Sarebbe potuto essere uno dei tanti pomeriggi passati a tormentare il suo partner ma Mori ci aveva messo il suo zampino.
È così, Dazai si era ritrovato a girovagare per quello stupido centro commerciale.

Storia che si svolge nell'universo di ''Beast''.

Si rigirò nel letto mettendosi supino, nudo sotto le coperte guardando distrattamente il moro coi segni del rapporto consumato la notte precedente ancora ben visibili sul candido corpo.
Giocavano al gatto col topo o forse era al topo col gatto?!
Nessuno poteva dirlo o saperlo, neppure loro stessi.
La sola cosa certa era che non potevamo mettere fine al loro perverso, tossico, pericoloso e contorto giochetto di scacchi in cui le pedine erano esseri umani.

Avevano da poco concluso un lavoro ed erano tornati all'attico dove vivevano Dazai e Chuuya.
Tutto si era svolto per il meglio, persino i piccoli tentativi di suicidio del suo superiore ed ora, ad affari chiusi erano lì per "festeggiare".

Nonostante avesse desiderato così tanto poter vivere come tutti i suoi coetanei, anche se quella condizione sarebbe durata giusto il tempo di trovare una nuova casa in patria, adesso si era rintanato lì per stare lontano proprio dalla "normalità" che aveva desiderato ma sentiva lontano anni luce dalla sua realtà.

Qualcosa di umidiccio e gelido iniziò a cadere per poi sciogliersi.
Dazai rivolse il palmo in avanti facendo sì che alcuni fiocchi vi si posassero sopra guardando di sottecchi il suo partner.
Ti piace la neve, Chuu...?
Chiese con una punta l'ingenuità nella voce.
Il rosso inarcò un sopracciglio

Era inverno inoltrato ormai e come spesso accadeva, Akutagawa si era aggregato ai suoi superiori in quella missione di routine nel recuperare illegalmente un carico di armi.

Ottobre era forse uno dei mesi meno sgradevoli se non fosse stato per una "certa ricorrenza" che veniva trascorsa perennemente in modo strambo o che finiva inevitabilmente, male.

Contrariamente al suo mentore e superiore, Akutagawa non era uno che amava tirarla per le lunghe....

Stava diluviando fuori ma erano lì, al sicuro, insieme nell'attico che condividevano.
Entrambi in un silenzio surreale spezzato solo dai loro respiri e dall'assordante rumore dell'acqua.
E poi, quando l'orologio antico batté la mezzanotte, Dazai sbuffò continuando a stare su quella sediola di legno.
Sentiva il lacerante bruciore delle ferite ancora fresche tirare dal dolore tanto erano profonde le lacerazioni.

Quella notte il cielo era limpido e luminoso.
Tutto era avvolto in una strana, ovattata quiete e nonostante paresse uno scenario surreale Chuuya trovava rilassante guardare la luna,sopratutto quando illuminava così tanto il cielo.

Terrore e gelo erano le uniche sensazioni che avvertiva insieme un dilagante panico mentre realizzava che la sua più grande paura si stava appena avverando.

Pioggia. Bagnato. Umidiccio e freddo.
Era questo che avvertiva mentre se ne stava fuori, sulla terrazza del loro attico mentre infinite gocce lo colpivano lungo tutto il corpo facendo penetrare il gelo nella sua carne, fini nelle ossa.

I suoi occhi azzurri apparivano spenti e freddi ma era del tutto normale considerando che non gliene fregava niente di aver ucciso quella persona.
Sapeva che aveva ferito qualcuno che lui amava molto e quella,a dire del demone,era stata la giusta punizione.

Aveva il capo alzato in su e guardava il cielo notturno che per un momento gli sembrò troppo immenso e luminoso.
Ma forse, era il suo umore, ad essere particolarmente tetro e depresso quella sera.