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Autore: Tifawow    21/04/2013    7 recensioni
"Con un gesto forse un po' troppo brusco si decise finalmente a spingere la maniglia della porta a vetri verso il basso, dandole un colpo così secco che, per qualche attimo, i campanellini appesi per segnalare l'entrata di qualche cliente trillarono violentemente. Prima che la sua mente riuscisse a registrare quanto stava facendo, si affretto a muovere il proprio passo verso l'interno, consapevole di essere rosso come un peperone, scostandosi velocemente dall'ingresso e lasciando che la porta si chiudesse alle sue spalle, tagliandogli ogni via di fuga.
Ora non poteva più tirarsi indietro.
-Buongiorno, benvenuto al G-Market! Posso esserle d'aiuto?- la voce allegra e un tantino invadente del giovane commesso, fulcro dei suoi desideri, lo investì come un'onda sulla spiaggia."
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: G-Dragon, T.O.P.
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'G-Market Party'
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Titolo: Welcome to the G-Market
Autore: Tifawow
Fandom: Artisti Musicali (Big Bang)
Rating: Verde
Genere: Generale(c'è un po' di tutto)
Avvertimenti: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Pairing: GTOP (G-Dragon/T.O.P.)
Note: piccolo one-shot senza pretese e anche mia prima fic in questo fandom. Ultimamente mi sono decisamente intrippata con la Kpop e non ho potuto fare a meno di innamorarmi della GTOP♥ sono così carini insieme! AVVERTIMENTO: è veramente senza pretese! E' una storia senza capo né coda che ho scritto per cercare di uscire dal mio blocco dello scrittore.



..::.Welcome to the G-Market.::..



Non c'era giorno che non passasse di fronte alla vetrina di quel negozio.
Quel piccolo negozio di vestiti in centro, situato in una delle vie più conosciute di Seul, così insignificante se paragonato gli altri più grandi e famosi compagni eppure, stranamente, sempre pieno di gente.
Quel grazioso negozio dalle vetrine colorate che mostrava tra le luci vestiti sgargianti e accessori di ogni tipo, il classico luogo meta di ragazzine di ritorno da scuola o alla ricerca di un regalo da fare a qualche amica.
Quel dannato negozio che era diventato ormai la sua rovina, che popolava non solo i suoi pensieri ma anche i suoi sogni, i suoi incubi e le sue ossessioni e che aveva fatto della sua pausa pranzo e di qualsiasi altro momento libero della giornata una meta obbligata, quasi una specie di luogo di culto.
Una cosa davvero patetica.
SeungHyun aveva ormai perso il conto dei minuti, delle ore, dei giorni che aveva passato di fronte a quel negozio -precisamente dall'altra parte della strada e rigorosamente dietro la panchina parallela alla porta d'ingresso-, così come aveva smesso di contare i battiti accelerati del suo cuore e i respiri che si spezzavano ogni volta che vedeva qualcosa muoversi all'interno.
Non per i vestiti, certo!
Fosse stato solo per quello sarebbe stato tutto più semplice. Sebbene fosse un patito della moda e dello stile, quello che lo portava a comportarsi come uno stalker, come un maniaco sessuale di primo livello, era qualcosa di molto più complesso da affrontare che un semplice paio di jeans firmati, un qualcosa che aveva due braccia, due gambe, capelli ossigenati e il viso più bello, più dolce e al contempo più sensuale che avesse mai visto in vita sua. E, giusto per la cronaca, tale meraviglioso problema passava più di metà della giornata proprio al di là di quelle vetrine colorate, tra luci, vestiti e ragazzine adoranti.
Pateticamente, come una ragazzina alla prima cotta, si era innamorato del commesso del negozio di vestiti più popolare tra le ragazzine: il G-Market.
Era stato per caso che lo aveva visto ma, da quel momento, levarselo dalla testa era stato impossibile. Era piuttosto tardi e stava tornando da una pessima giornata in università; aveva un diavolo per capello, un esame gli era andato più che male ed era stato trattenuto in biblioteca da un professore che solo il cielo sapeva cosa volesse da lui e, come in un drama di terza categoria, si era anche messo a piovere.
Una giornata a dir poco tragica.
E mentre arrancava sotto la pioggia -rigorosamente senza ombrello- disperando per tornare il prima possibile a casa, lo aveva visto.
Un solo istante prima che il suo mondo cambiasse.
