Il cervo

di CelesteSaccant
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Impavido sul monte, fiero e altero,

il cervo regnava, il sole declinava

e tingeva il cielo.

Mi ferì la luce bianca

e il sogno-realtà fluttuava.

 

Venne da me il profumo acre del bosco,

delle foglie ingiallite sul terreno umido

mentre raccontavano ai germogli nascosti

la loro primavera.

 

Il cervo scese il declivio

cercò un riparo e s’adagiò.

Riposava in un dormiveglia

tra l’oblio e un’improvvisa

realtà di fuga.

 

Correva e dormiva, dormiva e fuggiva;

tra gli alberi filtrava la luce incerta

del vicino tramonto.

 

Tra il pulviscolo dorato intravidi, riflesse

moltitudini di persone disorientate in cammino.





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