C'è un piccolo ragno di nome Agravain che tesse la propria tela, nella sua trama saranno in molti a cadere. Sarà l'imprevisto però a far crollare il suo mondo.
C'è un'altra tela, grande, immensa, tessuta da Dio e dalla Dea. Questa trama si espande, oltre il mare, chi ne rimarrà impigliato?

[Gawain/Bertilak]
Sir Gawain, la sera, dona all'ospite ciò che di giorno ha ricevuto, tal quale è: un bacio.

Se avete letto "Lex", e trovate che quella sia la vera fine delle leggende arturiane, ebbene ecco cosa successe alla corte di Camelot, mentre il prode Lancillotto e il grande re Artù, erano spariti nel nulla...

Galahad ripensa alla sua vita. Quando fu chiamato a Camelot da Re Artù e dovette abbandorare il monastero in cui è cresciuto, lontano dalla madre e dal padre che non gli hanno mai mostrato l'amore di cui aveva bisogno.
(Il titolo del racconto deriva da un pezzo dei Placebo "I'll Be Yours")

Una dama si alzò dalla tavola, battendo le mani per richiamare l’attenzione del re e di tutti i cavalieri.
Kay il siniscalco, seduto accanto a ser Bedivere e a ser Mordred, borbottò: «Oh Dio, ecco che ritorna la pazza»
La bella dama mora, tutta presa dal suo discorso finse di non sentire, e proseguì: «Ho inventato un gioco per questa serata»

Due uomini si rincontrano dopo anni, nel silenzio di una battaglia senza scopo. Due uomini legati dal destino. Due uomini soli, tra i morti sulla piana ricoperta di sangue vermiglio.
Due uomini. Padre e figlio...

Galahad tirò su velocemente col naso poi, s’illuminò di colpo: «Se siete libero anche voi, perché non giocate a scacchi con me?!»
«Ah preferite un compagno incestuoso a un sodomita? Beh vi capisco, è più sicuro» ghignò il principe bastardo, divertito.
Galahad non capì: «Sodomita?...E’ il modo di giocare che usate voi inglesi?»

Re Artù non ha figli e decide di lasciare il proprio trono ad uno dei suoi nipoti. Solo il più valoroso tra di loro, dopo aver cercato per tutta la Britannia quello che gli chiederà il Re, potrà avere lo scettro e la corona!
Questa è una rivisitazione della favola "La Gatta Bianca" di Perrault in chiave arturiana.

(…) In realtà era ben consapevole di cosa le fosse necessario. Era lo stesso motivo per cui si alzava ogni giorno e si abbandonava al sonno tutte le notti.
Un respiro.
Il suo respiro.
[Storia scritta per The four elements challenge. Tabella: aria]

Kay e i bambini irritanti col mal di pancia.

[Kay/Artù]
“Una volta soltanto”, lo prega, schermato dalla porta chiusa a chiave. Kay ci crede poco, e ancor meno ha intenzione di sbloccare la serratura e farlo entrare.

[Implied Kay/Artù]
L'avvincente conversazione tra un adulto un po' stanco e un quindicenne un po' depresso (e appena un po' isterico).

[Kay/Artù]
Ah, ma la prima ladra era lei, la maledetta spada.

[Galahad/Mordred] “Sai, da bambino pensavo che raggiunta l’età adulta mi sarei fatto presto una famiglia, con tanto di bei bambini a seguito, oppure che sarei entrato in convento.” Galahad lo dice ridendo, mentre è intento a giocare con qualche ciuffo d’erba alla sua destra. Se solo potesse vedere ancor meglio il suo volto, dalla sua visuale, Mordred probabilmente direbbe che il compagno sta letteralmente gongolando.