Un dolce angelo dai capelli biondi, proprio di fronte alla vetrina di quel negozio, riparato da uno sgargiante ombrello viola fluo, intento a chiudere la saracinesca era entrato nella sua vita e nei suoi pensieri con l'irruenza di un uragano.
Bello, bellissimo, apparentemente intoccato da tutto -pioggia compresa, come facesse ad essere così perfetto anche in quella situazione era un mistero!- armeggiava con la serratura del negozio, canticchiando tra sé e sé e mantenendo un'espressione così tranquilla e serena da fargli dubitare della sua pessima giornata.
Un'apparizione.
SeungHyun si era fermato in mezzo al marciapiede, a pochissimi metri di distanza, completamente dimentico della pioggia e dell'orrenda giornata trascorsa, limitandosi a fissare a registrare ogni particolare di quel viso così bello: era giovane, anche se probabilmente non molto più di lui; gli occhi erano scuri, in netto contrasto con la pelle chiara e i capelli biondissimi, chiaramente tinti. Le labbra, rosee e piene, sembravano quasi stese in un'espressione sorridente, stranamente rilassata per uno che si trovava in bilico sotto un ombrello.
Un volto portato per il sorriso, si ritrovò a pensare.
Un volto bellissimo.
SeungHyun aveva incontrato i suoi occhi per un attimo, un breve momento in cui, ne era certo, cori angelici avevano cantato l'alleluia solo per lui e in quel l'istante aveva capito di essere fregato.
Irrimediabilmente fregato.
Un colpo allo stomaco – forse un po' più in su, vicino al cuore- gli aveva tolto il fiato, come se fosse stato folgorato da uno dei tanti fulmini che avevano cominciato a solcare il cielo.
Chi era quel ragazzo, si era chiesto. Chi era e perché, nonostante facesse quella strada tutti i giorni, non lo aveva mai visto prima d'ora?
Fermo in mezzo al marciapiede, zuppo d'acqua e probabilmente con stampata in volto l'espressione più idiota di questo mondo, SeungHyun si trovò improvvisamente a desiderare che quel ragazzo misterioso si voltasse, che gli sorridesse, che gli parlasse. Un desiderio sciocco, ma che gli era salito spontaneo.
Purtroppo la realtà fu differente. Finito di chiudere la saracinesca il ragazzo, l'apparizione, si era semplicemente messo le chiavi in tasca e, senza nemmeno calcolarlo, gli aveva dato le spalle e se n'era andato, molto probabilmente verso casa, portandosi via i suoi occhi magnetici, le sue labbra deliziose e ogni speranza di conoscenza.
SeungHyun era rimasto circa mezz'ora a guardare di fronte a sé, anche dopo che l'ombrello fluo era sparito dalla vista.
Nei giorni successivi aveva cercato di ritrovare la calma, inutilmente. Si era detto che non andava bene, che nemmeno conosceva l'altro ragazzo, che poteva essere un pazzo squilibrato, che l'amore a prima vista non esisteva... che quel commesso così bello era un UOMO, un MASCHIO, santo cielo!
Ma niente.
Nonostante si fosse mentalmente imposto di lasciar perdere, di dimenticare quel ragazzo che solo con uno sguardo era riuscito a fargli battere il cuore, non aveva potuto farne a meno di continuare a cercarlo: era tornato il giorno successivo. E quello dopo ancora. Fino a che la sua vita non aveva cominciato a girare attorno a quel negozio e al suo affascinante commesso.
Era stato un vero e proprio colpo di fulmine: quegli occhi così belli e quel sorriso genuino che aveva scorto qualche volta dalla vetrina gli erano entrati nel cuore, prepotentemente e senza alcuna pietà. Da quel momento non faceva altro che guardare da debita distanza, sperando con tutto se stesso di cogliere, anche solo per un momento, un bagliore di quei capelli ossigenati che lo avevano colpito o quel sorriso che era riuscito a stregarlo.
Diamine, mormorò a denti stretti, alzando per un secondo gli occhi al cielo, mi mancano solo l'impermeabile e il cappello per calarmi nella parte!
Ma quel giorno era diverso.
Quel giorno, aveva deciso, non si sarebbe limitato guardare.
-Oggi si cambia registro...- mormorò il ragazzo tra sé e sé, caricando i polmoni con un gran sospiro per farsi coraggio. Poi, con fare apparentemente coraggioso, si scostò dalla sua amata panchina, iniziando a incedere verso l'altro lato della strada.
Verso il G-Market.
