Autore: Tifawow
Fandom: Artisti Musicali (Big Bang)
Rating: Verde
Genere: Generale(c'è un po' di tutto)
Avvertimenti: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Pairing: GTOP (G-Dragon/T.O.P.)
Note: piccolo one-shot senza pretese e anche mia prima fic in questo fandom. Ultimamente mi sono decisamente intrippata con la Kpop e non ho potuto fare a meno di innamorarmi della GTOP♥ sono così carini insieme! AVVERTIMENTO: è veramente senza pretese! E' una storia senza capo né coda che ho scritto per cercare di uscire dal mio blocco dello scrittore.
..::.Welcome
to the G-Market.::..
Non
c'era giorno che non
passasse di fronte alla vetrina di quel negozio.
Quel
piccolo negozio di vestiti
in centro, situato in una delle vie più conosciute di Seul,
così
insignificante se paragonato gli altri più grandi e famosi
compagni
eppure, stranamente, sempre pieno di gente.
Quel
grazioso negozio dalle
vetrine colorate che mostrava tra le luci vestiti sgargianti e
accessori di ogni tipo, il classico luogo meta di ragazzine di
ritorno da scuola o alla ricerca di un regalo da fare a qualche
amica.
Quel
dannato negozio che era
diventato ormai la sua rovina, che popolava non solo i suoi pensieri
ma anche i suoi sogni, i suoi incubi e le sue ossessioni e che aveva
fatto della sua pausa pranzo e di qualsiasi altro momento libero
della giornata una meta obbligata, quasi una specie di luogo di
culto.
Una cosa
davvero patetica.
SeungHyun
aveva
ormai perso il conto dei minuti, delle ore, dei giorni che aveva
passato di fronte a quel negozio -precisamente dall'altra parte della
strada e rigorosamente dietro la panchina parallela alla porta
d'ingresso-, così come aveva smesso di contare i battiti
accelerati
del suo cuore e i respiri che si spezzavano ogni volta che vedeva
qualcosa muoversi all'interno.
Non
per i vestiti, certo!
Fosse
stato solo per quello sarebbe stato tutto più semplice.
Sebbene
fosse un patito della moda e dello stile, quello che lo portava a
comportarsi come uno stalker, come un maniaco sessuale di primo
livello, era qualcosa di molto più complesso da affrontare
che un
semplice paio di jeans firmati, un qualcosa che aveva due braccia,
due gambe, capelli ossigenati e il viso più bello,
più dolce e al
contempo più sensuale che avesse mai visto in vita sua. E,
giusto
per la cronaca, tale meraviglioso problema passava più di
metà
della giornata proprio al di là di quelle vetrine colorate,
tra
luci, vestiti e ragazzine adoranti.
Pateticamente,
come una ragazzina alla prima cotta, si era innamorato del commesso
del negozio di vestiti più popolare tra le ragazzine: il
G-Market.
Era
stato per caso che lo aveva visto ma, da quel momento, levarselo
dalla testa era stato impossibile. Era piuttosto tardi e stava
tornando da una pessima giornata in università; aveva un
diavolo
per capello, un esame gli era andato più che male ed era
stato
trattenuto in biblioteca da un professore che solo il cielo sapeva
cosa volesse da lui e, come in un drama di terza categoria, si era
anche messo a piovere.
Una
giornata a dir poco tragica.
E
mentre arrancava sotto la pioggia -rigorosamente senza ombrello-
disperando per tornare il prima possibile a casa, lo aveva visto.
Un
solo istante prima che il suo mondo cambiasse.
Un
dolce angelo dai capelli biondi, proprio di fronte alla vetrina di
quel negozio, riparato da uno sgargiante ombrello viola fluo, intento
a chiudere la saracinesca era entrato nella sua vita e nei suoi
pensieri con l'irruenza di un uragano.
Bello,
bellissimo, apparentemente intoccato da tutto -pioggia compresa, come
facesse ad essere così perfetto anche in quella situazione
era un
mistero!- armeggiava con la serratura del negozio, canticchiando tra
sé e sé e mantenendo un'espressione
così tranquilla e serena da
fargli dubitare della sua pessima giornata.
Un'apparizione.
SeungHyun
si era fermato in mezzo al marciapiede, a pochissimi metri di
distanza, completamente dimentico della pioggia e dell'orrenda
giornata trascorsa, limitandosi a fissare a registrare ogni
particolare di quel viso così bello: era giovane, anche se
probabilmente non molto più di lui; gli occhi erano scuri,
in netto
contrasto con la pelle chiara e i capelli biondissimi, chiaramente
tinti. Le labbra, rosee e piene, sembravano quasi stese in
un'espressione sorridente, stranamente rilassata per uno che si
trovava in bilico sotto un ombrello.
