Io mi chiamo Takanori Matsumoto, il mio nuovo ed attraente capo è uno stronzo e sono sicuro al 97% che mi fissi il sedere ogni volta che lascio la stanza. Ma lo stipendio che mi versa ogni mese è incredibilmente alto e non posso licenziarmi.
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[ Ruki x Reita / semi - PWP / AU ]

Soffiò una nuvoletta di fumo dalle labbra, alzando gli occhi sull'orologio a cucù di legno; un intrico di foglie a cinque punte, il quadro aveva dei numeri romani che era stato costretto ad imparare e due pigne penzolavano dalle due cordicelle al di sotto. L’ultimo regalo del vocalist, segnava le due e trenta.

"Quanto tempo aveva passato in quella posizione, prima di sollevare gli occhi verso quella luna pallida che lo osservava dall’alto, avvolta nel suo mantello scuro e trapuntato di stelle? Giorni, ore? O magari soltanto minuti? Non lo sapeva, e probabilmente non l’avrebbe mai saputo.
Guardò il profilo della Tokyo Tower, che si stagliava contro il blu fioco del cielo, e lasciò che un’altra ondata di tristezza lo sommergesse, portandolo sempre più giù nel suo abisso di malinconia e terrore.
Non c’era scampo per lui."
[Current status: sperimentando!]

Ad un tratto, una farfalla si posò sulla spalla del piccoletto. Egli non fece una piega, ma ruotò impercettibilmente il capo ad osservare quel piccolo insetto dalle ali tremolanti. Allora era reale. Riusciva a vederla anche Takanori, da quanto Akira, immerso nel suo mondo irreale, poteva notare.
«Secondo te perché le farfalle sono così belle, pur essendo insetti?» domandò il ragazzino dai capelli biondi, carezzando i capelli soffici della bambola che teneva affettuosamente fra le braccia. Osservò l'elegante farfalla fino a che essa non si staccò dalla sua spalla, prendendo il volo e andando a posarsi sul volto dell'altro giovane; ma quando questi provò a sfiorarla con la mano, l'unica cosa che i suoi polpastrelli trovarono fu la punta del suo naso leggermente fredda a causa della temperatura di metà stagione. Come poteva quella creatura essere irreale se anche Takanori l'aveva vista? Ma anche se lo scricciolo l'avesse veramente vista... come aveva fatto a parlare? E soprattutto, come aveva fatto Akira a udire la sua voce e a riconoscerla nonostante non l'avesse mai sentito parlare prima d'ora?
[oneshot legata a "L'incanto di un sogno di ceramica" dedicata alla cara Luxie_Lisbon]

C’è un tempo in cui devi lasciare i vestiti, quelli che hanno già la forma abituale del tuo corpo e dimenticare il solito cammino, che sempre ci porta negli stessi luoghi. È l’ora del passaggio: e se poi non osiamo farlo, resteremo sempre lontano da noi stessi.
Aoix Kazuki - UruhaxAki (SID)

E dunque sfilò i pantaloni, mostrando orgogliosamente un paio di boxer leopardati.
L’altro alzò un sopracciglio, poco entusiasta.
“Credi davvero che io ti conceda questa notte di sesso con addosso quei ridicoli boxer?” asserì.
[Reituki, obviously.]

Come posso affrontare l'amnesia di Akira, quando sono così codardo? Lo amo davvero così tanto da riuscire a superare me stesso? Oppure... no?

Uno stralcio di vita, a San Valentino.
Uruha x Aoi

"-Aki...ma che ti prende? Devo tornare al lavoro!- sorrido. Mi zittisce con un'altro bacio. Afferra una mia coscia e me la alza schiacciandomi con il bacino contro il muro. Mi desidera, me lo fa intendere palesemente. Prende a mordermi la pelle del collo lasciandomi dei brutti segni violacei.
-A-a-ki-akira!- ansimo cercando di allontanarlo con le mani. Me le blocca sopra la testa; mi guardo in giro terrorizzato dal fatto che qualcuno possa vederci. Mi gira facendomi appoggiare le mani contro il muro e piegandomi leggermente in avanti.
-Akira...ti prego!- imploro un'ultima volta, ma lui non mi ascolta."

Anche se era ormai tarda sera, i due chitarristi erano ancora in sala prove ,a causa di un problema sul nuovo pezzo a cui stavano lavorando...

Mentre percorro il corridoio, il tappeto rosso attutisce i miei passi, sento la mente sempre più inebriata, come se fossi ubriaco, l’adrenalina fa vibrare ogni fibra del mio corpo e il gusto del proibito accelera il mio battito cardiaco.
Ho imboccato la strada che mi porterà verso la perdizione, lo so, e ne sto già gustando il sapore mentre mi fermo giusto il tempo di un respiro davanti alla 709.

Sei appagante, sono assuefatto da te.

Quella strana atmosfera che si è sempre creata tra di noi è stata un pugnale nel mio cuore sin dagli anni della scuola, quando mi portava a fare e rifare sempre la stessa cosa, ogni notte, pensandoti e piangendo per la mia codardia nel voler nascondere i sentimenti che ho provato per te dalla prima volta in cui la tua mano si è allungata verso di me a lavare via il sangue che mi offuscava la vista dopo l’ennesimo pestaggio.

"Eppure, credo di amarti. Non come è scritto nei libri o come è mostrato alla tv. E nemmeno come è suonato nelle canzoni. L’amore per te, quello che provo e che sento e che mi graffia la pelle come una tigre giocosa, è quel sentimento vivo come fuoco che scorre sotto terra e ogni tanto spinge in su per squarciare il mondo ed esplodere così violentemente che sembra voler toccare il cielo, l’universo, il sole.
E’ qualcosa che non voglio, ma che accade. Un disastro naturale che si infiltra nel cuore come sangue. Come droga tagliata male."

Akira si sente solo nonostante sia da sempre innamorato di Takanori. Non ha pregiudizi, è buono. Per sopperire alla sua solitudine e donare il suo amore a qualcuno sceglierà di adottare Amina. Ma chi è Amina?? E' una povera orfanella... Muta. Con lui però...
Non si può semplicemente adottare una bimba per amore?
Non si può semplicemente insegnarle che l'amore, se è vero, non ha limiti, che non c'è nulla di sbagliato nell'amare qualcuno del tuo stesso sesso?