Perché insomma... non posso essere codardo per sempre, no?
Dopo un mese poteva dirsi stufo di stare a guardare una vetrina e a immaginare, confidando in un'occasione del destino!
Era un ragazzo sano, con degli appetiti normali sia a livello fisico che emotivo e diavolo, voleva soddisfarli! Senza contare che poi il Fato non era mai stato dalla sua parte, in nessun caso, e che le occasioni se l'era sempre dovute creare da solo.
Bando alla timidezza e alla paura, attraversò la strada sulle strisce pedonali, avvolto in un paio di jeans attillati e in una maglia nera che aveva messo ore a scegliere, con i capelli azzurri pettinati di tutto punto e un filo di eye-liner attorno agli occhi, proseguendo dritto e sicuro fino alla porta d'ingresso del negozio, di fronte al quale si fermò, con la mano appoggiata sulla maniglia della porta a vetri.
Per un secondo, trovandosi a pochi passi dal suo obiettivo, la sua decisione vacillò.
C'era da chiedersi, forse, perché un ragazzo come lui esitasse così tanto a proporsi. Era bello, almeno così dicevano le compagne d'università che gli ronzavano intorno nelle interminabili ore di lezione e, a quanto pareva affascinante, anche se i suoi gusti sgargianti in fatto di colore di capelli -azzurri in quel momento- gli avevano fatto spesso ricevere l'etichetta di “strano”. I suoi amici lo ritenevano simpatico e divertente e i suoi voti universitari dichiaravano la sua intelligenza. Poteva quindi supporre di essere, tutto sommato, una persona interessante.
Quindi perchè esitare in quel modo?
La verità era che era timido.
Di una timidezza estrema che lo portava spesso e volentieri ad ammutolire di fronte ad un pubblico troppo vasto o a darsela a gambe quando c'era da fare un'azione di coraggio, come quella che aveva in programma.
E, per l'appunto, un attimo prima di entrare parve ripensarci.
Infondo... che cosa diavolo stava facendo?
Si stava davvero apprestando ad andare a molestare un giovane commesso del quale nemmeno sapeva il nome sul suo posto di lavoro, armato solo di un pomeriggio passato davanti allo specchio a prepararsi e di un sorriso che, al momento, gli risultava difficile anche solo da imbastire?
Cielo, nemmeno sapeva che cosa dirgli!
Però sì, lo stava facendo davvero. Perché quel ragazzo solare lo aveva affascinato con un solo sguardo e, se così era stato, doveva per forza essere interessante, no? Perché accidenti, lui era SeungHyun, il ragazzo che moriva di vergogna solo a parlare con qualcuno che non conosceva e se si era spinto a diventare uno stalker era perché quel commesso gli piaceva davvero tanto!
Con un gesto forse un po' troppo brusco si decise finalmente a spingere la maniglia della porta a vetri verso il basso, dandole un colpo così secco che, per qualche attimo, i campanellini appesi per segnalare l'entrata di qualche cliente trillarono violentemente. Prima che la sua mente riuscisse a registrare quanto stava facendo, si affretto a muovere il proprio passo verso l'interno, consapevole di essere rosso come un peperone, scostandosi velocemente dall'ingresso e lasciando che la porta si chiudesse alle sue spalle, tagliandogli ogni via di fuga.
Ora non poteva più tirarsi indietro.
-Buongiorno, benvenuto al G-Market! Posso esserle d'aiuto?- la voce allegra e un tantino invadente del giovane commesso, fulcro dei suoi desideri, lo investì come un'onda sulla spiaggia.
SeungHyun sobbalzò leggermente nel sentirlo, spalancando gli occhi di colpo quando, senza alcun preavviso, se lo trovò di fronte con un enorme sorriso cordiale, lo stesso che aveva intravisto solo qualche volta al di là della vetrina. Quel giorno, se possibile, gli sembrava ancora più bello del solito: indossava un paio di jeans aderenti, troppo aderenti e strappati in punti decisamente strategici, una maglia azzurra che, al contrario dei pantaloni, scendeva un po' più larga sui fianchi sottili accarezzandoli dolcemente, e un paio di converse dello stesso colore. I capelli biondi erano pettinati all'indietro, tenuti da una discreta quantità di gel, scoprivano collo bianco e sinuoso come quello di un cigno, fasciato da un sottile collarino in pelle nera, piuttosto semplice ma di grande effetto.
La bocca gli si seccò completamente.