Un
volto portato per il sorriso, si ritrovò a pensare.
Un
volto bellissimo.
SeungHyun
aveva incontrato i suoi occhi per un attimo, un breve momento in cui,
ne era certo, cori angelici avevano cantato l'alleluia solo per lui e
in quel l'istante aveva capito di essere fregato.
Irrimediabilmente
fregato.
Un
colpo allo stomaco – forse un po' più in su,
vicino al cuore- gli
aveva tolto il fiato, come se fosse stato folgorato da uno dei tanti
fulmini che avevano cominciato a solcare il cielo.
Chi
era quel ragazzo, si era chiesto. Chi era e perché,
nonostante
facesse quella strada tutti i giorni, non lo aveva mai visto prima
d'ora?
Fermo
in mezzo al marciapiede, zuppo d'acqua e probabilmente con stampata
in volto l'espressione più idiota di questo mondo, SeungHyun
si
trovò improvvisamente a desiderare che quel ragazzo
misterioso si
voltasse, che gli sorridesse, che gli parlasse. Un desiderio sciocco,
ma che gli era salito spontaneo.
Purtroppo
la realtà fu differente. Finito di chiudere la saracinesca
il
ragazzo, l'apparizione, si era semplicemente messo le chiavi in tasca
e, senza nemmeno calcolarlo, gli aveva dato le spalle e se n'era
andato, molto probabilmente verso casa, portandosi via i suoi occhi
magnetici, le sue labbra deliziose e ogni speranza di conoscenza.
SeungHyun
era rimasto circa mezz'ora a guardare di fronte a sé, anche
dopo che
l'ombrello fluo era sparito dalla vista.
Nei
giorni successivi aveva cercato di ritrovare la calma, inutilmente.
Si era detto che non andava bene, che nemmeno conosceva l'altro
ragazzo, che poteva essere un pazzo squilibrato, che l'amore a prima
vista non esisteva... che quel commesso così bello era un
UOMO, un
MASCHIO, santo cielo!
Ma
niente.
Nonostante
si fosse mentalmente imposto di lasciar perdere, di dimenticare quel
ragazzo che solo con uno sguardo era riuscito a fargli battere il
cuore, non aveva potuto farne a meno di continuare a cercarlo: era
tornato il giorno successivo. E quello dopo ancora. Fino a che la sua
vita non aveva cominciato a girare attorno a quel negozio e al suo
affascinante commesso.
Era
stato un vero e proprio colpo di fulmine: quegli occhi così
belli e
quel sorriso genuino che aveva scorto qualche volta dalla vetrina gli
erano entrati nel cuore, prepotentemente e senza alcuna
pietà. Da
quel momento non faceva altro che guardare da debita distanza,
sperando con tutto se stesso di cogliere, anche solo per un momento,
un bagliore di quei capelli ossigenati che lo avevano colpito o quel
sorriso che era riuscito a stregarlo.
Diamine,
mormorò a denti stretti, alzando per un secondo gli occhi al
cielo,
mi
mancano solo l'impermeabile e il cappello per calarmi nella parte!
Ma
quel giorno era diverso.
Quel
giorno, aveva deciso, non si sarebbe limitato guardare.
-Oggi
si cambia registro...- mormorò il ragazzo tra sé
e sé, caricando i
polmoni con un gran sospiro per farsi coraggio. Poi, con fare
apparentemente coraggioso, si scostò dalla sua amata
panchina,
iniziando a incedere verso l'altro lato della strada.
Verso
il G-Market.
Perché
insomma... non posso essere codardo per sempre, no?
Dopo
un mese poteva dirsi stufo di stare a guardare una vetrina e a
immaginare, confidando in un'occasione del destino!
Era
un ragazzo sano, con degli appetiti normali sia a livello fisico che
emotivo e diavolo, voleva soddisfarli! Senza contare che poi il Fato
non era mai stato dalla sua parte, in nessun caso, e che le occasioni
se l'era sempre dovute creare da solo.
Bando
alla timidezza e alla paura, attraversò la strada sulle
strisce pedonali, avvolto in un paio di jeans attillati e in una
maglia nera che aveva messo ore a scegliere, con i capelli azzurri
pettinati di tutto punto e un filo di eye-liner attorno agli occhi,
proseguendo dritto e sicuro fino alla porta d'ingresso del negozio,
di fronte al quale si fermò, con la mano appoggiata sulla
maniglia
della porta a vetri.
Per
un secondo, trovandosi a pochi passi dal suo obiettivo, la sua
decisione vacillò.
