Non è una fissazione con il mio corpo, non sono mai stata una ragazza grassa. Però proprio mangiare non lo sopporto più.

Levi lavorava all’Heaven, un night club piuttosto gettonato tra le vie di Londra. Levi faceva il ballerino. A dirla tutta erano più movimenti sexy rispetto che vere e proprie coreografie ma alla gente piaceva. No, non era uno spogliarellista, l’unico indumento che era solito togliersi era la maglietta. Non era molto contento di quel lavoro ma era un modo per non chiedere soldi a sua madre. Aveva iniziato a lavorare lì come cameriere ma poi, compiuti i 18 anni, il suo capo gli aveva affidato il compito di intrattenere i clienti prima che arrivasse il numero davvero piccante e lui aveva accettato per qualche soldo in più e per le mance generose che uomini e donne gli offrivano.

Ci hanno portati su un camion e poi su un container del treno. Ci hanno chiusi lì insieme ad altre migliaia di persone e poi il treno è partito.
Non so quante ore ci abbiano fatto stare in piedi, né quante ore di viaggio abbiamo fatto. Avevamo fame, non avevamo modo di utilizzare un bagno così andavamo in un angolino del container. Eravamo sporchi, puzzavamo, puzzavamo già di morte.

Le lacrime iniziarono a scendere sul suo volto e cominciò a singhiozzare. Non aveva mai pianto molto nella propria vita. Si era abituato fin da bambino a vedere la gente morire e ormai era entrato a far parte della sua quotidianità. Da anni si era imposto di pensare che non serviva a niente piangere eppure ora non riusciva di smettere.

Penso a come sto io, a quanto io mi senta sola, e penso a come ci si possa sentire durante il gioco. A come ci si possa sentire prima di fare il fatidico salto nel vuoto, a come si possa essere convinti che sia la cosa giusta.

Si alzò e andò alla finestra a guardare il cielo > domandò inutilmente alle stelle >. Se lo chiedeva spesso, ma aveva smesso di sperare in una risposta già da molto tempo. Eppure quella notte, con il cielo illuminato dalle stelle, Levi aveva di nuovo una piccola speranza, quella speranza che lo avrebbe fatto soffrire ancora a lungo.

La cosa che però tormentava di più i suoi pensieri, era che sarebbe dovuto andare dai genitori dei componenti della sua squadra per dargli la brutta notizia. La prima volta non c'era nessuno da avvisare, nessuno a cui spezzare il cuore. Ora invece c'erano quattro famiglie che attendevano notizie dei propri cari. Sapeva che ormai era giunto il tempo di uscire dal suo isolamento e andare dalle famiglie poi, sarebbe potuto crollare

Mancavano pochi giorni alla riconquista del Wall Maria. La missione in cui stavano per imbattersi era suicida e lo sapevano tutti, ma scoprire la verità era più importante di ogni cosa. Forse per gli altri, per Levi no: a lui importava solo una persona.

Ebbene sì, finalmente era libero, finalmente avrebbe avuto la vita che sognava. Sarebbe stato difficile ma a lui non importava. Prese con coraggio la propria bacchetta e si diresse verso il Ministero: avrebbe iniziato una nuova vita.