-Ehm.. sì... ecco io...- che cosa dire? Si guardò fugacemente intorno constatando, con un certo sollievo, di essere l'unico cliente presente. Questo, oltre a togliergli di dosso una notevole quantità di imbarazzo, lo rassicurò notevolmente.
-Sì?- lo incitò il bellissimo commesso con un sorriso, notando forse la sua difficoltà nell'esprimersi.
-Ecco... io starei... starei... cercando un regalo!- disse infine SeungHyun, dopo qualche attimo di silenzio, sentendosi infinitamente stupido. Prese fiato, cercando di non farsi notare troppo, raccogliendo tutto il suo coraggio: ormai era lì dentro e non poteva continuare a balbettare, altrimenti lo avrebbe scambiato per un pazzo o un maniaco e allora addio ai sogni di riuscire ad avvicinarsi!
Il ragazzo piegò appena il capo di lato, fissandolo spudoratamente in volto -Un regalo?- domandò, senza perdere nemmeno per un istante il sorriso sbarazzino che gli aveva mostrato fin da suo ingresso.
-Un regalo....- confermò SeungHyun, arrossendo leggermente.
Una scusa bella e buona, ma che di primo impatto gli era sembrata efficacie abbastanza per dargli tempo di calmarsi, fare mente locale e attaccare bottone.
Un piano perfetto.
Forse.
-E si può sapere per chi questo regalo?-.
-Per chi...- esitò, incerto -Beh, ecco... un'ami...-.
-La tua ragazza?-.
-No! No! Certo che no... non la mia ragazza!- esclamò, rendendosi improvvisamente conto di aver quasi urlato. Scosse il capo, lasciandosi andare a qualche colpo di tosse per scacciare l'imbarazzo galoppate. Timidezza, ti prego, non tradirmi ora -Io... io non ho la ragazza...- sottolineò. Anche se stava facendo una pessima figura dietro l'altra non voleva che l'altro pensasse... beh, che aveva una ragazza, ecco!
Nemmeno gli piacevano le ragazze!
Il sorriso del commesso parve allargarsi sulle sue labbra perfette, vagamente sornione -Un'amica?- domandò, con quella voce dolce e vagamente miagolante che aveva udito tante volte al di là della vetrina. Una voce che gli mise i brividi.
-Un amico!- ecco, maschio, amico, per niente fraintendibile -Un mio amico. Un mio caro e vecchio amico... che fa gli anni! E stavo cercando qualcosa di speciale, ecco...-.
-Allora sei nel posto giusto, qui abbiamo sicuramente qualcosa per il tuo amico! Che tipo è?-.
-In che senso?-.
-Nel senso... che cosa gli piace? Avevi già qualcosa in mente?-.
-A dire il vero no. Lui è...- eh lui era cosa? -Dinamico!?- ecco, forse messa in questo modo poteva andare bene -Molto dinamico! Gli piace ridere, divertirsi, almeno credo. È che lo vedo sempre ridere quindi immagino che sia così. E poi ha un sorriso splendido...- dovette pregare ogni dio conosciuto e sconosciuto per non arrossire mentre, con una precisione che lo fece sentire ancor più maniaco con l'impermeabile, descriveva minuziosamente il commesso che aveva di fronte. O almeno, come lui credeva che fosse.
La verità era che lo aveva osservato così a lungo e con tanta attenzione, da essere praticamente convinto di sapere tutto di lui; era perfettamente consapevole della realtà dei fatti, cioè di non conoscerlo affatto, ma diamine, non aveva passato settimane di fronte alla vetrina di quel negozio per niente! A qualcosa la sua costanza -leggasi ossessione- doveva pur essere servita! 
Il giovane commesso non batté ciglio, ne lasciò che il sorriso scemasse dalle sue labbra -Mhmm... interessante... Prosegui- disse in tono professionale.
-E'... ecco...- una pausa, per prendere fiato -Ha stile...- lavorava in un negozio di vestiti in fondo -Se ne intende di moda, è sempre impeccabile, anche sotto la pioggia...- anzi, proprio in quel frangente riusciva ad essere ancora meglio -Ed è bello! Bellissimo... cioè, almeno così dicono le ragazze! Io non l'ho mai osservato eh? Però è anche unico. Non particolare nel senso strano... unico nel suo genere. Non ho mai incontrato una persona originale come lui. Qualsiasi cosa faccia o dica non risulta mai banale, ecco... ma no è strano, questo no! Sì insomma... credo di avere le idee un po' confuse...- borbottò infine, cedendo al rossore che lo aveva attanagliato fino a quel momento con un sospiro e abbassando lo sguardo, imbarazzato.