C'era
da chiedersi, forse, perché un ragazzo come lui esitasse
così tanto
a proporsi. Era bello, almeno così dicevano le compagne
d'università
che gli ronzavano intorno nelle interminabili ore di lezione e, a
quanto pareva affascinante, anche se i suoi gusti sgargianti in fatto
di colore di capelli -azzurri in quel momento- gli avevano fatto
spesso ricevere l'etichetta di “strano”. I suoi
amici lo
ritenevano simpatico e divertente e i suoi voti universitari
dichiaravano la sua intelligenza. Poteva quindi supporre di essere,
tutto sommato, una persona interessante.
Quindi perchè esitare in quel modo?
Quindi perchè esitare in quel modo?
La
verità era che era timido.
Di
una timidezza estrema che lo portava spesso e volentieri ad
ammutolire di fronte ad un pubblico troppo vasto o a darsela a gambe
quando c'era da fare un'azione di coraggio, come quella che aveva in
programma.
E,
per l'appunto, un attimo prima di entrare parve ripensarci.
Infondo...
che cosa diavolo stava facendo?
Si
stava davvero apprestando ad andare a molestare un giovane commesso
del quale nemmeno sapeva il nome sul suo posto di lavoro, armato solo
di un pomeriggio passato davanti allo specchio a prepararsi e di un
sorriso che, al momento, gli risultava difficile anche solo da
imbastire?
Cielo,
nemmeno sapeva che cosa dirgli!
Però
sì, lo stava facendo davvero. Perché quel ragazzo
solare lo aveva
affascinato con un solo sguardo e, se così era stato, doveva
per
forza essere interessante, no? Perché accidenti, lui era
SeungHyun,
il ragazzo che moriva di vergogna solo a parlare con qualcuno che non
conosceva e se si era spinto a diventare uno stalker era
perché quel commesso gli piaceva davvero tanto!
Con
un gesto forse un po' troppo brusco si decise finalmente a spingere
la maniglia della porta a vetri verso il basso, dandole un colpo
così secco che, per qualche attimo, i campanellini appesi
per
segnalare l'entrata di qualche cliente trillarono violentemente.
Prima che la sua mente riuscisse a registrare quanto stava facendo,
si affretto a muovere il proprio passo verso l'interno, consapevole
di essere rosso come un peperone, scostandosi
velocemente dall'ingresso e lasciando che la porta si chiudesse alle
sue spalle, tagliandogli ogni via di fuga.
Ora
non poteva più tirarsi indietro.
-Buongiorno,
benvenuto al G-Market! Posso esserle d'aiuto?- la voce allegra e un
tantino invadente del giovane commesso, fulcro dei suoi desideri, lo
investì come un'onda sulla spiaggia.
SeungHyun
sobbalzò leggermente nel sentirlo, spalancando gli occhi di
colpo
quando, senza alcun preavviso, se lo trovò di fronte con un
enorme
sorriso cordiale, lo stesso che aveva intravisto solo qualche volta
al di là della vetrina. Quel giorno, se possibile, gli
sembrava
ancora più bello del solito: indossava un paio di jeans
aderenti,
troppo aderenti e strappati in punti decisamente strategici, una
maglia azzurra che, al contrario dei pantaloni, scendeva un po'
più
larga sui fianchi sottili accarezzandoli dolcemente, e un paio di
converse dello stesso colore. I capelli biondi erano pettinati
all'indietro, tenuti da una discreta quantità di
gel,
scoprivano collo bianco e sinuoso come quello di un cigno, fasciato
da un sottile collarino in pelle nera, piuttosto semplice ma di
grande effetto.
La
bocca gli si seccò completamente.
-Ehm..
sì... ecco io...- che
cosa dire? Si guardò fugacemente intorno
constatando, con un certo sollievo, di essere l'unico cliente
presente. Questo, oltre a togliergli di dosso una notevole
quantità
di imbarazzo, lo rassicurò notevolmente.
-Sì?-
lo incitò il bellissimo commesso con un sorriso, notando
forse la
sua difficoltà nell'esprimersi.
-Ecco...
io starei... starei... cercando un regalo!- disse infine SeungHyun,
dopo qualche attimo di silenzio, sentendosi infinitamente stupido.
Prese fiato, cercando di non farsi notare troppo, raccogliendo tutto
il suo coraggio: ormai era lì dentro e non poteva continuare
a
balbettare, altrimenti lo avrebbe scambiato per un pazzo
o un maniaco e allora addio ai sogni di riuscire ad avvicinarsi!
Il
ragazzo piegò appena il capo di lato, fissandolo
spudoratamente in
volto -Un regalo?- domandò, senza perdere nemmeno per un
istante il
sorriso sbarazzino che gli aveva mostrato fin da suo ingresso.
