La radio passa un singolo di Elvis.
Elvis, ti chiedi, perchè la menano ancora con Elvis nel duemilaquindici?
Sbuffi, mentre dai un'energica spazzolata al pavimento con il mocio ben bagnato.
Carlos, ancora seduto sulla sedia della cucina, ti guarda. Sembra che ti stia biasimando.
Sbuffi di nuovo.
“Smettila di guardarmi così. Non mi capita tutti i giorni di lavare una simile sozzeria dal pavimento.”

[...] “Smettila di essere così teatrale, Max. Andiamo, quante volte vi siete lasciati, dal 2003?”
Tu scuoti la testa.
“Fa sempre male. Ogni singola volta...è come se fosse la prima.”
Lui fa spallucce.
Sei convinto che pensi che sia un copione ormai trito e ritrito. Com'è chiaro che quando vi disintossicate, tempo tre mesi e ritornate nel giro.
Tornate insieme-litigate-vi lasciate-piangi-Ronnie torna.
“È così da sempre e sempre sarà così, Amen fratelli, la messa è finita.”

[...] Forse tornerà, un giorno. Come ha sempre fatto.
E tu, come uno sciocco, gli donerai nuovo il tuo cuore gridando "Eccomi, sono tuo. Fa di me ciò che vuoi!"
E, ancora, lui lo calpesterà, quel cuore che metti tra le sue dita con così tanta fiducia.

[...]Per un attimo, tra le sue braccia, penserai che la morale deve andare a farsi fottere e che, davvero, non c'è niente di male nell'essere amati.
Anche se Chris è sposato ed è un padre di famiglia.
Ecco che ti irrigidisci di nuovo, che ritorni a sentire il dolore di quell'intrusione dentro di te.
Sei stretto, santo cielo, sei stretto e lui è grosso.

[...] La prima cosa che ti colpisce della casa dei Miller è che l'arredamento è ancora integro.
Tutto al suo posto.
All'ingresso c'è un vecchio telefono grigio, posato su un elegante mobiletto in legno scuro e ferro.
Non sembra una casa disabitata.
Non è invasa dalle ragnatele, né da topi o scarafaggi.
Però e inquietante la presenza massiccia di specchi.
Sono ovunque. Tondi, ovali, rettangolari...hanno cornici pesanti e antiche.
C'è anche un interfono di metallo dorato, con i bottoni. Ne premi uno rosso e parli.
“Signori Miller? Siete in casa?”

Vorrei che tacesse.
Che chiudesse quella sua maledetta bocca, prima che io mi incazzi al punto da fargli un occhio nero.
È già successo.
Eppure lui continua a cercarmi, a...sperare.
Ma io non posso lasciare andare Jimmy.
Prima era il mio amore, ora è la mia croce.
Ma non m'importa.
Io la sto portando da solo verso il Calvario, con dignità.
Allora perché lui continua a tornare da me?
“Non è una buona idea, farmi incazzare.”
Lui fa spallucce.
Sembra portare la sua croce con molta più dignità di me.

(...) “Chris...non...è opportuno. Tutta questa situazione non è opportuna”, biascicò.
Ma di nuovo, quando Chris lo strinse tra quelle braccia di marmo, Tom non riuscì a fare altro che rispondere al bacio imperioso che stava ricevendo.
Quando il suo partner lo lasciò andare, era arrossito e sconvolto e la tazza che teneva in mano fino a poco prima aveva miseramente concluso i suoi giorni a pezzettini sulla moquette.

Harry si ferma davanti ad un piccolo cimitero recintato.
Albus vorrebbe dirgli che ha sbagliato, che no, gli amici non si incontrano nei cimiteri.
Però sta in silenzio.
Sul viso di suo padre è comparsa un'espressione che non riesce a capire. Sembra che voglia sorridere ma che la bocca non obbedisca al comando di piegarsi.
Lo segue a testa bassa sul viottolo di ghiaia rosata che porta alle tombe, ancora senza capire perchè due amici dovrebbero incontrarsi in un cimitero.
I cimiteri non sono posti tristi?