Il commesso, tuttavia, non parve infastidito da quel fiume di parole. Una risata lieve, divertita, perfetta, sfuggi dalle sue bellissime labbra, arrivando alle orecchie di SeungHyun come il suono più dolce del mondo -Capisco...- disse, semplicemente, forse per non metterlo ulteriormente in imbarazzo -Quindi per una persona del genere ci vuole qualcosa di moderno, insolito, magari un po' stravagante ma che comunque non passi mai di moda. Penso di poterti aiutare... seguimi- e con una mezza giravolta diede le spalle a SeungHyun, iniziando ad inoltrarsi verso la parte più interna del negozio.
SeungHyun lo seguì come un'automa, lasciando che inevitabilmente lo sguardo si abbassasse, portandosi a fissarsi su una parte anatomica del commesso che, crudelmente, gli era stata letteralmente sbattuta sotto il naso.
La bocca gli si asciugò di botto.
Dio, ti prego, uccidimi!
La vita non poteva essere davvero così infame! Non potevano sbattergli davanti quel pezzo di commesso, di spalle, con un sedere da urlo e pretendere che il suo quoziente intellettivo, già di norma non molto alto, rimanesse invariato!
E poi... che diamine di pantaloni indossava!??
Ma avrebbero dovuto arrestarlo solo per quelli! Stretti, aderenti come una seconda pelle, fasciavano alla perfezione quel corpicino magro e sensuale, non lasciando praticamente niente all'immaginazione. Si morse il labbro con forza per impedirsi un gesto inconsulto, per fermare quella vocina interiore che gli gridava a gran voce di allungare la mano e afferrare quei glutei per tastare se fossero davvero sodi come sembrano, per poi magari prenderlo, afferrarlo per i capelli, baciarlo fino a fargli perdere fiato, sbatterlo sul bancone e...
-Comunque non ci credo...- la voce del commesso interruppe quel breve momento di silenzio e intima perversione che si era venuto a creare.
SeungHyun sobbalzò di colpo, trattenendo a stento un urletto molto poco virile. Alzò il capo di scatto e arrossì come un peperone, rilassandosi notevolmente quando si accorse di non essere stato beccato a fargli una radiografia al fondo-schiena. A quel bellissimo, perfetto, meraviglioso... -Cosa?- balbettò, frenando di colpo i propri pensieri.
Accidenti, doveva darsi una calmata!
Così rischiava di fare completamente la figura del cretino, sempre se ancora non l'aveva fatta!
-Che un bel tipo come te non ha la ragazza...- il commesso si voltò appena, lanciandogli una breve occhiata prima di fermarsi di fronte ad un alto scaffale colmo di accessori.
Poteva bloccarsi un cervello?
In tutta la sua esistenza, SeungHyun non aveva mai sentito di un simile evento medico, né tanto meno aveva mai sentito qualcuno utilizzare questa espressione, eppure poteva dire con certezza che era quello che gli era appena successo. Lo percepiva chiaramente a livello delle sinapsi, dei neuroni o di quel cavolo che era (infondo studiava psicologia, non medicina!).
Linea piatta, piattissima!
Il commesso... aveva appena detto che era un bel tipo!
-Beh ecco...- dovette prendere fiato un paio di volte prima di riuscire a rispondere senza tremolio della voce -No, è vero. Non ho la ragazza... sono single, sì- non fosse mai che quel ragazzo lo credesse fidanzato! No no! Single! Più single di così si era zitelli! Era solo, solo come un cane, nella sua segreteria telefonica non c'erano nemmeno messaggi di sua madre!
Ok, forse messa così era un po' deprimente, ma almeno rendeva l'idea.
-Continuo a non crederci...- obiettò l'altro ragazzo. Senza più guardarlo si avvicinò allo scaffale, iniziando a frugare tra i vari oggetti disposti. Sembrava sapesse esattamente che cosa stesse cercando -Sei di queste parti?- riprese, probabilmente per fare conversazione.
-Ehm.. no...- no caro, mi faccio ogni giorno due ore di treno per vederti.
-Oh, allora studi o lavori in zona?-.
-Mhmm... no, nemmeno. Cioè, la mia università non è lontanissima, ma non è in questo quartiere... perché?-.