-Un
regalo....- confermò SeungHyun, arrossendo leggermente.
Una
scusa bella e buona, ma che di primo impatto gli era sembrata
efficacie abbastanza per dargli tempo di calmarsi, fare mente locale
e attaccare bottone.
Un
piano perfetto.
Forse.
-E
si può sapere per chi questo regalo?-.
-Per
chi...- esitò, incerto -Beh, ecco... un'ami...-.
-La
tua ragazza?-.
-No!
No! Certo che no... non la mia ragazza!- esclamò, rendendosi
improvvisamente conto di aver quasi urlato. Scosse il capo,
lasciandosi andare a qualche colpo di tosse per scacciare l'imbarazzo
galoppate. Timidezza,
ti prego, non tradirmi ora -Io... io non ho la ragazza...-
sottolineò. Anche se stava
facendo una pessima figura dietro l'altra non voleva che l'altro
pensasse... beh, che aveva una ragazza, ecco!
Nemmeno
gli piacevano le ragazze!
Il
sorriso del commesso parve allargarsi sulle sue labbra perfette,
vagamente sornione -Un'amica?- domandò, con quella voce
dolce e
vagamente miagolante che aveva udito tante volte al di là
della
vetrina. Una voce che gli mise i brividi.
-Un
amico!- ecco, maschio, amico, per niente fraintendibile -Un mio
amico. Un mio caro e vecchio amico... che fa gli anni! E stavo
cercando qualcosa di speciale, ecco...-.
-Allora
sei nel posto giusto, qui abbiamo sicuramente qualcosa per il tuo
amico! Che tipo è?-.
-In
che senso?-.
-Nel
senso... che cosa gli piace? Avevi già qualcosa in mente?-.
-A
dire il vero no. Lui è...- eh lui era cosa?
-Dinamico!?- ecco, forse messa in questo modo poteva andare bene -Molto
dinamico! Gli
piace ridere, divertirsi, almeno credo. È che lo vedo sempre
ridere
quindi immagino che sia così. E poi ha un sorriso
splendido...-
dovette pregare ogni dio conosciuto e sconosciuto per non arrossire
mentre, con una precisione che lo fece sentire ancor più
maniaco con
l'impermeabile, descriveva minuziosamente il commesso che aveva di
fronte. O almeno, come lui credeva che fosse.
La
verità era che lo aveva osservato così a lungo e
con tanta
attenzione, da essere praticamente convinto di sapere tutto di lui;
era perfettamente consapevole della realtà dei fatti,
cioè di non
conoscerlo affatto, ma diamine, non aveva passato settimane di fronte
alla vetrina di quel negozio per niente! A qualcosa la sua costanza
-leggasi ossessione-
doveva pur essere servita!
Il
giovane commesso non batté ciglio, ne lasciò che
il sorriso
scemasse dalle sue labbra -Mhmm... interessante... Prosegui- disse in
tono professionale.
-E'...
ecco...- una pausa, per prendere fiato -Ha stile...- lavorava in un
negozio di vestiti in fondo -Se ne intende di
moda, è sempre impeccabile, anche sotto la pioggia...- anzi,
proprio
in quel frangente riusciva ad essere ancora meglio -Ed è
bello!
Bellissimo... cioè, almeno così dicono le
ragazze! Io non l'ho mai
osservato eh? Però è anche unico. Non particolare
nel senso
strano... unico nel suo genere. Non ho mai incontrato una persona
originale come lui. Qualsiasi cosa faccia o dica non risulta mai
banale, ecco... ma no è strano, questo no! Sì
insomma... credo di
avere le idee un po' confuse...- borbottò infine, cedendo al
rossore
che lo aveva attanagliato fino a quel momento con un sospiro e
abbassando lo sguardo, imbarazzato.
Il
commesso, tuttavia, non parve infastidito da quel fiume di parole.
Una risata lieve, divertita, perfetta, sfuggi dalle sue bellissime
labbra, arrivando alle orecchie di SeungHyun come il suono
più dolce
del mondo -Capisco...- disse, semplicemente, forse per non metterlo
ulteriormente in imbarazzo -Quindi per una persona del genere ci
vuole qualcosa di moderno, insolito, magari un po' stravagante ma che
comunque non passi mai di moda. Penso di poterti aiutare... seguimi-
e con una mezza giravolta diede le spalle a SeungHyun,
iniziando ad inoltrarsi verso la parte più interna del
negozio.
SeungHyun
lo seguì come un'automa, lasciando che inevitabilmente lo
sguardo si
abbassasse, portandosi a fissarsi su una parte anatomica del commesso
che, crudelmente, gli era stata letteralmente sbattuta sotto il naso.
