Raccolta di drabble (o quasi) per ogni personaggio di Yuri on Ice.
[nessuna ship] [missing moments] [slice of life]
Dalla terza drabble:
"Fin da piccola aveva desiderato essere la principessa, e invece si era ritrovata a fare il principe azzurro."

[Personaggi originali]
Yuu è un ghoul.
Masa no.
-
“Hai mangiato?” chiede, e lo fissa. Un brivido gli percorre la spina dorsale, perché la risposta non la vuole mai sapere. Eppure si ostina a fargli quella domanda, ogni sera. Perché, Masa? Perché lo ama. Non sarebbe sicuro di amarlo se non glielo ripetesse ogni notte.
“Non ancora.” afferma, dolcemente. Così innocuo. “Offri tu, stasera?”

[spoiler capitoli 86-87]
La danza che il fuoco compiva, in bilico sulla candela di fronte a lui, catturò il suo sguardo per troppi istanti. La cera si decomponeva e scivolava davanti ai suoi occhi impotenti, formando uno stagno lucido e liscio ai suoi piedi, contenuto da una coppetta di ottone- L’esistenza di una candela si limitava a poche ore, preziose per lui, che attendeva invano che il sonno lo avviluppasse per pochi momenti, il necessario per recuperare un po’ di energie. Tutto il suo corpo, ancora teso per lo sforzo di quel giorno, non voleva saperne di abbandonarsi al torpore e i suoi occhi vigili rimanevano incollati all’unica luce presente nella stanza.
[accenni Eruri]

[Ristesura di "Destiny"]
[Alla luce di quanto mi è pervenuto dalle vostre gradite recensioni, ci tengo a specificare che questa NON È una storia romantica, ma la descrizione di un ABUSO (come ho voluto indicare nelle avvertenze). Grazie dell'attenzione!]
-§-
Sente il suo profumo dolce, le dita sottili che gli accarezzano la pelle, percorrendo gentilmente tutta la lunghezza del suo corpo. Chiude gli occhi, percepisce i brividi ad ogni singolo tocco, un solletico malefico e ripugnante penetrare attraverso la pelle e andare dritto ai nervi: Reize sente una parola nella sua testa. Una parola che non si sarebbe mai azzardato a pensare: nella sua mente è pronta per uscire e distruggere il mondo. La pronuncia, sbarrando gli occhi.
… no.

[scritta per il p0rnfest] [Hayato/Ren] [Makoto is a kink] [Angry!sex?]
“Sapeva che Kisumi avrebbe potuto sentirlo in qualsiasi momento, ma ormai non poteva più trattenersi. Ren spinse da subito, affondando completamente ogni volta, a un ritmo regolare e sostenuto. Drogato dalle emozioni che stava provando, Hayato boccheggiò e inarcò la schiena, sciogliendosi letteralmente tra le sue mani. Si stava arrapando da morire. Buttò un’occhiata oltre le sue spalle, rivolgendogli uno sguardo languido, e gli venne un’idea.
Iniziò a miagolare il nome di Makoto. “

[Eruri] [Angst] [Tematiche delicate]
Nei suoi incubi il mare non è calmo.
È una distesa turbata, torbida, scura, fangosa. Ha il colore del sangue e il lamento dei non-vivi.

[DaiYui] [Fluff] [Tanto fluff]
“Non l’ho visto da vicino, con la cerimonia e tutto.”
“È un normale anello” obiettò lui, sorridendole.
“Non lo è!” esclamò lei, arrossendo.