-Ero curioso. Ti vedo spesso qui di fronte...- il tono del commesso era calmo, misurato, come se stesse valutando attentamente che cosa dire -Per caso ti piacciono le crepes?-.
-Le... le cosa?- domandò SeungHyun, il cervello completamente in pappa, sentendosi morire interiormente a quella domanda.
Lo aveva beccato, dannazione!
Lo aveva visto!
Chissà che cosa avrebbe pensato... che era un pazzo, uno stalker, o peggio, un maniaco! Istintivamente si guardò alle spalle, dando una rapida occhiata alla porta d'ingresso nel locale e iniziando a contare quanti metri lo separassero da essa; forse poteva riuscire a fuggire prima di essere additato come il pervertito della porta accanto.
Stava quasi per scappare, quando di nuovo si impose la calma prendendo un grande respiro; ok, lo aveva visto, ma poteva essere lì per mille motivi diversi! Insomma, non era detto che il bel commesso avesse capito tutto, anche se il suo tono di voce era così melenso da dare l'idea di un gatto che stava giocando con il topo.
-Le crepes...- proseguì il ragazzo in tono ovvio, scostando una serie di ciondoli dall'aspetto piuttosto eccentrico dalla sua visuale -Sai, la creperia qui di fronte, tu che sei sempre lì... ecco, questo dovrebbe essere perfetto!- esclamò tutto d'un tratto, improvvisamente dimentico del precedente discorso.
SeungHyun si fece subito attento.
Davanti ai suoi occhi, il commesso si voltò di colpo, privandolo prima della vista di quello splendido fondo-schiena che tanto lo aveva fatto sognare in quei dieci minuti e poi spiegandogli di fronte al naso una sciarpa, con l'aria di un pirata che aveva appena scovato un tesoro.
Una sciarpa.
Ma non una semplice sciarpa!
-E' un accessorio moderno e originale, adatto ad una persona modaiola...- cominciò a spiegare il ragazzo, avvicinandosi con nonchalanse e mostrandogli l'accessorio con orgoglio -Non è troppo impegnativo quindi non rischi di essere inopportuno. Le cuciture sono perfette e il motivo centrale è assolutamente di tendenza! Questo viola acceso poi è un colore poco usato ma assolutamente d'effetto, penso che potrebbe piacere a, come hai detto... sì! Una persona unica nel suo genere...- una pausa. Gli occhi scuri del commesso, quasi felini nel loro taglio, si posarono in quelli di SeungHyun, squadrandolo, ansiosi di una reazione qualsiasi -... allora ti piace?- forse sbagliava, ma gli sembrava che la sua voce si fosse fatta roca nel porgli quell'ultima domanda.
Piacergli?
Quella sciarpa era... era...
-Ehm.. sì, sì è bellissima! E' perfetta!- era a dir poco inguardabile! Una sciarpa di tessuto leggero, di un viola a dir poco improponibile e decorata con strani motivi geometrici senza un reale senso a fili blu e argentati, con delle frange di un colore leggermente più chiaro legate al tessuto da una serie di piccoli anellini d'argento, talmenti carichi di pailetters da farne sentire fisicamente il loro peso.
Una cosa che SeungHyun non avrebbe mai indossato, nemmeno sotto tortura (e detto da lui che aveva i capelli blu la cosa dava da pensare!).
Però...
Le sue labbra si stirarono leggermente, in una smorfia che voleva essere un sorriso timido -Sono certo che al mio amico piacerà moltissimo...- però a lui sarebbe stata benissimo. Quel commesso aveva scelto una cosa che, su di lui, sarebbe stata perfetta, quasi avesse letto nella descrizione del fantomatico amico che gli aveva dato qualcosa che gli apparteneva.
Quasi avesse capito.
-In che colore lo vuoi?- domandò dopo qualche attimo, iniziando a ripiegare la sciarpa con cura -Ce l'abbiamo anche in rosa, verde e nero. Personalmente la preferisco in viola, ma se non ti piace...-.
-No!- lo fermò subito, con un gesto della mano -No, ecco... va benissimo in viola. Sì ecco, il viola gli starà benissimo...-.
-Ti faccio un pacchetto..?-.
-Sì... per favore...-.
Il commesso non disse altro. Rivolse un sorriso a SeungHyun prima di sorpassarlo e avviarsi verso la cassa a passo tranquillo, sistemandosi dietro di essa e andando subito a cercare il necessario per fare i pacchetti.