La
bocca gli si asciugò di botto.
Dio,
ti prego, uccidimi!
La
vita non poteva essere davvero così infame! Non potevano
sbattergli
davanti quel pezzo di commesso, di spalle, con un sedere da urlo e
pretendere che il suo quoziente intellettivo, già di norma
non molto
alto, rimanesse invariato!
E
poi... che diamine di pantaloni indossava!??
Ma
avrebbero dovuto arrestarlo solo per quelli! Stretti, aderenti come
una seconda pelle, fasciavano alla perfezione quel corpicino magro e
sensuale, non lasciando praticamente niente all'immaginazione. Si
morse il labbro con forza per impedirsi un gesto inconsulto, per
fermare quella vocina interiore che gli gridava a gran voce di
allungare la mano e afferrare quei glutei per tastare se fossero
davvero sodi come sembrano, per poi magari prenderlo, afferrarlo per
i capelli, baciarlo fino a fargli perdere fiato, sbatterlo sul
bancone e...
-Comunque
non ci credo...- la voce del commesso interruppe quel breve momento
di silenzio e intima perversione che si era venuto a creare.
SeungHyun
sobbalzò di colpo, trattenendo a stento un urletto molto
poco virile. Alzò il capo di scatto e
arrossì come un peperone, rilassandosi
notevolmente quando si accorse di non essere stato beccato a fargli
una radiografia al fondo-schiena. A
quel bellissimo, perfetto,
meraviglioso... -Cosa?- balbettò, frenando di
colpo i propri
pensieri.
Accidenti,
doveva darsi una calmata!
Così
rischiava di fare completamente la figura del cretino, sempre se
ancora non l'aveva fatta!
-Che
un bel tipo come te non ha la ragazza...- il commesso si
voltò
appena, lanciandogli una breve occhiata prima di fermarsi di fronte
ad un alto scaffale colmo di accessori.
Poteva
bloccarsi un cervello?
In
tutta la sua esistenza, SeungHyun non aveva mai sentito di un simile
evento medico, né tanto meno aveva mai sentito qualcuno
utilizzare
questa espressione, eppure poteva dire con certezza che era quello
che gli era appena successo. Lo percepiva chiaramente a livello delle
sinapsi, dei neuroni o di quel cavolo che era (infondo studiava
psicologia, non medicina!).
Linea
piatta, piattissima!
Il
commesso... aveva appena detto che era un bel tipo!
-Beh
ecco...- dovette prendere fiato un paio di volte prima di riuscire a
rispondere senza tremolio della voce -No, è vero. Non ho la
ragazza... sono single, sì- non fosse mai che quel ragazzo
lo
credesse fidanzato! No no! Single! Più single di
così si era
zitelli! Era solo, solo come un cane, nella sua segreteria telefonica
non c'erano nemmeno messaggi di sua madre!
Ok,
forse messa così era un po' deprimente, ma almeno rendeva
l'idea.
-Continuo
a non crederci...- obiettò l'altro ragazzo. Senza
più guardarlo si
avvicinò allo scaffale, iniziando a frugare tra i vari
oggetti
disposti. Sembrava sapesse esattamente che cosa stesse cercando -Sei
di queste parti?- riprese, probabilmente per fare conversazione.
-Ehm..
no...- no caro, mi
faccio ogni giorno due ore di treno per vederti.
-Oh,
allora studi o lavori in zona?-.
-Mhmm...
no, nemmeno. Cioè, la mia università non
è lontanissima, ma non è
in questo quartiere... perché?-.
-Ero
curioso. Ti vedo spesso qui di fronte...- il tono del commesso era
calmo, misurato, come se stesse valutando attentamente che cosa dire
-Per caso ti piacciono le crepes?-.
-Le...
le cosa?- domandò SeungHyun, il cervello completamente in
pappa,
sentendosi morire interiormente a quella domanda.
Lo
aveva beccato, dannazione!
Lo
aveva visto!
Chissà
che cosa avrebbe pensato... che era un pazzo, uno stalker, o peggio,
un maniaco! Istintivamente si guardò alle spalle, dando una
rapida
occhiata alla porta d'ingresso nel locale e iniziando a contare
quanti metri lo separassero da essa; forse poteva riuscire a fuggire
prima di essere additato come il pervertito della porta accanto.
Stava
quasi per scappare, quando di nuovo si impose la calma prendendo un
grande respiro; ok, lo aveva visto, ma poteva essere lì per
mille
motivi diversi! Insomma, non era detto che il bel commesso avesse
capito tutto, anche se il suo tono di voce era così melenso
da dare
l'idea di un gatto che stava giocando con il topo.
