[Louis P.O.V.]
Aveva il viso a pochi centimetri dal mio, sentivo il suo respiro sulla mia pelle, dolce, regolare, inebriante. Sapevo che di lì a poco sarei impazzito e avrei ceduto al suo gioco. Infondo evidentemente, gli bastava respirare per avermi.
«Tu mi vuoi.» Continuò sorridendo bastardo.
E io lo volevo, non volevo altro al mondo, in quel momento. Ma decisi che anche io valevo qualcosa.
[Larry]

Lei inclina la testa, tentennando un po’, ma poi annuisce e sorride ancora: “Possiamo provarci. Sai, le cose stanno andando bene per entrambi e in più sarebbe…figo?”
E la amo così tanto che quasi mi scoppia il cuore. Mi alzo velocemente e la bacio, la bacio forte in cucina, poi tra le pareti del corridoio e infine sul nostro letto.
Chi mai definirebbe figa l’idea di avere un figlio?

Come abbiamo fatto a perderci in cinquanta metri quadri?
Ma non lo dice, non le scrive, non fa niente.
E si odia un po' di più perchè è anche per quel niente se hanno litigato.

Louis si guarda nel vetro. Vede l’immagine di un uomo bellissimo che ha tutte le potenzialità per diventare l’attore di teatro più bravo al mondo e vuole davvero riuscirci. Ma non si accorge che in realtà si sta specchiando in un vetro spaccato, che il suo camerino è un ripostiglio con un armadio e la specchiera. Non si accorge che Simon Cowell, il proprietario del teatro, sta più lontano possibile da esso per non averci più nulla a che fare.
Non si accorge che quel luogo ormai è solo un palcoscenico di bambole rotte, a partire da Michael che è lì solo perché sua madre l’ha cacciato di casa, o da Ed, che è stato lasciato dalla moglie e non ha più ragioni per vivere se non quella biondina che lavora nella panetteria di fronte al teatro, fino ad arrivare a Lou che continua a piangere di nascosto perché quei fondotinta ormai pessimi in un modo o nell’altro sono pagati da Louis che fa spettacolo.
[Harry/Louis][25.1k][Cris]

L'ha preso per mano, l'ha stretto a sé, si è interessato alla sua vita e l'ha amato, forse, a proprio modo, senza mai smettere di amare di più i suoi figli.
[ ATTENZIONE! Questa storia contiene married!Harry/Louis ][ Autore: zeroschiuma ]

San Francisco, 12:45.
Atterrato.
Atterrato.
Ed è una magia perché sono comunque 8645 chilometri e c'è l'Oceano di mezzo.

Perchè fondamentalmente da quando Louis se n'è andato non è cambiato niente. Gli amici, il lavoro, la famiglia... tutto è come sempre. Ma senza di lui, senza di loro, è Harry che non è più lo stesso. E' Harry che non trova più un senso in tutto quello.

Si dice che nel nostro corpo ci siano circa 100 mila miliardi di cellule, distinte in diversi tipi.
Ammassate, costrette a stare l’una accanto all’altra, confondendosi, girovagando, sbattendo contro i tessuti e gli organi, come anime senza meta in un Purgatorio.
Siamo come un mondo per loro che nascono, si riproducono e muoiono, esattamente come noi esseri umani. Circondati dagli altri, restiamo quanto basta sulla terra per essere utili e poi scompariamo, moriamo, proprio come le cellule.
[Harry/Louis][1.6k][Cris]

«La ami ancora, non è così?» disse retoricamente, piangendo.
Silenzio.
Piombò il silenzio.
Perché hanno ragione, le persone, a dire che chi tace acconsente.
Sempre.

Larry - [2.162 caratteri]
Ok, era mattina presto ma non importava. Doveva parlargli e doveva farlo in quel preciso istante.
“Buongiorno Harry siediti sul divano devo parlarti e non ho portato le brioches ma possiamo uscire a prenderle dopo. Hai dormito bene? Siediti.”
Aveva gli occhi socchiusi, le guance rosse e il segno del cuscino che gli segnava la fronte.
I ricci erano sconvolti e spettinati, sparati in tutte le direzioni. Aveva addosso solo i pantaloni azzurri del pigiama in pile, orribile.
Aveva i piedi nudi e stava sulle punte per tenere sul pavimento la minor quantità di pelle possibile.
“Louis ma...”
“Ora Harry... devi stare zitto, zittissimo qualsiasi cosa io dica. Non devi interrompermi mai per nessuna ragione al mondo, nemmeno se ti faccio una domanda, ok? Non devi rispondere, non devi parlare e non devi alzarti, muoverti o fare un qualsivoglia tipo di espressione facciale che possa indurmi a credere che tu stia pensando una cosa anziché l’altra”

Giorni in cui le mattonelle di casa erano molto peggio dei chilometri oceanici e altri in cui forse bastava essere solo un po’ più coraggiosi.

Harry aveva avuto qualcosa di più importante da fare che telefonarle.. evidentemente quello stupido provino.
Forse anche lei avrebbe potuto dimenticarlo, forse... se non avesse dovuto guardare ogni giorno quei piccoli occhi verdi.
Ma la popstar non ricordava.. la popstar l'aveva dimenticata.
L’illusione che aveva fatto provare a Maddy, ora avrebbe dovuto provarla anche lui.. quadruplicata.
''–Oddio, Harry Styles si scopa la mia migliore amica!-
–No, sono io che mi scopo Harry Styles- precisai.''
'Incitamento alla vendetta’. Questo provava adesso Madison.

–Sta’ tranquillo, non fa male. Lo faccio ogni volta alla mia sorellina Lottie e lei non piange mai. E ha solo quattro anni e mezzo! Tu ne hai già sei, sei più grande. Vedrai che non ti faccio male!- Harry sollevò lo sguardo e –Promesso?- chiese titubante. Louis gli porse il mignolino che Harry subito intrecciò col suo. –Promesso!- esclamò tutto contento.
Larry!AU Kids!AU

Sorride, sentendosi scoppiare di felicità. Rotola sul materasso fino ad arrivare addosso a Louis, prendergli il viso tra le mani e baciarlo entusiasta.
“Amore, è una vita meravigliosa!” esclama, svegliandolo.
*
Louis apre la porta, si blocca sulla soglia non appena abbassa gli occhi sul lavello.
Harry tossisce sangue.
*
“Credo abbia un tumore” Louis sente il cuore mancare un battito. “Adenocarcinoma polmonare, per essere precisi.”
Louis rimane in silenzio per qualche secondo. “Cosa?” riesce infine a replicare, troppo scioccato per apprendere la notizia.
{Larry}

“Harry ti sei mai sentito amato in modo sbagliato?Hai mai amato in maniera sbagliata?”chiese Louis, voltandosi verso Harry.
Harry scosse il capo, porgendo una mano a Louis. “No.., tu?”
Louis afferrò la mano del piccolo e scese dal muretto. “Forse..”