• Avete mai provato a imprimere su carta la paura?
In realtà ho paura di percorrere una strada che non mi appartiene e non trovare la retta via per prendere quella giusta, ho paura di crescere e bloccarmi ancora una volta per la troppa paura che sento. E questo sfogo non è altro che paura impressa su carta.

[1] Not us: «Posso sentire le nostre risate, ormai simili a vecchi echi sbiaditi, echeggianti nell’aria pregna di polvere, sparsa per quell’appartamento che un tempo chiamavamo nostro.»
[2] My way: «Metti da parte tutto te stesso e stringendo la mano del tuo unico amico, sali su quell’aereo diretto verso l’Europa dell’est, salvando una vita in cambio di un’altra. Eppure non hai alcun rimpianto, perché hai sempre fatto tutto a modo tuo.»
[3] Gunshot: «In fondo, la vita è tutto un gioco da tavolo: adesso tocca a te giocare le tue mosse.
E se ti ritrovi spiazzato dalla mossa prima della tua, cosa scegli di fare: pensi a una strategia, oppure ti arrendi e perdi la partita?»
Breve raccolta composta da tre flashfic in cui vengono descritti i sentimenti di Sherlock Holmes.

Quando guardo il cielo, mi perdo nella sua bellezza fatta di mille colori e sfumature e una sensazione di pace assurda si infonde in me.
• Breve acrostico della parola cielo.

Breve acrostico di un nome per me pieno di molti significati e ricordi.
Semplicemente: Monica.

Adesso sei senza speranza, senza testimoni, senza ricompensa, rifletti mentre i tuoi occhi stanchi si chiudono e il rumore delle fiamme che ti bruciano intorno, ti culla in un sonno infinito. [Spoiler 10x12 - The Doctor Falls]

Sei perso nel buio,
viaggiatore senza mappa
in una vita dove i numeri
hanno perso il loro ordine,
dove un tuo tocco provoca
morti, sofferenze, e disastri.
{Una breve descrizione sul Dottore, ma in particolare su Twelve.}

Non hai mai pensato di percorrere un lungo viaggio alla scoperta di te stesso, finché un bel giorno ti svegli e ciò che vedi allo specchio non è altro che uno sconosciuto.

In quella stanza c’era silenzio, che stava diventando quasi assordante per le orecchie di John Watson. L’unico suono che sentiva, era il ritmo regolare del cuore registrato dall’elettrocardiogramma. Un cuore che continuava a battere forte, nonostante tutto. Il cuore di William Sherlock Scott Holmes.
[Idealmente ambientata nella quarta stagione]

Nell'ultimo periodo, le uniche compagne di Sherlock sono il silenzio e la signora Hudson, quando improvvisamente le scale che portano all'appartamento del 221B, ritornano a scricchiolare, rumore causato da passi inconfondibili al suo orecchio.
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Adesso hai il violino sulla spalla sinistra, mentre Londra è nei tuoi occhi, sulla tua pelle, attraversando ogni minimo capillare e fibra del tuo essere; un poco come la musica. Un poco come John, che non vedi da precisamente un mese, due settimane, un giorno e mezzo.

Spesso capitano quei giorni in cui fissi il nulla, senza capire realmente cosa c'è che non va nella tua vita.
Allora ti guardi intorno e noti con molta tristezza un piccolo particolare: sei da solo.
La solitudine può fare davvero male, a volte.
Pochissime parole che tentano di esprimere questo sentimento.
«Pugni stretti alle lenzuola,
il mio sguardo è fisso nel nulla.
Sola con me stessa.»

Poche parole riunite tra loro per descrivere come la notte possa riunire la gente, formando un momento comune dove sognare posti lontani e mai raggiunti, oppure semplicemente storie mai scritte, ma che affollano la mente quando ogni rumore urbano si placa per lasciare spazio alla notte, unica nel suo essere.
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La notte è soltanto per chi sogna:
resta solo con il silenzio
di chi ascolta.

Ormai la società si diverte a spazzare via i sogni dei giovani, spezzando le loro ali.
Si dice che la speranza è l'ultima a morire, ma non è così facile tenerla in vita.
Grigia, triste e stupida realtà.
Pura consapevolezza.

Si tratta di un giorno apparentemente come tutti gli altri, se non fosse che un qualcosa si è stabilito all'altezza del petto di Sherlock e non ha intenzione di andarsene presto.
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"Ci pensi solo un minuto, un secondo o solo un istante e anche questa volta la risposta ti compare chiara e tagliente al petto. Sapevi sarebbe successo, ma non immaginavi quanto potesse fare male.
Finalmente realizzi. John non è una semplice persona."

Mini One-shot
[1.349 caratteri]
Kurt ha capito dalla vita che ci sono persone che sono nate per fare le cose e il restante si limita a guardare gli altri, mentre lui si punisce per rimanere fermo e quella che chiama amica gli ruba l'amore della sua vita.
Qualcuno cui non sa dire addio e neanche un semplice e secco "no", perché quando si provano ancora dei sentimenti verso qualcuno, si farebbe di tutto pur di stare al suo fianco, pure soffrire ogni giorno.
***
«Il sonno senza incubi lo avvolse, consapevole di non essere solo come me quando avrei varcato la porta l’indomani. Rubo giusto un sorso dalla bottiglia e mi lascio cullare dai ricordi ancora una volta, prima di sussurrare “Ti amo... ” e fregandomi del mio ormai bruciato orgoglio, tradendolo senza pudore.
E avrei giurato di sentire un “Anch’io... ” ma ormai mi fido poco del mio udito, ingannato a sua volta dalla mia mente troppo fantasiosa e speranzosa di sentirmi dire quelle parole tanto agognate.»
***
«Perché Blaine Anderson tempo fa rappresentava il mio tutto e adesso è solo il niente.»

[The Magicians]
La vita di Eliot non è per niente semplice da descrivere, soprattutto se ci serviamo dei colori che siamo abituati a conoscere e se iniziamo ad esaminare il significato di ognuno di questi.
Eliot non è un colore in particolare, ma semplicemente è l'insieme di più sfumature mescolate tra loro.
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"Tutti siamo un colore.
Tutti tranne Eliot Waugh".