-Le
crepes...- proseguì il ragazzo in tono ovvio, scostando una
serie di
ciondoli dall'aspetto piuttosto eccentrico dalla sua visuale -Sai, la
creperia qui di fronte, tu che sei sempre lì... ecco, questo
dovrebbe essere perfetto!- esclamò tutto d'un tratto,
improvvisamente dimentico del precedente discorso.
SeungHyun
si fece subito attento.
Davanti
ai suoi occhi, il commesso si voltò di colpo, privandolo
prima della
vista di quello splendido fondo-schiena che tanto lo aveva fatto
sognare in quei dieci minuti e poi spiegandogli di fronte al naso una
sciarpa, con l'aria di un pirata che aveva appena scovato un tesoro.
Una
sciarpa.
Ma
non una semplice sciarpa!
-E'
un accessorio moderno e originale, adatto ad una persona modaiola...-
cominciò a spiegare il ragazzo, avvicinandosi con
nonchalanse e
mostrandogli l'accessorio con orgoglio -Non è troppo
impegnativo
quindi non rischi di essere inopportuno. Le cuciture sono perfette e
il motivo centrale è assolutamente di tendenza! Questo viola
acceso
poi è un colore poco usato ma assolutamente d'effetto, penso
che
potrebbe piacere a, come hai detto... sì! Una persona unica
nel suo
genere...- una pausa. Gli occhi scuri del commesso, quasi felini nel
loro taglio, si posarono in quelli di SeungHyun, squadrandolo, ansiosi
di una reazione qualsiasi -... allora ti piace?- forse sbagliava, ma
gli sembrava che la sua voce si fosse fatta roca nel porgli
quell'ultima domanda.
Piacergli?
Quella
sciarpa era... era...
-Ehm..
sì, sì è bellissima! E' perfetta!- era a dir poco inguardabile!
Una sciarpa di tessuto leggero, di un viola a dir poco improponibile
e decorata con strani motivi geometrici senza un reale senso a fili
blu e argentati, con delle frange di un colore leggermente
più
chiaro legate al tessuto da una serie di piccoli anellini d'argento,
talmenti carichi di pailetters da farne sentire fisicamente il loro
peso.
Una
cosa che SeungHyun non avrebbe mai indossato, nemmeno sotto tortura
(e detto da lui che aveva i capelli blu la cosa dava da pensare!).
Però...
Le
sue labbra si stirarono leggermente, in una smorfia che voleva essere
un sorriso timido -Sono certo che al mio amico piacerà
moltissimo...- però
a lui sarebbe stata benissimo. Quel commesso
aveva scelto una cosa che, su di lui, sarebbe stata perfetta, quasi
avesse letto nella descrizione del fantomatico amico che gli aveva
dato qualcosa che gli apparteneva.
Quasi
avesse capito.
-In
che colore lo vuoi?- domandò dopo qualche attimo,
iniziando a ripiegare la sciarpa con cura -Ce l'abbiamo anche in
rosa, verde e nero. Personalmente la preferisco in viola, ma se non
ti piace...-.
-No!-
lo fermò subito, con un gesto della mano -No, ecco... va
benissimo
in viola. Sì ecco, il viola gli starà
benissimo...-.
-Ti
faccio un pacchetto..?-.
-Sì...
per favore...-.
Il
commesso non disse altro. Rivolse un sorriso a SeungHyun prima di
sorpassarlo e avviarsi verso la cassa a passo tranquillo,
sistemandosi dietro di essa e andando subito a cercare il necessario
per fare i pacchetti.
SeungHyun
lo seguì in silenzio. Lo osservò prendere della
carta da pacco
dorata da un cassetto e dei fili rossi da un altro, ripiegare di
nuovo la sciarpa per poi iniziare a impacchettarla con gesti esperti.
-Se
non è per le crepes allora sarà per il gelato...-
riprese il
commesso dopo un po', piegando gli angoli della carta da regalo e
fissandoli con un po' di scotch -Dicono che la gelateria all'angolo
sia una delle migliori di Seoul!-.
-Ah,
ecco, sì!- prendi
la palla al balzo SeungHyun. Questa
della gelateria te l'ha servita su un piatto d'argento e puoi
riscattare tutte le figure fatte fin ora -Sì...
io amo il gelato
eh!-.
-Ah
no! Scusa, ha chiuso un anno fa, che sbadato!- il sorriso sulle sue
labbra si allargò ulteriormente. Con un gesto secco della
forbicina
che teneva tra le mani finì di arricciare il nastrino del
pacco,
rivolgendogli un'occhiata sarcastica, divertita e appena maliziosa,
un'occhiata che SeungHyun ricambiò con imbarazzo, sentendosi
irrigidire lo stomaco dall'interno.
