sembra la trama di "Beautiful", ma credetemi, non è così deprimete(almeno credo. XD). Spero comunque che possa piacervi, buona lettura! E fatemi sapere che ne pensate!
P.S. Mi è, finalmente, venuto in mente un titolo più carino e ho, inoltre, alzato il rating da giallo ad arancione sia perché mi sono resa conto di aver usato termini abbastanza pesantucci in alcuni punti sia perché andando avanti ci saranno delle scene in cui sarà necessario
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loghi, Un po' tutti, Zola
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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                                                                                        Dubbi

 

Dopo aver attraversato l'intera città spingendo il suo Scarabeo nero al massimo, Shu riuscì a raggiungere la casa di Kluke; dopo aver parcheggiato nel piazzale di fronte al condominio il ragazzo si precipitò al citofono, suonando il campannello; dopo pochi secondi una dolce seppur imperiosa voce femminile gli rispose.

-Sei in ritardo di dieci minuti!-

-Perdonami Kluke, abbiamo finito tardi l'allenamento-rispose Shu, torturandosi le mani per l'agitazione; era certo che questa volta Kluke gli avrebbe mollato un bel ceffone. La ragazza rimase in silenzio per qualche minuto, poi la porta d'ingresso si aprì con un forte scatto.

-Dai entra, e muoviti altrimenti non finiremo in tempo!- Shu sorrise, ed entrò correndo per le scale.

*

-Hai la mia età? Oh, mi sembravi molto più grande!-esclamò con un sorriso Bouquet, addentando un biscotto al cioccolato e fissando il ragazzo di fronte a lei che, completamente rosso in viso, beveva lentamente la sua cioccolata calda.

-G..grazie per il complimento-balbettò Jiro, cercando di evitare di guardare l'ampia scollatura della ragazza che metteva in risalto il suo seno prosperoso.

"Accidenti ma come ho fatto a non accorgermi di...quelle cose!? Eppure mi è anche caduta addosso!"pensò con stizza il ragazzo, afferrando anche lui un biscotto con la marmellata di fragole dal piatto che aveva di fronte. La guardò di sottecchi, chiedendosi cosa poterle domandare; dopotutto era lui l'uomo ed era suo dovere cercare di intavolare una conversazione!

-Dimmi Bouquet, tu...di che segno sei?-dopo aver pronunciato quelle parole si diede mentalmente dell'idiota; ma che razza di domanda era quella? Bouquet lo guardò con un leggero sorriso in volto.

-Non sei abituato ad uscire con delle ragazze vero?-Jiro la fissò diventando più rosso di prima e, abbassando gli occhi, annuì lentamente.

-Strano-continuò la ragazza-Eppure sei proprio un ragazzo carino-a quelle parole Jiro sollevò la testa, perdendosi negli occhi viola di lei; un sorriso ebete gli apparve in faccia.

-Grazie-le disse.

-Non c'è di che-rispose Bouquet, lanciandogli un'occhiata provocatoria.

*

Dopo i primi venti minuti di allenamento Zola non potè fare a meno di pensare che il suo nuovo allenatore fosse tanto bello quanto stronzo.

Non appena Nene li aveva lasciati Logi l'aveva squadrata da cima a fondo in silenzio,  per poi fare un cenno verso il giavellotto che si trovava a terra dicendo semplicemente:

-Lancialo-

Zola, ripresasi dal suo stato di catalessi e non facendo caso al fatto che l'uomo non si fosse nemmeno presentato, afferrò l'oggetto e si preparò; prese la rincorsa scattando e lanciò il giavellotto più forte che poteva; non fu una prova negativa, tutt'altro! Aveva fatto davvero un ottimo lancio. Eppure, quando si girò, notò che Logi la guardava storto.

-Hai una pessima rincorsa-le disse tranquillamente; Zola sgranò gli occhi.

-Come?-chiese scettica; Nene e molti altri le avevano sempre detto che la velocità con cui compiva la rincorsa era la qualità principale che le permetteva di lanciare tanto lontano, e ora questo tipo spuntato dal nulla mandava in frantumi quella sua enorme certezza?

