Kyuhyun guardava la strada dritto davanti a sé, era tutto maledettamente familiare, come se avesse rivissuto quella scena già milioni di volte. Strano, eppure vero, solo qualche secondo prima avrebbe giurato di trovarsi disteso al sicuro nel letto del dormitorio, avrebbe giurato di aver ascoltato il respiro di Sungmin, suo compagno di stanza, finché non si era addormentato.
Kyuhyun era sicuro di essere intrappolato in un sogno, che per lui era un incubo riviverlo quasi tutte le notti. Non era più tra quelle bianche mura d’ospedale, non era più solo in quel letto vuoto, era al dormitorio, era a casa, voleva svegliarsi.

Era davanti allo specchio di quell’albergo da almeno una buona mezz’ora e continuava a ripetere e ripetere quelle due parole come se fosse uscito pazzo tutto d’un tratto. Stava provando l’espressione del viso giusta, il tono giusto, il modo di muovere le mani e come doveva essere la sua posizione. Doveva risultare tutto impeccabile, voleva che fosse tutto perfetto.

Ti amo, lo sai? Ti ho amato, forse, dal primo momento in cui i tuoi occhi così vispi hanno incontrato i miei. Ti ho amato nel momento in cui le tue mani hanno toccato le mie e quando ti ho visto sorridere. Ti ho sempre amato, ma tu non lo sai.

-Kyuhyun-ssi! Venga con noi!- Un signore austero, accompagnato da altri, chiamò a gran voce il mio nome dalla soglia della porta senza degnarsi nemmeno di entrare, come se solo facendolo avrebbe potuto confondersi con noi “pivellini”. Guardai gli altri un po’ confuso prima di prendere un asciugamano, una bottiglina d’acqua ed eseguire gli ordini senza fiatare.
-Dove stiamo andando?- Domandai curioso e timoroso allo stesso tempo. Mi scostai i capelli dalla fronte asciugando immediatamente il sudore. Continuai a seguirli nonostante non avessi la più pallida idea di cosa stesse accadendo. Cominciai a pensare di aver combinato qualche guaio, che volessero punirmi o qualcosa di molto simile. In fondo non sarebbe stata la prima volta che venivo rimproverato per qualche comportamento sbagliato.

Donghae che continuava a pensare nella maniera più razionale possibile, al perchè il suo migliore amico non si degnava di rivolgergli nemmeno uno sguardo da una settimana a quella parte.
Finalmente -seppur sospirando- Donghae ruppe il silenzio, girandosi a guardare il profilo dell'amico, illuminato debolmente dalle luci provenienti dalla TV.
-Hyukkie...- tentennò.
Eunhyuk non sembrava intenzionato a voltarsi. Continuava, invece a tenere gli occhi incollati al televisore.
-Hyukkie..!- provò a chiamare più forte.
Con un pesante sospiro Eunhyuk si girò, andando a guardare Donghae direttamente nei grandi occhi scuri.
-...Che c'è, Hae?-
Il moro esitò un istante ma alla fine parlò: tanto, non sarebbe riuscito ad incasinare ancora di più la loro amicizia...no?

"Quelle parole riecheggiarono nella sua mente.
Parole che mai si sarebbe aspettato di sentire."
"Sono solo lettere, che unite assieme, danno forma a qualcosa che per gli umani è iniziato ad avere importanza, distinguendosi dal resto degli animali che popolavano la Terra."

In un mondo dove la parola di Shisus è legge, un semplice fabbro insieme a dei pirati senza nome, salperanno per i mari più impetuosi, per trarre in salvo la bellissima principessoemmm volevo dire principessa Heechul! Streghe, fate, Re e Dei fuori di testa faranno da contorno a questa bellissima storia. Ce la faranno i nostri eroi????

C'è chi ama troppo poco, chi troppo a lungo,
c'è chi vende e c'è chi compra;
Chi compie l'atto con molte lacrime,
e chi senza un sospiro:
Perché tutti uccidono la cosa che amano,
Anche se dopo, non tutti muoiono.

Questa storia è basata sulla SITEUK principalmente e ci sarà anche qualche accenno alla HanChul.
La storia è ancora in corso quindi per ora non saprei proprio cosa mettere come introduzione, visto che devo finirla.

-Ti prego Hyukjae, ora non mi va di parlare- A fare il suo ingresso in cucina quel giorno fu un Donghae insolitamente irritato alle prese con sentimenti troppo in contrasto tra di loro persino per essere capiti da se stesso.
Sungmin, intento a cucinare e ad allontanare Kyuhyun, Kangin e Shindong dai fornelli, si voltò perplesso verso il “nuovo arrivato” dando modo così ai tre ladruncoli di rubare un po’ del cibo che stava preparando per cena. Era una vita che non mangiavano tutti insieme!
-Mi dici almeno cosa ho fatto questa volta?- Eunhyuk invece, fece il suo ingresso sbattendo la porta e questa volta anche gli altri tre, in vena di scherzi, si placarono seguendo la scena come al cinema.

Donghae si stende sul letto posandosi sulla schiena: il suo corpo è completamente rilassato.
Su di lui, vi è un altro corpo in bilico: quello di EunHyuk.
“Mi piace il tuo accento, te l’ho mai detto?” Dice Hyuk baciando Hae dolcemente.
“Mi piace il tuo viso al mattino”.
Donghae chiude gli occhi mentre HyukJae gli dice altre cose che ama particolarmente di lui.
“Anche dopo molti anni, i tuoi baci ancora mi fanno morire.”

Lee Hyukjae e Lee Donghae sono due ragazzi diversi, ma in certi versi simili.
Entrambi hanno una vita difficile anche se scandita in modo diverso, ed entrambi hanno un cuore d’oro, sono gentili con le persone in difficoltà e offrono a chiunque se lo meriti un sorriso pieno. Un giorno questi due ragazzi si incontrano.

"Lee Donghae amava i cliché.
Quelli più che scontati, dettati direttamente dalle solite frase fatte e coronati dai soliti, inconcludenti gesti, tipo gli improvvisi abbracci da dietro, che tanto adorava."
[EunHae]

Mi butto sul letto a faccia in giu e sfogo tutta la mia rabbia.
Si,mi sono innamorato.
Di un ragazzo.Un ragazzo maledettamente perfetto.
C'è una cosa positiva non mi fiderò mai più del mio sesto senso.
Oggi è stata una giornata di merda.

"Ci sono casi in cui un uomo deve rivelare metà del suo segreto per tener nascosto il resto."
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-Stavo pensando… perché tu non mi dici mai nulla? Dei tuoi segreti, intendo.-
Si era detto che non avrebbe “giocato col fuoco” ma a quanto pare il suo stupido carattere ha e avrà sempre la meglio:
-Io ti dico sempre tutto… tu almeno potresti dirmi qualche tuo segreto!-
-Ci tieni così tanto?-
-Sì.-
Hyuk sbuffa.
Si volta di spalle e riprende a camminare a passo lento.
-Se la smetti, a casa te ne dirò qualcuno così chiudiamo con questa storia, ok?-
Donghae è ancora fermo, ci pensa su.
-No. Facciamo che me ne dici solo uno, il più importante di tutti, e poi giuro che non ti chiederò più nulla né metterò più in mezzo questa storia.-
HyukJae si volta e sorride: un sorriso chiaramente tirato.
-Ok. Ma ora muoviti, voglio andare a casa.-