[Centaur!AU] [Sousuke!POV] [Incompiuta] [SouRin, MakoHaru]
L’odore del ferro era percepibile persino dal luogo in cui si era nascosto: gli umani avevano invaso tutto ciò che erano riusciti a raggiungere con le loro macchine nere sporche di olio e con le loro strade grigie e spoglie. Anche in quella foresta era possibile riconoscere fin dove si era spinta l’avida natura di quella creatura mortale: ceppi di alberi sostavano silenti e grigi di qua e di là, vestiti solo delle ultime felci verdognole e funghi avvelenati.
Sousuke si massaggiò l’anca e diede un’occhiata oltre il grande masso dietro il quale si era rifugiato, dopo la sua corsa sfrenata: attento, ascoltò il lontano rumore di passi affrettati e scaltri, cercando di soffocare per quanto possibile il suo respiro affannoso. Anni di cattività lo avevano costretto ad adattarsi ai sensi deboli degli umani, ma sperava che la sua natura potesse quantomeno proteggerlo. Eppure non era sicuro che sarebbe uscito vivo da quel territorio: non ferito, disarmato, e senza nessuna via di fuga percorribile.

[Reincarnation!AU] [DesuSein]
Terribili incubi agitano il sonno di Kunio e Shuji, al tramonto della loro giovinezza. Sapranno riavvolgere il filo del loro destino, cercando l'uno nell'altro fumose certezze? [presentazione provvisoria]

[Erwin/Levi] [Angst]
Cerca le sue labbra e non le trova. Incrocia il suo sguardo e non lo comprende. Sente il suo tocco e non ricambia.

[Flungst] [James/Marcus]
Un’altra carezza, una mano a scavalcare la barriera della maglietta troppo aderente e il palmo aperto sulla sua pelle. James ha un brivido e non è la stessa sensazione che prova l’altro, ma la immagina e la conosce, e non può fare a meno di sorridere assonnato alla sua espressione. “È come ricordavi?” mormora piano, e gli occhi gli si fanno lucidi perché Dio solo sa quanto ha desiderato quel momento, quanti sforzi ha fatto, quanti errori ha commesso per giungere a quel punto. Si sente una madre, e forse un po’ lo è, con l’unica differenza che Marcus non è mai stato suo figlio. Ma qualcosa di più.
“È molto meglio.”

[DaiYui]
Il coniglietto di Yui era molto diverso da come se lo ricordava anni prima, quando, in terza media, era stato il suo regalo per il compleanno della ragazza: aveva sempre quel colorito chiaro a metà tra il grigio perla e il bianco latte e gli occhi color cioccolato, ma qualcosa decisamente era cambiato. Bisognava anche dire che non aveva avuto così tanta confidenza da chiederle come stava l’animaletto, ma... dannazione, era ridicolmente ingrassato.

Riprese a respirare solo quando fu certa che la stanza fosse piombata di nuovo nel silenzio. Poi si sollevò, le gambe le tremavano vistosamente sotto la tunica imporporata da pochi schizzi. Si guardò terrorizzata per attimi che le sembrarono interminabili, prima di voltare lo sguardo verso i cadaveri silenti poco distanti da lei, le gole squarciate e gli occhi riversi, la disperazione ancora percepibile dalle loro bocche spalancate e grondanti di sangue. Alzò lo sguardo e vide la figura del figlio slanciarsi curva e innaturale sopra di lei.
[TEMATICHE DELICATE] [HORROR] [SPLATTER]

[erejeanmarco] [pwp] [mini oneshot] [threesome]
[dom!Marco] [bottom!Eren]
“Jean” chiamò il castano boccheggiando per l’ennesima volta: rimpiangeva la sua posizione, che non gli permetteva di poter guardare lo specchio alle sue spalle, perché l’espressione di Eren in quel momento doveva essere impagabile. “Jean... Oh, cazzo, Jean...”

“Oh, lasciatemi qui...” mormorò appena, la voce erosa dal troppo tabacco e dalle lacrime secche. “Lasciatemi qui, per favore.”
“Non dire scemenze. Gira i tacchi e vieni fuori.” lo azzannò Eren, dalla porta, le chiavi in mano e la stanchezza a tracciare occhiaie sul viso scarno. Erano invecchiati tutti quanti pericolosamente.