Ecco,
come non detto.
Era
servita la centesima brutta figura della giornata. Eppure,
stranamente, SeungHyun non si sentì in imbarazzo, forse per
il
sorriso che l'altro gli rivolgeva o forse ancora per
l'intensità del
suo sguardo o magari, più semplicemente, stava facendo
l'abitudine a sembrare un perfetto cretino.
Per
un secondo i due non parlarono, lasciando che i loro occhi si
incontrassero e che il silenzio, così raro in quel piccolo
negozio,
facesse da cornice a quel momento. SeungHyun poté sentire
distintamente il suo respiro farsi più regolare e
l'imbarazzo e il
rossore scemare dal suo viso... quel commesso era davvero bello, si
disse. Bello e perspicace, con due occhi che, oltre a stregarlo,
erano anche capaci di leggergli dentro.
E
in un attim fu certo che l'altro sapesse il perché si
trovava lì e anzi, che in realtà lo sapesse fin
dal primo momento
che aveva messo piede in quel negozio, forse ancora da prima, da
quando lo aveva visto fuori sulla strada, a osservare la vetrina come
se non ci fosse un domani.
Ma
fu solo un momento, un secondo che svanì in fretta.
Dopo
poco il commesso parve riscuotersi, interrompendo quel
magico istante di comprensione che si era venuto a creare -Ecco a
te... spero che al tuo amico piaccia!- disse -Ti ho fatto anche un
bel fiocco rosso!- gli porse il pacchetto con mano ferma, senza mai
distogliere gli occhi.
Ed
era tutto già finito.
-Sì...
grazie...- rispose SeungHyun, improvvisamente colpito dallo
sconforto.
Ecco,
aveva fatto quello che voleva. Era entrato in quel negozio, aveva
fatto un paio di figure del cavolo, aveva comprato una sciarpa,
parlato un po' con l'oggetto dei suoi sogni ed ora tutto era finito,
in niente, esattamente com'era cominciato.
Ma
d'altro canto... che cosa doveva aspettarsi?
Insomma,
sicuramente quel ragazzo riceveva visite da ragazzine sognanti
almeno dieci volte
al giorno! Era bello, simpatico, un mercante nato, era ovvio che
avesse uno stuolo di ammiratori e che fosse abile a trattare con
loro.
Gli
aveva sorriso, forse aveva anche un po' flirtato, ma nulla di
più.
Con
il morale decisamente sotto terra tirò fuori il portafoglio
dalla
tasca dei jeans, trattenendo a stento un'imprecazione poco elegante
quando seppe il prezzo di quella dannata sciarpa. Tuttavia tacque,
pagò senza battere ciglio e, dopo aver afferrato il
pacchettino
dorato, si inchinò velocemente al commesso, ringraziandolo e
sorridendogli un'ultima volta prima di defilarsela alla
velocità
della luce verso l'ingresso.
Ora
era veramente finita.
-Fammi
sapere poi com'è andata!- gli urlò il commesso
dalla cassa quando
ormai la sua mano era sulla maniglia della porta d'ingresso, alzando
la mano in sua direzione in un cenno di saluto, in un tono che, per
un secondo, sembro quasi implorante, come se in qualche modo gli
stesse chiedendo di restare.
O
forse proprio di non andarsene.
E
SeungHyun si fermò.
No,
si disse.
No,
no e assolutamente no!
Aveva
passato settimane fuori da quel dannato negozio, si era fatto quasi
cieco per riuscire a spiare qualcosa al di là delle vetrine,
aveva
sopportato fame e raffreddori di ogni tipo, pioggia e solleone, si
era infine fatto coraggio e con una scusa cretina si era ritrovato a
spendere mezzo suo stipendio del mese per una dannata sciarpa che non
avrebbe messo nemmeno sotto tortura... non poteva davvero lasciare
che finisse così!
Alzò
lo sguardo, con decisione. Senza attendere un solo attimo in
più,
racimolando in mezzo secondo tutto il poco coraggio che
riuscì a
mettere insieme, si voltò e percorse rapidamente i pochi
metri che
lo dividevano dalla cassa.
Sotto
gli occhi esterrefatti (e lieti?) del commesso si avvicinò a
passo
di marcia, rosso come un peperone -Ecco...- balbettò,
ficcandogli
senza troppe cerimonie il pacchetto dorato in mano -Dimmelo tu
com'è
andata... è per te...-.
Gli
occhi del commesso si spalancarono in un'espressione di compiaciuta
confusione -Ma...-.