-Ho detto che hai una pessima rincorsa e per di più i tuoi lanci sono fiacchi, probabilmente perché non hai molta forza nelle braccia-Zola non ebbe neanche il tempo di protestare che Logi le si avvicinò, prendendole il braccio destro e osservandolo.

-Incorda il muscolo-la ragazza lo fissò di sottecchi, ubbidendo; Logi osservò il suo braccio, per poi lanciarle un'occhiata severa.

-Questo è il tuo massimo?-

-Sì, e con questi muscoli ho vinto il campionato nazionale-le rispose lei con astio, facendolo leggermente sorridere. L'uomo la lasciò andare, continuando a fissarla per qualche minuto, poi alla fine decise di parlare.

-Fammi sei scatti sul campo e poi vai a prendere due pesi da dieci e portali qui, vediamo cosa poter fare per migliorare qualcosa-Zola lo guardò storto ma non disse niente e andò a prepararsi per gli scatti. Lei e quel tipo non sarebbero mai andati d'accorto, ne era certa.

***

-Shu ciao!-esclamò una ragazza dai lunghi capelli rossi legati a coda di cavallo, aprendogli la porta e invitandolo ad entrare.

-Ciao Kluke, scusa il ritardo. Tuo padre non c'è?- chiese il ragazzo, guardandosi intorno.

-No è a lavoro. Su coraggio abbiamo tantissimi compiti per domani!-esclamò trascinando Shu in un piccolo salotto con al centro un grande tavolo di legno bianco; si sedettero e presero i libri, iniziando a svolgere vari esercizi di matematica.

-Eri con Jiro vero?-chiese Kluke all'improvviso, osservando con i suoi grandi occhi verdi la figura del ragazzo che stava leggendo svogliatamente un problema di geometria.

-Sì certo, continuiamo ad allenarci insieme-rispose lui, giocando con una penna.

-Io non lo vedo dall'inizio della scuola, perché un giorno non gli chiedi di uscire con noi? Sarebbe bello poter parlare di nuovo con lui-

-Certo glielo dirò senz'altro!-esclamò Shu con un sorriso, che si spense subito non appena vide la faccia seria e anche leggermente arrabbiata di Kluke.

-C'è qualcosa che non va?-le chiese.

-No niente, solo che credevo non avresti voluto far venire Jiro con noi-

-E perché no?-Shu non riusciva a capire cosa avesse Kluke e per quale motivo avesse reagito tanto male quando aveva accettato entusiasta la sua proposta.

-Non sei geloso di me?-

-Cosa c'entra questo con Jiro?-

-Non te ne sei mai accorto Shu?-gli chiese Kluke, osservandolo con attenzione; il ragazzo non riusciva a capire per quale motivo Kluke avesse tirato fuori il discorso della gelosia, ma era certo di non voler continuare quella conversazione che sarebbe sicuramente finita male.

-Io e Jiro siamo amici, è un bravo ragazzo e non mi sento minacciato da lui, quindi non preoccuparti. Se vuoi rivederlo posso anche chiedergli di uscire con noi, va bene?-

-D'accordo-rispose Kluke, incupendosi leggermente; Shu, con un leggero sbuffo, si sporse verso di lei dandole un leggero bacio sulla guancia.

-Coraggio, cerchiamo di finire questa roba-disse, mentre Kluke diventava sempre più rossa in viso.

*

-Non eri costretto ad accompagnarmi a casa-disse Bouquet, estraendo un mazzo di chiavi dalla sua borsetta.