SeungHyun lo seguì in silenzio. Lo osservò prendere della carta da pacco dorata da un cassetto e dei fili rossi da un altro, ripiegare di nuovo la sciarpa per poi iniziare a impacchettarla con gesti esperti.
-Se non è per le crepes allora sarà per il gelato...- riprese il commesso dopo un po', piegando gli angoli della carta da regalo e fissandoli con un po' di scotch -Dicono che la gelateria all'angolo sia una delle migliori di Seoul!-.
-Ah, ecco, sì!- prendi la palla al balzo SeungHyun. Questa della gelateria te l'ha servita su un piatto d'argento e puoi riscattare tutte le figure fatte fin ora -Sì... io amo il gelato eh!-.
-Ah no! Scusa, ha chiuso un anno fa, che sbadato!- il sorriso sulle sue labbra si allargò ulteriormente. Con un gesto secco della forbicina che teneva tra le mani finì di arricciare il nastrino del pacco, rivolgendogli un'occhiata sarcastica, divertita e appena maliziosa, un'occhiata che SeungHyun ricambiò con imbarazzo, sentendosi irrigidire lo stomaco dall'interno.
Ecco, come non detto.
Era servita la centesima brutta figura della giornata. Eppure, stranamente, SeungHyun non si sentì in imbarazzo, forse per il sorriso che l'altro gli rivolgeva o forse ancora per l'intensità del suo sguardo o magari, più semplicemente, stava facendo l'abitudine a sembrare un perfetto cretino.
Per un secondo i due non parlarono, lasciando che i loro occhi si incontrassero e che il silenzio, così raro in quel piccolo negozio, facesse da cornice a quel momento. SeungHyun poté sentire distintamente il suo respiro farsi più regolare e l'imbarazzo e il rossore scemare dal suo viso... quel commesso era davvero bello, si disse. Bello e perspicace, con due occhi che, oltre a stregarlo, erano anche capaci di leggergli dentro.
E in un attim fu certo che l'altro sapesse il perché si trovava lì e anzi, che in realtà lo sapesse fin dal primo momento che aveva messo piede in quel negozio, forse ancora da prima, da quando lo aveva visto fuori sulla strada, a osservare la vetrina come se non ci fosse un domani.
Ma fu solo un momento, un secondo che svanì in fretta.
Dopo poco il commesso parve riscuotersi, interrompendo quel magico istante di comprensione che si era venuto a creare -Ecco a te... spero che al tuo amico piaccia!- disse -Ti ho fatto anche un bel fiocco rosso!- gli porse il pacchetto con mano ferma, senza mai distogliere gli occhi.
Ed era tutto già finito.
-Sì... grazie...- rispose SeungHyun, improvvisamente colpito dallo sconforto.
Ecco, aveva fatto quello che voleva. Era entrato in quel negozio, aveva fatto un paio di figure del cavolo, aveva comprato una sciarpa, parlato un po' con l'oggetto dei suoi sogni ed ora tutto era finito, in niente, esattamente com'era cominciato.
Ma d'altro canto... che cosa doveva aspettarsi?
Insomma, sicuramente quel ragazzo riceveva visite da ragazzine sognanti almeno dieci volte al giorno! Era bello, simpatico, un mercante nato, era ovvio che avesse uno stuolo di ammiratori e che fosse abile a trattare con loro.
Gli aveva sorriso, forse aveva anche un po' flirtato, ma nulla di più.
Con il morale decisamente sotto terra tirò fuori il portafoglio dalla tasca dei jeans, trattenendo a stento un'imprecazione poco elegante quando seppe il prezzo di quella dannata sciarpa. Tuttavia tacque, pagò senza battere ciglio e, dopo aver afferrato il pacchettino dorato, si inchinò velocemente al commesso, ringraziandolo e sorridendogli un'ultima volta prima di defilarsela alla velocità della luce verso l'ingresso.
Ora era veramente finita.
-Fammi sapere poi com'è andata!- gli urlò il commesso dalla cassa quando ormai la sua mano era sulla maniglia della porta d'ingresso, alzando la mano in sua direzione in un cenno di saluto, in un tono che, per un secondo, sembro quasi implorante, come se in qualche modo gli stesse chiedendo di restare.
O forse proprio di non andarsene.
E SeungHyun si fermò.
No, si disse.
No, no e assolutamente no!
