Rabbia

di mamie
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Partecipa alla challenge: Vitii et Virtutis di Starhunter.
Prompt: Ira - Rabbia


 RABBIA
 
 Più di ogni altra cosa, gli faceva rabbia. Gli aveva fatto rabbia da subito, dalla prima volta che aveva incontrato i suoi occhi, quel giorno che gli aveva portato via Rukia. Gli faceva rabbia ogni volta che gli dava un ordine con la sua voce gelida, ogni volta che gli faceva un rimprovero senza nemmeno cambiare espressione. Gli aveva fatto rabbia - oh quanta! - quella volta che l’aveva fatto mettere in cella perché si era scontrato con Ichigo e ancora di più – da soffocare quasi -  quando aveva cercato invano di sfidarlo e di batterlo, lui, il suo capitano Kuchiki Byakuya. Aveva creduto di poterlo vincere e invece era finito miseramente a mordere la polvere. Come un cane.  Abbaiava la sua rabbia come un cane che abbaia alle ombre, invano.
Sì, Renji coltivava la sua rabbia con la stessa cura con cui gli altri coltivavano un giardino. E in quella rabbia aspettava pazientemente il giorno in cui sarebbe fiorita finalmente la sua vendetta.
 
In quel momento però, nella stanza quieta dell’infermeria, immobile da ore su una sedia scomoda, quella che sentiva non era la solita rabbia. Era un sentimento molto più confuso e strano. Erano successe troppe cose, troppe, e tutte assieme.
Ora era lì a testa bassa, le mani intrecciate in grembo, lanciando ogni tanto una breve occhiata al letto in cui il suo capitano se ne stava composto a guardare fuori dalla finestra, gli occhi persi in una triste lontananza. E tutto quel magma di sentimenti strani gli ribolliva dentro senza riuscire ad affiorare alle labbra, come una fiasca ingorgata da cui non esce niente.
Forse non era rabbia. Forse non lo era mai stata. Forse era devozione, o ammirazione, o forse era…
… amore?




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