-Volevo farlo-le rispose Jiro con un sorriso-Senti, che ne diresti se uscissimo qualche altra volta? Mi sono trovato davvero bene con te-

-Certo!-esclamò Bouquet con un sorriso a trentadue denti; i due si scambiarono i numeri di cellulare e, dopo essersi dati un paio di baci sulla guancia, si salutarono. Bouquet entrò a casa sua mentre Jiro si allontanò. Era leggermente confuso. Bouquet era una ragazza molto bella e simpatica, eppure non poteva evitare di pensare a Kluke; non era mai riuscito a dimenticarla, ma forse era giunto il momento di farlo. Dopotutto lei stava con Shu, e sebbene al ragazzo non importasse molto di quella relazione lui, Jiro, non poteva intromettersi; era pur sempre il suo migliore amico e Kluke lo aveva preferito a lui, doveva farsene una ragione. Vivere nel passato non sarebbe servito a niente, doveva dimenticarsi di lei e guardare avanti. Soddisfatto dei suoi ragionamenti accellerò il passo, con le immagini dei volti di Kluke e Bouquet che si alternavano nella sua mente.

*

-Basta accidenti, non ce la faccio più!- sbottò Zola impegnata nell'ennesima flessione mentre, sulla sua schiena, Logi aveva appoggiato un peso da dieci chili e lo teneva stretto con le mani per non farlo cadere.

-Non lagnarti, te ne mancano cinque, su coraggio-la ragazza si abbassò e rialzò nuovamente, sentendo i muscoli delle braccia tendersi con forza. Nene le aveva sempre fatto sollevare dei pesi, ma mai in quel modo! Sentiva le braccia diventare via via più molli e un dolore lancinante attraversarle la schiena; era stanchissima. Logi l'aveva costretta a fare esercizi assurdi per le braccia per un'ora intera e sentiva ogni parte del corpo fremere per il dolore.

-Coraggio Zola te ne manca una-la incoraggiò Logi; quando la ragazza ebbe finito l'uomo le tolse il peso dalla schiena e Zola cadde di faccia a terra, ansimando.

-Forse non te ne sei accorto-disse dopo essere riuscita a riprendere un pò di fiato, alzando la testa da terra e guardando Logi con astio-ma io sono una donna!

-Nene non ti ha mai fatto usare i pesi?-chiese Logi col suo solito tono tranquillo; Zola, con un immane sforzo, si sedette.

-Certo ma mai in maniera così dura-vide l'uomo avvicinarsi e sedersi di fronte a lei, osservandola attentamente negli occhi, e per un attimo Zola si sentì risucchiare da quello sguardo e deglutì.

-Mi è stato chiesto di renderti idonea per la gara che dovrai affrontare tra qualche mese ed intendo farlo. Ora come ora non saresti in grado di vincere; sei brava, molto brava, ma non abbastanza per le internazionali. Ho visto i tuoi risultati; ti sei distaccata di soli due metri dalla seconda classificata e questo non va affatto bene perché, se ti trovi in difficoltà addirittura con persone simili, mi chiedo come te la caverai con le grandi campionesse del nord. Non voglio assolutamente offenderti ma, credimi, così come sei adesso non arriveresti nemmeno tra le prime dieci quindi hai due opzioni Zola: o mi ascolti e fai quello che ti dico, o preparati al peggio-

La ragazza lo fissò cercando di rimanere ugualmente impassibile, ma quel discorso l'aveva spiazzata, soprattutto perché aveva capito che l'uomo aveva ragione.

-Va bene, farò quello che dici- rispose con uno sbuffò.

-Brava-le disse Logi con un tono che a Zola sembrò leggermente suadente, ma era sicuramente stata una sua impressione.

-Allora domani alla stessa ora mi raccomando-disse Logi, facendole l'occhiolino e allontanandosi. La ragazza rimase leggermente pietrificata sul posto e non si mosse fino a che non lo vide sparire dalla sua vista. Guardò l'orologio e si accorse che era tardi; fra tre ore sarebbe dovuta uscire e doveva ancora farsi una doccia e tornare a casa per indossare qualcosa di decente al posto della tuta che si era portata come ricambio. Prese la sua borsa e si allontanò, le braccia ancora doloranti per lo sforzo.

Avrebbe tanto preferito rimanere a casa quella sera.

Prima di tutto perchè era davvero stanca e aveva voglia di dormire.

In secondo luogo perché non riusciva a capire cosa fosse quella specie di fuoco che si era acceso dentro di lei non appena aveva visto Logi e che continuava a bruciarla lentamente.

 

                                                                                       ***

 

  
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