[...]Credo che per lui, Sakura, fosse un po’ quello che Ken è per me: L’Amico. Sakura lo trattava da suo pari, non con la condiscendenza che, lo ammetto, a volte –spesso, in realtà- io usavo con lui. Però continuavamo a volerci bene come sempre, nonostante tutto. Io lenivo la sua strana insicurezza con l’unico mezzo fosse davvero utile con lui, la fisicità. A parte i fanservice, ci baciavamo spesso nei backstages, senza malizia e senza vergogna. L’ho detto, eravamo come due fratelli, non ci ho mai visto nulla di male nell’abbracciarlo o baciarlo e a lui faceva piacere, si tranquillizzava. E lui continuava, a suo modo e senza saperlo, a farmi sentire davvero importante, nonostante le case discografiche e i manager. Ken scherzava spesso sul nostro rapporto, anche se a volte aveva una strana espressione e, in privato, mi faceva discorsi bizzarri. Onestamente non ho mai capito le sue preoccupazioni, haido era una persona molto fisica con tutti, anche con lui, cercava spesso il contatto. E, comunque, stava sempre incollato a Sakura, non a me. Non più almeno.
“Non è la quantità del tempo, ma la qualità, quella che conta.”