Ispirata ad una canzone popolare siciliana, parla di due Pescispada innamorati, divisi da un destino atroce.
Nonostante l'apparente futilità del contesto, si può notare la sottile dolcezza e tragedia che si trova nel gesto romantico del pescispada, che non può vivere senza la sua "fimmìna".
(La poesia è scritta in lingua Italiana)

"Giudica male e fatti giudicare bene". Quante volte questa massima ci ha colti, nonostante la nostra disapprovazione? Ci cadiamo tutti, in questo circolo di violenza verbale, psicologica, morale. Cos'è giusto? Cos'è sbagliato? Troppe domande, troppe risposte.

Ci nascondiamo: dietro sfacciataggine, risate , superficialità ecc...
Perchè consideriamo la nostra essenza troppo vulnerabile, fragile. Questo ci fà soffrire.
Ma quando capisci la realtà, no aver paura, vivi le tue vere emozioni. Sii vero/a.
Dobbiamo cercare in noi stessi la verità... Siamo davvero così inattaccabili e forti? O è solo una maschera?

L'amore è davvero così libero da permetterci di amare ciò che è diverso da noi, ciò che non comprendiamo?

Poesia scritta da me,qualche tempo fà, tutt'altro che allegra,anzi oscura, la descriverei.
Un demone, era la forma di ogni nervosismo della mia famiglia : cause in tribunale di mia madre, malattie di mio padre e io che vedevo il nero demone della paura, della disgrazia che sembrava ricadere sulla mia famiglia, che non mi permetteva di affrontare al meglio la scuola e la mia vita.
Preferirei non aver mai scritto questa poesia, per i motivi che mi hanno ispirata, ma tutti hanno un momento confusionale e oscuro nella vita, quel che conta è essersi ripresi, anche se i problemi persistono e affrontare la vita con coraggio.
"La tristezza è solo la felicità con la giacca nera" dice uno ben più famoso di me.
In pratica, dopo quel momento nero, tutto il resto è felicità.

Marco e Serafina.
Sono compagni.
Lui bellissimo, lei racchia.
Non ha nessuno oltre a lui. O almeno e quello che pensa l'affascinante playboy.
Lei lo fà sentire più forte, lei è fragile, insicura... lei le deve qualcosa.
"Mi sembrava stupido che non capisse, ma doveva sapere che la vita non è un parco giochi, e per ricevere bisognava dare.
Io gli avevo dato l’amore, ora lei doveva darmi fedeltà, sottomissione , lei… lei doveva darmi la vita."
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Racconta Marco la lo storia, con una tragica fine.
No alla violenza sulle donne.

Inizia tutto con un prologo; cosa intendo, effettivamente, con questo titolo?
Sarà un susseguirsi di immagini e emozioni descritte singolarmente in ogni capitolo, del mondo che ci circonda.
Realtà che ci accomunano, realtà che vediamo, sempre troppo veloci per comprenderle appieno.
Una raccolta per capire, i sentimenti che popolano la terra.

Un cambiamento radicale del comportamento. Nervosismo e preferenze che non si addicono alla mia personalità vivace e spumeggiante.
Cosa ti manca? L'affetto di un padre? L'affetto che non ti può dare?
Ammetti ciò che ti serve, lascia l'orgoglio è questa l'unica cura.

Arriva la notte e la serietà, che la gente si porta faticosamente dietro di giorno, scompare.
Ma in fondo non m'importa, se questa poesia sia bella o meno, la notte mi porta follia, mi spinge a rischiare.
Uscire fuori dagli schemi respirare un pò la brezza di sentirsi diversi.
Questa, non è una seria poesia, è solo una notte.

Sono cristiana e a volte mi sorprendo della forza di una semplice preghiera.
E di questi tempi ci sarebbero molte cose per cui pregare, cose ingiuste, cose per cui dovremmo aprire gli occhi.

Forse abituata ad immedesimarti nei sentimenti altrui. Forse per desiderare qualcosa troppo al di là.
Ma da quant'è, che non provi una vera emozione? Da quant'è che il sole non scioglie il tuo cuore?
Sembra tutto di ghiaccio, immobile, freddo.
"E una musica lontana, ti riporta alla follia."

Quasi una protesta contro le persone, che per pigrizia non si ribellano alle convinzioni.
Contro le persone che non aprono la loro mente, che la tengono chiusa per evitare cose spiacevoli.
Che chiudono gli occhi alle disgrazie del mondo per convincersi forse, che i loro problemi sono peggiori.
Forse potete aiutare il mondo ma "Aprite le vostre menti, e levate le vostre maschere"

Lei cerca solo i soldi, la sua fredda menta, la porta a ragionamenti privi di sentimenti.
Ma il suo cinismo, per l'atto di baciare quelle labbra, perde il suo scopo di distrarlo per rubargli i soldi, quando incontra i suoi grandi occhi, e capisce di amarlo, e forse di averlo amato ogni volta che si era approfittato di lui.

Probabilmente tutta la poesia è una metafora. E c'è da interpretarla.
Io la interpreto, come quella persona grandiosa, su cui puoi fare sempre fare affidamento.
E ti assicura sempre una spalla su cui piangere, ti ascolta, ti ascolta e...
Forse anche lui ha sentimenti e qualcosa da dire.

Forse c'è una gioiosa luce, lì nello spigolo di curva del tunnel nero.
Ma forse ciò, è la produzione della nostra fantasiosa mente.
E quando scopriremo che è solo un illusione, non sarà più difficile adattarsi alla realtà?