Carlo Di Addario
      
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"Una cosa sola riusciamo a scorgere, oltre quel velo. Dei flebili punti lontani, forse stelle e pianeti di un'altro cosmo... solo e soltanto quello... come se la verità che vi si cela non possa esser indagata oltre dall'umanità... e allora perchè siamo stati in grado di vederci oltre, per quanto poco...? Perchè questa briciola di verità cosmica, nelle nostre anime...?"
-Eleonore Nowhere

"E più ci si avvicina alla verità, questo immaginifico e utopico punto che tende all'infinito, tutte le discipline tendono a convergere. E un mago, uno scienziato, un teologo, un filosofo e un mistico non sembrano più cose troppo distinte"
-Ingegnere padre Wilson

"Dove sono?" mormorò, svegliandosi.
"Ovunque, e in nessun luogo" rispose la luminosa creatura.
"Sei... sei un angelo...?" domandò lo scienziato, stranito e spaesato.
"No, non lo sono. Sono una delle infinite coscienze che hanno popolato, popolano e popoleranno il cosmo" rispose, ieratica.

"E alla fin uscimmo a rimirar le stelle... si, ma quali stelle? Stelle maligne, di un buio cielo di un'altro mondo"

"Emily, tutto bene?"
Al ché, quel piccolo momento di piacevole estraneazione fu interrotto.

"Cosa si celi dall'altra parte di quei portali è tutt'ora uno dei più grandi misteri dell'umana specie" rispose uno degl' accademici.
"Varcandolo si va oltre i confini dello spazio e del tempo, oltre i confini della nostra realtà sensibile. Dove si giunga? Chi può dirlo: altri mondi, altre umanità..." continuò un altro accademico.
"Di certo l'umanità non era destino trovasse modo di squarciare il velo di Maya" aggiunse un altro ancora.
"Oltre quella soglia si celano orrori che non possiamo neppure comprendere, manifestazioni stesse dell'irrazionale ordine cosmologico che tutto plasma e riplasma all'infinito" mormorò il quarto.
"Dietro quella soglia si va oltre i limiti della scienza, oltre i limiti dell'esperienza e della conoscenza. Quasi fosse l'Iperuranio Platonico. Anche se Platone non poteva immaginare gli scenari orrorifici e terrificanti che ci si sono parati davanti una volta trovata la chiave di volta per il noumenico della realtà" disse solenne il quinto.
"Ci creda, se le diciamo che nessuno è mai tornato indietro, da quel varco. Come Ulisse trovò la morte oltre le colonne d'Ercole e prossimo alla montagna del Purgatorio, noi la troviamo davanti a quest'arco e prossimi alla comprensione ultima del cosmo" presagì truce il sesto.
"C'è Dio oltre quel varco. Deve esserci..." concluse il settimo.

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