La vita è fatta di attese.

Era stufa marcia di aspettare. Era stanca di odorare il solo sentore della felicità senza poterla mangiare.
Era al colmo e non ne poteva più di tergiversare, pazientare, giustificare, comprendere, accettare.

L’uomo la guardo’ con lo sguardo più sprezzante che poteva avere e le disse:
“Pensi che abbia paura di morire? Sappi che la mia vita non vale un granchè, e la tua? Sei disposta a rischiare la tua vita e la loro?” Kaori rimase profondamente scossa di fronte a quelle parole, tutto si sarebbe aspettata ma mai una risposta simile.
Quell’uomo non aveva paura della morte. E lei? Lei ne aveva? Oh eccome se ne aveva, ma non avrebbe mai avuto dubbi su chi avrebbe preferito dare speranza, non a lei no, ma ai 2 uomini più importanti della sua vita.

Ma quando l’uomo si volse verso di lei, le regalò un sorriso talmente disarmante, da farla sciogliere sul posto.
Un asiatico alto, moro, e ben piazzato. Il suo sguardo magnetico e profondo le fece sentire le farfalle nello stomaco, e quando le fece l’occhiolino credette di morire.

“Sai, Kaori, il linguaggio dei fiori è un trucchetto inventato per venderne di più. In realtà non hanno un vero significato”

[...] Nel suo cervello rimbombava un’unica scottante domanda: cosa sarebbe successo una volta arrivati a destinazione? Si sentiva avvampare tutta al solo formulare qualche previsione poco casta. E poi, avrebbero saputo e soprattutto voluto affrontarne tutte le conseguenze? [...]
[...] Eppure, se avesse avuto la possibilità di evitare che ciò avvenisse, che tutto quello che provava per lei si concretizzasse in qualcosa di più di un abbraccio fraterno o di un bacio scambiato dietro un vetro, sentiva che la sua coscienza sarebbe stata meno tormentata. Forse … [...]
One shot romantica e lievemente hot senza tante pretese ambientata dopo l'infame finale lasciatoci da Tsukasa Hōjō, scaturita da stress, noia e dalla casuale riscoperta del manga.

Un uomo, vestito in un impeccabile smoking, era mollemente appoggiato al bancone del bar; apparentemente rilassato, osservava la vita scorrergli attorno.
In mancanza di luce, di lei poté scorgere ben poco, ma quello che vide fu di suo gradimento.
Il collo slanciato che terminava in una nuca scoperta, forse i capelli erano stati raccolti in un’acconciatura…

“Va bene, fermi tutti… chi è Mary? Cosa sta succedendo?” intervenne Kaori, stanca di essere lasciata fuori dalla conversazione.
Ryo fece un passo avanti e afferrò la maniglia della porta.
“Andiamo Mick” mormorò, lanciando un’occhiata terribilmente seria all’americano. “Kaori, tu rimani qui.”
“Cosa?” protestò lei. “Ma io…”
Troppo tardi. Ryo era già uscito.

Ultimamente la nostalgia per quello che ormai era il passato stava pian piano prendendo il sopravvento, ma era certa che non sarebbe mai più potuta tornare indietro. Doveva guardare avanti a sé e alla sua nuova vita.

Oh, finalmente un matrimonio! Ma chi saranno gli sposi? Un promesso sposo si perde per strada, una sposa aspetta già da tempo, come andrà a finire? Altra storiella senza pensieri...

“Ma non abbiamo mai pace!!” rispose quasi esasperata lei. E mica ha tutti i torti???

Un lunedì mattina, una Panda verdina, una coppia d'innamorati un po' particolari ed ecco che...

“Che codardi! Io sono l’unico ad avere la soluzione. Ho creato qualcosa di grandioso e voi non sapete accettarlo… Non avete il coraggio di agire!”
“Ti sbagli, occhi a mandorla” rispose l’americano con freddezza, guardandolo dal basso. “Stai diventando paranoico, lo sai? Semplicemente io non voglio sprecare i miei soldati per farti giocare al piccolo chimico. Sorry.”
Ma non importava quello che pensavano gli altri: Ryo sarebbe stato un soldato perfetto, finalmente.
Sarebbe stato invincibile. Il primo di tanti.

In una notte d’inverno, dove la neve scende candida e silenziosa, cosa potrebbe desiderare la nostra Kaori?

Si scappa sempre, da qualcosa, da qualcuno, ma a volte non è la cosa giusta da fare...