-Ecco...
sì, insomma, ciao eh?!- e senza attendere una risposta
tornò sui
suo passi, abbassando gli occhi e camminando come se avesse il
diavolo alle calcagna ma sentendosi, per una volta in vita sua, forte,
potente, come se nessuno potesse fermarlo.
Lo
aveva fatto, lo aveva fatto!
Il
gesto più folle, più coraggioso, più
spavaldo, più... più
cretino di tutti!!!
Non
aveva ancora raggiunto la porta che la consapevolezza di essersi
dimenticato qualcosa di fondamentale lo investì in pieno. Il
suo
numero, dannazione, il suo numero! Così preso dalla foga e
dalla
fretta non aveva nemmeno pensato che l'utilità del suo gesto
si
sarebbe di certo persa senza lasciar modo all'altro ragazzo si
contattarlo!
E
di certo non sarebbe più tornato in quel negozio dopo di
quella.
Se
non fosse stato così di fretta e ansioso di uscire da
lì per andare
a buttarsi sotto il primo tram disponibile, di certo avrebbe preso a
testate il muro.
-Ehi,
ciuffo blu!- la voce del commesso lo bloccò sul colpo.
Lentamente
si voltò timoroso, ancor più rosso e imbarazzato
di quanto
fosse stato prima nel dargli il regalo (che poi, ammettiamolo! Mossa
seria e coraggiosa un cavolo!).
-Sì?-
domandò, timoroso.
Una
pausa.
SeungHyun
rallentò il respiro, appena esitante, desideroso solo di
sparire dalla faccia
della terra.
Lo giuro, se mi deride vado a buttarmi giù dal primo ponte che trovo! Lo so, non risolvo niente inquinando un fiume, ma lo faccio! Pongo fine alla mia inutile agonia e do un freno definitivo alla mia idiozia!
Lo giuro, se mi deride vado a buttarmi giù dal primo ponte che trovo! Lo so, non risolvo niente inquinando un fiume, ma lo faccio! Pongo fine alla mia inutile agonia e do un freno definitivo alla mia idiozia!
Ma
il commesso pareva essere di tutt'altro avviso -Mi chiamo Ji-Yong-
cominciò, lasciando che il suo sguardo tornasse esattamente
quello
di poco prima, quando si burlava di lui mentre cercava il regalo. Un
puro specchio di malizia -E stasera stacco alle sette! Passa per
quell'ora, così mi porti fuori a cena!-.
Forse
non era andata proprio come immaginava.
Forse
non era stato lui il cacciatore ma bensì la preda.
Forse
aveva dovuto impegnare un rene per pagare quella sciarpa e per una
settimana avrebbe dovuto saltare il pranzo.
Ma
accidenti!
Se
il premio per tutte quelle settimane di sforzi era quell'espressione
dalle mille promesse, allora si che ne era valsa la pena!
-O... Ok...- balbettò, beandosi di quel momento di vittoria e della risata del commesso, che per niente denigratoria ma semplicemente divertita e lieta risuonava in tutto il negozio.
Infondo non era così difficile, no?
-O... Ok...- balbettò, beandosi di quel momento di vittoria e della risata del commesso, che per niente denigratoria ma semplicemente divertita e lieta risuonava in tutto il negozio.
Infondo non era così difficile, no?
E
diamine, quella sciarpa gli sarebbe stata davvero bene!
..::.Fine.::..
Ok, ce l'ho fatta... sono
riuscita a finirla *-*
Personalmente sono molto indecisa sull'esito di questa storia, non ero convintissima di questo mio esperimento visto che è una fic senza nè arte nè parte, dove non succede praticamente niente! Ma spero che comunque vi possa essere piaciuta e che non vi abbia schifato troppo.
Amo particolarmente questa coppia e penso che in futuro potrei tornare a scriverci altro... ci sono troppe poche yaoi sui Big Bang a mio parere in questa sezione U_U
Nel frattempo non posso che ringraziare chiunque perderà tempo con questa storia e si soffermerà a leggerla!
A tutto voi mando un grosso bacio! <3
Personalmente sono molto indecisa sull'esito di questa storia, non ero convintissima di questo mio esperimento visto che è una fic senza nè arte nè parte, dove non succede praticamente niente! Ma spero che comunque vi possa essere piaciuta e che non vi abbia schifato troppo.
Amo particolarmente questa coppia e penso che in futuro potrei tornare a scriverci altro... ci sono troppe poche yaoi sui Big Bang a mio parere in questa sezione U_U
Nel frattempo non posso che ringraziare chiunque perderà tempo con questa storia e si soffermerà a leggerla!
A tutto voi mando un grosso bacio! <3