Gli unici momenti in cui Harry Potter non era in lite con quel gioiellino del suo nuovo pc era quando quell'orrendo mostro ronzante era spento.
Aveva comprato un portatile Apple da George Weasley, che se n'era disfatto non appena i suoi risparmi gli avevano consentito di comprarsi un ipad, ma quel coso non voleva proprio saperne di funzionare come ci si aspetterebbe da un gingillo così costoso e tecnologico.
Deciso a finire quella sfiancante lotta - in cui ovviamente il suo MacBook aveva sempre la meglio - un piovoso mattino di fine luglio si costrinse a chiamare un tecnico.
Starring, un Harry Potter un po' imbranato e un sexy Draco Malfoy in versione tecnico del computer.

Harry scosse la testa, sorseggiando ciò che restava nel suo bicchiere.
Il cortile interno del Manor era pieno di gente che ballava a ritmo di electrogoth - o come diamine si chiamasse quel tipo di musica che lui francamente trovava osceno - inframmezzato a Marylin Manson.
Non che gli fosse dispiaciuto essere stato invitato da Malfoy, solo che...beh, non si sarebbe certo aspettato quel tipo di festa da uno che considerava praticamente asessuato.
Certo, Draco Malfoy trasudava sesso da ogni poro della pelle ma...stando a quanto ne sapeva Harry, non aveva mai avuto una ragazza.
Era gay, forse?
Con quell'interrogativo in testa - e con un bicchiere di Cosmopolitan in mano - Harry prese a salire una scala a chiocciola di marmo lucido, costellata di coppie intente a sbaciucchiarsi, fino a ritrovarsi su una terrazza deserta.
La vista mozzafiato sul parco del Manor lo rilassò quindi si concesse di appoggiarsi mollemente alla balaustra, mentre la voce di Marylin Manson gli arrivava ovattata alle orecchie.
"Che ci fa qui tutto solo il conte Dracula in persona?"

L'amore vince su tutto.
Vince la depressione, la bulimia, i chili di troppo...sopravvive anche nei difetti più grandi.
Perchè con il Marchio Nero dovrebbe essere diverso?
Perchè essere nemici mortali dovrebbe soffocare l'amore?
Se l'amore vince su tutto, allora, l'amore può vincere il male. Foss'anche il male più grande del Mondo Magico.

Cosa succederebbe se ad Hogwarts approdasse niente popò di meno che Facebook? Sicuramente verrebbero a galla molti segreti che la polvere dei corridoi e l'estate appena trascorsa hanno così abilmente celato...
Ma nulla sfugge all'occhio di Facebook, dai festini sexy di Romilda Vane al quasi tradimento di Ron Weasley, passando anche per il misterioso Draco Malfoy, che ha passato un'estate un po' particolare...

Era una settimana che Harry si comportava in modo strano e tornava sempre a casa molto più tardi del solito.
Non che Draco fosse mai stato una checca gelosa, intendiamoci, però...però Harry non gli aveva mai dato modo di esserlo prima, ecco.
Adesso invece - e se ne rendeva conto - era diventato quasi paranoico.
Anche se tra Harry e Ginny Weasley era finita già da un pezzo, lui non aveva potuto fare a meno di notare le occhiate maliziose che lei gli riservava nei corridoi del ministero ogni volta che si incrociavano[...]

"No, scordatevelo, io non tocco una padella!"
Zack era piantato in mezzo alla cucina di Matt, con le braccia conserte e un broncio da bambino deliziosamente dipinto sulle labbra.
Era il terzo anno consecutivo che gli chiedevano di preparare la cena della Vigilia e, no, non ne voleva sapere.
Ma per chi l'avevano preso, per Cenerentola?!
Brian esalò composto il fumo dalla sua Marlboro Red.
"Fate cucinare me. E' il modo migliore per passare il Natale in barella, al pronto soccorso" [Synacky Inside]

"Senti, dovremmo smetterla..."
Brian sospirò, esalando una grossa boccata di fumo che si dissolse rapidamente nell'aria fresca di novembre.
"Di andare a letto insieme?"
"Certo che no, dovremmo smetterla di ballare sul cubo e vendere il culo sulla statale. Brian, sii serio, cazzo!"
Il chitarrista sospirò di nuovo.
"Hai ragione, scusa. Dovremmo smetterla..."
"Siamo sposati..."
"Abbiamo trent'anni, dovremmo smetterla di fare i ragazzini"