Il ventitreenne inglese Arthur Kirkland annoverava pochi piaceri nella lista di ciò a cui non avrebbe mai potuto rinunciare. Tra questi, i primi posti erano destinati al suo sacro tè delle cinque, a criticare i bifolchi d'oltremanica e a suonare l'adorato basso elettrico.
Sua madre avrebbe desiderato per lui una carriera in politica (e chissà che non arrivasse ai vertici).
Suo padre non avrebbe disdegnato di vederlo in toga di avvocato. Nessuno dei due, insomma, fece i salti di gioia né gli concesse la propria benedizione quando Arthur, dopo aver riferito la sua ammissione a Oxford, annunciò che lasciava gli studi, che abbandonava quel paese sperduto nella campagna dove l'evento più eccitante a cui si poteva ambire era guardare le pecore sgravarsi, e che -colpo di grazia- aveva già pronto un biglietto per un treno di sola andata diretto a Londra.
Tante novità si aspettava Arthur da Londra. Trovare un francese vinomane che gli si sarebbe appiccicato come una sanguisuga non era tra queste.
[Seconda classificata al contest yaoi a riproduzione casuale indetto da VioletBow]

Tratto da...
Primavera:
Una donna con la manicure appena fatta mi si avvicina, e mi prende il palmo della mano nelle sue, per vedere cosa non và. Le sorrido e la mando via con un gesto. I suoi occhi castani mi guardano gentili. Sono verdi quelli che vorrei vedere. Ancora un po’ di pazienza mi ripeto. Aspetto con ansia che il sole faccia il suo giro nel cielo e che firmi la mia uscita. Aspetto il momento in cui potrò tornare a casa, aspetto il momento in cui le mie mani non saranno più vuote.
Estate:
<< Promettimi che un giorno ti sforzerai, che terrai una delle mie rose. >>
<< Si, Francis-san. Un giorno terrò una delle tue rose. >>
<< Merci Kiku! >> Gli sorrido, contento e orgoglioso.
<< Il giorno del mio funerale potrai poggiare una rosa sulla mia tomba, e non la toglierò mai più. >>
Autunno:
E vorrei che la mia morte fosSe come quella delle foglie, non un’esPerienza dOlorosa, ma il Semplice ritorno Al mittente, al quale bacerò i piedi e le Mani per ringraziarlo di avermI inviato a te. E infine vorrei che tu rileggessi le ultime frasi della lettera e facessi particolare attenzione ai caratteri scritti in grassetto, e vorrei tanto che rispondessi non con le parole, ma permettendomi di insidiarmi una volta e per sempre nel tuo cuore, di scavarmi senza farti troppo male un posticino caldo e confortevole dal quale poter essere tutto ciò di cui hai bisogno e tutto ciò che ami.

Ho fatto uno sbaglio.
Ho fatto uno sbaglio enorme.

Semplicemente, se così si poteva dire, Francis non avrebbe dovuto incatenarlo ad una storia che non avrebbe avuto futuro: era logico, lampante, palese, che non ci sarebbe stato futuro. Anche a disegnarlo, la pioggia di Londra avrebbe fatto sbavare l’inchiostro, fino a rendere le curve gentili delle labbra del parigino solo uno scarabocchio orribile e grottesco.
[Dimmi dimmi, mio Signore, dimmi se tornerà, quell’uomo che sento meno mio ed un altro mi sorride già. Scaccialo dalla mia mente, non indurmi nel peccato: un brivido sento quando mi guarda e una rosa egli m’ha dato] [UsUk // FrUk] [Ispirata alla canzone "Pescatore" di Pierangelo Bertoli]

Le soluzioni acquose sono in assoluto le soluzioni più importanti nel mondo della chimica, in quanto alla base della maggior parte dei processi organici e degli studi in laboratorio. E' quindi molto importante conoscere i fenomeni che avvengono in esse e gli equilibri che tra loro si stabiliscono per poter meglio comprendere ciò che sta alla base di una qualsiasi reazione ed evitare disastrosi incidenti potenzialmente dannosi, sopratutto nel caso di esperimenti privati e fuori dal controllo di un esperto.
"-Davvero... non capisco che cosa ci facciamo ancora insieme...-.
-Aaah che ci vuoi fare, mon amour. Qui non si tratta di fisica... questa è chimica!!-."

Una song-fiction su Hetalia, un manga/anime che mi appassiona da parecchio tempo.
[FrUk, breve parte UsUk]

"Sei nervoso come al solito e hai paura di sbagliare qualcosa, nonostante tu abbia ripetuto questo atto con lui fin troppe volte.
È il tuo carattere, lo odi ma non puoi farci niente. Lui, però, ti accetta così come sei, con i tuoi pregi e i tuoi difetti e questo lo sai benissimo.
Per questo lo ami da morire."
[LOL! E sono 100! XD]

con un piccolo incidente nasce la felicità nascosta di Sadiq ^^
(Turchia x Grecia )

Poi però l’aveva visto.
Stava scherzando con quella donna, apparentemente tranquilli, sino a che lei non aveva messo le braccia attorno al collo di lui e.. l’aveva baciato.
Baciato.
E non aveva avuto dubbi sul fatto che Francis avesse ricambiato.

“Tourkίa!”
La pronuncia del suo nome fece subito capire al più grande a chi apparteneva la voce che lo stava chiamando. Sospirò, seccato, gridando a sua volta, sentiva la voce del piccolo Grecia piuttosto lontana. “Che vuoi? Perché non vieni qui invece di gridare?”
“Non posso! Vieni!”
“Assolutamente no! O vieni tu o rimani lì!”
“Sadiq, per favore!” gridò disperato il piccino.

{Bunny, dedicata a Magica}
Sussultò quando si sentì afferrare e un gridolino uscì dalle sue labbra -spavento e sorpresa!- Kenny non era più cenere, era lì, era vivo, era caldo, era un sollievo... di quelli che ti riducono in lacrime.
« Lo sai no? Io sono così... sono solo carne per topi o cenere »

Socchiuse gli occhi. Sentì di essere disteso su qualcosa di duro e freddo e si accorse di aver dormito sul pavimento. Pareva che la testa gli stesse per scoppiare e ricordava poco e niente della sera precedente. Heracles avrebbe preferito passare un capodanno in pace con i suoi gatti, mangiando tzatziki, taramosalata e feta e invece, dato che ogni anno il capodanno veniva passato a casa di una Nazione a turno, quell’anno era toccato a lui ospitare gli altri Stati e preparare vivande e bevande per tutti.
GreciaxTurchia

Eppure a lui piaceva così tanto illudersi. Gli piaceva pensare che quelle attenzioni fossero tutte sue, e di nessun altro. Si illudeva di poter davvero dimenticare ciò che vedeva ogni volta in quegli smeraldi. E si illudeva che l’inglese fosse in qualche modo consapevole del dolore che riusciva ad infliggergli quando, ad ogni suo “ti amo” lui fuggiva lontano col suo sguardo.