Kyungsoo l’aveva sempre saputo che Jongin era un tipo strano, uno di quelli che se incontri per strada è bene scansare. Uno di quelli che è capace di risucchiarti nel suo mondo, facendoti perdere completamente la ragione. Uno di quelli di cui ti innamori e che non puoi smettere di amare. Insomma, un casino. Jongin era, infatti, un casino.

Jinki si guardò intorno. L’appartamento, nel quale aveva vissuto assieme al suo fidanzato, adesso era completamente vuoto. Non c’era più niente, né il letto dove dormivano insieme, né il divano dove sedevano ogni sera, mentre guardavano la tv insieme. Nel salotto ci sono solo un paio di scatole, piene della roba di Minho. Jinki aveva messo tutto ciò che apparteneva a Minho, in quelle scatole, perché non poteva continuare a vedere i suoi effetti personali sparsi per casa.

Minho aveva venticinque anni, una carriera ben avviata come manager per una società sportiva e soldi a volontà. La sua macchina, una delle più costose sul mercato, gli era stata regalata per il suo compleanno dal suo migliore amico, nonché fidato azionista della compagnia: Lee Jinki.

[Jongho - Jonghyun/Minho]
Si mise una mano tra i capelli, mordendosi il labbro e cercando di trattenere le lacrime, inutilmente, perché cominciò a singhiozzare così forte che chiunque sarebbe stato capace di sentirlo nel raggio di dieci chilometri. Aveva il viso paonazzo, respirava a fatica e tirava su col naso: non proprio un bello spettacolo. Rimase a piangere per un ora buona, poi si passò il braccio sotto al naso, asciugandolo alla meno peggio. Decise di alzarsi, e di rimettere a posto quella che fino a poche ore fa era la loro casa. Probabilmente non la sarà più, pensò.

Il ragazzo rimise la parrucca nell’armadio, facendo attenzione a non rovinarla. Poi piegò la gonna e la maglietta e le ripose anch’esse nell’armadio. Infine, sistemò le scarpe nella loro scatola, per poi nasconderla sotto al letto. Tirò un sospiro di sollievo, ringraziando il Signore che, anche oggi, nessuno lo aveva riconosciuto travestito da ragazza.

[Jongho - Jonghyun/Minho]
Spalancò le braccia ed urlò, con tutto il fiato che aveva in corpo. Poi prese un respiro profondo, inalando l’aria salmastra. La spiaggia era deserta. Si guardò un po’ intorno, buttò per terra la camicia che avrebbe dovuto indossare per la cerimonia dei diplomi e ci appoggiò la testa, sdraiandosi sulla sabbia. Chiuse gli occhi e cercò di calmarsi, ma era impossibile. Aveva di proposito evitato di andare a scuola perché non lo voleva assolutamente vedere: gli avrebbe fatto troppo male. Tutto quello che avevano passato insieme, le litigate, le paci fatte, i baci e le carezze. Gli sarebbe mancato tutto di lui: l’odore della sua pelle, il colore degli occhi e le sue mani, abbastanza grandi per tenergli il viso ogni volta che lo baciava.

“Per favore non lasciarmi mai” sussurrò Onew al silenzio della sua stanza. Poi cominciò a singhiozzare, liberando i polmoni e lasciando uscire tutte le lacrime possibili. Pianse per un ora buona, poi finalmente si addormentò, sperando di sognare Taemin. Almeno nei sogni voleva essergli vicino.

Jonghyun lo sapeva che non avrebbe resistito ancora per molto. Lo sapeva benissimo, perché ogni volta che vedeva Key la pressione sanguigna aumentava in maniera spaventosa, cominciava a sudare e la testa gli andava completamente in confusione. Sapeva che non avrebbe resistito ancora per molto. Specialmente dopo aver saputo che il leader, Minho e Taemin avevano deciso di uscire lasciando lui e Key nel loro appartamento. Soli.

OS su Sakana-chan/Head. Cosa provava realmente lei per lui? Come si sarà sentita quando ha lasciato l'isola? Ho provato ad immaginare, ed ecco che ne è uscito. Una brevissima fic (200 parole) sperimentale, su questa coppia che mi piace moltissimo.