Aveva passato settimane fuori da quel dannato negozio, si era fatto quasi cieco per riuscire a spiare qualcosa al di là delle vetrine, aveva sopportato fame e raffreddori di ogni tipo, pioggia e solleone, si era infine fatto coraggio e con una scusa cretina si era ritrovato a spendere mezzo suo stipendio del mese per una dannata sciarpa che non avrebbe messo nemmeno sotto tortura... non poteva davvero lasciare che finisse così!
Alzò lo sguardo, con decisione. Senza attendere un solo attimo in più, racimolando in mezzo secondo tutto il poco coraggio che riuscì a mettere insieme, si voltò e percorse rapidamente i pochi metri che lo dividevano dalla cassa.
Sotto gli occhi esterrefatti (e lieti?) del commesso si avvicinò a passo di marcia, rosso come un peperone -Ecco...- balbettò, ficcandogli senza troppe cerimonie il pacchetto dorato in mano -Dimmelo tu com'è andata... è per te...-.
Gli occhi del commesso si spalancarono in un'espressione di compiaciuta confusione -Ma...-.
-Ecco... sì, insomma, ciao eh?!- e senza attendere una risposta tornò sui suo passi, abbassando gli occhi e camminando come se avesse il diavolo alle calcagna ma sentendosi, per una volta in vita sua, forte, potente, come se nessuno potesse fermarlo.
Lo aveva fatto, lo aveva fatto!
Il gesto più folle, più coraggioso, più spavaldo, più... più cretino di tutti!!!
Non aveva ancora raggiunto la porta che la consapevolezza di essersi dimenticato qualcosa di fondamentale lo investì in pieno. Il suo numero, dannazione, il suo numero! Così preso dalla foga e dalla fretta non aveva nemmeno pensato che l'utilità del suo gesto si sarebbe di certo persa senza lasciar modo all'altro ragazzo si contattarlo!
E di certo non sarebbe più tornato in quel negozio dopo di quella.
Se non fosse stato così di fretta e ansioso di uscire da lì per andare a buttarsi sotto il primo tram disponibile, di certo avrebbe preso a testate il muro.
-Ehi, ciuffo blu!- la voce del commesso lo bloccò sul colpo.
Lentamente si voltò timoroso, ancor più rosso e imbarazzato di quanto fosse stato prima nel dargli il regalo (che poi, ammettiamolo! Mossa seria e coraggiosa un cavolo!).
-Sì?- domandò, timoroso.
Una pausa.
SeungHyun rallentò il respiro, appena esitante, desideroso solo di sparire dalla faccia della terra.
Lo giuro, se mi deride vado a buttarmi giù dal primo ponte che trovo! Lo so, non risolvo niente inquinando un fiume, ma lo faccio! Pongo fine alla mia inutile agonia e do un freno definitivo alla mia idiozia!
Ma il commesso pareva essere di tutt'altro avviso -Mi chiamo Ji-Yong- cominciò, lasciando che il suo sguardo tornasse esattamente quello di poco prima, quando si burlava di lui mentre cercava il regalo. Un puro specchio di malizia -E stasera stacco alle sette! Passa per quell'ora, così mi porti fuori a cena!-.
Forse non era andata proprio come immaginava.
Forse non era stato lui il cacciatore ma bensì la preda.
Forse aveva dovuto impegnare un rene per pagare quella sciarpa e per una settimana avrebbe dovuto saltare il pranzo.
Ma accidenti!
Se il premio per tutte quelle settimane di sforzi era quell'espressione dalle mille promesse, allora si che ne era valsa la pena!
-O... Ok...- balbettò, beandosi di quel momento di vittoria e della risata del commesso, che per niente denigratoria ma semplicemente divertita e lieta risuonava in tutto il negozio.
Infondo non era così difficile, no? 
E diamine, quella sciarpa gli sarebbe stata davvero bene!





           ..::.Fine.::..


Ok, ce l'ho fatta... sono riuscita a finirla *-*
Personalmente sono molto indecisa sull'esito di questa storia, non ero convintissima di questo mio esperimento visto che è una fic senza nè arte nè parte, dove non succede praticamente niente! Ma spero che comunque vi possa essere piaciuta e che non vi abbia schifato troppo.
Amo particolarmente questa coppia e penso che in futuro potrei tornare a scriverci altro... ci sono troppe poche yaoi sui Big Bang a mio parere in questa sezione U_U
Nel frattempo non posso che ringraziare chiunque perderà tempo con questa storia e si soffermerà a leggerla!
A tutto voi mando un grosso bacio! <3
   
 
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